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    F1, Gp Brasile: la classifica piloti aggiornata

    SAN PAOLO – S’infiamma la lotta per il secondo posto della classifica generale tra Sergio Perez e Charles Leclerc. Il messicano della Red Bull chiude al settimo posto il GP del Brasile, alle spalle del compagno di squadra Max Verstappen, così come il monegasco della Ferrari termina dietro al compagno Carlos Sainz. I due sono appaiati a quota 290 punti e si contenderanno la seconda piazza ad Abu Dhabi. Bene George Russell e Lewis Hamilton, che recuperano terreno. Di seguito, quindi, la classifica piloti. LEGGI TUTTO

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    F1, rinascita Mercedes in Brasile: trionfa Russell su Hamilton. 3° Sainz, 4° Leclerc

    SAN PAOLO – George Russell vince il GP del Brasile, penultimo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il pilota della Mercedes precede il compagno di squadra Lewis Hamilton e centra la prima vittoria in carriera. Alle spalle delle Mercedes ecco le due Ferrari, con Carlos Sainz sul gradino più basso del podio e Charles Leclerc quarto nonostante chiedesse al team di avere la posizione dello spagnolo in ottica classifica generale. In grande difficoltà invece la Red Bull, con Verstappen e Perez che terminano alle spalle di Fernando Alonso.
    Il racconto
    Gara caratterizzata subito da un incidente tra Magnussen e Ricciardo con la Safety Car in pista. Quando si riparte, ecco altri due incidenti. Prima si toccano Hamilton e Verstappen, poi Leclerc e Norris. Chi ne approfitta è Sainz, che sale al terzo posto e prova a dare la caccia a Russell e Perez (poi superato da Hamilton). L’altro momento chiave è la Safety Car a 15 giri dalla fine per i problemi alla McLaren di Norris. Alla ripartenza, entrambe le Ferrari sorpassano Perez ma non riescono a riprendere le Mercedes. Nel finale polemiche sia in Ferrari, con Leclerc che chiede la posizione di Sainz, e in Red Bull, con Verstappen che non restituisce la posizione a Perez. A vincere però è Russell, che precede Hamilton.
    L’ordine di arrivo

    Russell
    Hamilton
    Sainz
    Leclerc
    Alonso
    Verstappen
    Perez
    Ocon
    Bottas
    Stroll

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    F1, GP Brasile: Russell vince davanti a Hamilton e Sainz. 4° Leclerc

    SAN PAOLO – Sul circuito di Interlagos è doppietta Mercedes, che rinasce in Brasile. A trionfare è George Russell, che centra la prima storica vittoria in carriera. Battuto il compagno di squadra Lewis Hamilton, ancora a secco di vittorie in stagione. Alle spalle delle Mercedes ecco le due Ferrari, con Carlos Sainz sul gradino più basso del podio e Charles Leclerc quarto. In grande difficoltà invece la Red Bull, con Perez e Verstappen che terminano alle spalle di Fernando Alonso.
    La cronaca
    Pronti, partenza, via e subito un incidente tra Magnussen e Ricciardo che comporta l’ingresso in pista della Safety Car. Non appena si riparte si verificano subito altri due incidenti. Prima si toccano Hamilton e Verstappen, poi Leclerc e Norris. Ad avere la peggio sono Max e Charles, costretti a rientrare ai box e ripartire dalle retrovie. Penalizzati inoltre di 5 secondi Norris e lo stesso Verstappen. Chi ne approfitta è Sainz, che sale al terzo posto e prova a dare la caccia a Russell e Perez. Purtroppo la dea bendata non sorride allo spagnolo, costretto a fermarsi per una visiera a strappo che finisce nella sua anteriore. Per il resto, la gara scorre via senza grossi problemi con Russell sempre al comando davanti a Perez ed Hamilton. Recuperano progressivamente posizioni Leclerc e Verstappen, che rientrano in Top-10 e masticano amaro per quello che sarebbe potuto essere senza l’incidente in avvio.
    Chi sale in cattedra con il passare dei minuti, però, è Lewis Hamilton, che al 45° giro sorpassa Perez e manda in visibilio il pubblico brasiliano. L’episodio che rischia di rimescolare le carte in tavola è la Safety Car in seguito ai problemi alla McLaren di Norris. Alla ripartenza Leclerc sale in quinta posizione, mentre Sainz tenta il sorpasso su Perez e dopo un estenuante duello ci riesce. Subito dopo lo passa anche il monegasco, che chiede al box la posizione del compagno di squadra ma deve accontentarsi del quarto posto.

