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    MotoGP, Bautista: “Spero in una wild card da parte di Ducati”

    ROMA – Alvaro Bautista, con il suo successo in Superbike, ha contribuito in maniera determinante a rendere unico il 2022 di Ducati, che ha festeggiato anche il titolo in MotoGP con Francesco Bagnaia. Il pilota spagnolo, dal suo arrivo nel campionato delle derivate di serie, ha dimostrato di poter ancora essere competitivo, fino a conquistare, a 38 anni, il suo secondo titolo in carriera, dopo quello della 125 nel 2006. Nonostante il sorriso ritrovato in Superbike, il nativo di Talavera de la Reina non nasconde il desiderio di tornare a macinare chilometri con la MotoGP, almeno per un po’: “Aspettiamo di vedere se mi fanno fare un test con la MotoGP, perché sembra una moto divertente – ha confessato in un’intervista rilasciata ad AS -. Se avrò buone sensazioni, avanzerò il mio secondo desiderio: ottenere una wild card. Ma prima di tutto provare la moto, fare qualche giro, sentire quella sensazione di potenza, i freni in carbonio, la stabilità… Soprattutto ora che mi sento un pilota più completo, con più esperienza, più consapevole di quello che voglio”. 
    “Non ho mai pensato al ritiro”
    Nonostante l’età avanzata per un professionista, Bautista non vuole sentir parlare di ritiro: “Non l’ho mai preso in considerazione, nemmeno nei momenti più bui. Negli anni con la Honda in Superbike, per esempio, sentivo comunque che stavo migliorando, crescendo. Adesso sto vivendo un momento molto bello, e sono concentrato a pensare giorno per giorno. Ho rinnovato con Ducati anche per il 2023, e voglio continuare così. Sto vivendo il momento migliore della mia carriera, dal punto di vista fisico e mentale. Mi diverto molto perché ho un’età per la quale so cosa voglio fare e per cosa posso lottare”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Stagione svoltata a Imola, con doppia vittoria a casa della Ferrari”

    ROMA – La stagione 2022 di F1 ha rappresentato un trionfo totale per la Red Bull, che, oltre al titolo costruttori, ha visto Max Verstappen bissare il proprio successo iridato con ben quattro gare di anticipo. Un successo maturato nel tempo, al termine di una stagione fatta di diverse tappe. A riviverle è il team principal Christian Horner, intervistato da Motorsport.com a margine della serata di gala organizzata dalla FIA a Bologna, per celebrare i protagonisti della stagione da poco conclusa: “Sapevamo che sarebbe stato un campionato da giocare sulle 21 gare, dopo il doppio ritiro del Bahrain. La Ferrari in partenza aveva la macchina migliore della nostra, e sapevamo di dover mantenere il contatto. Secondo me, uno dei weekend cruciali è stato quello di Imola. La doppia vittoria a casa loro, nella sprint race e nella gara della domenica, è stata molto importante psicologicamente per noi, come squadra. E penso lo sia stato anche per loro. Da lì, con lo sviluppo dell’auto e la perdita di peso, è arrivata anche la velocità”. 
    Horner: “Binotto ha lavorato bene”
    Il team principal della Red Bull non si è poi potuto esimere dal commentare quello che è forse il tema più caldo nel Circus, ovvero l’addio di Mattia Binotto dalla Ferrari, dopo le dimissioni di poche settimane fa. “In tutta onestà, penso che Binotto abbia fatto un ottimo lavoro per il 2022, presentandosi ai nastri di partenza con una monoposto molto competitiva. Poi certamente hanno avuto qualche difficoltà a livello operativo – spiega Horner -. Mattia ha dedicato un lungo periodo della sua carriera e della sua vita per la Ferrari, e sono certo che per lui sia stato difficile lasciare. C’è molta pressione in Ferrari, perché nei fatti è un team nazionale. C’è una grande responsabilità e pressione su chi ricopre quel ruolo”. 
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    Red Bull contro Ferrari, Horner: “Ecco momento spartiacque del 2022”

