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    F1, Aston Martin: “Investimenti e progetto serio, così abbiamo convinto Fernando Alonso”

    ROMA – Fernando Alonso si è preso ancora una volta le luci dei riflettori, accettando di passare in Aston Martin per la nuova stagione di F1. Un cambio di casacca, dopo una stagione segnata dal difficile rapporto con Alpine, che ha fatto rumore. A spiegare come è andata la trattativa è stato il team principal di Aston Martin, Mike Krack, che ai microfoni di AS ha dichiarato: “Siamo diversi dagli altri perché siamo in espansione e siamo molto seri riguardo le nostre ambizioni. Non sono solo parole al vento: stiamo costruendo una nuova sede, una nuova galleria del vento, abbiamo ingaggiato persone competenti. Ora la questione è far funzionare tutto, ma il potenziale c’è”. Elementi che pongono la scuderia di Silverstone in netta contrapposizione rispetto ai rivali, secondo Krack: “Nessuno in griglia ha effettuato l’inversione per raggiungere gli obiettivi di cui parlano. Ci sono team che dicono che vogliono arrivare a vincere in tre o cinque anni, ma cosa stanno facendo di concreto per arrivare a quell’obiettivo? Questo Fernando ce l’ha avuto chiaro fin da subito, infatti non abbiamo dovuto convincerlo: lo sapeva già”. 
    “Ecco perché Alonso è meglio di Vettel”
    “Dobbiamo evitare di diventare un team dall’enorme risalto mediatico ma con risultati insoddisfacenti in pista. Ma anche dopo l’annuncio di Alonso non abbiamo fatto proclami: non abbiamo mai detto che vinceremo o che saremo campioni del mondo – ha sottolineato Krack -. Stiamo cercando di migliorarci, vogliamo dare una macchina competitiva a Fernando, ma non abbiamo mai detto che vinceremo. A parità di macchina, lui può stare in prima fila: l’obiettivo è dargli una monoposto che glielo permetta”. Perché Alonso sarebbe un passo avanti rispetto a Vettel, secondo le dichiarazioni del team? “Seb ha vinto quattro volte il titolo mondiale, ma ha preso la decisione di ritirarsi quando Alonso ha invece scelto di continuare, e questo cambia la motiviazione della squadra. Vettel ci ha dato molto, ci ha fatto passare al livello successivo; però la fame di Alonso ci porterà ancora più in là”. Un progetto a breve termine, vista l’età di Alonso? “Se hai un pilota con questo livello di motivazione, di preparazione sia fisica che mentale, di talento ed esperienza, non credo che il tempo a disposizione sia poco. Lo abbiamo visto con Valentino Rossi”, ha concluso Krack. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Tardozzi e il consiglio a Bagnaia: “Non può pensare di vincere sempre”

    ROMA – Ducati si prepara a una nuova stagione da assoluta protagonista in MotoGP. Dopo la tripletta ottenuta nel 2022, il marchio di Borgo Panigale scenderà in pista con le stesse ambizioni e una nuova coppia formata dal campione del mondo Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini. Grande carica anche da parte di Davide Tardozzi, che ha appoggiato la scelta del suo pilota di correre con il numero 1: “E’ gratificante rivedere il numero 1 sulla Ducati – ha detto al sito ufficiale della MotoGP in occasione della presentazione della nuova Ducati -. Ce lo meritiamo, se lo merita soprattutto Pecco e se sei un campione secondo me devi avere il numero 1 in moto. Quindi penso che abbia preso la decisione giusta”.Guarda la galleryMotoGP, ecco la nuova Ducati per il campione del mondo
    Le parole di Tardozzi
     “Penso che Pecco debba ancora perfezionare alcune cose – ha poi aggiunto Tardozzi, concentrandosi su Bagnaia -. È stato perfetto in alcune gare nel 2022, ma ha commesso degli errori in alcune altre gare del Mondiale. E deve migliorare queste cose nel 2023. A volte deve accontentarsi di un posto che non è il primo. Se vuoi vincere il titolo nel 2023, devi anche accettare qualche risultato fuori dal podio. È un compito difficile finire tutte le 42 gare, ma penso che una delle chiavi del successo sarà ottenere punti ogni volta”. LEGGI TUTTO

