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    Mick Schumacher e il padre Michael, “ci sono due aspetti che li rendono uguali”

    ROMA – A una manciata di gare dalla fine della sua stagione in Formula 1, Mick Schumacher vede ancora incerto il suo futuro in Haas e nel Circus. Pochi giorni fa, anche Gunther Steiner ha affermato non avere certezze sulla permanenza del pilota tedesco. C’è chi, però, ha grande fiducia nel figlio della leggenda Michael Schumacher. Ross Brawn, ai microfoni di “F1 Insider” ha evidenziato i progressi del classe ’99: “Mick è migliorato molto quest’anno, ha un ottimo riferimento come compagno di squadra in Kevin Magnussen e ora è a un bivio importante della sua carriera. Senza dubbio ha guadagnato ulteriori passi nella sua carriera nell’élite. E poi si valuterà”.

    Schumacher e Verstappen

    Il direttore generale della F1 ha poi messo a confronto padre e figlio, evidenziandone anche i punti in comune: “Mick è diverso dal papà, che è stato subito al top. Mick è un fuoco lento, ma alla fine ha vinto anche titoli nelle categorie juniores. Lui ha molto talento come Michael e ha ereditato al 100% l’etica del lavoro dal padre e ha tanto potenziale per migliorare. Questo è fondamentale”. Infine, un paragone con il campione in carica Max Verstappen: “Il grande vantaggio di Max su Mick è che suo padre era famoso in Olanda, ma non ha vinto e non è stato un sette volte campione del mondo e non è un’icona come Michael in Germania”. LEGGI TUTTO

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    F1, per Verstappen primo match point a Singapore: le combinazioni per il Mondiale

    ROMA – Il Gran Premio di Singapore potrebbe regalare a Max Verstappen il suo secondo titolo mondiale in Formula 1. Con 116 punti sul ferrarista Charles Leclerc (219 punti), l’olandese della Red Bull (335) può già contare su un distacco considerevole, ma domenica potrebbe arrivare la parola fine sul campionato. Innanzitutto bisogna premettere che al termine del Mondiale mancano ancora cinque tappe (di cui una con gara sprint in Brasile), che possono assegnare ancora 138 punti. Verstappen si laureerebbe campione già a Singapore con una vittoria più giro veloce solo se Leclerc arrivasse ottavo o meno e Perez arrivasse quarto o meno. A quel punto il distacco tra l’olandese e il monegasco salirebbe a 139 lunghezze: una distanza incolmabile.
    L’altro scenario
    Verstappen conquisterebbe il suo secondo titolo mondiale vincendo a Singapore anche senza giro veloce. A quel punto, però Leclerc dovrebbe terminare nono o peggio, con Perez quarto o meno. In entrambi gli scenari a Max Verstappen riuscirebbe un capolavoro: solo due piloti hanno chiuso il Mondiale con cinque gare o più di anticipo. È infatti successo sia a Michael Schumacher nel 2002 (sei Gp di anticipo), che a Nigel Mansell, che nel 1992 chiuse la pratica con cinque gare di anticipo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Verstappen a sorpresa: “Gare sprint sulle due ruote? La domenica resti speciale”

    ROMA – “Non me le godrò. Non mi piacciono. Credo che l’emozione della domenica debba essere qualcosa di speciale, è l’unica volta in cui si corre”. Sono queste le parole di Max Verstappen pronunciate al sito spagnolo “AS”, dove commenta la decisione della MotoGp di introdurre le gare sprint in tutte le tappe del Motomondiale 2023. L’olandese della Red Bull in Formula 1 si unisce così a quel coro di piloti, capitanato da Marc Marquez e Fabio Quartararo, che sono in disaccordo con Dorna.
    L’esempio della Formula 1
    Anche nel massimo campionato a quattro ruote ci sono le gare sprint. formato accorciato di un Gran Premio e valido per le qualifiche, ma sono presenti in sole tre tappe del calendario. Verstappen però afferma: “La domenica è il giorno della gara: è così che sono cresciuto nel mondo delle corse. Le sprint abbiamo disputato finora non hanno cambiato drasticamente i risultati. Più o meno tutti partono con lo stesso pneumatico e finiscono nella stessa posizione, perché si ha paura di avere un incidente e di partire indietro nella gara principale”. “I punti importanti si assegnano lì, quindi tutti cercano di finire senza problemi”, conclude critico Verstappen. LEGGI TUTTO

