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    MotoGP, Crutchlow: “Nel 2023 la Yamaha sarà più veloce”

    ROMA – La Yamaha arriva da una stagione complicata in MotoGP. Tra le difficoltà del team satellite e di quello ufficiale, ha brillato solo Fabio Quartararo, il cui secondo posto in seguito alla rimonta di Pecco Bagnaia lascia però l’amaro in bocca. Tante sono le critiche alla squadra arrivate dal campione del mondo 2021, ma nel 2023 le cose potrebbero essere ben diverse. Cal Crutchlow, collaudatore della casa di Iwata, vede infatti con ottimismo lo sviluppo della nuova moto: “Difficile dirlo. Abbiamo ottenuto molta più velocità massima, ma questo comporta nuovi problemi. La moto sarà più competitiva in rettilineo, Fabio non sarà più superato facilmente e forse potrà sorpassare, ma bisogna renderla più calma”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Crutchlow
    “Il motore 2022 era molto aggressivo – ha aggiunto Crutchlow -. Creava molto slittamento delle gomme e non acceleravamo bene in curva”. Poi, sull’evoluzione del team: “Rispetto a quando ho iniziato nel 2021, c’è una differenza incredibile. Spostano 27 dipendenti in ogni test, c’è un grande sforzo. Il test team lavora sempre meglio. Yamaha sta adottando un approccio più aggressivo ed è ciò di cui abbiamo bisogno”. LEGGI TUTTO

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    Le spine della direzione gara, un rebus per la Fia

    TORINO – Il nodo della direzione di gara resta tuttora difficile da sciogliere in Formula 1. Sembra un paradosso: in uno sport nel quale è tutto sotto controllo (ci sono infinite immagini, molti dati direttamente a disposizione della Fia nonché quelli delle telemetrie che i giudici di gara possono sempre acquisire), resta tuttora difficile avere un metro di giudizio costante e prevedibile per sanzionare le infrazioni dei piloti. Come se non bastasse, a ogni rilettura del codice sportivo vengono aggiunti commi e postille, che rendono farraginoso l’intero impianto e difficile la sua applicazione. L’esempio più eclatante è quello che ha riguardato il primo anno di applicazione del regolamento sul budget cap, un regolamento che ha stabilito quali fossero le possibili infrazioni, senza specificare le relative sanzioni. Un capolavoro.
    Le infrazioni minime, un guaio
    Ma il tema più scottante è quello che riguarda le infrazioni minime, di giornata, chi danneggi chi, chi meriti una penalità e chi no. Su questo fronte le polemiche sono spesso roventi e ormai è invalsa l’abitudine a tirare per la giacchetta i giudici, o con commenti via radio dei piloti (che divengono pubblici) o con mail delle squadre alla direzione (che di regola restano riservate). In passato (ma ormai si parla di molti anni fa) i piloti avevano la libertà di essere molto più “ruvidi” di adesso, mentre oggi prevale l’idea che tutto debba essere sanzionato, ogni duello debba stare all’interno delle regole .Inevitabili musi lunghi e malumori. Tanto che un Team Principal l’anno scorso definì la Fia “vendicativa”.
    Le indiscrezioni da Parigi
    Forse per questo il presidente federale Ben Sulayem, mentre stava seguendo la Dakar, è tornato sull’argomento, mandando un messaggio ben preciso si due attuali direttori di gara, il portoghese Eduardo Freitas (pressoché già accantonato) e il tedesco Nils Wittich. Si vedrà che cosa abbia in mente Ben Sulayem. Ma intanto da Place de la Concorde lasciano filtrare che si pensa di attingere al mondo del calcio, chiedendo aiuto a non meglio precisati “super esperti” che offrono le loro consulenze alla Premier League. Ma sarà davvero la strada giusta? Non resta che attende gli eventi e vedere che cosa accadrà.
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    F1, Vowles: “Williams sarà indipendente da Mercedes”

