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    L'importanza di chiamarsi Schumi: rinnovo più vicino

    TORINO – A volte basta poco per dare la spallata decisiva. È una considerazione che bene si adatta a Mick Schumacher. Nel GP di Suzuka (chiuso in maniera dignitosa, sebbene ampiamente fuori dei punti e dietro il compagno di squadra Kevin Magnussen) per qualche giro, nel momento in cui tutti i piloti stavano affrontando il cambio gomme, si è ritrovato in testa alla gara per alcuni secondi. Leader sulla stessa pista in cui suo padre vinse ben sei volte e ottenne il suo primo Mondiale nel 2000. Un leadership effimera, di nessun valore sportivo. Ma dal punto di vista dell’immagine, un eccellente spot pubblicitario per la Formula 1, per lo stesso Mick e per la sua squadra, l’americana Haas.

    La star della serie tv

    E così, dopo settimane in cui si pensava a Mick come candidato a un taglio dal campo partenti del 2023, di colpo la sua riconferma pare più vicina. Lo ha anche confermato Gunther Steiner, il direttore della squadra (ormai assurto a stella assoluta grazie alla serie tv “Drive To Survive”). Si vedrà. Ma certo, se davvero si sta andando verso la firma, si assottigliano le possibilità di vedere Antonio Giovinazzi al via della stagione futura. La Haas era, di fatto, la sua ultima possibilità. Solo la Williams ha ancora un posto, ma è squadra di ambito Mercedes e ha altri piani (ovvero portare in Formula 1 l’americano Logan Sargeant). Per l’Italia dei motori, un peccato. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Bagnaia favorito, ma Marquez vota Quartararo

    TORINO – Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia? Marc Marquez vota… Ducati. Dall’alto dei suoi otto titolo mondiali e soprattutto la voglia di arrivare almeno a nove e magari alla doppia cifra mancata da Valentino Rossi anche per l’acerrimo duello proprio con lui, lo spagnolo della Honda ritrovato dopo il quarto intervento al braccio martoriato nel 2020 dice la sua sulla volata iridata. E ovviamente (e giustamente dal suo punto di vista, quello di chi sta già pensando al 2023 e alle rivalità che lo aspettano) mette il dito nella piaga: il valore del torinese e gli ordini di scuderia della Ducati.Argomenti connessi e sempre più all’ordine del giorno dopo quanto visto due settimane fa in Thailandia, quando Johann Zarco, in grande rimonta, ha prima evitato che Marquez stesse mettesse a rischio il podio di Bagnaia e poi l’ha difeso da buono scudiero. Nulla di clamoroso, tanto meno illegale. Specie in una MotoGP che assomiglia sempre più alla Formula 1 dal punto di vista tecnologico e degli investimenti (e quindi interessi). Lo dice chiaramente e per primo il campione di Cervera.«È vero che Zarco a Buriram è arrivato su molto, molto veloce – sottolinea Marquez alla viglia del GP d’Australia -. E che mi ha superato e poi è rimasto dietro a Pecco. Ma è naturale che sia così. La Ducati non vince il campionato dal 2007. Davanti ormai quasi sempre c’è una “Ducati Cup”, quindi devono approfittarne. Hanno la moto migliore in griglia. Tutti i piloti sono davanti, quindi devono usare questa potenza di fuoco per vincere il Mondiale. E credo che lo faranno».Ma il corollario, non indifferente, è che per Marquez un conto è quale sia la moto migliore, un altro chi sia il pilota più forte. E chiaramente lo spagnolo vota Quartararo. Anche se prima della sosta estiva aveva 91 punti fi vantaggio e ora appena 2, frutto anche di 4 vittoria in 7 gare di Bagnaia. «Su chi scommetterei per il Mondiale? Sulla moto di Pecco – afferma con una punzecchiatura Marc -. Voglio dire, la Ducati è la Ducati e possiamo vedere che è veloce con molti piloti. Ma Fabio è Fabio: sta guidando molto bene e il suo punto debole forse è la pioggia. Ma sarà interessante vedere come finirà». Già. Perché l’aspetto mentale sarà fondamentale. E sembra chiaro che Marquez preferisca un successo di Quartararo. Anche nel 2015 tra Valentino e Jorge Lorenzo non scelse l’Italia… LEGGI TUTTO

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    F1, Rueda su Leclerc: “Un'altra sosta era impossibile”