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    F1, Verstappen campione del mondo a Singapore? Ecco le combinazioni

    ROMA – Max Verstappen potrebbe mettere le mani sul suo secondo titolo mondiale in Formula 1 già al Gran Premio di Singapore. I punti sul ferrarista Charles Leclerc (219 punti) sono infatti 116, con l’olandese della Red Bull (335) che non smette di vincere. Ma domenica potrebbe addirittura arrivare la parola fine sul campionato. Innanzitutto bisogna premettere che al termine del Mondiale mancano ancora cinque tappe (di cui una con gara sprint in Brasile), che possono assegnare ancora 138 punti. Verstappen si laureerebbe campione già a Singapore con una vittoria più giro veloce solo se Leclerc arrivasse ottavo o meno e Perez arrivasse quarto o meno. A quel punto il distacco tra l’olandese e il monegasco salirebbe a 139 lunghezze: una distanza incolmabile.
    Verstappen come Mansell
    Verstappen conquisterebbe il suo secondo titolo mondiale vincendo a Singapore anche senza giro veloce. A quel punto, però Leclerc dovrebbe terminare nono o peggio, con Perez quarto o meno. In entrambi gli scenari a Max Verstappen riuscirebbe un capolavoro: solo due piloti hanno chiuso il Mondiale con cinque gare o più di anticipo. È successo solo a Michael Schumacher nel 2002 (sei Gp di anticipo), ma anche Nigel Mansell, che nel 1992 ha conquistato il suo unico titolo iridato proprio con cinque tappe ancora da disputare. LEGGI TUTTO

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    Sprint in MotoGp, il commento di Verstappen: “Non mi piacciono”

    ROMA – Max Verstappen dice la sua sulle gare sprint, per regolamento introdotte anche in MotoGp. “Non me le godrò. Non mi piacciono. Credo che l’emozione della domenica debba essere qualcosa di speciale, è l’unica volta in cui si corre”, ha detto l’olandese campione del mondo in Formula 1 al sito spagnolo “AS”. A differenza delle quattro ruote, la sprint sarà presente a partire dall’anno prossimo in tutte le tappe del Motomondiale, con l’olandese della Red Bull in Formula 1 che si unisce così a quel coro di piloti, capitanato da Marc Marquez e Fabio Quartararo, che sono in disaccordo con Dorna.
    Le parole di Verstappen
    Anche nel massimo campionato a quattro ruote ci sono le gare sprint. formato accorciato di un Gran Premio e valido per le qualifiche, ma sono presenti in sole tre tappe del calendario. Verstappen però afferma: “La domenica è il giorno della gara: è così che sono cresciuto nel mondo delle corse. Le sprint abbiamo disputato finora non hanno cambiato drasticamente i risultati”. Conclude poi il pilota della Red Bull: “Più o meno tutti partono con lo stesso pneumatico e finiscono nella stessa posizione, perché si ha paura di avere un incidente e di partire indietro nella gara principale. I punti importanti si assegnano lì, quindi tutti cercano di finire senza problemi”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la Suzuki chiama Petrucci: sostituirà Mir in Thailandia