    L’ordine di arrivo

    Russell
    Hamilton
    Sainz
    Leclerc
    Alonso
    Verstappen
    Perez
    Ocon
    Bottas
    Stroll

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    F1, la classifica piloti aggiornata dopo il Gp del Brasile

    SAN PAOLO – George Russell conquista la prima vittoria della carriera in Brasile, nel penultimo appuntamento del Mondiale di Formula 1, ed ottiene punti importanti in graduatoria. Bene anche Lewis Hamilton, mentre è ben più delicata la battaglia per il secondo posto tra Sergio Perez (Red Bull) e Charles Leclerc (Ferrari). Entrambi volevano che i rispettivi compagni di squadra gli dessero la posizione, ma andranno ad Abu Dhabi appaiati a quota 290 punti. Di seguito, quindi, la classifica piloti. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, la richiesta di Leclerc: “Fatemi passare, pensate alla classifica”

    SAN PAOLO – “Fatemi passare, pensate al campionato”. Questa la richiesta di Charles Leclerc al team nei giri finali del GP del Brasile, penultima prova del Mondiale di Formula 1. Sul circuito di Interlagos, in seguito alla Safety Car per i problemi alla McLaren di Lando Norris, Carlos Sainz che Charles Leclerc si sono ritrovati rispettivamente in terza e quarta posizione dopo aver sorpassato Perez. A questo punto si è verificato un episodio comune in F1 ma che nessuna squadra gestisce con piacere. Leclerc ha infatti chiesto la posizione di Sainz per guadagnare punti in classifica piloti.
    La risposta della Ferrari
    Ovviamente la Rossa non ha acconsentito a questa richiesta, anche perché non sarebbe stato corretto privare Sainz di un podio più che meritato. Fatto sta che dalle parole di Charles è emerso quasi un desiderio di essere preso maggiormente in considerazione dalla Ferrari. Lo stesso Leclerc ha ammesso che questo weekend a Interlagos è stato frustrante, già dalle qualifiche con l’errore delle gomme, e probabilmente si è aggrappato all’istinto per cercare di chiuderlo nel miglior modo possibile. “Se le posizioni rimangono così pensate alla classifica” ha ribadito Leclerc, che così come il rivale Perez (i due sono appaiati a quota 290 punti), arrabbiato con Verstappen, non è stato accontentato.
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    Superbike, Ducati pigliatutto: titolo anche per l’azzurro Bassani

    MANDALIKA – Non c’è due senza tre per la Ducati, che in Indonesia mette la ciliegina sulla torta ad una stagione davvero fantastica. Dopo i titoli mondiali di Pecco Bagnaia in MotoGP ed Alvaro Bautista in Superbike, un altro grande risultato porta la firma di Axel Bassani. Il pilota italiano classe 1999, nativo di Feltre, ha infatti conquistato il titolo di ‘Best Independent Rider’, rendendo ancora più speciale il weekend per il team di Borgo Panigale. A Mandalika, l’azzurro ha chiuso al quinto posto gara-2 ed ha sugellato un titolo di fatto mai in discussione.
    Il commento di Axel
    Bassani non ha nascosto la sua felicità commentando il traguardo appena raggiunto: “Lo scorso anno avevo perso questo titolo all’ultima gara, perciò il mio obiettivo era conquistarlo in questa stagione. Abbiamo fatto un grande lavoro, staccando di 100 punti il secondo in classifica”. “Adesso voglio vincere una gara, penso di esserne in grado. Mi auguro che Ducati mi aiuti a competere con i migliori. Non siamo eccessivamente lontani dalle posizioni di vertice” ha poi dichiarato l’azzurro, molto ambizioso in vista della prossima stagione. LEGGI TUTTO

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    Superbike, sorride Axel Bassani: suo il titolo di ‘Best Independent Rider’

