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    F1, Wolff: “La Red Bull ha meritato i due titoli”

    ROMA – Mancava solo l’ufficialità arrivata con la vittoria di Verstappen ad Austin, ma la Red Bull torna sul trono dei costruttori nove anni dopo l’ultima volta, interrompendo l’egemonia Mercedes che durava ormai dal 2014. Anche il team principal Mercedes Toto Wolff riconosce i meriti di questa vittoria. ““In questa stagione – ha spiegato a Sky Deutschland – sono stati sempre davanti senza commettere errori. Hanno iniziato con una buona macchina continuando a svilupparla bene: entrambi i titoli vinti sono assolutamente meritati. Tuttavia, anche i nostri aggiornamenti hanno avuto effetto, e ci siamo avvicinati e con un po’ di fortuna avremmo potuto vincere. Stiamo facendo dei passi da criceto, ma ci stiamo avvicinando”.
    “Russel non ha fiducia”
    A Lewis Hamilton è mancato davvero poco negli States per piazzare il primo successo stagionale, mentre l’altro pilota Mercedes George Russell vive un momento difficile. “George non ha più fiducia nella macchina – ha concluso Wolff – è per lui imprevedibile, troppo ‘lunatica’ in condizioni diverse e suscettibile al vento. Ecco perché in questo periodo non riesce più a ottenere il massimo da questa vettura”.
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    MotoGP: Valentino a Valencia per tifare Bagnaia e chiudere il cerchio

    TORINO – La chiamata all’adunata fatta da Pecco Bagnaia domenica a Sepang («ora venite tutti a Valencia») ha avuto subito la risposta più importante. Il 6 novembre a fare il tifo per il torinese al Circuito Ricardo Tormo ci sarà anche Valentino Rossi, che chiusa la sua prima stagione a quattro ruote con l’Audi e fatta la prima conoscenza della Bmw che guiderà il prossimo anno sempre nel GT World Challenge Europe per il Team WRT, si rituffa nel suo grande amore. E lavoro. Da boss del Team VR46 e dei ragazzi della VR46 Riders Academy.

    Rossi, le prove, il Ranch

    Per Valentino, che sabato s’è tolto lo sfizio di una giornata di prove private a Misano con la Yamaha R1 e che prima della partenza per la seconda parte della trasferta orientale (Australia-Malesia) aveva radunato (e sfidato) i suoi ragazzi al Ranch di Tavullia, sarà la terza apparizione nel paddock dopo l’addio alla MotoGP. A fine aprile era stato a Portimao, in Portogallo, per dare la scossa e consigli preziosi ai ragazzi del suo team approdato in top class con Ducati: il fratello Luca Marini e Marco Bezzecchi. Due delle rivelazioni della stagione, col romagnolo già Rookie of the Year in Australia e domenica protagonista nel tentativo (poi fallito) di regalare il titolo all’amico Bagnaia superando Fabio Quartararo nella corsa per il podio. A fine maggio invece Rossi aveva fatto un blitz al Mugello, ma solo per la cerimonia di ritiro del suo mitico numero 46.

    Rossi per chiudere il cerchio

    Fra due weekend andrà a Valencia. Per chiudere il cerchio. Con sé stesso e la sua storia nel Motomondiale. Perché proprio nel sud della Spagna ha vissuto la prima cocentissima delusione della carriera: il Mondiale (sarebbe stato il sesto consecutivo in top class) perso all’ultima gara dopo che alla penultima aveva completato una grande rimonta (stile Bagnaia con Quartararo) nei confronti della Honda di Nicky Hayden nonostante un inizio di stagione con troppi errori e problemi. Ma a Valencia il Dottore scivolò subito, e pur rialzandosi, arrivò 13°, con Hayden campione grazie al terzo posto e a quei 5 punti persi dal Dottore all’ultimo giro della gara prima (Estoril) contro la Honda targata Gresini di Toni Elias. Corsi e ricorsi. Anche perché Valencia 2006 segnò una clamorosa doppietta Ducati con Troy Bayliss, fresco iridato di Superbike in GP-premio, a battere Loris Capirossi. Anticipo del 2007 record di Casey Stoner (11 successi e Tripla Corona) che la Ducati targata Bagnaia&C sta per far rivivere. E battere.

