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    Europei ciclismo su pista, Italia d’oro nell’inseguimento femminile

    Italia subito protagonista agli Europei di ciclismo su pista, in corso ad Apeldoorn (Olanda). Una rassegna iniziata con due medaglie per i quartetti azzurri nell’inseguimento: la più importante la conquista il quartetto femminile che dopo sette anni è tornato a vincere la medaglia d’oro. Elisa Balsamo, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini e Letizia Paternoster hanno vinto la finale contro la Gran Bretagna, campionesse del mondo in carica ma orfane di Katie Archibald, chiudendo in 4’12”551 con più di tre secondi di vantaggio sulle avversarie. Una prestazione perfetta delle azzurre in una gara mai in discussione. Medaglia di bronzo, invece, alla Germania che ha superato l’Irlanda nella finale per il 3° posto. 

    Uomini di bronzo senza Ganna
    Nell’inseguimento maschile, invece, è arrivata una medaglia di bronzo. Senza Filippo Ganna, in Australia con la Ineos Grenadiers per i primi impegni della stagione su strada, il quartetto composto da Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Davide Boscaro ha vinto la “finalina” contro la Germania con il tempo di 3’49”975, dando più di 2 secondi agli avversari. Medaglia d’oro alla Gran Bretagna davanti alla Danimarca.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il ritorno di Polti con Basso e Contador

    Al Principe di Savoia di Milano si è svolta la presentazione del Team Polit-Kometa. Un grande ritorno di una delle grandi famiglie del ciclismo, con un passaggio di consegne tra Franco e Francesca Polti. Ospiti tanti campioni del passato e i giovani talenti guidati da Ivan Basso e Alberto Contador

    Un grande passato e le sfide del futuro. Se per Franco Polti fu l’incontro con il mitico Zandegù a segnare l’ingresso nel mondo del ciclismo, per la figlia Francesca (ora a guida dell’azienda) è stato un scambio di idee e progetti con Ivan Basso. Polti torna nel ciclismo, e già questa è una bella notizia. Lo fa con il progetto di Ivan Basso e Alberto Contador (due che non sembrano mai scesi dalla bici per quanto sono ancora in forma da corsa). Due campioni che, in questo ciclismo dominato da squadroni e budget fuori portata, hanno scelto la strada dell’innovazione, della scoperta dei talenti e della valorizzazione dei giovani (strada che ha portato anche a belle vittorie in passato, vedi Fortunato sullo Zoncolan e Davide Bais al Gran Sasso). Così al Principe di Savoia è andata in scena una emozionante serata tra un passato glorioso e un futuro tutto da scrivere. La Polti-Kometa si prepara a vivere la stagione alle porte con lo stesso entusiasmo che ha guidato in questi anni la coppia Basso-Contador. E con la stessa promessa di sorprendere. Il Team Polti Kometa è composto da giovani talenti come Davide Bais, che ha già dimostrato il suo valore vincendo una tappa al Giro d’Italia nella scorsa stagione e che si propone l’ambizioso obiettivo di cogliere opportunità significative nel 2024. Altra promessa è Davide Piganzoli, che può esprimere tutto il suo potenziale nel 2024, nel pieno della sua maturità; con loro gli spagnoli Alex Martin e Fernando Tercero che, dopo i successi nelle categorie giovanili, sono ora pronti al salto di qualità. L’arrivo di Matteo Fabbro, infine, testimonia come atleti con esperienza nel WorldTour possano trovare una nuova dimensione e valorizzazione in una squadra professionale che mette in primo piano l’individuo. La squadra è guidata dal capitano Mirco Maestri che, oltre alle sue abilità come corridore, si distingue per la capacità di mantenere coeso il gruppo, valorizzando ciascun membro con l’esempio della sua determinazione quotidiana. L’obiettivo è partecipare a gare importanti, con l’inizio nelle prossime settimane in Spagna e la competizione a Laigueglia alla fine di febbraio, sicuri di possedere le qualità sportive necessarie per partecipare agli eventi chiave nel calendario italiano da marzo in poi.