    ROMA – Al Gran Premio di Thailandia andrà in scena il ritorno di Danilo Petrucci in MotoGp. Visto il persistere dell’infortunio di Joan Mit, la Suzuki corre ai ripari e richiama in servizio l’italiano. Lo spagnolo è infatti ancora reduce dall’infortunio in Austria e non ce l’ha fatta a recuperare per Motegi, dove in pista è sceso invece Takuya Tsuda, collaudatore della casa di Hamamatsu. Ora, a distanza di quasi un anno dal suo ultimo Gp, Petrucci ha quindi la possibilità di ritornare in sella a una moto della classe regina dopo aver concluso il suo primo campionato di Motoamerica in seconda posizione dietro Jake Gagne su Yamaha.
    Petrucci oltre la MotoGp
    Dopo l’addio al Motomondiale in occasione del Gran Premio di Valencia, Petrucci non ha perso tempo e si è subito cimentato nella Dakar 2022, dove è anche riuscito a vincere una tappa. Dopo di che, il pilota ternano si è lanciato nell’avventura della Motoamerica dove ha collezionato 5 vittorie e altri 11 podi. La speranza di Petrucci ora è che Suzuki GSX-RR non presenti problemi come invece successo a Motegi dove proprio Tsuda è stato costretto al ritiro dopo un principio di incendio sulla sua moto. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Grande gara a Motegi, braccio stanco ma non dolorante”

    ROMA – Il Gran Premio del Giappone, sedicesimo appuntamento della MotoGp, ha visto Marc Marquez tornare a completare una gara. Lo spagnolo, che non disputava un Gp intero dal Mugello, ha mostrato di aver riacquisito confidenza con la sua Honda e commenta, con queste parole riportate da “Marca”, il suo quarto posto a Motegi: “Sono molto contento di come è andato tutto il Gran Premio. Alla fine siamo riusciti a fare una grande gara. La cosa più significativa è che è stato un weekend molto produttivo e, soprattutto, migliore di quanto ci aspettassimo”. “È stata una gara molto importante – continua l’otto volte campione del mondo – perché è la prima che riesco a portare a termine dopo l’operazione, quindi è stato un buon modo per testare il mio braccio. Certo mi sarebbe piaciuto finire più in alto, ma realisticamente è stato un ottimo risultato”.
    Marquez entusiasta
    Per poco il “Cabroncito” non è riuscito nell’impresa di andare a podio, ma non era il risultato che lo premeva. Marquez inquadra così la sua domenica: “Il mio braccio era stanco, ma non avevo dolore come nelle altre gare. Questo è molto importante per me. La gara è stata molto buona, soprattutto perché sono riuscito a mantenere un ritmo costante”. I problemi però non sono mancati: “Ho avuto un intoppo al primo giro, che è sempre il mio punto di forza. Poi ho cambiato mappatura e all’improvviso la moto ha iniziato ad andare bene”. “Non volevo fare niente di speciale. Era sufficiente finire la gara e sono contento di come è andato il weekend in generale”, ha poi concluso Marquez, che ora punta il Gran Premio della Thailandia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gp Giappone: nessuna moto di casa sul podio, è la prima volta nella storia

    ROMA – Ieri al Gran Premio del Giappone si è scritta la storia delle due ruote. Era infatti dal 1963, anno in cui la classe regina è arrivata nel paese del Sol Levante, che una moto giapponese (Honda, Yamaha o Suzuki) si presentava sempre a podio. Questo fino quando Jack Miller e Jorge Martin su Ducati e Brad Binder su KTM hanno chiuso davanti a tutti in MotoGp. Le due moto italiane e quella austriaca interrompono così una tradizione che durava da quasi sessant’anni e che certifica la bontà del lavoro dei tecnici europei.
    Sintomi di una crisi
    D’altro canto, però, questa statistica conferma il momento delicato dei costruttori giapponesi. La Honda prova a mascherare i difetti della RC213V con il ritorno di un recidivo Marc Marquez, la Yamaha si aggrappa alle straordinarie capacità di guida di Fabio Quartararo, mentre la Suzuki si arrende e dice addio al Motomondiale. È da queste considerazioni che il movimento motociclistico giapponese deve ripartire per ricostruire una reputazione che inizia a perdere lucentezza a causa dell’ascesa dei team europei. Il 2023 è dietro l’angolo e Yamaha e Honda devono dare segnali importanti per dimostrare come il calo di quest’anno sia stato solo un caso e non l’inizio di una pericolosa debacle. LEGGI TUTTO