consigliato per te

  • in

    Superbike, Gp Mandalika: orari e dove vederlo in tv

    ROMA – Mancano solo due appuntamenti al termine del Mondiale 2022 di Superbike. Nel weekend in arrivo il campionato si sposterà in Indonesia per la tappa di Mandalika, dove Alvaro Bautista e Ducati avranno la prima possibilità di portare a casa il titolo piloti. Si parte venerdì 11 novembre alle ore 3 con la prima sessione di prove libere mentre l’appuntamento con la seconda è fissato per le 6. Sabato 12, invece, si comincia a fare sul serio con Gara-1 alle ore mentre domenica 13 ottobre il semaforo verde per la Superpole Race si spegnerà alle 12 con l’avvio di Gara-2 fissato per le 6:30. La copertura televisiva della tappa è garantita integralmente da Sky Sport MotoGp (canale 208 del telecomando di Sky) a partire dal sabato, mentre su TV8 sarà possibile seguire gara-1 e gara-2 in diretta con la Superpole in differita alle 14. La Superbike sarà visibile anche in streaming su Sky Go e NOW.
    Gli orari di Mandalika
    VENERDÌ 11 NOVEMBRESuperbike Prove Libere 1 ore 3:00Superbike Prove Libere 2 ore 6:00SABATO 12 NOVEMBRESuperbike Superpole ore 3:40Superbike Gara 1 ore 6:30DOMENICA 13 NOVEMBRESuperbike Superpole Race ore 3:30Superbike Gara 2 ore 6:30 LEGGI TUTTO