    Il lungo percorso all’Academy

    La chiusura del cerchio anche e soprattutto perché coronamento di un lungo percorso iniziato nel 2013 con l’apertura dell’Academy. Primo pilota Franco Morbidelli, poi primo campione del mondo (Moto2 nel 2017). Poi Bagnaia, a sua volta iridato Moto2 (2018) e per le prima volta con il team (VR46 Sky) del Dottore. E ora, dopo aver portato 4 suoi pupilli in top class, 2 con il suo team, e dopo la storica doppietta del 26 giugno ad Assen (Bagnaia-Bezzecchi: «Oggi godiamo, siamo sul tetto del mondo» twittò Valentino), può celebrare il primo titolo della MotoGP. Di un suo pilota. Di un italiano 13 anni dopo l’ultimo. Lui. Dove (Ducati) nel 2011-2012 fallì. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bagnaia-Quartararo: quando il Mondiale si è deciso all'ultima gara

    ROMA – Il GP di Valencia, ultimo appuntamento della stagione MotoGP tornerà a essere decisivo per l’assegnazione del titolo iridato. Era da cinque anni infatti che ila gara spagnola non decideva le sorti del mondiale, ovveri quando Marc Marquez arrivò all’appuntamento spagnolo con 21 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso, vincendo poi la classifica piloti anche grazie alla caduta dell’italiano. Questa volta, Francesco Bagnaia sarà chiamato a difendere 23 lunghezze di vantaggio su Fabio Quartararo, divario aumentato dopo l’allungo di domenica a Sepang.
    Gli altri titoli decisi al fotofinish
    In passato, oltre allo scontro Marquez-Dovizioso nel 2017, altre tre volte i tifosi sono rimasti con il fiato sospero fino all’ultima gara. Nel 2015, fu l’anno della sfida interna tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, con la partecipazione di Marc Marquez. Il “Dottore” all’ultimo Gp è in vantaggio sullo spagnolo, ma una penalizzazione per la lotta con il numero 93 Honda a Sepang., lo costringe alla rimonta fino al quarto posto, piazzamento favorevole a Lorenzo che vince gara e mondiale. Rossi sfortunato anche nel 2006 quando sul +8 nei confronti di Nicky Hayden cadde lasciando strada al compianto statunitense. Nel mezzo la lotta tra Jorge Lorenzo e Marc Marquez nel 2013, con quest’ultimo capace di gestire i 13 punti di vantaggio e conquistare la vittoria iridata. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Mir colpito dalla sindrome compartimentale: “Operarsi è un'opzione”

    ROMA – Joan Mir, nell’ultima gara disputata a Sepang, in Malesia,ha vissuto un vero e proprio calvario. Il pilota della Suzuki, che dal 2023 affiancherà Marc Marquez nel team ufficiale Honda, però, dopo essere tornato da un infortunio alla caviglia che lo ha visto saltare quattro gare ha vissuto un weekend complicato a causa della sindrome compartimentale all’avambraccio destro che lo fatto chiudere in 19esima posizione a 41 secondi dal vincitore Francesco Bagnaia. “Sembra che io abbia avuto un episodio di sindrome compartimentale braccio. Sepang è una pista piuttosto impegnativa ma non così. Non riuscivo a capire la pressione che mettevo sul freno e ho perso tutta la forza del braccio destro”, le sue parole riportatedal sito ufficiale della MotoGP.
    Prima i test 2023, poi l’operazione

    Rimane ancora una gara per i piloti della MotoGP prima che inizino i test 2023 di Valencia, la stessa pista sulla quale si assegnerà il mondiale e anche il circuito sul quale Mir prenderà per la prima volta in mano le redini della RC213V, la moto che guiderà dall’anno prossimo affiancando Marc Marquez. Dopo i test, però Mir potrebbe sottoporsi all’intervento chirurgico. “Penso che possa essere una buona opzione. Sinceramente, se metti tutto insieme e pensiamo al motivo per cui abbiamo avuto questo problema… non so, ma le cose possono peggiorare”, ha concluso lo spagnolo sempre più convinto di mettersi sotto i ferri per risolvere un problema che potrebbe penalizzarlo nel 2023 quando sarà chiamato alla nuova avventura con Honda. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: dopo cinque il titolo si assegnerà all'ultimo Gran Premio

    ROMA – Come cinque anni fa, o quasi. Infatti dopo un lustro il GP di Valencia, ultimo appuntamento della stagione MotoGP tornerà a essere decisivo per l’assegnazione del titolo piloti. Nel 2017 Marc Marquez arrivò all’appuntamento spagnolo con 21 punti di vantaggio su Andrea Dovizioso, vincendo poi il mondiale anche grazie alla caduta dell’italiano. Questa volta, Francesco Bagnaia dovrà difendere ben 23 lunghezze di vantaggio su Fabio Quartararo dopo l’allungo effettuato a Sepang.
    Gli altri “spareggi”
    In altre tre occasioni il titolo è stato deciso all’ultima gara. Nel 2015, l’anno della sfida interna tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, con la partecipazione di Marc Marquez. Il “Dottore” arriva all’ultimo Gp in vantaggio sullo spagnolo, ma è costretto a scontare una penalizzazione per la lotta con il numero 93 Honda a Sepang. Rossi rimonta fino al quarto posto, ma non basta perchè Lorenzo vince gara e mondiale. L’italiano sfortunato anche nel 2006 quando cadde sul +8 nei confronti di Nicky Hayden lasciando strada al compianto statunitense. Nel mezzo la lotta tutta iberica tra Jorge Lorenzo e Marc Marquez nel 2013, con quest’ultimo capace di gestire i 13 punti di vantaggio e conquistare la vittoria iridata. LEGGI TUTTO

