consigliato per te

  • in

    Superbike, Ducati conferma Rinaldi: “Credo fermamente nel progetto”

    ROMA – Il team Aruba.it Racing – Ducati ha annunciato l’estensione del contratto di Michael Rinaldi, che correrà sulla Ducati Panigale V4R anche nella stagione 2023 di WorldSBK. La casa bolognese conferma così la proprio line-up che nel prossimo campionato del mondo di Superbike vedrà ancora il pilota italiano al fianco di Alvaro Bautista. “Sono molto contento di correre anche il prossimo anno per Aruba.it Racing – Ducati perché – ha detto Rinaldi – credo fermamente in questo progetto. Sono inoltre molto fiducioso sul fatto di poter raccogliere nel 2023 tutto ciò che abbiamo seminato finora”.
    Le parole di Rinaldi
    Salito finora tre volte sul podio, Rinaldi sta conducendo una stagione concreta in Superbike, che lo ha portato con una certa continuità in top-10. Tuttavia il riminese non vuole accontentarsi: “Sarò il primo a lavorare ancora più duramente, sia nell’inverno che in pista, per ottenere risultati migliori ed avere quella costanza è un po’ mancata nella scorsa stagione e in quella in corso. Voglio ringraziare Stefano Cecconi, Claudio Domenicali, Luigi Dall’Igna, Paolo Ciabatti, Serafino Foti e tutte le persone che mi hanno dato fiducia. Non vedo l’ora di essere a Barcellona per ottenere un bel risultato e ripagare questa fiducia. E sono sicuro che il 2023 sarà un grande anno per noi”, ha poi concluso il 26enne.         LEGGI TUTTO

  • in

    Superbike, Rinaldi ancora in Ducati: contratto rinnovato fino al 2023

    ROMA – Sarà ancora Michael Rinaldi il partner di Alvaro Bautista nella Ducati in Superbike. La casa di Borgo Panigale ha infatti esteso il contratto dell’italiano e conferma così la propria line-up anche per la prossima stagione. “Sono molto contento di correre anche il prossimo anno per Aruba.it Racing – Ducati perché – ha detto Rinaldi – credo fermamente in questo progetto. Sono inoltre molto fiducioso sul fatto di poter raccogliere nel 2023 tutto ciò che abbiamo seminato finora”.
    Il commento di Rinaldi
    Salito finora tre volte sul podio, Rinaldi sta conducendo una stagione concreta in Superbike, che lo ha portato con una certa continuità in top-10. Tuttavia il riminese non vuole accontentarsi: “Sarò il primo a lavorare ancora più duramente, sia durante l’inverno che in pista, per ottenere risultati migliori ed avere quella costanza è un po’ mancata nella scorsa stagione e in quella in corso”. Poi il 26enne riminese conclude: “Voglio ringraziare Stefano Cecconi, Claudio Domenicali, Luigi Dall’Igna, Paolo Ciabatti, Serafino Foti e tutte le persone che mi hanno dato fiducia. Non vedo l’ora di essere a Barcellona per ottenere un bel risultato e ripagare questa fiducia. E sono sicuro che il 2023 sarà un grande anno per noi”.         LEGGI TUTTO