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    Ducati Pramac, la carica di Martin: “Convinto di poter fare grandi cose”

    ROMA – Dopo la scorsa stagione in chiaroscuro, i piloti della Ducati Pramac Raing puntano a un 2023 ad alto livello in MotoGP. Il potenziale c’è, così come la classe nei due alfieri, Jorge Martin e Johann Zarco, al terzo anno insieme; quella che è mancata, semmai, è la continuità. Entrambi i piloti, infatti, sono stati vittime di cinque ritiri, e soprattutto la seconda parte di stagione li ha visti più in ombra. A margine della presentazione della nuova moto, che tra l’altro sarà la seconda Desmosedici GP23 in griglia, dopo quella della Ducati ufficiale, Martin ha dichiarato: “Non vedo l’ora di cominciare e tornare a lavorare con la mia squadra. L’anno scorso è stato un anno con diverse difficoltà ma speciale, perché mi ha aiutato a crescere. Ho grandi ambizioni e un obiettivo importante, e sono convinto che insieme al team possiamo fare grandi cose. Siamo pronti”. 
    Le parole di Zarco
    A fargli da eco è Zarco, che lo scorso anno, per un certo periodo, sembrava potersi inserire nella lotta per il titolo, salvo poi chiudere ottavo a fine stagione. “Sono molto felice di continuare qui – ha detto il 32enne francese -. Abbiamo una grande squadra, un’ottima moto e ho un buon rapporto con Jorge, quindi credo che abbiamo tutte le componenti per fare una grande stagione e, chissà, per vincere una gara”. Infatti, sugli otto podi stagionali dello scorso anno, e nonostante le sette pole position totali, nessuno dei due piloti è salito sul gradino più alto, collezionando due secondi e due terzi posti a testa. Numeri che sono comunque valsi il titolo di miglior team indipendente.  LEGGI TUTTO

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    Ducati Pramac, Martin: “Siamo pronti per una grande stagione”

    ROMA – La nuova stagione di MotoGP vedrà tra i protagonisti, pronti a prendersi il palcoscenico, anche la Ducati Pramac Racing. Il potenziale c’è, così come la classe nei due alfieri, Jorge Martin e Johann Zarco, al terzo anno insieme; quella che è mancata, semmai, è la continuità. Entrambi i piloti, infatti, sono stati vittime di cinque ritiri, e soprattutto la seconda parte di stagione li ha visti più in ombra. A margine della presentazione della nuova moto, che tra l’altro sarà la seconda Desmosedici GP23 in griglia, dopo quella della Ducati ufficiale, Martin ha dichiarato: “Non vedo l’ora di cominciare e tornare a lavorare con la mia squadra. L’anno scorso è stato un anno con diverse difficoltà ma speciale, perché mi ha aiutato a crescere. Ho grandi ambizioni e un obiettivo importante, e sono convinto che insieme al team possiamo fare grandi cose. Siamo pronti”. 
    “Abbiamo tutto per fare bene”
    A fargli da eco è Zarco, che lo scorso anno, per un certo periodo, sembrava potersi inserire nella lotta per il titolo, salvo poi chiudere ottavo a fine stagione. “Sono molto felice di continuare qui – ha detto il 32enne francese -. Abbiamo una grande squadra, un’ottima moto e ho un buon rapporto con Jorge, quindi credo che abbiamo tutte le componenti per fare una grande stagione e, chissà, per vincere una gara”. Infatti, sugli otto podi stagionali dello scorso anno, e nonostante le sette pole position totali, nessuno dei due piloti è salito sul gradino più alto, collezionando due secondi e due terzi posti a testa. Numeri che sono comunque valsi il titolo di miglior team indipendente.  LEGGI TUTTO

