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    MotoGp, Crutchlow: “Sarà dura, ma non vedo l'ora di tornare in pista”

    ROMA – Cal Crutchlow si prepara a ritornare in MotoGp. Il 36enne britannico prenderà infatti il posto lasciato vuoto da Andrea Dovizioso, che ha deciso di appendere il casco al chiodo dopo la gara di Misano. Questa per Crutchlow sarà una sfida importante, visto che l’agenda da qui fino alla fine della stagione è molto densa di impegni: sei Gran Premi e due test. “Non abbiamo aspettative, mi limiterò a fare il mio lavoro nel miglior modo possibile. Per Yamaha è positivo perché potremo raccogliere informazioni sulla moto attuale.  Sarà un periodo tosto, ma non vedo l’ora. Ho guidato un po’ di più del solito negli ultimi tempi, quindi non mi aspetto un periodo così difficile come quello dell’anno scorso”, ha detto l’ex Ducati ai microfoni ufficiali del Motomondiale. 
    Rientro traumatico
    Crutchlow fa infatti riferimento al 2021, quando ha sostituto Maverick Vinales per quattro gare. Racconta il britannico: “Avevo provato la moto nei test del Qatar e non l’avevo più toccata fino al test in Austria. Quando sono risalito ho rischiato un pasticcio mentre partivo e ho quasi urtato il muretto dei box. Ho esitato lungo tutta la pitlane e pensato: ‘Non mi ricordavo fosse così difficile'”. Il ritorno in classe regina è stato abbastanza brusco: “Avevo mal di testa a causa della forze G, che è rientrato dopo i primi giri. Ma non riuscivo a essere velocissimo. Speriamo che quest’anno possa essere un po’ diverso”, ha poi concluso il sostituto di Dovizioso. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Shwartzman correrà le libere 1 nel Gp degli Stati Uniti

    ROMA – La Ferrari ha ufficialmente confermato che per le libere 1 del Gran Premio di Austin in Texas, diciannovesima tappa della Formula 1, in programma dal 21 al 23 ottobre prossimo, affiderà il volante di una delle due F1-75 a Robert Shwartzman, suo collaudatore 23enne. Si aspettava solo l’ufficialità per il pilota russo con passaporto israeliano che a Maranello si occupa del lavoro al simulatore. “È il momento che tutti voi stavate aspettando”, ha detto Shwartzman sui social annunciando la notizia appena il giorno prima del suo 23esimo compleanno.
    Opportunità per Shwartzman
    Robert Shwartzman nasce il 16 settembre 1999 in Israele e cresce nella città russa di San Pietroburgo, dove inizia a coltivare la passione per i kart. Dopo i primi titoli e l’esperienza con la prima monoposto in Formula Renault, corre nella Formula Toyota impressiona la sua costanza che lo porta a vincere il titolo nel 2018. Poi l’inserimento nell’Academy Ferrari e il debutto con vittoria iridata nel 2020, seguita dalle due stagioni in Formula 2 dove ha collezionato il secondo posto nel 2021 con la Prema Racing. Sarà un’occasione importante questa per Shwartzman, anche alla luce del mercato piloti. Il sedile di Mick Schumacher alla Haas potrebbe liberarsi presto e il russo-israeliano potrebbe ritrovarsi l’anno prossimo a fare coppia con Kevin Magnussen. LEGGI TUTTO

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    Ferrari: confermate per Shwartzman le libere 1 ad Austin

    ROMA – Robert Shwartzman sarà il pilota Ferrari per le libere 1 del Gran Premio di Austin in Texas, diciannovesima tappa della Formula 1, in programma dal 21 al 23 ottobre prossimo. Si aspettava solo l’ufficialità per il pilota russo con passaporto israeliano che a Maranello si occupa del lavoro al simulatore. “È il momento che tutti voi stavate aspettando”, ha detto Shwartzman sui social annunciando la notizia appena il giorno prima del suo 23esimo compleanno.
    Il ruolo di Shwartzman
    Robert Shwartzman nasce il 16 settembre 1999 in Israele e cresce nella città russa di San Pietroburgo, dove inizia a coltivare la passione per i kart. Dopo i primi titoli e l’esperienza con la prima monoposto in Formula Renault, corre nella Formula Toyota impressiona la sua costanza che lo porta a vincere il titolo nel 2018. Poi l’inserimento nell’Academy Ferrari e il debutto con vittoria iridata nel 2020, seguita dalle due stagioni in Formula 2 dove ha collezionato il secondo posto nel 2021 con la Prema Racing. Ora per Shwartzman si presenta un’occasione importante per mettersi in mostra nel Circus, con il posto alla Haas di Mick Schumacher che potrebbe rimanere vacante alla fine della stagione. LEGGI TUTTO