    ROMA – La pioggia ha influenzato in maniera evidente l’ultimo Gp di F1 andato in scena a Suzuka lo scorso weekend. Una strategia gara che in casa Ferrari puntava a salvare più treni di gomme possibili. Questo secondo quanto afferma il responsabile delle strategie della Rossa Inaki Rueda. “Inizialmente era la nostra idea, poi domenica ci siamo resi conti di come fosse inutile. Avendo possibilità di scegliere con che tipo di gomma partire con pista bagnata, tutti sono andati con l’intermedia perché è una gomma nettamente migliore rispetto alla full wet – ha spiegato Rueda – ma dopo la bandiera rossa la ripartenza dietro alla Safety Car è stata obbligatoriamente con gomme da bagnato estremo. Però, quando due vetture sono rientrate ai box per montare le intermedie, soprattutto dai tempi di uscita di Sebastian Vettel è apparso chiaro quanto fosse vantaggioso il cambio”.
    “Degrado gomme superiore”
    Leclerc, fermatosi ai box insieme a Verstappen, dopo un inizio di gara convincente ha iniziato ad accusare più difficoltà con il passare dei giri. “All’inizio dello stint Leclerc era riuscito ad allungare su Perez, ma poi il nostro degrado gomme è stato superiore rispetto alla Red Bull. Abbiamo anche valutato se optare per un ulteriore sosta, ma non ci sarebbe mai stato abbastanza tempo per tornare al secondo posto, perciò Leclerc ha continuato fino alla fine perdendo di fatto la posizione solo per effetto della penalità”, conclude Rueda. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Non mi pento di aver scelto Aston Martin”

    ROMA – Sebastian Vettel ha parlato in un’intervista ai canali ufficiali di Aston Martin delle due stagioni passate con la scuderia britannica in Formula 1. Il tedesco ex Ferrari, nonostante i risultati non brillanti, non si è detto pentito della scelta fatta ormai due anni fa. “Non sto puntando il dito, dicendo che abbiamo fatto un cattivo lavoro – ha detto -. Sono solo realista. Avevamo grandi speranze, ma non ci siamo riusciti. Non mi pento affatto di aver fatto questa scelta.Non credo che siano stati due anni inutili, anche se i risultati e i punti conquistati non sono stati così utili o come speravamo. Mi è piaciuto molto lavorare con la squadra, conoscere persone diverse e approcci diversi”. 
    Il commento di Vettel
    “Questi due anni sono stati molto impegnativi perché non avevo familiarità con il fondo dello schieramento – ha aggiunto Vettel -. È stata un’esperienza nuova, a volte difficile, e ho capito che si vede solo quello che succede intorno a noi. Se sei davanti, vedi solo quello che c’è davanti. Se sei dietro, vedi solo quello che c’è dietro, anche se guardi sempre davanti perché vuoi essere lì. Non ottenere grandi risultati non significa che non si lavori altrettanto duramente. Sono molto felice e orgoglioso di aver lavorato al fianco di un gruppo di persone così talentuose. Non sarà stato molto divertente in termini di risultati, ma lo è stato il lavoro con tutti”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “Vincere un altro Mondiale? Può essere”

    ROMA – Marc Marquez ha parlato in un’intervista ai microfoni del sito ufficiale della MotoGp, in cui ha ripercorso gli ultimi difficilissimi anni caratterizzati da numerosi problemi fisici e ben quattro interventi chirurgici al braccio destro. Il Cabroncito è rientrato in pista a settembre, riuscendo subito a strappare qualche discreto risultato nonostante le condizioni precarie. “Chiudere la mia carriera era una delle opzioni – ha rivelato -. Solo con la passione riesci a tenere alta la motivazione. Non riesco a sedermi tranquillamente sul divano per restare a guardare. Mi sento ancora parte della MotoGp e di questo mondo. E sento che il livello è ancora lì quando corro”. 
    Il nuovo Marc
    “Sono cambiato, ho imparato tante cose, dopo i momenti difficili diventi più forte, come persona, come carattere, come mentalità – ha aggiunto Marquez -. Questo è un nuovo Marc, che alla fine è lo stesso Marc, ma semplicemente ha più esperienza. Ora ho una nuova motivazione. Non sono ossessionato dall’idea di vincere un altro Mondiale. Può essere, ma lo vedremo solo in futuro”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Non devo fare errori, bisogna essere pronti”

