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    F1, Horner sul caso budget cap: “Penalità enorme, non abbiamo speso nulla per la vettura”

    CITTA’ DEL MESSICO – Il caso budget cap, con lo sforamento del tetto massimo da parte della Red Bull, continua a tenere banco in Formula 1. Dopo la sanzione comminata alla scuderia di Milton Keynes, punita con una multa di 7 milioni di dollari – da pagare entro 30 giorni – e con la riduzione del 10% del tempo di sviluppo della monoposto nei prossimi 12 mesi, è Christian Horner, team principal Red Bull, a spiegare le ragioni della squadra di Max Verstappen: “Accettiamo le penalità. A malincuore, ma le accettiamo. Si parla di 7 milioni di dollari, che è un’entità enorme di denaro, che dovremo pagare entro 30 giorni. Ovviamente poi la penalità draconiana è quella sportiva. Si parla di una riduzione del 10% sulla nostra capacità di utilizzare la galleria del vento e i nostri strumenti per lo sviluppo aerodinamico. Lasciatemi dire che la penalità ricevuta è enorme. Qualcosa che può portare mezzo secondo o un secondo di perdita cronometrica e segnerà lo sviluppo della nostra macchina”, ha sottolineato Horner in conferenza stampa.
    Red Bull attacca i rivali
    Horner, però, non si è limitato a sottolineare come la sanzione comminata avrà una rilevanza decisiva sulla prossima stagione, ma è anche entrato nel dettaglio delle possibili conseguenze: “Non un centesimo è stato speso per le prestazioni della macchina. Sono stupito che non ci siano stati altri team che si sono trovati in questa situazione, ma è un bene che otto di loro siano stati pienamente conformi. La penalizzazione è stata fortemente sollecitata dai nostri concorrenti. Vincendo il campionato costruttori, inoltre, siamo vittime del nostro stesso successo– prosegue Horner – abbiamo già una riduzione prevista dal regolamento del 5%. Complessivamente, per chiarezza, avremmo il 15% in meno di tempo in galleria del vento rispetto al 2° nella classifica costruttori e il 20% in meno rispetto al 3° classificato. Questo 10% avrà un impatto nella nostra capacità di esprimerci in pista il prossimo anno”. Infine una spiegazione sul come si è arrivati allo sforamento del budget cap: “Avevamo pagato troppe tasse all’interno del tetto. Avremmo risparmiato 1.4 milioni di sterline legate alle tasse. Come ha detto la FIA nel comunicato stampa la violazione effettiva è di poco superiore alle 400mila sterline. Parliamo di violazione ben inferiore all’1% del Cap. Inoltre si è parlato dei costi del catering che pensavamo fossero esclusi. Per mettere tutto in contesto: quando abbiamo presentato il nostro documento eravamo sotto di 3.7 milioni di sterline rispetto alla soglia. Il catering alla Red Bull è sempre stato fornito come beneficio per chi lavora con noi. Bevande e cibo gratis sono sempre stati forniti. Ritenevamo che fosse un costo che poteva essere escluso. La FIA aveva un punto di vista diverso”, conclude.
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    Patteggiamento Red Bull, più una ferita che una soluzione

    TORINO – Christian Horner, il team principal della Red Bull, parla di penalità enorme che peserà molto sul lato finanziario (7 milioni da pagare) e su quello tecnico (il taglio del 10% delle ore spendibili in galleria del vento). Non è uno schiaffo, quello che riceve la Red Bull per aver infranto il regolamento sul budget cap. Assomiglia più a una carezza. Horner vuole tenere il punto (ci sta) e recitare la parte della vittima (anche questo ci sta). Ma certo si lascia andare ad alcune affermazioni che non sono improntate al savoir faire. La prima: «Mi stupisce che nessuno tra i nostri avversari abbia avuto gli stessi problemi». La seconda: «Penso che per qualcuno di loro nessuna pena sarebbe mai abbastanza, non basterebbe nemmeno se la nostra galleria del vento andasse a fuoco».
    Una cifra decisamente gestibile
    Ma la realtà dei fatti è che la cifra di 7 milioni è ampiamente gestibile per una squadra con i mezzi della Red Bull, mica stiamo parlando di una scuderia di secondo piano. E il taglio delle ore in galleria del vento potrebbero anche non influire per niente. Ma quel che si fa notare, da parte di altre squadre, è che lo sforamento di bilancio della Red Bull (quantificato alla fine in poco più di 2 milioni di dollari) equivale allo stipendi di parecchi ingegneri e tecnici, che possono contribuire allo sviluppo e al miglioramento delle prestazioni. Dunque, non è un’infrazione minore, indipendentemente dal fatto che le voci in questione tocchino aree collaterali. Resta l’impressione che il patteggiamento non abbia chiuso in maniera equa la vicenda. La Red Bull se l’è cavata, la Fia non ha fatto certo una bella figura. Sembra più una ferita che una soluzione.
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    MotoGP, Jarvis provoca Bagnaia: “Rossi nel 2006 perse all’ultima gara”