    ROMA – Non appena James Vowles è stato nominato nuovo team principal della Williams, le speculazioni riguardanti questa mossa si sono moltiplicate, soprattutto alla luce del già discusso rapporto tra la scuderia di Grove e la Mercedes. L’ex responsabile delle strategie del team di Brackley, infatti, prova subito a prendere le distanze dalle Frecce d’Argento, rivendicando la propria indipendenza. “Non saremo un team B della Mercedes, dovrò camminare con le mie gambe e gestire un team dalla grande storia”, le parole di Vowles ai microfoni della F1. Il dirigente ha poi sottolineato: “Il legame tra le due strutture esiste, ed è iniziato ben prima del mio arrivo. Ci possono essere delle analogie, ma non nella maniera in cui si è portati a pensare”. 
    Wolff: “Nostra influenza su Williams solo speculazioni”
    “James ha fatto parte del nostro viaggio in cui abbiamo messo al centro di tutto i valori del gruppo, prima delle caratteristiche della monoposto. Ma ogni team principal che lavora nel Circus difende il proprio punto di vista, con l’unico obiettivo che è quello di tutelare la propria squadra. Se dovessi chiedere a James di far diventare la Williams una sorta di mini-Mercedes, sono sicuro che il nostro rapporto terminerebbe”, è invece il commento di Toto Wolff sull’argomento. Il tedesco ha poi concluso: “Sul rapporto tra le due scuderie c’è sempre stata qualche speculazione, secondo cui, in quanto fornitori del motore alla Williams, possiamo imporre le nostre scelte. Ma non è così, e James farà le cose giuste per la squadra, e verrà giudicato per questo”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Vowles assicura: “Williams non sarà una Mercedes-B”

    ROMA – James Vowles è appena approdato in Williams, assumendo il ruolo di nuovo team principal, e subito prova a mettere le cose in chiaro. L’ex responsabile delle strategie della Mercedes, infatti, prova subito a prendere le distanze dalle Frecce d’Argento, rivendicando la propria indipendenza. “Non saremo un team B della Mercedes, dovrò camminare con le mie gambe e gestire un team dalla grande storia”, le parole di Vowles ai microfoni della F1. Il dirigente ha poi sottolineato: “Il legame tra le due strutture esiste, ed è iniziato ben prima del mio arrivo. Ci possono essere delle analogie, ma non nella maniera in cui si è portati a pensare”. 
    Il commento di Wolff
    “James ha fatto parte del nostro viaggio in cui abbiamo messo al centro di tutto i valori del gruppo, prima delle caratteristiche della monoposto. Ma ogni team principal che lavora nel Circus difende il proprio punto di vista, con l’unico obiettivo che è quello di tutelare la propria squadra. Se dovessi chiedere a James di far diventare la Williams una sorta di mini-Mercedes, sono sicuro che il nostro rapporto terminerebbe”, è invece il commento di Toto Wolff sull’argomento. Il tedesco ha poi concluso: “Sul rapporto tra le due scuderie c’è sempre stata qualche speculazione, secondo cui, in quanto fornitori del motore alla Williams, possiamo imporre le nostre scelte. Ma non è così, e James farà le cose giuste per la squadra, e verrà giudicato per questo”. 
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    MotoGP, Quartararo fiducioso: “Il 2023 sarà più facile”

