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    Cadillac non molla: si punta in maniera chiara all’ingresso in F1

    ROMA – L’apertura del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, sull’ingresso di nuovi team nel Circus, non ha trovato lo stesso entusisasmo nella dichiarazione rilasciata dalla F1, sicuramente più attendista. Nonostante questa momento di standby la Cadillac, è pronta all’ingresso in Formula Uno insieme all’Andretti Global. “Non avremmo annunciato la nostra intenzione di presentare una manifestazione di interesse se non avessimo ritenuto che la proposta soddisfacesse i requisiti e ci desse la possibilità di avere successo. – ha spiegato Rory Harvey, vicepresidente di Cadillac – Da questo punto di vista, la strada da percorrere è ancora lunga. Dovremo presentare la nostra manifestazione d’interesse e poi vedere come si svolgerà il processo”.
    “Giuste competenze per F1”
    Sempre secondo Harvey sarà la partnership con Andretti a fare la differenza. “So che dal punto di vista dell’organizzazione Andretti sono molto eccitati, faremo il massimo e saremo in grado di mostrare ciò che crediamo di poter portare in Formula 1. La partnership con Andretti di cui abbiamo discusso la scorsa settimana è ciò che ci darà la possibilità di fare bene  perché riteniamo di avere un mix di competenze in tutte le organizzazioni per mettere insieme un pacchetto che ci garantisca di essere competitivi”, queste le parole del vice presidente.

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    F1, Cadillac punta all’ingresso: “Mostreremo cosa possiamo portare di buono”

    ROMA – Dopo le parole entusiaste del presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, desideroso di accogliere nuovi team nel Circus, la dichiarazione rilasciata dalla F1 è stata più tiepida e attendista. Nonostante questo la Cadillac, pronta all’ingresso insieme all’Andretti Global, è fiduciosa sul futuro in Formula Uno. “Non avremmo annunciato la nostra intenzione di presentare una manifestazione di interesse se non avessimo ritenuto che la proposta soddisfacesse i requisiti e ci desse la possibilità di avere successo. – ha detto Rory Harvey, vicepresidente globale di Cadillac – Da questo punto di vista, la strada da percorrere è ancora lunga. Dovremo presentare la nostra manifestazione d’interesse e poi vedere come si svolgerà il processo”.
    “Possiamo fare bene”
    Proprio la partnership con Andretti potrebbe essere il vero punto di forza per la Cadillac. “So che dal punto di vista dell’organizzazione Andretti sono molto eccitati, faremo il massimo e saremo in grado di mostrare ciò che crediamo di poter portare in Formula 1. La partnership con Andretti di cui abbiamo discusso la scorsa settimana è ciò che ci darà la possibilità di fare bene – ha concluso Harvey – perché riteniamo di avere un mix di competenze in tutte le organizzazioni per mettere insieme un pacchetto che ci garantisca di essere competitivi”. LEGGI TUTTO

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    F1, Perez: “Mi sento al top, posso iniziare a un livello alto”

    ROMA – E’ stato Max Verstappen il protagonista in Formula 1 e nella Red Bull nel 2022. La scuderia di Milton Keynes, però, potrà contare anche su un Sergio Perez che ha chiuso per un soffio in terza posizione, appena dietro alla Ferrari di Charles Leclerc. Il messicano, in vista della nuova stagione, ha fatto capire di poter puntare ancora più in alto: “Ci sto lavorando in maniera costante. Penso che dipenda davvero da quanto mi sento a mio agio all’inizio della stagione con la macchina, come lo ero all’inizio dell’ultima, ma poi l’ho perso”.Guarda la galleryLa Ferrari 365 GT4 2+2 di Niki Lauda
    Le parole di Perez
    “Penso che, come piloti di Formula 1, lavoriamo costantemente per nuove sfide tutto il tempo – ha aggiunto Perez, come riportato dal sito ufficiale della F1 -. Ma sento, in questo momento, di essere praticamente al top. Voglio progredire e iniziare il prossimo anno a un livello molto alto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Rivola: “Avremmo dovuto iniziare con meno gare Sprint”