    Team Polti Kometa

    Una serata tra passato e futuro
    Una serata che, oltre alla presentazione della squadra, ha visto un vero e proprio passaggio di consegne tra i campioni del Team Polti degli anni ’90 e i giovani talenti del nuovo team. E un passaggio di maglie tra Franco Polti e Francesca, la figlia ora alla guida del gruppo industriale lombardo. Quando Pier Augusto Stagi, chiamato a presentare la serata, invita sul palco Gianni Bugno, Mauro Gianetti, Giuseppe Guerini, Fabrizio Guidi, Ivan Gotti, Mirko Celestino si spalancano le porte della memoria di un passato fatto di tante vittorie e imprese. Racconti di gare vinte (a partire dal Giro delle Fiandre del ’94 vinto da Bugno con il brivido del fotofinish, per chiudere con il Giro vinto da Gotti nel ’99) e anche lo spassoso racconto di Gianluigi Stanga (Ds del team Polti negli anni ’90) sul suo rapporto con il patron della squadra, sempre esigente e in molte scelte visionario (come quando prese in squadra un certo Virenque). Franco Polti rievoca quel passato, a partire da quella chiamata di Zandegù (a cui il pubblico presente tributa un doveroso omaggio) fino alle tante vittorie di quel team che ha contribuito eccome a fare la storia del ciclismo italiano.

    Chiappucci, Moser e Indurain ospiti d’onore
    Serata ancora di più impreziosita dalla presenza di super campioni del calibro di Francesco Moser, Miguel Indurain e Claudio Chiappucci. Stuzzicati dalle domande di Stagi, Chiappucci e Indurain si sono dati “duello” con il loro solito stile: il Diablo con il suo carattere guascone all’attacco di Miguel, che risponde sempre con lo stile serafico che lo contraddistingueva in sella, senza mai scomporsi. Uno spassoso duello dialettico nel ricordo di momenti storici del ciclismo, con lo spagnolo che primeggiava al Tour e al Giro e i due alfieri italiani, Bugno e Chiappucci, che provarono in ogni modo a superarlo, dando vita a giornate epiche (come la tappa del Sestriere al Tour del 92, vinta da Chiappucci dopo una fuga che resta nelle pagine più mitiche di questo sport). E, infine, come non omaggiare un campione come Moser, che a breve festeggerà i 40 anni di quel record dell’ora, 51,151 km che è diventato anche l’etichetta del suo vino.

    La sfida del futuro
    Passato glorioso e un futuro tutto da scrivere. Il ritorno nel ciclismo della famiglia Polti è un gran bel segnale, lo sottolinea anche il Ct azzurro Bennati, che spera sia d’esempio anche per altri per rilanciare il vivaio del ciclismo italiano. A fianco di Kometa, che conferma il suo impegno nel team, rappresentata da Giacomo Pedranzini che sottolinea: “Noi siamo agricoltori di montagna e per questo condividiamo con i corridori il concetto della fatica”. E’ il momento dello scambio delle maglie e del passaggio di testimone. Franco Polti con la maglia storica del team e Francesca con la nuova divisa. Ed è Francesca Polti a disegnare la traiettoria del futuro, citando uno dei più grandi imprenditori e visionari della storia italiana, Olivetti: “Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”. Concetti che sono di casa per Basso e Contador, due corridori che sanno cosa vuol dire cadere e rialzarsi e che hanno una passione genuina per il loro mondo. Due campioni, soprattutto, che sanno come tirare fuori il meglio dal talento dei giovani che hanno scelto per comporre la squadra.