    ROMA – Il 2022 in MotoGP non è certo stato l’anno di Fabio Quartararo: non tanto per non essere riuscito a difendere il titolo della stagione precedente, quanto per le difficoltà palesate. Il pilota francese, infatti, ha chiuso una stagione nel complesso negativa, acuita dalle difficoltà della sua Yamaha, soprattutto dopo aver avuto l’occasione di poter gestire un vantaggio di 91 punti dopo dieci gare. Ad ogni modo, a 23 anni ha già maturato un’esperienza invidiabile, confermandosi negli anni uno dei piloti più talentuosi del panorama a due ruote. Per questo, un paragone con Valentino Rossi appare inevitabile, anche se Quartararo non ne vuole sentire parlare. In un’intervista rilasciata a Motorsport-Magazin.com, infatti, il transalpino ha dichiarato: “Spero di non essere ancora qui a gareggiare, tra 20 anni. Non mi interessa inseguire i record, quello che conta è vincere. Voglio essere al top, lottare per la posizione migliore possibile. Se in questo modo arriverò a far segnare nuovi record, non è importante”. 
    Il testa a testa con Bagnaia
    La stagione che comincerà tra un paio di mesi vedrà Quartararo non più nel ruolo di campione in carica, ma anzi come pilota che lotterà per tornare a vincere. Un cambio di dinamica che non spaventa il pilota Yamaha, che nell’ottica di un confronto con Bagnaia sottolinea: “Penso che sarà più facile quest’anno che lo scorso. Non ci sarà un titolo da difendere. Anzi, la vedo così: quando comincia una nuova stagione, il campionato passato non conta più. È il passato, è come se partissi di nuovo con zero titoli. Per cui non difendo niente, ma parto all’attacco verso il titolo. Ma è innegabile che la vittoria del 2021 ha alzato la pressione nei miei confronti. Diventare il campione è il sogno di tutti, ma non è per tutti. Io ce l’ho fatta e punto a ripetermi”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Quartararo “snobba” Valentino Rossi: “Non mi interessa fare come lui”

    ROMA – Fabio Quartararo è stato il grande sconfitto del 2022, anno in cui aveva il peso di dover provare a difendere il titolo conquistato l’anno prima in MotoGP. Il pilota francese, però, ha chiuso una stagione nel complesso negativa, acuita dalle difficoltà della sua Yamaha, soprattutto dopo aver avuto l’occasione di poter gestire un vantaggio di 91 punti dopo dieci gare. Ad ogni modo, a 23 anni ha già maturato un’esperienza invidiabile, confermandosi negli anni uno dei piloti più talentuosi del panorama a due ruote. Per questo, un paragone con Valentino Rossi appare inevitabile, anche se Quartararo non ne vuole sentire parlare. In un’intervista rilasciata a Motorsport-Magazin.com, infatti, il transalpino ha dichiarato: “Spero di non essere ancora qui a gareggiare, tra 20 anni. Non mi interessa inseguire i record, quello che conta è vincere. Voglio essere al top, lottare per la posizione migliore possibile. Se in questo modo arriverò a far segnare nuovi record, non è importante”. 
    Le aspettative per il 2023
    La stagione che comincerà tra un paio di mesi vedrà Quartararo non più nel ruolo di campione in carica, ma anzi come pilota che lotterà per tornare a vincere. Un cambio di dinamica che non spaventa il pilota Yamaha, che nell’ottica di un confronto con Bagnaia sottolinea: “Penso che sarà più facile quest’anno che lo scorso. Non ci sarà un titolo da difendere. Anzi, la vedo così: quando comincia una nuova stagione, il campionato passato non conta più. È il passato, è come se partissi di nuovo con zero titoli. Per cui non difendo niente, ma parto all’attacco verso il titolo. Ma è innegabile che la vittoria del 2021 ha alzato la pressione nei miei confronti. Diventare il campione è il sogno di tutti, ma non è per tutti. Io ce l’ho fatta e punto a ripetermi”.  LEGGI TUTTO

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    Ducati, i 26 anni di Bagnaia: dagli esordi al titolo MotoGP

    ROMA – Francesco Bagnaia compie 26 anni, e lo fa dopo aver riscritto la storia della MotoGP e di tutto il motorsport italiano, dopo lo strabiliante 2022 in sella alla Ducati. Il pilota torinese ha vissuto un anno forse irripetibile per le emozioni che ha vissuto e che ha fatto vivere a tutti i tifosi della scuderia di Borgo Panigale, non solo riportandola sul tetto del mondo, ma interrompendo il digiuno di 50 anni dall’ultima volta in cui un pilota italiano aveva vinto su moto italiana. Una carriera che ha vissuto ovviamente momenti di alti e bassi, di inevitabili difficoltà, ma con il suo talento come comune denominatore. Ecco quindi i momenti salienti delle dieci stagioni di Bagnaia nel motomondiale, in attesa di scoprire se riuscirà nel clamoroso bis nel 2023. 
    Gli anni in Moto3
    Pecco fa il suo esordio in Moto3 nel 2013, in sella alla FTR M313 del Team San Carlo, chiudendo però la stagione senza punti. Punti che arrivano, invece, l’anno successivo, in sella alla KTM del neonato SKY Racing Team VR46, ma è tra il 2015 e il 2016 che cominciano ad arrivare i primi veri risultati importanti, con il passaggio alla Mahindra. Arrivano i primi podi e la prima vittoria, ad Assen, bissata da quella in Malesia che gli permette di chiudere il mondiale del 2016 in quarta posizione. Risultati che gli valgono il passaggio di categoria.