    ROMA – Tra la Sprint Race e un calendario molto folto, sono diverse le novità importanti per la prossima stagione di MotoGP. Il format della mini-gara al sabato, a differenza della Formula 1, entrerà subito a far parte di ogni Gran Premio, dando alla vigilia della domenica maggiore competitività. Il grosso aumento di impegni per piloti e team ha fatto però storcere il naso a Massimo Rivola, che ha così commentato le scelte di Dorna: “Sono un sostenitore delle gare sprint, però forse avremmo dovuto iniziare con qualche gara sprint il primo anno per provarla. E penso che con due gare per weekend di GP, dovremmo avere meno eventi, diciamo 18 Gran Premi”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Rivola
    “Ero addirittura favorevole all’eliminazione completa del warm-up – ha aggiunto l’amministratore delegato di Aprilia -.Penso che sia una perdita di tempo. Statisticamente, è solo la sessione in cui i piloti cadono di più. Doveva essere una sessione in cui si apportano gli ultimi aggiustamenti per la gara.Tuttavia, il warm-up avviene in un momento in cui le temperature della pista sono di 20 gradi inferiori a quelle che troverai in gara. Ma va bene, sono d’accordo quando dicono che bastano pochi giri per verificare che tutto funzioni”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, il maxi calendario e le troppe gare Sprint: l’opinione di Aprilia”

    ROMA – L’aumento delle tappe in calendario non è l’unica novità del 2023 per la MotoGP, che si prepara ad accogliere la Sprint Race. Il format della mini-gara al sabato, a differenza della Formula 1, entrerà subito a far parte di ogni Gran Premio, dando alla vigilia della domenica maggiore competitività. Il grosso aumento di impegni per piloti e team ha fatto però storcere il naso a Massimo Rivola, che ha così commentato le scelte di Dorna: “Sono un sostenitore delle gare sprint, però forse avremmo dovuto iniziare con qualche gara sprint il primo anno per provarla. E penso che con due gare per weekend di GP, dovremmo avere meno eventi, diciamo 18 Gran Premi”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Sul warm-up
    “Ero addirittura favorevole all’eliminazione completa del warm-up – ha aggiunto l’amministratore delegato di Aprilia -.Penso che sia una perdita di tempo. Statisticamente, è solo la sessione in cui i piloti cadono di più. Doveva essere una sessione in cui si apportano gli ultimi aggiustamenti per la gara.Tuttavia, il warm-up avviene in un momento in cui le temperature della pista sono di 20 gradi inferiori a quelle che troverai in gara. Ma va bene, sono d’accordo quando dicono che bastano pochi giri per verificare che tutto funzioni”. LEGGI TUTTO

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    F1 Ferrari, Briatore sostiene Vasseur: “Un amico, spero faccia bene”

    ROMA – “Nella Ferrari adesso c’è Vasseur che è un amico, e speriamo che faccia bene”. C’è anche Flavio Briatore tra i sostenitori di Frederic Vasseur, che si prepara alla sua prima stagione da team principal della Ferrari. Durante un evento di Pitti Uomo allo stand di Suns Boards, il manager italiano ha dato il suo sostegno all’ingegnere francese in vista del Mondiale 2023 di Formula 1, in cui la scuderia di Maranello proverà a colmare il gap con la Red Bull visto soprattutto nella seconda parte dell’ultimo anno.Guarda la galleryF1, le più veloci al pit stop: la posizione della Ferrari
    Sulla Formula 1
    Briatore ha anche parlato dello stato attuale della Formula 1: “Sono rientrato in Formula 1 da due anni, e la Formula 1 di adesso ha un appeal straordinario perché gli Stati Uniti sono un traino straordinario, mentre prima era molto difficile entrarci. Ci sono dei piloti giovani straordinari e fantastici, gente che ormai comunica con i media in modo diverso. Ci sono campioni straordinari come Max Verstappen, come Hamilton, come Russell, un gruppo di giovani fantastici. E un gruppo di meno giovani come Fernando Alonso che, l’ho visto ieri, pesa 60 chili, e non l’ho mai visto così in forma neanche quando correva con me. Per cui la Formula 1 è spettacolo, andiamo in America e facciamo 500mila, 600mila persone”.
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    Valentino Rossi, test in vista della 24 Ore di Dubai: “Mi sono divertito”

    ROMA – Per Valentino Rossi mancano ormai pochi giorni alla 24 Ore di Dubai, primo impegno in pista di questo 2023. Il pesarese, a poco più di un anno dal suo ritiro dalla MotoGP, scenderà in pista con la BMW M4 GT3 del team WRT, che condividerà con Tim Whale, Sean Gelael, Max Hesse e Maxime Martin. “La prima giornata di test è stata molto buona – ha detto Rossi in una storia pubblicata su Instagram -. Era la prima volta che vedevo questa pista, è divertente e interessante, e ho avuto buone sensazioni con la macchina”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Rossi
    “Abbiamo fatto tante cose, anche un anche long run in cui sono stato abbastanza veloce – ha aggiunto Rossi -. Alla fine ho messo le gomme nuove e ho fatto un buonissimo giro, sono a mezzo secondo dal primo e al 6° posto. Sono contento anche perché la macchina si guida bene, bisogna ancora mettere a posto un po’ di cose ma è facile e mi sono proprio divertito”. La corsa si svolgerà tra sabato 14 e domenica 15 gennaio. LEGGI TUTTO