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    Ferrari, test Fiorano: Sainz impegnato nel day-2

    ROMA – La Ferrari prosegue nel proprio lavoro di test sul circuito di Fiorano, in vista della nuova stagione di F1: in pista Carlos Sainz. Gli uomini del Cavallino Rampante sono infatti impegnati nella tre giorni sul circuito nei pressi di Maranello, e quest’oggi è stato il turno del primo dei due piloti titolari. Una giornata condizionata dalla pista bagnata e dal freddo, che hanno costretto l’iberico a girare con gomme da full wet. Il lavoro è poi proseguito nel pomeriggio in condizioni simili, per un lavoro utile a riprendere confidenza, nonostante sia stata usata la monoposto di due anni fa. 
    Leclerc in pista nell’ultimo giorno
    Come detto, Sainz è sceso in pista nel secondo giorno di test. Prima di lui era toccato a Robert Shwartzman, terzo pilota della Scuderia insieme ad Antonio Giovinazzi, mentre domani, giovedì 26 gennaio, nell’ultimo giorno di tet, sarà finalmente il turno anche di Charles Leclerc, che dopo il secondo posto nel 2022 spera di poter ambire a lottare fino alla fine per il titolo nel 2023.  LEGGI TUTTO

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    Massa: “Ferrari, ora riparti. La scelta è giusta”

    F1, Tost su Mick Schumacher: “Avrei voluto venisse da noi ma…”
    La Ferrari attraversa un momento delicato.
    «Nei miei otto anni a Maranello (2006-2013, ndr) ho visto di tutto, successi e momenti difficili. Michael (Schumacher) lottò fino all’ultimo nel 2006, Kimi (Raikkonen) vinse nel 2007, io quasi nel 2008, poi la Ferrari non è mai riuscita ad avere una macchina vincente. Le volate a fine 2010 e 2012 furono più merito di Fernando (Alonso) che della vettura. Da allora ha sofferto contro Red Bull prima, contro Mercedes poi e ora di nuovo contro Red Bull. Tra aerodinamica, motore, strategia, piloti, manca sempre qualcosa per completare l’opera».  Come se ne esce?
    «Con una squadra equilibrata e che non soffre la pressione dell’attesa. Quando arrivai, la Ferrari era più fredda di questa perché Jean Todt riusciva a renderla tale».  Dunque il nodo è il team principal?
    «Ci sono tante piccole cose che non funzionano: l’affidabilità, la strategia, gli stessi piloti. Il mio amico Charles (Leclerc) lo scorso anno ha fatto qualche errore che gli è costato punti pesanti. Alla fine un cambio di team principal ci voleva».  Perché?
    «Perché si vedeva che c’era confusione all’interno, i rapporti tra Binotto e la presidenza non erano buoni. Invece la fiducia da parte dei vertici è fondamentale. Il presidente deve sapere quel che succede in squadra, e insomma, era normale che alla fine questi errori li pagasse Mattia: molto bravo, tecnico di talento ma non è arrivato il risultato e la sua uscita non è stata una sorpresa».
    Dunque i secondi posti nel Mondiale 2022 sono stati più una sconfitta che un momento di crescita?
    «Sono quel che meritavano e anche il massimo possibile. Hanno rischiato di arrivare terzi e sarebbe stato un bel pasticcio, mentre vincere il Mondiale sarebbe stato forse impossibile anche senza errori, perché la Red Bull è cresciuta tantissimo e la sua stagione è stata praticamente perfetta». 
    F1, Massa e gli anni in Ferrari Cosa guadagna la Ferrari con Frederic Vasseur team principal?
    «Tocca aspettare per dirlo. Vasseur è capace, la scelta potrebbe funzionare ma bisogna dargli il tempo di capire la Ferrari che è molto più di una squadra: è una religione. Anche Jean Todt ha avuto bisogno di anni per unire i puntini e far venire fuori la Ferrari vincente».  Bisogna ricominciare dunque? Non ci si può aspettare il Mondiale quest’anno?
    «Con la Scuderia non si può mai dire, e da tifoso Ferrari so bene cos’è l’attesa. L’anno scorso è stato un dolore per me vederla calare dopo i quaranta punti di vantaggio dell’Australia. Avrà bisogno di un anno, forse di due? Non so, ma la mentalità è vincente».  Cosa ti aspetti dalla macchina, per così dire, di Binotto?
    «Non è la definizione giusta perché esce dal lavoro di oltre mille persone bravissime: è la macchina della Ferrari. Detto questo, mi aspetto che abbiano capito cos’ha impedito lo sviluppo della F1-75 nella seconda parte del 2022. Ma sarà un anno ancora più difficile perché non si ricomincia da zero, Red Bull è fortissima e Mercedes avrà fatto tesoro degli errori sulla W13». 
    Il tuo amico Leclerc vorrebbe essere tutelato come un primo pilota: è un diritto che deve prendersi lui di forza o gli va riconosciuto dalla Scuderia?