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    F1, Steiner: “Mick Schumacher? Non sappiamo se resterà”

    ROMA – La Formula 1 è in pausa, il prossimo Gran Premio è fra tre settimane e i team principal si concentrano anche sul mercato. Una delle questioni aperte nel paddock è la permanenza di Mick Schumacher in Haas, che il team principal, Gunther Steiner, non dà per scontata: “Non è ancora stato deciso chi sarà a fianco di Magnussen il prossimo anno. Stiamo valutando quale sia la migliore soluzione per lo sviluppo della squadra. Sarò onesto, non sappiamo se Mick resterà o meno”, ha infatti detto l’altoatesino. Il figlio del sette volte campione del mondo nel corso di questa Formula 1 ha dato segnali contrastanti, seppur in un’ottica di crescita. Un aspetto su cui ritorna anche Steiner, che aggiunge: “Ha disputato ottime gare in Canada, Inghilterra e Austria, ma gli manca la costanza, dovrebbe fornire prestazioni del genere più spesso”.
    L’ombra di Ricciardo
    Tuttavia, alla fine del Mondiale mancano ancora sei gare e Steiner lascia la porta socchiusa: “Non abbiamo fretta per quanto riguarda la questione del pilota – ha infatti affermato – e Mick ha ancora la possibilità di dimostrare cosa sa fare“. Non mancano però i sondaggi per avere margine di scelta: “Ho parlato con diversi piloti, è il mio lavoro. Tuttavia, non c’è ancora nulla di concreto. In ogni caso, non vogliamo correre grandi rischi nello sviluppo della squadra. Potremmo farlo, e ci andrebbe bene se funzionasse, ma al contrario sarebbe negativo. Il profilo potrebbe essere un pilota esperto che dia un buon feedback tecnico, ma sul mercato non c’è nessuno di questo tipo, forse solo Daniel Ricciardo. Il suo stato di forma non è dei migliori e non sappiamo cosa farà: forse si prenderà un anno di pausa”. Infine un’indiscrezione sulla collaborazione con Ferrari, che progetta i motori per Haas e Alfa Romeo: “Di solito i contratti hanno una durata di tre anni. L’anno prossimo ci sarà un altro rinnovo. La collaborazione è consolidata, non ci sono alternative sul tavolo”, ha rivelato Steiner. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Troppo controllo, ecco perché abbiamo detto no a Porsche”

    ROMA – Sembrava fatta, poi Red Bull e Porsche hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative. L’accordo tra le due scuderie in ottica Formula 1 è saltato e Helmut Marko, consulente della Red Bull, afferma fiero ai microfoni degli olandesi di “OE3”: “Non abbiamo bisogno di nessuno al momento. Abbiamo il pilota più veloce sino al 2028. Abbiamo Adrian Newey, il miglior progettista. Il reparto motori sarà pienamente operativo tra 55 settimane e la prima power unit è stata già accesa: siamo completamente autosufficienti”. Poi il consigliere della Red Bull, nel suo consueto stile franco e diretto, aggiunge: “La Porsche aveva manifestato l’intenzione di rilevare o raddoppiare ogni posizione in Red Bull. In altre parole, volevano controllare praticamente tutto e ovviamente non funziona così”.
    La rivelazione di Marko
    Sembrava un affare fatto, quello tra Red Bull e Porsche, poi però c’è stato un brusco stop che ha portato la casa di Milton Keynes a dire no grazie. “Nessuna delle due parti avrebbe beneficiato dell’accordo. Era chiaro che sarebbe diventato tutto troppo burocratico e che avremmo perso la nostra flessibilità come team”, ha spiegato Marko. Adesso però si aprono altri curiosi scenari: “E ora che la rottura con Porsche è diventata ufficiale, abbiamo ricevuto alcuni interessamenti sorprendenti. E stiamo parlando con Honda”, ha infatti confessato Marko, che quest’anno ha compiuto 79 anni. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Espargaro: “Honda non poteva puntare il dito su di me”