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    Sprint Race, i piloti preparano la rivolta

    Perlomeno irritato. Così potremmo descrivere lo stato d’animo dei piloti MotoGP, molto contrariati e poco allettati dall’imminente introduzione della Sprint Race, gara da aggiungere nella giornata del sabato al canonico Gran Premio domenicale. La rabbia dei protagonisti era esplosa nel paddock austriaco del Red Bull Ring, dove la voce è arrivata loro ancor prima di diventare notizia: promoter, Federazione e team sapevano già (quasi) tutto, chi deve montare in sella e scrivere l’Albo d’Oro assolutamente niente. Dorna. FIM e Case avevano preventivamente parlato dell’idea, tramutatasi in format che cambierà da quest’anno il volto della classe regina: basta alla singola contesa in cui giocarsi tutto, bensì il doppio delle partenze che, consultando il calendario, saliranno a quota 42. La manche “breve” ricoprirà la metà esatta della distanza programmata dalla gara classica, distribuendo 12 punti contro i classici 25, muovendo le classifiche, assegnando trofei. Assisteremo perciò al doppio spegnimento del semaforo e alla doppia bandiera a scacchi, con conseguenti parc fermé e relativi podi. Sicché s dovranno moltiplicare per due emozioni e attenzioni, altrettanto i problemi. E’ emerso un impiccio di non poco conto, legato a premi contrattuali.
    Soldi
    E’ risaputo, infatti, che i piloti ricevano denaro e bonus basati sugli ordini di arrivo: meglio ci si è piazzati, più soldi vengono incassati. Ogni singolo piazzamento ha un valore concordato a priori, che si parli di decimo posto o vittoria; ovviamente, il successo viene ripagato previe quote massime, per mezzo di tabelle le cui caselle piene di cifre somigliano a numeri scolpiti nella pietra, ovvero, irremovibili, indelebili. Appunto, ma questi numeri, considerando il raddoppio degli sforzi da sostenere, si possono ritoccare? Al momento, parrebbe di no. La per nulla gradita iniziativa, commentata a male parole praticamente all’unisono, spaventa i piloti, a causa di motivi diversi tra loro ma contestualmente legati. Un conto è affrontare un turno di prove libere, un altro una corsa vera e propria, fase in cui si mette in pista il 100% e anche oltre. In gara aumentano le difficoltà, elencabili in tensione, rischi, stress, fatica e responsabilità. Mentre nelle prove cromentrate una eventuale scivolata viene abbastanza “accettata”, in qualifica decisamente meno, in gara assolutamente no.  Chi ha caldeggiato la Sprint Race promette lo stesso numero di chilometri macinato in un normale fine settimana, però è il “come” questi chilometri verranno affrontati: con l’esigenza di ottimizzare i risultati, minimizzando gli imprevisti. Durante il Gran Premio d’Austria c’è stata poca democrazia in tal senso: il dado era ormai tratto, i vari Pecco Bagnaia («Il nostro parere dovrebbe contare») e Fabio Quartararo («Format stupido e pericoloso») hanno dovuto prenderne atto, sebbene le proteste fioccassero a mo’ di tempesta montana. Paura di farsi male, paura di non farcela, paura della novità, paura della paura stessa.
    Dopo Rossi
    Il confronto tra Carmelo Ezpeleta per conto di Dorna e i piloti è sì avvenuto, però quando ormai la modifica al palinsesto era cosa fatta. In un mondo che cambia, come accettato dalla ricchissima Formula 1 – “rivale” motorizzato tutt’ora inarrivabile in termini di audience – la proposta a due ruote deve cambiare, colmando l’uscita dell’iconico trascinatore Valentino Rossi, soddisfando il pubblico pagante, le Tv e gli addetti ai lavori. Peccato che gli unici a uscire insoddisfatti dal discorso potrebbero essere gli attori del Circus iridato, perché la questione legata al vil denaro giaceva sotto la brace tra l’estate e l’autunno, si sta scaldando in inverno, ed esploderà in primavera, quando il campionato comincerà. I manager dei piloti hanno poco tempo per arrivare al dunque assieme ai rappresentanti delle Case: ci sono o no i soldi coi quali pagare gli arrivi della Sprint Race? Sino all’epilogo stagionale 2022 di Valencia, no. I soldi non c’erano. Manca un mese al test malese di Sepang, il GP di Portimão è fissato nell’ultima settimana di marzo. Cosa succederà da oggi al Portogallo?  LEGGI TUTTO