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    il calendario
    Sanremo, Giro, Tour e Giochi: il 2024 del ciclismo

    Ancora poche settimane e i fenomeni del pedale tornano in strada per una nuova stagione. Le Classiche monumento si aprono, come di consueto, a marzo con la Milano-Sanremo. Poi il Giro d’Italia, il Tour de France con la partenza da Firenze e infine il clou con le prove olimpiche di Parigi. Ecco il calendario completo delle gare UCI del 2024

    GENNAIO 

    16-21 Gennaio: Santos Tour Down Under (Australia)
    28 Gennaio: Cadel Evans Great Ocean Road Race (Australia)

    FEBBRAIO

    19-25 Febbraio: UAE Tour 
    24 Febbraio: Omloop Nieuwsblad Elite (Belgio)

    MARZO

    2 Marzo: Strade Bianche (Italia)
    3-10 Marzo: Paris-Nice (Francia)
    4-10 Marzo: Tirreno-Adriatico (Italia)
    16 Marzo: Milano-Sanremo (Italia)
    18-24 Marzo: Volta Ciclista a Catalunya (Spagna)
    20 Marzo: Classic Brugge-De Panne (Belgio)
    22 Marzo: E3 Saxo Classic (Belgio)
    24 Marzo: Gent-Wevelgem in Flanders Fields (Belgio)
    27 Marzo: Dwars door Vlaanderen – A travers la Flandre (Belgio)
    31 Marzo: Ronde van Vlaanderen – Tour des Flandres (Belgio)

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    Ciclismo, Evenepoel correrà il Tour de France. Alaphilippe sarà al Giro d’Italia

    Al Tour de France 2024 (29 giugno-21 luglio), la Soudal-Quick Step punterà tutto su Remco Evenepoel, che prenderà il via per la prima volta alla ‘Grande Boucle’. L’annuncio è stato fatto oggi nel corso della presentazione dei programmi della squadra di cui fa parte anche il due volte campione del mondo Julien Alaphilippe. E a proposito di quest’ultimo, il ds Patrick Lefevere non ha escluso la partecipazione al Tour, pur definendola improbabile, mentre invece è certa la presenza dell’ex iridato francese al Giro d’Italia (4-26 maggio), “che si adatta meglio alle sue caratteristiche di  corridore ‘impulsivo'”, ha spiegato Lefevere.  Quanto a Evenepoel, campione del mondo in linea nel 2022 e a cronometro nel 2023, debutterà a febbraio in Portogallo (Figueira Classic e Volta ao Algarve). A marzo correrà invece la Parigi-Nizza, mentre ad aprile si cimenterà al Giro dei Paesi Baschi prima del trittico che comprende Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi (che ha già vinto due volte). Il belga correrà poi il Delfinato come ‘avvicinamento’ al Tour. A seguire l’Olimpiade di Parigi 2024 e i Mondiali a Zurigo, in entrambi i casi sia in linea che contro il tempo. LEGGI TUTTO

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    Red Bull entra nel ciclismo: acquisito il 51% della Bora–hansgrohe

    La Red Bull entra in gruppo e lo fa acquisendo il 51% della Bora-hansgrohe, squadra tedesca che dal prossimo anno vedrà tra le proprie file Primoz Roglic, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Il colosso austriaco intende dunque ampliare il suo portafoglio sportivo: dopo Formula 1, MotoGP, calcio, hockey, sport estremi, ora anche il ciclismo. Red Bull ha registrato presso le autorità austriache l’acquisizione del 51% di RD Pro Cycling e RD Beteiligungs, le società di Ralph Denk, general manager della squadra che è stata, tra gli altri, quella di Peter Sagan. L’Autorità per la Concorrenza austriaca ha comunicato che il passaggio definitivo delle quote avverrà il 26 gennaio: fino ad allora, il team non rilascerà alcuna comunicazione. 

    Red Bull-Bora, il comunicato del team
    “La Red Bull intende ampliare il proprio coinvolgimento nel ciclismo su strada e punta a una partnership con BORA – hansgrohe – si legge nella nota -. Diventando partner della società operativa del team manager Ralph Denk, la Red Bull si impegna a integrare il portafoglio del team di sponsor principali a lungo termine esistenti, che rimarranno a lungo termine. La progettata joint venture è stata notificata all’autorità antitrust competente. Chiediamo la vostra comprensione e non commenteremo ulteriormente la prevista joint venture, poiché non desideriamo anticipare la revisione in corso da parte dell’autorità antitrust austriaca”. LEGGI TUTTO

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    Rohan Dennis, nuovi dettagli sulla morte della moglie. Le ultime news sulle indagini