    ROMA – “Ho avuto un’opportunità per restare in Honda. Sapevano che la moto non era competitiva, quindi non potevano puntare il dito su di me. Ma io ho preso un’altra strada”. È con queste parole che Pol Espargaro giustifica il suo addio alla Honda per tornare in KTM, team di cui conosce già i meccanismi in quanto ci ha già corso per tre anni. La stagione sulla RC213V non sta andando come previsto, ma non è questo il motivo della rottura con la casa di Saitama. Lo spagnolo spiega infatti ai microfoni ufficiali della MotoGp: “Ho scelto una squadra dove posso essere veloce e dove conosco le persone che ci lavorano”. Espargaro ha infatti firmato un contratto con la neonata squadra satellite GASGAS: “Vado lì per essere il migliore delle KTM. Ho dalla mia le esperienze accumulate in altre squadre, quindi porterò con me più della pura velocità e dei risultati”, ha infatti aggiunto il pilota di Granollers.
    Le parole di Espargaro
    Le prestazioni sottotono della Honda hanno però giocato un ruolo importante sulla scelta di Espargaro che ammette: “Mi aspettavo che sarebbe stata una stagione diversa, abbiamo iniziato bene in Qatar, ma poi sono iniziati i problemi. Ero scioccato, non capivo la situazione. Negli anni passati Honda ha fatto fatica, ma quest’anno è una situazione che va oltre l’ordinario. Stiamo affrontando le tante Ducati in pista e i giovani piloti e stiamo facendo fatica sin dalle qualifiche. Stiamo lottando contro una moto che non va e non abbiamo componenti per migliorare la situazione. È frustrante perché perdiamo di continuo”. La voglia di cambiare e di lanciarsi in un’altra avventura ha infine avuto la meglio: “È una situazione non facile, ma sono maturo abbastanza per affrontare il tutto in un modo diverso. Non mi pento della mia decisione, in Honda sono cresciuto tanto ed è stata un’esperienza molto buona”, ha infine concluso Espargaro che ringrazia la sua scuderia per il lavoro scolto in questo biennio. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Espargaro: “In KTM non porterò solo velocità e risultati”

    ROMA – Pol Espargaro a fine stagione lascerà la Honda per tornare in KTM, scuderia con cui ha corso dal 2018 al 2020. La stagione sulla RC213V non sta andando come previsto, ma non è questo il motivo della rottura con la casa di Saitama. Lo spagnolo spiega infatti ai microfoni ufficiali della MotoGp: “Ho avuto un’opportunità per restare in Honda. Sapevano che la moto non era competitiva, quindi non potevano puntare il dito su di me. Ma io ho preso un’altra strada. Ho scelto una squadra dove posso essere veloce e dove conosco le persone che ci lavorano”. Espargaro ha infatti firmato un contratto con la neonata squadra satellite GASGAS: “Vado lì per essere il migliore delle KTM. Ho dalla mia le esperienze accumulate in altre squadre, quindi porterò con me più della pura velocità e dei risultati”, ha aggiunto il pilota di Granollers.
    Annata storta
    Le prestazioni sottotono della Honda hanno però giocato un ruolo importante sulla scelta di Espargaro che ammette: “Mi aspettavo che sarebbe stata una stagione diversa, abbiamo iniziato bene in Qatar, ma poi sono iniziati i problemi. Ero scioccato, non capivo la situazione. Negli anni passati Honda ha fatto fatica, ma quest’anno è una situazione che va oltre l’ordinario. Stiamo affrontando le tante Ducati in pista e i giovani piloti e stiamo facendo fatica sin dalle qualifiche. Stiamo lottando contro una moto che non va e non abbiamo componenti per migliorare la situazione. È frustrante perché perdiamo di continuo”. Insomma, Espargaro aveva bisogno di cambiare aria, ma comunque ringrazia l’Ala Dorata per questo biennio insieme: “È una situazione non facile, ma sono maturo abbastanza per affrontare il tutto in un modo diverso. Non mi pento della mia decisione, in Honda sono cresciuto tanto ed è stata un’esperienza molto buona”. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Porsche voleva controllare tutto, non funziona così”

    ROMA – “Non abbiamo bisogno di nessuno al momento. Abbiamo il pilota più veloce sino al 2028. Abbiamo Adrian Newey, il miglior progettista. Il reparto motori sarà pienamente operativo tra 55 settimane e la prima power unit è stata già accesa: siamo completamente autosufficienti”. Helmut Marko liquida così, ai microfoni degli olandesi di “OE3”, la trattativa con Porsche per una collaborazione in Formula 1, alla fine naufragata. Il consulente della Red Bull, nel suo consueto stile franco e diretto aggiunge: “La Porsche aveva manifestato l’intenzione di rilevare o raddoppiare ogni posizione in Red Bull. In altre parole, volevano controllare praticamente tutto e ovviamente non funziona così”.
    I motivi della rottura
    Sembrava un affare fatto, quello tra Red Bull e Porsche, poi però c’è stato un brusco stop che ha portato la casa di Milton Keynes a dire no grazie. “Nessuna delle due parti avrebbe beneficiato dell’accordo. Era chiaro che sarebbe diventato tutto troppo burocratico e che avremmo perso la nostra flessibilità come team”, ha spiegato Marko. Poi l’austriaco rivela: “E ora che la rottura con Porsche è diventata ufficiale, abbiamo ricevuto alcuni interessamenti sorprendenti. E stiamo parlando con Honda”. LEGGI TUTTO