    ROMA – Lin Jarvis non si è ancora arreso. La Yamaha e Fabio Quartararo scenderanno in pista al Gran Premio di Valencia, gara decisiva per il Mondiale Piloti della MotoGP, con 23 punti di svantaggio da Pecco Bagnaia e dalla sua Ducati. Il managing director della casa di Iwata, però, è pronto a giocarsi il tutto per tutto sul circuito Angel Nieto, anche se consapevole che non dipenderà solo dal risultato del suo pilota. “In questo sport tutto può succedere – ha detto ai canali ufficiali del Motomondiale -. Ricordo che nel 2006 ero a Valencia con Valentino Rossi e pensavo che avrebbe vinto la gara, ma Vale cadde e Nicky Hayden vinse il titolo. So che Valencia è un circuito molto difficile, tutto può succedere”. 
    Il problema di Morbidelli
    Ai microfoni di “Motorsport”, Jarvis ha parlato della situazione del suo altro pilota, Franco Morbidelli: “Franco vuole capire tutti gli aspetti tecnici della moto. A volte questo aiuta, ma ci sono anche momenti in cui il pilota è troppo coinvolto nella messa a punto, invece di limitarsi a comunicare le sue sensazioni ed esigenze e lasciare che i tecnici e gli ingegneri facciano il loro lavoro. Ci sono momenti in cui Morbidelli è troppo coinvolto nelle questioni tecniche, ma con questo nuovo approccio è la squadra a decidere questi aspetti della moto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Jarvis verso Valencia: “Bagnaia? Nel 2006 Rossi perse all’ultima gara”

    ROMA – “In questo sport tutto può succedere. Ricordo che nel 2006 ero a Valencia con Valentino Rossi e pensavo che avrebbe vinto la gara, ma Vale cadde e Nicky Hayden vinse il titolo. So che Valencia è un circuito molto difficile, tutto può succedere”. Lin Jarvis non si è ancora arreso. La Yamaha e Fabio Quartararo scenderanno in pista al Gran Premio di Valencia, gara decisiva per il Mondiale Piloti della MotoGP, con 23 punti di svantaggio da Pecco Bagnaia e dalla sua Ducati. Il managing director della casa di Iwata, però, è pronto a giocarsi il tutto per tutto sul circuito Angel Nieto, anche se consapevole che non dipenderà solo dal risultato del suo pilota.
    Su Morbidelli
    Ai microfoni di “Motorsport”, Jarvis ha parlato della situazione del suo altro pilota, Franco Morbidelli: “Franco vuole capire tutti gli aspetti tecnici della moto. A volte questo aiuta, ma ci sono anche momenti in cui il pilota è troppo coinvolto nella messa a punto, invece di limitarsi a comunicare le sue sensazioni ed esigenze e lasciare che i tecnici e gli ingegneri facciano il loro lavoro”. LEGGI TUTTO

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    F1: ufficiale il rinnovo del GP in Messico, accordo fino al 2025

    ROMA – La Formula 1 ha rinnovato il suo contratto con il Gran Premio del Messico fino al 2025. L’annuncio è arrivato proprio durante il weekend della ventesima tappa stagionale, che prenderà il via ufficialmente nella serata italiana con le due sessioni di prove libere del venerdì. Il Circus farà quindi visita all’autodromo Hermanos Rodriguez almeno per altri tre anni, mentre c’è grande attesa per il Gran Premio di questo fine settimana, dove saranno tanti i piloti che punteranno alle prime posizioni.Guarda la galleryF1, Brad Pitt guest star al Gran Premio degli Stati Uniti
    Le parole di Domenicali
    Stefano Domenicali, Ceo della Formula 1, ha parlato in occasione dell’annuncio: “Sono molto lieto di annunciare che la Formula 1 continuerà a correre a Città del Messico per altri tre anni in base a questo nuovo accordo, ogni anno la gara attira un gran numero di fan appassionati e l’atmosfera è incredibile e so che tutti saranno entusiasti di questa notizia. Voglio ringraziare Claudia Sheinbaum, il capo del governo di Città del Messico, e Alejandro Soberón e il suo team per il loro continuo impegno per la Formula 1 e il continuo successo dell’evento”.
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    MotoGP, Marquez lontano da Ducati: la frustrazione della Honda

    ROMA – E’ un finale complicato come tutta la stagione quello che attende la Honda nel Mondiale 2022 di MotoGP, come sottolineato dal team manager Alberto Puig. Dopo una stagione deludente, la casa giapponese ha provato a risollevarsi grazie soprattutto al ritorno di Marc Marquez, ma la concorrenza con le altre moto, in particolare una Ducati dominante, non aiuta certo un team che attraversa una fase di grossa difficoltà “La nostra moto non va come dovrebbe – ha detto Puig ai microfoni di “AS” -. Ci stiamo lavorando e non ci nascondiamo. Non abbiamo vinto, ma molto soddisfatto. Al di là del risultato, per via dei progressi che ha fatto Marc, che è la cosa più importante. Non siamo per niente contenti. L’unica cosa che possiamo fare è migliorare. Dobbiamo capire che non siamo competitivi e reagire. Allora andrà tutto bene, questa è una sfida”.
    I guai fisici di Marquez
    Puig ha poi parlato della condizione fisica di Marquez, reduce dal quarto intervento al braccio destro effettuato in primavera: “Il medico gli aveva già detto che dal punto di vista osseo era pronto per correre, ma logicamente ha ancora dei fastidi a livello muscolare. Ha ancora bisogno di tempo, ma è anche evidente che prima non poteva farlo. Sta migliorando e ne è felice”. LEGGI TUTTO