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    MotoGp, Mir: “Chiudere forte la stagione in Suzuki”

    PHILIPP ISLAND – Sarà la pista di Phillip Island il teatro del rientro di Joan Mir dopo ben quattro gare di assenza. Superato l’infortunio alla caviglia subito nel GP d’Austria, lo spagnolo proverà a chiudere al massimo la stagione MotoGp, prima del passaggio in Honda della prossima stagione. “Sono molto contento di essere tornato. Il piede sta bene, la frattura sembra essersi consolidata – ha affermato Mir – e la stabilità del piede è migliorata rispetto Aragon. Ora mi aspetto di guidare al 100%”.
    “Tornare forti in queste tre gare”
    Per la Suzuki saranno gli ultimi tre appuntamenti in MotoGp, con Mir che punta alla conclusione della sua storia con la scuderia, valsa anche un titolo mondiale in classe regina nel 2020, nel migliore dei modi. “Non ci meritiamo di terminare così, con risultati non buoni. Ora la cosa più importante – conclude il classe 1997 – è andare forte in queste tre gare con la Suzuki e poi per pensare alla stagione 2023 ci sarà tempo”. LEGGI TUTTO

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    Motogp, Marquez: “La pista mi piace molto”

    PHILLIP ISLAND – La MotoGp torna in Australia dopo tre anni. L’ultima volta a imporsi fu Marc Marquez, che spera di confermare a Phillip Island, una pista che apprezza, i progressi mostrati al rientro dal lungo infortunio. “Adesso è diversa, mi piace molto la pista, ma devi iniziare bene, perché se non parti forte – spiega lo spagnolo – poi soffri tutto il weekend. L’ultimo Gp è andato molto bene, soprattutto venerdì e sabato, ma anche la settimana a casa è stata positiva, perché appena finito il weekend in Thailandia il braccio era arrivato al limite, qui invece spero di raggiungere uno step in più”.
    “Normale Ducati aiutino Bagnaia”
    L’otto volte campione del mondo si è espresso anche sulla lotta per il titolo iridato tra Bagnaia e Quartararo. “Mi hanno chiesto come vedo Pecco e Fabio per il titolo e sono entrambi grandi piloti. Il rendimento di Bagnaia nella seconda parte di stagione è molto buono e con tante Ducati là davanti è normale aiutarlo, sarebbe stupido non farlo in virtù di questo vantaggio, ma Bagnaia per come sta guidando non avrebbe problemi anche da solo, ma è normale – conclude Marquez – che una scuderia debba fare gioco di squadra”. LEGGI TUTTO

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    Incidente per David Schumacher in DTM: frattura alla spina dorsale per il nipote di Michael

    ROMA – Brutto incidente per David Schumacher durante la gara del campionato DTM a Hockenheim, mentre si trovava al volante della sua Mercedes Winward. Il pilota tedesco, nipote della leggenda Michael Schumacher e cugino di Mick, è venuto a contatto con la vettura di Thomas Preining, durante l’evento svoltosi sabato scorso all’Hockenheimring, riportando in seguito una frattura a una vertebra lombare. I due, che stavano lottando per una posizione al termine di un regime di safety car, sono finiti contro le barriere e successivamente di nuovo in pista. Anche altre macchine sono state poi coinvolte, costringendo la direzione a esporre bandiera rossa. 
    Le parole di Ralf Schumacher
    Il padre Ralf Schumacher ha parlato dell’incidente ai microfoni di “Motorsport”: “Quando David è tornato a casa, si lamentava ancora del mal di schiena. Abbiamo quindi deciso di andare in un ospedale di Salisburgo per fare una risonanza magnetica. Si è scoperto che una vertebra lombare era rotta. Secondo i medici curanti, questo significa una pausa di circa sei settimane per David”.
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    MotoGp, Bagnaia: “Nostro potenziale molto alto. Spero nei consigli di Stoner”

    PHILLIP ISLAND – Pecco Bagnaia ha parlato alla vigilia del Gran Premio d’Australia, valevole per la diciassettesima tappa del Mondiale 2022 di MotoGp. Il ducatista è a soli due punti in classifica dal leader Fabio Quartararo quando mancano solo tre gare alla fine. “Vista la situazione è come se ripartissimo da capo – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Io e Quartararo siamo davanti, ma neanche Aleix Espargaró è troppo lontano. E poi ci sono Bastianini eMiller, che sono ancora in corsa. Siamo in un buon momento e dobbiamo sfruttarlo. Dobbiamo riuscire a portare a casa il massimo risultato possibile: sappiamo che il nostro potenziale è molto alto, dunque dovremo sfruttare questo pacchetto al 100 per cento”.
    I consigli di Stoner
    “E’ una pista in cui Honda e Yamaha sono sempre state avvantaggiate, ma noi possiamo fare bene – ha spiegato Bagnaia -. Quest’anno la nostra moto si adatta a tutti i circuiti. Sarà una gara importante in vista del campionato. Stoner? Casey sarà qui questo weekend, spero possa darmi qualche consiglio”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Lotta al titolo? Riparte tutto da capo”