  • in

    Valentino Rossi e il centro di eccellenza dove è fiorito Bagnaia

    Quanto fosse importante ed efficace allenare sensibilità e riflessi girando sui terreni sabbiosi, Valentino Rossi lo capì fin da piccolo. Papà Graziano si recava spesso e volentieri sulla spiaggia di Pesaro, luogo ideale ove disegnare “cerchi” perfetti. All’epoca corridore in pianta stabile nel Motomondiale, il babbo della futura leggenda aveva appreso dagli americani – in quel momento portatori di un nuovo e più redditizio stile di guida – l’arte del “traverso”, guida che Oltreoceano va via come il pane quotidiano, perché proposta fin dai primi chilometri in sella ai bambini, poi sviluppata nel ricco e popolare Dirt Track. Quando il nove volte campione del mondo è diventato adulto e affermato, non soltanto ha raccolto i benefici di tale allenamento, ma l’ha trasmesso ai propri allievi della VR46 Riders Academy. Un’iniziativa inedita e innovativa, come tante cose – in primis la comunicazione – legate al campione di Tavullia, che attorno al Ranch ha fatto gravitare le proprie attività: allenamenti, certo, ma anche la crescita dei piloti nell’orbita della sua azienda, divenuta un piccolo gioiello.
    Cava e ranch
    Le ore spese sporcandosi di terra al piccolo Valentino piacquero immediatamente, tanto da cimentarsi presto con la moto da cross. I trucchi del mestiere vennero esplorati e implementati di anno in anno, fino all’esigenza di avere un posto tutto suo ove allenarsi – dalla mattina alla sera, estate, autunno, inverno e primavera – magari sfidando gli altri partecipanti alle lunghe sessioni. L’approdo in una vecchia cava in disuso nei pressi di Tavullia calzava a pennello. E lui pennellava le traiettorie. Enduro, cross, motard modificati, purché fossero mezzi potenti, instabili e bisognosi di un gran controllo nelle situazioni critiche. Tra gli invitati al “circolo”, Marco Simoncelli condivise con Rossi vere e proprie gare, filmate e raccontate dai più. Quando il SIC scomparve, se ne andò anche la cava, ma arrivò un posto pensato ad hoc, realizzato con senso e passione, tramutatosi in parco giochi. Giochi seri, perché al Ranch sono cresciuti campioni del mondo della MotoGP (Bagnaia) e della Moto2 (Morbidelli e lo stesso Bagnaia), nonché il rookie dell’anno della classe regina (Bezzecchi). Le configurazioni proposte dal saliscendi sterrato allestito a pochi passi dalla dimora del Dottore hanno svezzato i piloti della Academy, progetto Valentiniano che mette insieme impegno fisico e mentale. Mentale, certo, perché il continuo confronto tra piloti del Mondiale ha alzato il tono agonistico e l’abitudine alla battaglia.
    Regno
    Tavullia è divenuta una capitale. Da una parte delle colline il Ranch, pista con tanto di spogliatoio stile calcio (posti personalizzati per i piloti) e il camino attorno al quale rifocillarsi e commentare le sessioni. Dall’altra parte del paese, l’azienda, con reparto corse, garage, uffici e sale riunioni, luoghi di incontro e di studio. Studio? Già, meglio imparare o perfezionare la lingua inglese, se veramente intenzionati a correre da professionisti. Da una parte il tempio dello “sliding”, filosofia portata in Europa dal californiano Kenny Roberts, ulteriormente arricchita di linfa dal giallo 46, che non si è limitato a far costruire il classico e tradizionale e piatto “ovale”, bensì diverse possibilità di scelta, per curve a destra, sinistra, salite, discese, affrontabili in senso orario o antiorario. Un circuito che è una “chicca” imperdibile, che vi piacciano le moto o meno. Dall’altra, l’azienda, che dal merchandising del pilota più amato delle due ruote è passata anche a collaborazioni illustri, come quella con la Juventus per la produzione dei gadget.
    Vivaio
    La lista dei nomi assistiti dalla VR46 e capaci di figurare da professionisti nel Mondiale è infinita e dice molto sugli ottimi risultati recenti del nostro motociclismo: Franco Morbidelli, Celestino Vietti Ramus, Luca Marini, Marco Bezzecchi, Romano Fenati, Dennis Foggia, Niccolò Bulega, Dennis Foggia e, non ultimo, Pecco Bagnaia. Il neo titolato della MotoGP si trasferì dal nativo Piemonte, prendendo casa a Pesaro. E fu la mossa giusta, tramite la quale trasformarsi da promessa italiana del motociclismo a fantastica e concreta realtà. Piloti cresciuti imparando da Rossi e che in cambio hanno trasmesso la loro freschezza al quarantenne più giovane del mondo dello sport. Piloti che sotto la gestione Rossi (e “Uccio” Salucci) hanno trovato buone opportunità nel Mondiale, spesso ben sfruttate, con il team VR46 in collaborazione prima con Sky e poi con Mooney, e con altre squadre. Come avrete intuito, il Ranch è la Silicon Valley dell’allenamento, ma anche della competizione. Tutti i piloti vorrebbero partecipare alla 100 Chilometri dei Campioni, evento che si tiene al Ranch quando le stagioni sono terminate e che mette in palio prosciutti personalizzati con lo stemma VR46, ma in realtà il vero trofeo è la capacità di prevalere su grandi piloti. Mezza MotoGP, forse anche di più, è transitata dal Ranch almeno una volta in questi anni. Chi passa da lì, non sarà più lo stesso. Parola di coloro i quali hanno avuto l’opportunità di girare assieme al maestro Valentino, che vanta allievi di prim’ordine. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Verstappen: “Voglio la doppietta Red Bull nel campionato piloti”

    Obiettivo doppietta
    Chi poteva pensare a un Verstappen appagato resterà molto deluso dalla voglia di vincere dell’olandese. “È sempre molto bello tornare in Brasile. Interlagos è una pista corta, con tutti i cambi di quota e le curve a gomito che lo rendono un tracciato davvero bello da guidare. Con il format della gara Sprint di questo fine settimana – ha sottolineato Max – abbiamo solo una breve finestra di prove, quindi sarà sicuramente un po’ più difficile, ma dobbiamo assicurarci da subito che la macchina sia perfetta e metterla bene a punto con un tempo limitato. Come squadra vogliamo arrivare primi e secondi nel campionato, quindi è importante che Checo resti davanti a Charles“. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Verstappen sfida Ferrari: “Pronto ad aiutare Perez contro Leclerc”