    ROMA – Pecco Bagnaia ha parlato in vista del Gran Premio d’Australia, valevole per la diciassettesima tappa del Mondiale 2022 di MotoGp. Il ducatista, che ha recuperato quasi tutti i punti di distacco da Fabio Quartararo, nel weekend di Phillip Island proverà a completare la rimonta prima delle restanti due gare. “Dopo il Gp della Thailandia sono tornato a casa per qualche giorno e ora sono pronto ad affrontare questi altri due appuntamenti consecutivi in Australia e Malesia – ha detto -. Sono entusiasta di tornare a Phillip Island, un circuito molto veloce dove sono convinto che potremo fare bene. Adesso siamo a due punti da Quartararo, ma questo non cambia il nostro approccio: dobbiamo restare concentrati, lavorare bene a partire dal primo turno del venerdì e puntare alla vittoria in gara – ha aggiunto -. Ora più che mai è importante non commettere errori. Vedremo come sarà il meteo. Nell’ultimo Gp siamo riusciti a ritrovare un buon feeling sul bagnato, ma dobbiamo comunque arrivare a domenica pronti ad affrontare la gara in qualsiasi condizione”.
    Il commento di Miller
    Anche Jack Miller ha parlato in vista della tappa di casa: “Sono davvero molto contento di tornare a Phillip Island e disputare finalmente il mio Gran Premio di casa con il team ufficiale Ducati. L’ultima volta che abbiamo corso qui è stato nel 2019, e in questo weekend sarà la prima volta che i miei famigliari e i miei amici mi vedranno correre dal vivo vestendo i colori del Ducati Lenovo Team, per cui sono felice e orgoglioso.Arriviamo da un periodo in cui ho trovato un grande feeling con la mia Desmosedici Gp: la moto funziona davvero bene e le mie sensazioni migliorano gara dopo gara, perciò non vedo l’ora di scendere in pista e lottare nuovamente per un buon risultato”. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Quelli in Aston Martin non sono stati due anni inutili”

    ROMA – “Non sto puntando il dito, dicendo che abbiamo fatto un cattivo lavoro. Sono solo realista. Avevamo grandi speranze, ma non ci siamo riusciti. Non mi pento affatto di aver fatto questa scelta. Non credo che siano stati due anni inutili, anche se i risultati e i punti conquistati non sono stati così utili o come speravamo. Mi è piaciuto molto lavorare con la squadra, conoscere persone diverse e approcci diversi”. Sebastian Vettel ha parlato così, in un’intervista ai canali ufficiali di Aston Martin, delle due stagioni passate con la scuderia britannica in Formula 1. Il tedesco ex Ferrari, nonostante i risultati non brillanti, non si è detto pentito della scelta fatta ormai due anni fa.
    Le parole di Vettel
    “Questi due anni sono stati molto impegnativi perché non avevo familiarità con il fondo dello schieramento – ha aggiunto Vettel -. È stata un’esperienza nuova, a volte difficile, e ho capito che si vede solo quello che succede intorno a noi. Se sei davanti, vedi solo quello che c’è davanti. Se sei dietro, vedi solo quello che c’è dietro, anche se guardi sempre davanti perché vuoi essere lì. Non ottenere grandi risultati non significa che non si lavori altrettanto duramente. Sono molto felice e orgoglioso di aver lavorato al fianco di un gruppo di persone così talentuose. Non sarà stato molto divertente in termini di risultati, ma lo è stato il lavoro con tutti”. LEGGI TUTTO

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    F1, a Imola la Red Bull in pista con Coulthard e Verstappen

    ROMA – Una giornata in pista prenotata già da tempo, prima di immaginare che Max Verstappen potesse vincere il mondiale pochi giorni prima a Suzuka.  Quest’oggi infatti l’Autodromo di Imola è stato teatro di una giornata di promozione e marketing con protagonista la Red Bull. Ai box presente la RB09 con cui Sebastian Vettel si è laureato campione del mondo nel 2013 e diverse supercar tra cui spicca di la presenza di Porsche, Lamborghini e Honda.
    Coulthard e Verstappen protagonisti
    I primi giri sono stati effettuati da una vecchia gloria come David Coulthard per poi vedere arrivare in mattinata in elicottero anche il campione iridato Max Verstappen. Nonostante la presenza dell’olandese è certo che l’iniziativa non abbia nulla a che fare con l’ultimo mondiale vinto, ma che riguardi una delle tante operazioni pubblicitarie della Red Bull su cui però c’è ancora il massimo riserbo. LEGGI TUTTO