    «La macchina deve essere vincente e la squadra funzionante, il resto devono farlo i piloti; tanto dopo cinque-sei gare capisci chi è la punta. L’anno scorso dopo tre GP era già tutto chiaro».  Sainz sarebbe in grado di puntare al Mondiale?

    «Nel suo primo anno è stato il più bravo ma la macchina non era competitiva. Quando lo è stata, nel 2022, Charles è venuto fuori. Se farà lo stesso quest’anno, sarà difficile per Carlos ricreare la situazione del 2021».  
    Entrambi sono legati al Cavallino fino al 2024, mentre Verstappen è blindato fino al 2028: la Ferrari dovrebbe prolungare subito l’accordo con Charles?
    «Lui per me è uno dei grandi in Formula 1, un uomo-chiave come Verstappen nella Red Bull e come Hamilton lo è stato nella Mercedes. Fossi in Vasseur, ora mi dedicherei a macchina e squadra e a metà campionato gli proporrei il prolungamento».  Hamilton che insegue l’ottavo Mondiale è una bella storia, o Lewis rischia un finale di carriera in declino?
    «E’ un fenomeno, ma l’età non è un punto di forza come abbiamo visto anche con Schumacher. La sua è una bella storia: non ho niente contro Hamilton, ma l’amore per Michael mi fa sperare che mantenga il record dei sette titoli».  LEGGI TUTTO

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    Dall’Igna: “Ducati, cambia per vincere ancora”