    PHILLIP ISLAND – “Vista la situazione è come se ripartissimo da capo. Io e Quartararo siamo davanti, ma neanche Aleix Espargaró è troppo lontano. E poi ci sono Bastianini eMiller, che sono ancora in corsa”. Pecco Bagnaia ha parlato così ai microfoni di Sky Sport alla vigilia del Gran Premio d’Australia, diciassettesimo appuntamento stagionale della MotoGp. Il ducatista è a soli due punti in classifica dal leader Fabio Quartararo quando mancano solo tre gare alla fine. “Siamo in un buon momento e dobbiamo sfruttarlo – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Dobbiamo riuscire a portare a casa il massimo risultato possibile: sappiamo che il nostro potenziale è molto alto, dunque dovremo sfruttare questo pacchetto al 100 per cento”.
    Su Stoner
    “E’ una pista in cui Honda e Yamaha sono sempre state avvantaggiate, ma noi possiamo fare bene – ha spiegato Bagnaia -. Quest’anno la nostra moto si adatta a tutti i circuiti. Sarà una gara importante in vista del campionato. Stoner? Casey sarà qui questo weekend, spero possa darmi qualche consiglio”. LEGGI TUTTO

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    Bivio Red Bull, accordo o processo

    «C’è solo un eccesso di uno o due milioni di dollari: gli errori sono stati commessi sui conteggi dei buoni pasto e delle assenze per malattia. Ci si aspetta che Red Bull venga multata e non è in pericolo il primo titolo mondiale di Verstappen». Ma è certamente di parte il commento del Telegraaf, testata olandese ovviamente al fianco di Max-Max-SuperMax. Vale tutto, al momento, e anche il suo contrario. Lo conferma l’unico report finora ufficiale, visto che sancisce la colpevolezza della Red Bull per un’infrazione procedurale e una cosiddetta minore (budget sforato di una cifra fino a 7,2 milioni di dollari), mentre la squadra bibitara propone con forza una narrazione opposta, mostrando i muscoli e l’intenzione di ricorrere ai tribunali, sportivi e non.
    Buffetto o fucilazione?
    Poi c’è la realtà percepita, che galleggia in una vaghezza totale: non si sa di quanto Red Bull abbia ecceduto nelle spese, quando e come, per quali voci, con quali vantaggi. E siccome le sanzioni per i “Minor Overspend Breaches”, infrazioni minori per eccesso di spesa, spaziano dalla reprimenda alla cancellazione di punti nel Mondiale con limitazione dello sviluppo nell’anno successivo – che è come dire dal buffetto al plotone d’esecuzione – è chiaro che il caso spalanchi mille possibili scenari. Ascoltando persone informate nell’ambiente ne emergono due: uno vagamente liberatorio che assicurerebbe alla Red Bull un danno contenuto ma manderebbe in bestia i team concorrenti, e uno con pene severe e comunque commisurate allo sgarro, che è stato tutt’altro che “minore” (il legislatore sportivo dovrebbe anche trovare un altro aggettivo più calzante perché questo non funziona, non spiega e anzi sembra scelto apposta per sollevare cortine fumogene).
    Il patteggiamento
    La scelta tra i due percorsi è fondamentalmente in mano alla Red Bull, perché l’organo che ha accertato le infrazioni – la Cost Cap Administration – può aprire un patteggiamento e certamente proverà a farlo. Questa facoltà viene concessa dall’articolo 6 del regolamento finanziario e si chiama Accepted Breach Agreement (ABA), accordo di violazione accettata. Vantaggi per la Red Bull: non doversi sottoporre al processo del Cost Cap Adjudication Panel, poter presumibilmente contare su sanzioni mitigate e non sulla «pena esemplare» richiesta da Ferrari e Mercedes, sbrigare la faccenda in poche settimane. Svantaggi per la Red Bull: dover ammettere la propria colpevolezza in modo ufficiale e definitivo, senza alcuna possibilità di appello.
    Il processo
    Un giudizio del Panel potrebbe invece concludersi con sanzioni pesanti, ma non lo saranno tanto da devastare il vissuto della Formula 1: difficilmente verrà cambiato l’esito del Mondiale 2021 e anche di quello che ha appena visto Verstappen vincere il suo secondo titolo. Mentre lo sviluppo della Red Bull nel 2023 potrebbe subire limitazioni, in modo che Milton Keynes sconti il vantaggio acquisito col doping finanziario nel 2021 (e del 2022 si ragionerà l’anno prossimo).
    Conclusioni 
    Allo stato delle cose riteniamo più probabile l’accordo ABA, che disturberebbe Ferrari e Mercedes ma farebbe comodo sia a FIA sia a Liberty Media, perché consegnerebbe lo spinoso caso agli archivi. Solo a titolo di ipotesi: se Red Bull avesse sgarrato di due milioni potrebbe chiudere la questione pagando alla FIA il quintuplo, quindi dieci milioni. E comunque non sarebbe giusto perché sancirebbe il diritto di barare pagando un condono. In Mercedes ne hanno già parlato e, se fosse davvero questo il punto di caduta, la Stella è pronta a programmare extrabudget e relativa multa per recuperare prestazione e tornare al vertice. A quel punto, tanto varrebbe stracciare il regolamento finanziario, concepito per lo scopo esattamente contrario: livellare lo squilibrio nella Formula 1 dei Ricchi e Poveri.  LEGGI TUTTO