    MANDALIKA – Il weekend di Superbike in Indonesia si è rivelato davvero positivo per la Ducati. Alvaro Bautista si è infatti laureato campione del mondo (peraltro sette giorni dopo la vittoria di Pecco Bagnaia in MotoGP), ma anche un altro pilota della scuderia di Borgo Panigale ha conquistato un importante riconoscimento al termine di una stagione in cui si è espresso ad alti livelli. Si tratta di Axel Bassani, pilota di Feltre classe 1999, che ha conquistato il titolo di ‘Best Independent Rider’.
    Le parole di Bassani
    “Lo scorso anno avevo perso questo titolo all’ultima gara, perciò il mio obiettivo era conquistarlo in questa stagione. Abbiamo fatto un grande lavoro, staccando di 100 punti il secondo in classifica”. Queste le parole di Axel, visibilmente soddisfatto per tale riconoscimento. Il ducatista ha poi messo in chiaro i suoi obiettivi in vista della prossima stagione: “Adesso voglio vincere una gara, penso di esserne in grado. Mi auguro che Ducati mi aiuti a competere con i migliori. Non siamo eccessivamente lontani dalle posizioni di vertice”. LEGGI TUTTO

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    Bautista come Bagnaia, campioni partendo senza radici

    TORINO – Nel 2006, quando Alvaro Bautista si laureava campione del mondo della 125, al quinto anno nel Motomondiale, Pecco Bagnaia piangeva davanti alla tv per il dramma sportivo del suo idolo Valentino Rossi, che perdeva il titolo (sarebbe stato il sesto consecutivo) della MotoGP scivolando a Valencia. Non sapeva chi fosse quel piccolo spagnolo, il torinese, ma decise che avrebbe inseguito con tutte le forze il suo sogno di diventare campione del mondo. Con la Ducati.
    Sedici anni dopo ci sono riusciti tutti e due, insieme. Con tredici anni di differenza, ma molti dettagli in comune, a partire dall’aver riscritto la storia della Casa di Borgo Panigale insieme contemporaneamente, a una settimana di distanza, dopo anni di astinenza. Quindici in MotoGP (il primo trionfo della Desmosedici targata Casey Stoner) e undici in Superbike (il titolo di Carlos Checa, anche lui spagnolo arrivato nelle “derifate” dopo una lunga carriera nel Motomondiale). Alvaro come Pecco arriva da un piccola cittadina. Talavera de la Reina, nel cuore della Spagna, a ovest di Toledo e Madrid. Famosa soprattutto per una furibonda battaglia del 1806 tra l’esercito ango-spagnolo e l’armata napoleonica, che sei anni prima aveva conquistato Chivasso dopo un lungo assedio.
    Bautista campione come Bagnaia. Davvero la Ducati della B. A quasi 38 anni (li compirà lunedì 21), da figliol prodigo dopo la grande rottura di tre anni fa, quando, alla prima stagione in Superbike dopo 187 nel Motomondiale (con 16 vittorie, 46 podi, due in MotoGP con la Honda Gresini, un altro sfiorato alla terz’ultima gara in Australia sostituendo nel team ufficiale Jorge Lorenzo infortunato) fece scalpore conquistando le prime 11 vittorie consecutive con la Panigale, ma poi (complici troppe cadute e una moto troppo ruvida) buttò il Mondiale. E andò alla Honda. Due anni negativi (due terzi posti).
    Quindi il ritorno in Rosso, fortemente voluto da Gigi Dall’Igna, nonostante abbia lo stesso manager (Simone Battistella) di Andrea Dovizioso, con il quale ci fu un’altra sanguinosa rottura. Dall’Igna, volato in Indonesia direttamente da Valencia dopo il trionfo di Bagnaia e i primi test in chiave 2023 della MotoGP, che ora esulta: «La stagione migliore di sempre della Ducati. Ho capito della prima gara che sarebbe stato l’anno del Mondiale, Alvaro è maturato e non commette più errori».
    Nell’unico weekend senza vittorie (come Bagnaia a Valencia, dove ha vinto il titolo con un 9° posto) in una stagione perfetta (14 successi e 29 podi su 33 gare, due cadute – una provocata da Rea – due quarti posti gli altri risultati), Bautista ha fatto quello che doveva: marcare Toprak Razgatlioglu, che nonostante una tripletta ha dovuto così abdicare subito dal triondo mondiale delle “derivate”. Sì, perché come Bagnaia (con Fabio Quartararo), Bautista ha battuto il campione del mondo in carica e fenomeno della Yamaha, che lo voleva subito in MotoGP, ma perdendo il team satellite e avando anchora un anno di contratto con Franco Morbidelli non aveva una sella adatta.
    Il mondo della due ruote insomma è rosso e la Ducati sempre più B&B. Anzi, 3B. Bagnaia, Bautista, Bastianini. E sta per arrivarne una quarta, Bezzecchi. Soprattutto è una Ducati che vince tutto. Ma proprio tutto. LEGGI TUTTO