    ROMA – La Red Bull ha concluso in modo trionfale il 2022 in F1, aggiudicandosi con ampio anticipo il mondiale piloti con Max Verstappen, e certificando la supremazia con il titolo costruttori poco dopo. Un successo maturato nel tempo, al termine di una stagione fatta di diverse tappe. A riviverle è il team principal Christian Horner, intervistato da Motorsport.com a margine della serata di gala organizzata dalla FIA a Bologna, per celebrare i protagonisti della stagione da poco conclusa: “Sapevamo che sarebbe stato un campionato da giocare sulle 21 gare, dopo il doppio ritiro del Bahrain. La Ferrari in partenza aveva la macchina migliore della nostra, e sapevamo di dover mantenere il contatto. Secondo me, uno dei weekend cruciali è stato quello di Imola. La doppia vittoria a casa loro, nella sprint race e nella gara della domenica, è stato molto importante psicologicamente per noi, come squadra. E penso lo sia stato anche per loro. Da lì, con lo sviluppo dell’auto e la perdita di peso, è arrivata anche la velocità”. 
    Horner e l’addio di Binotto
    Il team principal della Red Bull non si è poi potuto esimere dal commentare quello che è forse il tema più caldo nel Circus, ovvero l’addio di Mattia Binotto dalla Ferrari, dopo le dimissioni di poche settimane fa. “In tutta onestà, penso che Binotto abbia fatto un ottimo lavoro per il 2022, presentandosi ai nastri di partenza con una monoposto molto competitiva. Poi certamente hanno avuto qualche difficoltà a livello operativo – spiega Horner -. Mattia ha dedicato un lungo periodo della sua carriera e della sua vita per la Ferrari, e sono certo che per lui sia stato difficile lasciare. C’è molta pressione in Ferrari, perché nei fatti è un team nazionale. C’è una grande responsabilità e pressione su chi ricopre quel ruolo”. 
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    F1, Verstappen: “Secondo titolo più gratificante del primo”

    ROMA – Max Verstappen è stato tra i protagonisti del Gala organizzato dalla FIA a Bologna, per celebrare la fine della stagione 2022 di F1. Una stagione che ha visto la conferma del pilota olandese, il quale ha bissato il titolo iridato vinto nel 2021. Due successi arrivati in maniera totalmente differente, il primo con la vittoria all’ultimo respiro contro Lewis Hamilton, mentre il secondo al termine di una stagione quasi dominata, in risposta all’avvio sprint di Charles Leclerc e la Ferrari. Così come differenti sono le emozioni che i due trionfi hanno suscitato nel classe ’97: “E non potrebbe essere altrimenti – ha sottolineato il pilota della Red Bull ai microfoni di Sky Sport -. Il primo titolo è stato emozionante, perché coroni per la prima volta il sogno di diventare campione, mentre il secondo è stato più gratificante. Sia per il modo in cui abbiamo lavorato, sia per il numero di vittorie ottenute”. Infatti, Verstappen è salito sul gradino più alto del podio per 15 volte in questa stagione, ben due in più rispetto al record precedente. 
    Verstappen: “Tutti possono essere sconfitti”
    L’olandese della Red Bull si è aggiudicato il titolo del 2022 con ben quattro gare d’anticipo, ma nonostante questo ha dichiarato: “Non mi sono mai sentito imbattibile, ma semplicemente perché credo che tutti possano essere sconfitti. Noi ci siamo ritrovati in un flusso positivo, e abbiamo fatto di tutto per mantenerlo”. 
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    F1, Verstappen: “Non mi sono mai sentito imbattibile”

    ROMA – Il Gala di fine anno di F1 organizzato dalla FIA a Bologna ha certamente visto tra i protagonisti più importanti Max Verstappen. Una stagione che ha visto la conferma del pilota olandese, il quale ha bissato il titolo iridato vinto nel 2021. Due successi arrivati in maniera totalmente differente, il primo con la vittoria all’ultimo respiro contro Lewis Hamilton, mentre il secondo al termine di una stagione quasi dominata, in risposta all’avvio sprint di Charles Leclerc e la Ferrari. Così come differenti sono le emozioni che i due trionfi hanno suscitato nel classe ’97: “E non potrebbe essere altrimenti – ha sottolineato il pilota della Red Bull ai microfoni di Sky Sport -. Il primo titolo è stato emozionante, perché coroni per la prima volta il sogno di diventare campione, mentre il secondo è stato più gratificante. Sia per il modo in cui abbiamo lavorato, sia per il numero di vittorie ottenute”. Infatti, Verstappen è salito sul gradino più alto del podio per 15 volte in questa stagione, ben due in più rispetto al record precedente. 
    Verstappen e la gestione dei momenti
    L’olandese della Red Bull si è aggiudicato il titolo del 2022 con ben quattro gare d’anticipo, ma nonostante questo ha dichiarato: “Non mi sono mai sentito imbattibile, ma semplicemente perché credo che tutti possano essere sconfitti. Noi ci siamo ritrovati in un flusso positivo, e abbiamo fatto di tutto per mantenerlo”. 
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    Ducati, incontro tra campioni a Misano: Bagnaia posa con Agostini