    Red Bull: obiettivo doppietta
    Per Max Verstappen il weekend brasiliano non sarà solo una passerella, ma un’altra gara da conquistare, anche per Perez. “È sempre molto bello tornare in Brasile. Interlagos è una pista corta, con tutti i cambi di quota e le curve a gomito che lo rendono un tracciato davvero bello da guidare. Con il format della gara Sprint di questo fine settimana – ha spiegato il pilota olandese – abbiamo solo una breve finestra di prove, quindi sarà sicuramente un po’ più difficile, ma dobbiamo assicurarci da subito che la macchina sia perfetta e metterla bene a punto con un tempo limitato. Come squadra vogliamo arrivare primi e secondi nel campionato, quindi è importante che Checo resti davanti a Charles“.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    La Ferrari F2003 di Schumacher venduta nel mistero

    La notizia dell’asta della Ferrari F2003 – GA con cui Michael Schumacher vinse il sesto Mondiale (quello del 2003), circolava già da diversi giorni. Una storica monoposto, questa Ferrari Chassis 229, che ha guidato l’ex campione di Formula 1 alla conquista del sesto dei suoi sette titoli iridati conquistati in carriera. Ebbene la Rossa è stata venduta alla Luxury Week di Ginevra, come da previsioni ad una cifra da record: 13,2 milioni di euro! E c’è grande mistero per quanto riguarda il fortunato compratore che è riuscito in forma anonima ad acquistarla senza rivelare la propria identità, almeno per ora.Guarda la galleryLa Ferrari di Michael Schumacher Mondiale 2003 all’asta, dove e quando FOTO

    Una cifra folle per la F2003 di Schumacher

    L’asta è stata organizzata da Sotheby’s, e si è tenuta a Ginevra, proprio ieri 9 novembre e già prima della vendita aveva raccolto intorno a sé molti commenti, come quello di Vincent Luzuy, assistente esecutivo del direttore vendite della casa d’aste: “È speciale perché questa vettura è una delle sole quattro con più di quattro vittorie nella storia della Ferrari e soprattutto con uno dei piloti più abili della sua generazione, Michael Schumacher”. 

    Il valore stimato della vettura si aggirava intorno ai 9,4 milioni di euro, ma nessuno si aspettava la cifra che poi si è effettivamente toccata. Ma d’altronde, quando di mezzo ci sono vetture del genere e nomi come quello di Schumacher, le sorprese sono dietro l’angolo. La F2003, dedicata alla memoria di Gianni Agnelli scomparso proprio nel gennaio di quell’anno, era stata prodotta con telaio 229 ma fu presto modificata: il passo venne allungato e il motore potenziato con un 3.0 V10 Tipo 052 da 845 CV. 

    La Ferrari F50 guidata da Michael Schumacher è in vendita all’asta LEGGI TUTTO

  • in

    Moto: Bagnaia, primo abbraccio con i tifosi all’Eicma

    TORINO – Il primo abbraccio del popolo rosso in Italia, la prima volta da campione del mondo. Pecco Bagnaia domani mattina sarà in grande protagonista dell’apertura al pubblico dell’Eicma, il salone del motociclo di Milano Rho che mai come quest’anno sta richiamando gli appassionati delle due ruote. Merito del torinese della Ducati, che ha riportato in Italia il titolo mondiale della MotoGP 13 anni dopo l’ultimo di Valentino Rossi e 50 dopo l’ultimo di un pilota italiano su una moto italiana (Giacomo Agostini sull’MV Agusta nel 1972).Pecco, che oggi pomeriggio ha incontrato media e operatori del settore allo stand Ducati di rientro da Valencia, dove ha domenica ha conquistato il Mondiale e martedì provato con soddisfazione il primo prototipo della GP23, la Rossa del prossimo anno, alle 11.50 salirà sul palco dell’area esterna MotoLive. Con il torinese ci sarà Enea Bastianini, altro italiano sul podio finale del Mondiale (terzo in classifica e migliore dei piloti dei team indipendente, con la GP21 targata Gresini) che da martedì veste il rosso della squadra ufficiale. Un Dream Team che spaventa tutti. E che dovrà essere gestito.Ma domani all’Eicma, per l’apertura al pubblico, ci sarà mezzo paddock. Anche Fabio Quartararo, il francese che ha abdicato dopo il titolo 2021 e che ha conteso fino all’ultimo la corna mondiale a Bagnaia. Sarà ovviamente l’attrazione allo stand Yamaha, anche se l’umore alla Casa di Iwata non è molto alto. E più ancora per il test non positivo di martedì dopo la sconfitta di domenica. Al completo l’Aprilia, con Aleix Espargaro e Maverick Viñales, vogliosi di riscatto dopo la chiusura negativa di una stagione meravigliosa per la Casa di Noale, l’altro made in Italy delle due ruote che sta travolgendo i colossi giapponesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Italjet Dragster 500GP: il concept dello scooter presentato ad Eicma 2022