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    F1 Usa: Tim Cook, il Ceo di Apple e la bandiera a scacchi più noiosa del mondo

    ROMA – Il Gran Premio degli Stati Uniti, diciannovesimo appuntaento stagionale della Formula 1, non ha regalato, almeno in testa, particolari sorpese. Max Verstappen si è portato a casa la vittoria senza troppi problemi, mentre sul podio con lui sono salite la Mercedes di Lewis Hamilton e la Ferrari di Charles Leclerc. La gara, nonostante il risultato arrivato come da pronostico, ha visto l’olandese autore di un gran finale in cui si è visto lo strapotere della Red Bull ormai evidente in questo finale di stagione.Guarda la galleryHamilton, campione di F1 e fashion: tutti i look più strani
    Tim Cook diventa un meme
    La prestazione del campione del mondo non sembra aver però emozionato Tim Cook, per l’occasione addetto allo sventolio della bandiera a scacchi sul circuito di Austin. In un’inquadratura trasmessa in diretta tv, infatti, si vede il Ceo di Apple mentre muove l’asta in maniera poco veemente, tanto da scatenare l’ilarità dei tanti appassionati di F1 presenti sui social, che hanno riempito la rete di numerose battute e meme.

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    F1, Ferrari: Mekies, Binotto e il paragone con la Red Bull

    ROMA – Tempo di analisi in Ferrari dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2022 di Formula 1. Il direttore sportivo della Ferrari, Laurent Mekies, ha commentato la gara di Austin, terminata per il Cavallino con il terzo posto di Charles Leclerc e il ritiro di Carlos Sainz, sottolineando la distanza dalla Red Bull in questa parte del campionato: “Max (Verstappen, ndr) ha un piccolo vantaggio su di noi in gara, infatti dopo il secondo pit stop pur essendo dietro ci ha passato in pista – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Detto questo siamo rimasti con lui, c’è ancora unpiccolo vantaggio che la Red Bull ha su di noi sicuramente in gara, credo che il margine era piuttosto ridotto ma sono ancora loro i più veloci in queste condizioni”. Guarda la galleryHamilton, campione di F1 e fashion: tutti i look più strani
    L’ammissione di Binotto
    Anche Mattia Binotto ha parlato dopo la tappa in Texas: “.È stata una gara a due facce. Carlos è finito fuori incolpevolmente al primo giro. Charles, dal canto suo, ha fatto una bellissima rimonta, che lo ha portato fino al podio. Sappiamo che in gara ci manca al momento qualcosa nei confronti della Red Bull che con il titolo vinto oggi ha reso onore nel migliore dei modi alla memoria del proprio fondatore. Noi continueremo a lavorare per dare loro ancora del filo da torcere già fra una settimana in Messico, oltre che continuare ovviamente a concentrarci al massimo per preparare la sfida della prossima stagione”.
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    MotoGP, la disperazione di Espargaro: sfuma il sogno Mondiale di Aprilia

    SEPANG – Solo la matematica consentiva ad Aleix Espargaro di sognare il titolo mondiale in MotoGP, ma la gara di Sepang ha tagliato fuori definitivamente lo spagnolo dell’Aprilia che, al contrario di Bagnaia e Quartararo, non è riuscito a rimontare dopo il decimo posto delle qualifiche, posizione in cui ha terminato anche la gara. “La gara di oggi è stata noiosa – il suo sfogo ai microfoni di Sky Sport MotoGP – eppure potevano ancora vincere questo campionato. Mi dispiace soprattutto perché anche Pecco sapeva che Fabio era più veloce di noi e che le loro squadre hanno più esperienza di noi. Poi mi dispiace soprattutto finire la stagione nel modo in cui stiamo finendo, ad un livello veramente basso e lontano dalla nostra miglior versione. Per di più senza darmi una spiegazione. Sono triste“.
    “Meritiamo di finire bene la stagione”
    Un finale di stagione inspiegabile per l’Aprilia, con Espargaro che nelle ultime quattro gare non è mai andato oltre la nona posizione, rendimento che rischia di precludergli anche il podio in classifica generale. “Spero che a Valencia le cose cambino. Faremo il massimo ed adesso dobbiamo analizzare – ha sottolineato il pilota catalano –  cosa sta succedendo e perché il nostro livello è stato molto più basso nelle ultime quattro gare. Abbiamo dimostrato durante l’anno di avere la velocità e spero di tornare alla nostra miglior versione, per finire al meglio. Resta una stagione impressionante e ci meritiamo di finirla bene“. LEGGI TUTTO