  • in

    Ducati padrona: può fare una storica abbuffata Mondiale

    TORINO – Ducati padrona. Totale. Non ci sono soltanto le imprese a ripetizione della nuova coppia dei sogni formata da Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini (la Ducati BB, con le curve più sinuose e vincenti di Brigitte Bardot) ad esaltare il popolo rosso. Per la prima volta nella sua storia, per altro relativamente recente nelle corse, la casa di Borgo Panigale ha davanti a sé l’opportunità concreta di conquistare praticamente tutti i titoli mondiali. Non soltanto la Tripla Corona (Mondiale piloti, costrutto e team) nella top class del Motomondiale, traguardo centrato nel magico 2007 targato Casey Stoner, con il primo tassello già centrato domenica ad Aragon. Il terzo titolo iridato marche consecutivo (quarto della storia Ducati), arrivato con cinque gare d’anticipo, profuma anche di trionfo per Bagnaia, che s’è portato ad appena 10 punti di distacco da un Fabio Quartararo non solo più rallentato dalla sua Yamaha, ma anche dalla sfortuna. Che come dice un famoso detto ci vede benissimo e fa piovere sempre sul bagnato. La superiorità Ducati è infatti certificata da 12 pole (record, 5 di Bagnaia), 10 vittorie (6 del torinese e 4 di Bastianini) e 24 podi sulle 15 gare finora disputate. Numeri mostruosi.Ma non si fermano al vertice del grande iceberg delle due ruote su pista. La Ducati infatti è in testa al Mondiale Superbike sia tra i costruttori che tra i piloti con Alvaro Bautista. Lo spagnolo, autore di 8 vittorie e 15 podi con la Panigale V4 R sulle 21 gare (7 round) disputate, nonostante la brutta entrata di Jonathan Rea che l’ha mandato a terra nell’ultima uscita in Francia conserva 30 punti di vantaggio su Toprak Ratzgatlioglu, campione del mondo con la Yamaha, e 47 sul nordirlandese della Kawasaki, 6 volte di fila re prima dell’avvento del turco. La Ducati in SBK, storicamente la sua anima (e anche dei ducatisti) nonché fonte di successi (16 mondiali piloti e 17 costruttori tra il 1991 e il 2011), non vince un titolo da dieci anni, dall’ultimo di Carlos Checa nel 2011. Ma soprattutto ha davanti l’occasione di realizzare una storica doppietta MotoGP-Superbike, visto che nel 2007 nelle “derivate” vinse la Honda con James Toseland. Questo weekend per altro i due mondiali correranno insieme: la Ducati BB in Giappone, quella di Bautista a Barcellona.Non solo. La Ducati può vincere (cosa che gli interessa molto visto che è il secondo mercato di vendita delle sue stradali) anche in America, dove è tornata ufficialmente quest’anno con Danilo Petrucci, strappato al nuovo amore Dakar e messo su una Panigale 4V R con la quale sta facendo traballare il trono AMA di Jake Gagne, il fenomeno stelle&strisce della Yamaha. Il ternano ha solo 4 punti di distacco (327 a 331) a due gare dalla fine, quelle che si correranno questo weekend a Barber, in Alabama. E se ci condiamo pure il titolo tricolore (CIV), sempre in Superbike, praticamente conquistato da Michele Pirro (il collaudatore della MotoGP non ha sfruttato il primi match point al Mugello con due gare no, ma il 9 ottobre a Imola gli basterà conquistare 14 punti in due gare), beh, il dominio è davvero totale. LEGGI TUTTO

  • in

    Bagnaia-Bastianini, Rossi contro Biaggi in salsa Ducati

    «Enea Bastianini è come Casey Stoner». Firmato Carlo Pernat. L’opinione del manager del vincitore del GP di Aragon riporta al primo, e finora unico, ducatista campione del mondo in MotoGP. Ma anche all’uomo che per il grande pubblico italiano è stato il rivale di Valentino Rossi. Il nome di Stoner, quindi, è sinonimo di dualismi, quelli che infiammano il Paese dei guelfi e ghibellini, dei devoti a Coppi e Bartali, a Rivera e Mazzola o a Baggio e Del Piero. E dei tifosi di Rossi e Max Biaggi nell’era del boom del Motomondiale. E, magari, di chi freme per l’imperturbabile Pecco Bagnaia e chi invece sente il cuore battere per la guida appassionante di Bastianini, l’uomo che non vince mai le gare banali, lui che sembra nascondersi per lunghi tratti del GP per poi dare la zampata decisiva grazie a una gestione delle gomme ormai proverbiale.

    È ciclico che le sorti del Motomondiale si reggano su un dualismo italiano. Era accaduto a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, quando il Campionissimo, Giacomo Agostini, trovò la sua perfetta nemesi in Renzo Pasolini, il campione della porta accanto, amato da chi per istinto simpatizzava per chi partiva svantaggiato e, magari, non vinceva. La perfetta antitesi tra il bergamasco, composto e attento anche alla forma come si conviene ai team ufficiali, e il riminese, senza peli sulla lingua in particolare parlando del rivale, finì purtroppo in un giorno tragico, con la scomparsa di Pasolini e Jarno Saarinen a Monza nel 1973.