    MADONNA DI CAMPIGLIO – Il titolo piloti della MotoGP era l’unico alloro che ancora mancava a Gigi Dall’Igna, capace di vincere in tutte le altre categorie con l’Aprilia, prima di conquistare due titoli costruttori in Ducati. Il trionfo dello scorso autunno con Pecco Bagnaia, abbinato al titolo Superbike di Alvaro Bautista, ha rappresentato l’apice, tanto che qualcuno aveva chiesto all’ingegnere veneto se sentisse di aver completato la propria missione con la Ducati. «No, quando saluterò la Casa, lascerò anche questo mondo, andrò a sciare e a passeggiare nei boschi». A Madonna di Campiglio, il direttore generale di Ducati Corse non è salito per la settimana bianca, ma per dare il via alla stagione della doppia difesa del titolo, quell’obiettivo “supremo” che genera lo stimolo giusto per proseguire. «Il doppio numero 1 sulle carene di Pecco e Alvaro è un tributo al lavoro svolto da tutti per ottenere questi grandi risultati» dice il cinquantaseienne ingegnere a capo del reparto corse che detta i trend in questa era del motociclismo, con la Desmosedici GP e la Panigale V4 R a cui si aggiunge una nuova creatura, l’elettrica V21L, pronta a debuttare nella MotoE.
    Due titoli da difendere e l’ingresso in MotoE: nel 2023 in Ducati non ci sarà il rischio di annoiarsi. «Ripetersi rappresenta la nostra sfida, perché pochi piloti e poche squadre sono state in grado di confermarsi al vertice. Siamo campioni del mondo, e di fianco all’orgoglio non deve però mancare la modestia. L’inizio di una nuova stagione è sempre un momento emozionante, questa volta lo è ancora di più».
    Ha definito il doppio numero 1 sulle moto di Bagnaia e Bautista un segno di rispetto. «L’effetto di questo numero sulle nostre moto è fantastico, ed è anche il rispetto del lavoro delle persone che ci hanno portato fin qui».
    La Superbike è la prima a scendere in pista, oggi con i test di Jerez e fra un mese con la prima tappa in Australia: la Ducati si presenta con una nuova versione della Panigale, la quattro cilindri che aveva debuttato nel 2019. «La nuova versione presenta novità a livello motoristico, per un aumento di performance».
    Considerando la potenza del motore della Panigale di Bautista, un miglioramento sembrava impossibile. «Abbiamo continuato a lavorare, mi aspetto un aumento di prestazioni importante, ma anche un miglioramento dell’affidabilità».
    La MotoGP riaccenderà i motori fra dieci giorni a Sepang, per i test, mentre il Mondiale scatterà fra due mesi: cosa cambia sulla GP23? «Ci sono novità aerodinamiche, alcune di queste le proveremo in Malesia, e non sarà una delusione se nel corso dei test dovremo scartare qualche idea che sulla carta avrebbe potuto darci migliorie. L’anno scorso ci ha insegnato che, qualche volta, restare un po’ più fermi aiuta le prestazioni».
    L’approccio all’aerodinamica della Ducati è sempre stato aggressivo, in stile Formula 1. «In passato dovevamo rincorrere, e quindi prenderci anche qualche rischio. Ora che siamo la lepre, cambia qualcosa: il livello di rischio è completamente diverso. Ma bisogna continuare l’evoluzione, mantenendo alta l’attenzione, perché le altre Case non resteranno a guardare».
    Quali saranno i principali rivali in MotoGP? «Penso che Fabio Quartararo e Marc Marquez siano i nomi principali. Quartararo ha vinto nel 2021, è stato il nostro rivale lo scorso anno e sarà ancora un osso duro. Di Marquez conosciamo le qualità e il periodo difficile che ha vissuto negli ultimi due anni e mezzo, però in questa stagione potrebbe ripresentarsi ai suoi livelli».
    Schierate i due piloti più vittoriosi del 2022: Bagnaia ha vinto sette gare, Bastianini quattro: la gestione “umana”, area nella quale la Ducati è migliorata lo scorso anno, vivrà la prova del nove con i due candidati al titolo, oltretutto connazionali, nello stesso box. «Come ho sempre detto, è un ‘problema’ che ho sempre sognato di avere: il primo e il terzo in classifica del Mondiale precedente. Sarebbe molto peggio se nel box ci fossero due piloti poco brillanti. Pecco ed Enea hanno svolto un grande lavoro nel 2022, la rivalità evidentemente esiste ma tra loro c’è il rispetto che renderà i loro confronti privi di colpi scorretti».
    La stagione 2023 è alle porte, ma sui volti degli uomini Ducati non si sono ancora spenti i sorrisi per un 2022 da incorniciare. «La soddisfazione è stata effettivamente enorme, perché abbiamo vinto tutto quello che potevamo vincere, e l’abbiamo fatto emozionando. Pensiamo al titolo MotoGP, con la rimonta di Pecco, che a metà stagione era a -91 da Quartararo, una rincorsa piena di colpi di scena che ci ricorderemo per sempre. Queste emozioni rimarranno». LEGGI TUTTO