    ROMA – Il 2022 motociclistico ha celebrato l’eccellenza italiana e della Ducati, assoluta “cannibale” di trofei tra MotoGP e Superbike, vincendo tutto quello che c’era da vincere. Emblema di questa annata straordinaria è sicuramente Francesco Bagnaia, che ha limato alcuni difetti mostrati nella prima metà di stagione dando il via ad una rimonta straordinaria nella seconda parte. Il titolo iridato arrivato a Valencia non ha solo segnato il ritorno di un pilota italiano e della Ducati sul tetto del mondo dopo oltre un decennio, ma anche la riproposizione della vittoria di un pilota italiano su moto italiana a 50 anni esatti dall’ultima volta, da quel 1972 in cui Giacomo Agostini si impose nella classe 500 su MV Agusta. Una ricorrenza storica che è stata celebrata con un shooting fotografico che si è tenuto a Misano, in cui i due campioni, del passato e del presente, hanno posato con le rispettive moto, entrambe fregiate del numero “1”. LEGGI TUTTO

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    Ducati, Bagnaia incontra Agostini: i due campioni a Misano

    ROMA – La Ducati ha vissuto un 2022 davvero da incorniciare, facendo incetta di successi in tutte le categorie, dalla Superbike alla MotoGP. Emblema di questa annata straordinaria è sicuramente Francesco Bagnaia, che ha limato alcuni difetti mostrati nella prima metà di stagione dando il via ad una rimonta straordinaria nella seconda parte. Il titolo iridato arrivato a Valencia non ha solo segnato il ritorno di un pilota italiano e della Ducati sul tetto del mondo dopo oltre un decennio, ma anche la riproposizione della vittoria di un pilota italiano su moto italiana a 50 anni esatti dall’ultima volta, da quel 1972 in cui Giacomo Agostini si impose nella classe 500 su MV Agusta. Una ricorrenza storica che è stata celebrata con un shooting fotografico che si è tenuto a Misano, in cui i due campioni, del passato e del presente, hanno posato con le rispettive moto, entrambe fregiate del numero “1”.
    Il 15 dicembre la festa a Bologna
    I due campioni italiani non sono potuti scendere in pista, a causa del regolamento della MotoGP, che impedisce ai piloti di guidare e provare le proprie moto nei mesi di dicembre e gennaio, ma a prescindere da questo l’emozione dell’incontro è stata tanta. Tutto questo, a pochi giorni dalla grande festa organizzata da Ducati per celebrare i successi del 2022 insieme ai propri tifosi.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Quartararo: “Pensavo che non avrei vinto nemmeno una gara”

    ROMA – Il 2022 di Fabio Quartararo in MotoGP è stato segnato dalla rimonta subita da Francesco Bagnaia nella seconda metà di stagione, quando il pilota della Ducati è riuscito a recuperare uno svantaggio che aveva toccato i 91 punti. Una rimonta che parte da lontano, come ha spiegato il pilota francese ai microfoni di Speedweek: “Dopo aver vinto il titolo nel 2021, avrei voluto difenderlo in questa stagione. Ma per come siamo partiti, pensavo che non saremmo riusciti a vincere nemmeno una gara”. Tutto è nato dai problemi di affidabilità dei nuovi motori, a cui la casa giapponese ha dovuto rinunciare: “Yamaha si è scusata con me per questo”, ha rivelato Quartararo. Che ha poi aggiunto: “Alla fine, la prima parte di stagione è andata meglio del previsto, ma poi sono emersi i veri valori e nella seconda metà di 2022 si sono visti tutti i nostri limiti”.
    I dubbi di Quartararo: “Pensavo fosse un problema mio”
    Il classe ’99 ha poi svelato un piccolo aneddoto riguardante il suo approdo in MotoGP: “Quando ho fatto il salto di categoria, mi è stato detto che la Yamaha era il sogno di tutti perché era facile da guidare. Ma negli ultimi tre anni le cose sono cambiate. La M1 è diventata molto più impegnativa da guidare, e me lo ha confermato anche Cal Crutchlow, che conosce e ha guidato anche Ducati e Honda. Almeno mi ha confortato, perché mi ha rassicurato che il problema non era la mia tenuta fisica”.  LEGGI TUTTO