    Ma è inevitabile pensare a Rossi-Biaggi come al duello tricolore per eccellenza, nonché locomotiva del movimento del motociclismo italiano post-Agostini. L’ arrivo di Biaggi e Rossi fu manna per le due ruote anche perché Max e Vale avevano tutto per vivere in antipatia reciproca: Biaggi veniva dalla metropoli, Roma, Rossi da un paesino sconosciuto sulle colline pesaresi, Tavullia. Biaggi aveva lottato per costruirsi il percorso nelle due ruote, Rossi era figlio di un pilota del Mondiale e fin da bambino aveva frequentato piste e piloti. Biaggi dichiarava di sentirsi “estraneo” in un movimento italiano che aveva la capitale nella Riders’ Land, tra Romagna e Pesaro, cioè il regno di Valentino. Biaggi ostentava amicizie VIP e fidanzamenti da rotocalchi, Rossi sfoggiava il finto sponsor “Polleria Osvaldo” e la bambola gonfiabile “Claudia Skiffer” per schernirlo. Mescolate gli ingredienti al clamoroso talento di cui entrambi erano in possesso, ed ecco che una volta in pista con lo stesso obiettivo, Biaggi e Rossi – in rigoroso ordine alfabetico – fecero deflagrare una rivalità che ha avuto un vincitore, il nove volte iridato Valentino, ma nessun vinto. In quel 1997 in cui la bambola gonfiabile rappresentò l’inizio della rivalità, sono nati Bagnaia e Bastianini. I protagonisti del dualismo italiano del terzo millennio, perché il sogno del confronto tra Andrea Dovizioso e Marco Simoncelli – a proposito di top rider agli antipodi caratteriali – si infranse su un destino tragico per il SIC, il giovane campione più amato dagli italiani. Tra Enea e Pecco non c’è confronto generazionale (tra Biaggi e Rossi ci sono invece otto anni di differenza) né antipatie dichiarate, anche se il confronto su sponde opposte nasce da lontano, da quando Bagnaia nel 2013 entrò nella VR46 Riders Academy, struttura dedicata ai giovani talenti italiani alla quale è sembrato mancare davvero soltanto Bastianini.

    Tuttavia l’abitudine a confrontarsi, dalle Minimoto alle formule promozionali, fino al mondiale Moto3, che ha portato a confronti con toni entro i limiti, verrà messa a dura prova di fronte all’obiettivo supremo: il predominio in MotoGP. L’austero piemontese trapiantato a Pesaro e l’effervescente riminese si sono già confrontati quest’anno, e in modo assolutamente pulito, tra Le Mans, Misano e Aragon, mentre fuori pista finora ha prevalso il rispetto reciproco. La scelta della Ducati, comprensibile per chi ha voluto assicurarsi nel team ufficiale i migliori due piloti disponibili, può però diventare un’arma a doppio taglio: Bagnaia e Bastianini sono già rivali, e condividere il box, vestendo gli stessi colori e guidando la stessa moto, non farà che alimentare l’onda di un duello che non è più il futuro della MotoGP. È già il presente. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Binotto: “La FIA consenta l'utilizzo di più motori”

    ROMA – La Formula 1 presenta quest’anno il calendario più lungo di sempre: ventidue tappe. Le scuderie però stanno andando in affanno sulla questione dei limiti alle componenti delle power unit. Al Gran Premio d’Italia, vista anche la facilità nei sorpassi, i team principal hanno optato per una larga rotazione del parco motori. Questo ha però determinato un caos nella compilazione della griglia di partenza a causa delle tante penalità assegnate dalla FIA. Mattia Binotto, team principal della Ferrari, ritiene che sia giunto il momento di cambiare. Queste le sue parole, raccolte da “Motorsport”: “È un qualcosa che dobbiamo affrontare per il futuro: penso che ci sia da discutere non solo il modo in cui si definisce la griglia in base alle penalità, ma sia necessario anche rivedere la portata dei provvedimenti. I fatti dicono che tre power unit sono troppo poche”.
    Le parole di Binotto
    Per dare sostegno alla sua tesi, Binotto porta il punto di vista degli appassionati: “Per un tifoso non è bello vedere una monoposto in pole position che non può scattare davanti a tutti perché ha subito delle penalità in griglia. Per i prossimi anni bisogna valutare un aumento del numero delle power unit a disposizione”. Anche gli addetti ai lavori più preparati hanno infatti avuto difficoltà a delineare la griglia di partenza a Monza e per fare questo si è dovuta attendere la comunicazione ufficiale da parte della Federazione: “Il motivo per cui ci è voluto così tanto tempo per pubblicare la griglia del Gp d’Italia è che ci sono state sicuramente interpretazioni diverse delle norme perché il regolamento non è abbastanza chiaro”, ha poi aggiunto Binotto. LEGGI TUTTO