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    L'importanza di chiamarsi Schumi: rinnovo più vicino

    TORINO – A volte basta poco per dare la spallata decisiva. È una considerazione che bene si adatta a Mick Schumacher. Nel GP di Suzuka (chiuso in maniera dignitosa, sebbene ampiamente fuori dei punti e dietro il compagno di squadra Kevin Magnussen) per qualche giro, nel momento in cui tutti i piloti stavano affrontando il cambio gomme, si è ritrovato in testa alla gara per alcuni secondi. Leader sulla stessa pista in cui suo padre vinse ben sei volte e ottenne il suo primo Mondiale nel 2000. Un leadership effimera, di nessun valore sportivo. Ma dal punto di vista dell’immagine, un eccellente spot pubblicitario per la Formula 1, per lo stesso Mick e per la sua squadra, l’americana Haas.

    La star della serie tv

    E così, dopo settimane in cui si pensava a Mick come candidato a un taglio dal campo partenti del 2023, di colpo la sua riconferma pare più vicina. Lo ha anche confermato Gunther Steiner, il direttore della squadra (ormai assurto a stella assoluta grazie alla serie tv “Drive To Survive”). Si vedrà. Ma certo, se davvero si sta andando verso la firma, si assottigliano le possibilità di vedere Antonio Giovinazzi al via della stagione futura. La Haas era, di fatto, la sua ultima possibilità. Solo la Williams ha ancora un posto, ma è squadra di ambito Mercedes e ha altri piani (ovvero portare in Formula 1 l’americano Logan Sargeant). Per l’Italia dei motori, un peccato. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Bagnaia favorito, ma Marquez vota Quartararo

    TORINO – Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia? Marc Marquez vota… Ducati. Dall’alto dei suoi otto titolo mondiali e soprattutto la voglia di arrivare almeno a nove e magari alla doppia cifra mancata da Valentino Rossi anche per l’acerrimo duello proprio con lui, lo spagnolo della Honda ritrovato dopo il quarto intervento al braccio martoriato nel 2020 dice la sua sulla volata iridata. E ovviamente (e giustamente dal suo punto di vista, quello di chi sta già pensando al 2023 e alle rivalità che lo aspettano) mette il dito nella piaga: il valore del torinese e gli ordini di scuderia della Ducati.Argomenti connessi e sempre più all’ordine del giorno dopo quanto visto due settimane fa in Thailandia, quando Johann Zarco, in grande rimonta, ha prima evitato che Marquez stesse mettesse a rischio il podio di Bagnaia e poi l’ha difeso da buono scudiero. Nulla di clamoroso, tanto meno illegale. Specie in una MotoGP che assomiglia sempre più alla Formula 1 dal punto di vista tecnologico e degli investimenti (e quindi interessi). Lo dice chiaramente e per primo il campione di Cervera.«È vero che Zarco a Buriram è arrivato su molto, molto veloce – sottolinea Marquez alla viglia del GP d’Australia -. E che mi ha superato e poi è rimasto dietro a Pecco. Ma è naturale che sia così. La Ducati non vince il campionato dal 2007. Davanti ormai quasi sempre c’è una “Ducati Cup”, quindi devono approfittarne. Hanno la moto migliore in griglia. Tutti i piloti sono davanti, quindi devono usare questa potenza di fuoco per vincere il Mondiale. E credo che lo faranno».Ma il corollario, non indifferente, è che per Marquez un conto è quale sia la moto migliore, un altro chi sia il pilota più forte. E chiaramente lo spagnolo vota Quartararo. Anche se prima della sosta estiva aveva 91 punti fi vantaggio e ora appena 2, frutto anche di 4 vittoria in 7 gare di Bagnaia. «Su chi scommetterei per il Mondiale? Sulla moto di Pecco – afferma con una punzecchiatura Marc -. Voglio dire, la Ducati è la Ducati e possiamo vedere che è veloce con molti piloti. Ma Fabio è Fabio: sta guidando molto bene e il suo punto debole forse è la pioggia. Ma sarà interessante vedere come finirà». Già. Perché l’aspetto mentale sarà fondamentale. E sembra chiaro che Marquez preferisca un successo di Quartararo. Anche nel 2015 tra Valentino e Jorge Lorenzo non scelse l’Italia… LEGGI TUTTO