    Come ci si aspettava, Eicma 2022 è in questi giorni il palcoscenico di nuovi modelli e concept estremamente particolari. Tra questi c’è sicuramente il Dragster 500GP di Italjet: l’innovativa versione del leggendario scooter sportivo potrebbe diventare reale nel 2024 ed è dotata di un motor 450 monocilindrico bialbero 4 valvole da 43 CV a 8.000 g/min 43 Nm e cambio manuale a 6 marce. 
    Dettagli
    Aggressivo e scolpito, il 500GP mostra tutti i muscoli con cerchi da 15″, gomme 120 davanti e 160 dietro (come quelle del TMax) e una ciclistica da moto vera: all’anteriore la forcella è a steli rovesciati da 47mm con pinze radiali Brembo, al posteriore un doppio ammortizzatore orizzontale sostiene il forcellone dal design aggressivo. 
    Il telaio in traliccio di tubi, rigorosamente rosso, è un segno distintivo del Dragster ed è in bella mostra anche su questo concept, mentre le poche sovrastrutture hanno lo stesso stile del Dragster “normale”, ma con l’aggiunta di alette aerodinamiche che fanno sempre una certa scena. Al centro campeggia il monocilindrico, proprio sotto la sella, e i piedi del pilota non poggiano sulla classica pedana in plastica ma su vere e proprie pedanine da moto. Pesa 180kg e c’è la possibilità di vederla di serie nel 2024… incrociamo le dita!
    Yamaha 125 e 300 si rinnova: la gamma rinnovata a Eicma 2022 LEGGI TUTTO

  • in

    Italjet presenta il concept del Dragster 500GP: diventerà realtà?

    Come ci si aspettava, Eicma 2022 è in questi giorni il palcoscenico di nuovi modelli e concept estremamente particolari. Tra questi c’è sicuramente il Dragster 500GP di Italjet: l’innovativa versione del leggendario scooter sportivo potrebbe diventare reale nel 2024 ed è dotata di un motor 450 monocilindrico bialbero 4 valvole da 43 CV a 8.000 g/min 43 Nm e cambio manuale a 6 marce. 
    Dettagli
    Aggressivo e scolpito, il 500GP mostra tutti i muscoli con cerchi da 15″, gomme 120 davanti e 160 dietro (come quelle del TMax) e una ciclistica da moto vera: all’anteriore la forcella è a steli rovesciati da 47mm con pinze radiali Brembo, al posteriore un doppio ammortizzatore orizzontale sostiene il forcellone dal design aggressivo. 
    Il telaio in traliccio di tubi, rigorosamente rosso, è un segno distintivo del Dragster ed è in bella mostra anche su questo concept, mentre le poche sovrastrutture hanno lo stesso stile del Dragster “normale”, ma con l’aggiunta di alette aerodinamiche che fanno sempre una certa scena. Al centro campeggia il monocilindrico, proprio sotto la sella, e i piedi del pilota non poggiano sulla classica pedana in plastica ma su vere e proprie pedanine da moto. Pesa 180kg e c’è la possibilità di vederla di serie nel 2024… incrociamo le dita!
    Yamaha, la gamma 125 e 300 si rinnova: Eicma aspetta i nuovi scooter LEGGI TUTTO