  • in

    Superbike, Barcellona 2022: programma, orari e diretta tv

    ROMA – La Superbike scende in pista in Spagna per l’ottavo appuntamento della stagione 2022. Sul circuito di Barcellona andrà infatti in scena un’altra tappa del Mondiale in corso. Si parte nella giornata di venerdì 23 settembre dalle 10:30 con la prima sessione di prove libere, per poi avvicinarsi alla domenica con gara-2 che chiuderà il programma. La copertura televisiva della tappa è garantita integralmente da Sky Sport MotoGp (canale 208 del telecomando di Sky), mentre su TV8 sarà possibile seguire gara-1 e gara-2 in diretta. La Superbike sarà visibile anche in streaming su Sky Go e NOW.
    Il programma di Barcellona
    Venerdì 23 settembreWorldSBK FP1: 10:30WorldSBK FP2: 15:00
    Sabato 24 settembreWorldSBK Superpole: 11:10WorldSBK Gara 1: 14:00
    Domenica 25 settembreWorldSBK Superpole Race: 11:00WorldSBK Gara 2: 14:00 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Seidl: “Gp di Monza? Seguite le regole dettate da noi scuderie”

    ROMA – “La direzione gara ha semplicemente applicato le regole esistenti, ed è stato giusto così”. È con queste parole concesse ai tedeschi di “RTL” che Andreas Seidl, team principal della McLaren, archivia il Gran Premio d’Italia di Formula 1, che si è concluso dietro la safety car. La FIA sembra aver seguito alla lettera il regolamento, anche se alcuni addetti ai lavori avrebbero voluto una lettura delle norme più flessibile in nome dello spettacolo. Seidl però ricorda: “Dopo i fatti di Abu Dhabi, ci sono state molte discussioni tra la FIA, la F1 e tutti i team coinvolti per vedere come le regole potessero essere cambiate per far sì che le gare non finissero mai dietro la safety car”.
    Regole invariate
    All’indomani della gara di Yas Marina, infatti, la Formula 1 e la FIA hanno cercato di trovare un accordo per un nuovo protocollo, ma – come racconta Seidl – la trattativa non è andata a buon fine: “La scelta è ricaduta su di noi come team, e non abbiamo accettato alcun cambiamento perché non siamo riusciti a trovare una soluzione migliore che fosse anche sportivamente corretta. Per questo penso che dobbiamo accettare che purtroppo situazioni come queste possono capitare”. “Alla fine abbiamo votato perché le regole restassero così come sono, e per quanto mi ricordo ogni singolo team ha votato in questo modo. Ecco perché penso che dovremmo chiudere la questione”, ha poi chiosato Seidl. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Binotto: “Necessario un numero maggiore di power unit a disposizione”

    ROMA – Tra le scuderie di Formula 1 c’è apprensione per quanto riguarda il discorso delle power unit. Il calendario di quest’anno – il più lungo di sempre con le sue ventidue tappe – sta complicando la vita a ingegneri e piloti. Al Gran Premio d’Italia, vista anche la facilità nei sorpassi, i team principal hanno ad esempio optato per una larga rotazione del parco motori. Questo ha però determinato un caos nella compilazione della griglia di partenza a causa delle tante penalità assegnate dalla FIA. Mattia Binotto, team principal della Ferrari, ritiene che sia giunto il momento di cambiare. Queste le sue parole, raccolte da “Motorsport”: “È un qualcosa che dobbiamo affrontare per il futuro: penso che ci sia da discutere non solo il modo in cui si definisce la griglia in base alle penalità, ma sia necessario anche rivedere la portata dei provvedimenti. I fatti dicono che tre power unit sono troppo poche”.
    Modifiche al regolamento?
    Per dare sostegno alla sua tesi, Binotto porta il punto di vista degli appassionati: “Per un tifoso non è bello vedere una monoposto in pole position che non può scattare davanti a tutti perché ha subito delle penalità in griglia. Per i prossimi anni bisogna valutare un aumento del numero delle power unit a disposizione”. Anche gli addetti ai lavori più preparati hanno infatti avuto difficoltà a delineare la griglia di partenza a Monza e per fare questo si è dovuta attendere la comunicazione ufficiale da parte della Federazione. Spiega Binotto per concludere: “Il motivo per cui ci è voluto così tanto tempo per pubblicare la griglia del Gp d’Italia è che ci sono state sicuramente interpretazioni diverse delle norme perché il regolamento non è abbastanza chiaro”. LEGGI TUTTO