    Bagnaia in Moto2: il primo titolo mondiale
    Nel 2017, infatti, viene richiamato dallo SKY Racing Team VR46, centrando tre podi nella sua stagione da rookie, e chiudendo al quinto posto nella classifica finale. Un risultato che gli permette di presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2018 tra i favoriti per la vittoria finale, e così sarà: otto vittorie per 12 podi totali segnano la sua straordinaria stagione, con il terzo posto a Sepang che gli permette di vincere il suo primo titolo iridato con una gara d’anticipo. 

    L’approdo in MotoGP: dalle prime difficoltà all’apoteosi del 2022
    Il 2019 è quindi l’anno del salto nella classe regina, in sella alla Ducati Pramac. Inizia un biennio complicato dato dal difficile adattamento alla nuova moto: una lunga serie di cadute ed errori tormentano Bagnaia, che sarà costretto anche a saltare qualche appuntamento a causa di una caduta nelle prove di Valencia, prima, e in quelle di Brno, poi. Ma arrivano anche sprazzi di luce, come il quarto posto in Australia nel 2019 dopo essere partito quindicesimo, e il suo primo podio in MotoGP a Misano l’anno seguente, con il secondo posto dietro a Morbidelli.
    Nel 2021, la chiamata della Ducati ufficiale: con quattro vittorie nella seconda parte di stagione, inizia il dualismo con Fabio Quartararo, che però si impone con 26 punti di vantaggio su Bagnaia, che paga i pesanti ritiri proprio nei circuiti di casa, al Mugello e a Misano. Sarà il 2022 l’anno che iscrive Bagnaia nella storia, nonostante un avvio molto complicato: i quattro ritiri nelle prime dieci gara pesano come un macigno, e Quartararo scappa a 91 punti di stagione. Il campionato cambia faccia, però, nella seconda metà dell’anno: Quartararo non vince più e anzi colleziona tre ritiri a cui si aggiunge il 17esimo posto in Indonesia; Bagnaia, invece, rimonta punto su punto, salendo sul gradino più alto del podio in cinque occasioni, guadagnandosi la possibilità di gestire la situazione a Valencia, dove chiuderà nono dando il via alla festa Ducati.  LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari annuncia Haran Automotive come nuovo sponsor

    ROMA – Haran Automotive entra nel mondo Ferrari come nuovo sponsor in vista della nuova stagione di F1, e in virtù di un contratto pluriennale. Si tratta di “una società di tecnologie elettroniche avanzate, filiale di Samsung Electronics, focalizzata sulla customer experience in campo automobilistico”, che avrà lo “scopo di portare sul mercato un’esperienza in abitacolo di ultima generazione”, come si legge nel comunicato diffuso dalla scuderia di Maranello. “La partnership che incomincia oggi unisce due marchi noti per la loro eccellenza e per la capacità di portare al limite i confini della tecnologia e dell’innovazione. Non vediamo l’ora di lavorare con Harman per sviluppare il nostro concetto di esperienza in abitacolo e offrire ai nostri clienti una sensazione di guida senza pari”, il primo commento del CEO Ferrari Bendetto Vigna. 
    La risposta dopo il caso Velas e Snapdragon
    Si tratta del secondo team partner annunciato in poche ore, visto che il 12 gennaio era stato sottoscritto l’accordo con Genesys, altra azienda che tratta soluzioni di customer experience, focalizzandosi sull’interazione tra il marchio e il cliente. Gli annunci di Haran Automotive e Genesys come nuovi partner commerciali è una prima risposta alla situazione legata ai due sponsor persi, ovvero Velas e Snapdragon.  LEGGI TUTTO