    Sono ancora in corso le indagini sulla morte di Melissa Hoskins, ciclista australiana (oro mondiale nel 2015 nell’inseguimento a squadre) e moglie di Rohan Dennis. Il corridore è indagato per aver investito volontariamente con il suo pick up la donna, morta poi in ospedale in seguito alle ferite riportate nell’impatto e nel trascinamento. Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, rese pubbliche dal media australiano “7 News Channel”, la polizia ipotizza che la donna si sarebbe messa sul cofano dell’auto nel tentativo disperato di non far partire il marito, venendo poi travolta e trascinata dal furgone guidato da Rohan Dennis. L’australiano (due volte campione del mondo a cronometro) è indagato per aver investito volontariamente la moglie, madre dei suoi due figli, e al momento è libero su cauzione e dovrà presentarsi davanti al giudice il prossimo marzo per rispondere alle accuse di omicidio stradale volontario. Nel frattempo le autorità australiane hanno chiesto a chiunque disponga di informazioni utili di fornirle agli investigatori, per chiarire al meglio quanto accaduto nella tragica giornata di sabato. LEGGI TUTTO

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    Rohan Dennis fermato con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins

    Rohan Dennis, campione australiano di ciclismo ritiratosi quest’anno, è stato fermato ad Adelaide con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins, 32 anni. Secondo una prima ricostruzione dei media australiani, l’ex corridore 33enne avrebbe investito la donna con un furgone. Per gli inquirenti il gesto sarebbe volontario, avendo accelerato prima di travolgere la moglie. L’incidente è avvenuto in un quartiere a nord di Adelaide, dove la coppia viveva. La Hoskins è morta in ospedale a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto. Dopo essere stato fermato, Dennis è stato rilasciato su cauzione: dovrà comparire davanti alla Magistrates Court di Adelaide il prossimo 13 marzo.

    Chi è Rohan Dennis: la carriera
    Rohan Dennis ha corso con Bmc, Ineos, Bahrain e Jumbo-Visma. Due volte campione del mondo a cronometro, è stato un grande specialista delle prove contro il tempo: in carriera ha vinto anche due medaglie olimpiche (argento a Londra 2012 e bronzo a Tokyo 2020). Lo scorso febbraio aveva annunciato il ritiro al termine della stagione 2023 dopo 33 vittorie complessive. Anche la moglie uccisa, Melissa Hoskins, era stata una ciclista di successo: aveva vinto l’oro nel quartetto dell’inseguimento su pista ai Mondiali del 2015.

    L’ultimo post sui social a Natale
    Sulla pagina Instagram di Rohan Dennis l’ultimo post risale al giorno di Natale: nella foto è ritratto l’ex ciclista insieme alla moglie Melissa Hoskins e ai due figli. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il calendario UCI 2024: gare e date

    Ancora poche settimane e i fenomeni del pedale tornano in strada per una nuova stagione. Le Classiche monumento si aprono, come di consueto, a marzo con la Milano-Sanremo. Poi il Giro d’Italia, il Tour de France con la partenza da Firenze e infine il clou con le prove olimpiche di Parigi. Ecco il calendario completo delle gare UCI del 2024 LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il 2024 sarà una lotta tra fenomeni: divertimento assicurato

    Il 2024 promette grandi sfide e tanto divertimento per gli appassionati di ciclismo: con una “generazione di fenomeni” lo spettacolo è assicutato. Pogacar tenterà l’impresa di conquistare la doppietta Giro-Tour (l’ultimo a riuscirci Pantani nel 1998), Vingegaard permettendo. Van der Poel e Van Aert sono pronti a gareggiare uno contro l’altro su ogni tipo di percorso. E gli italiani? Ecco l’anno che ci attende.

    E’ un ciclismo divertente, con grandi interpreti e vere rivalità, con poca Italia, purtroppo, e con l’Olimpiade di Parigi che condizionerà qualche scelta. Mathieu van der Poel, il più forte lo scorso anno, Sanremo-Roubaix-Mondiale nel palmares personale del 2023, partirà dal ciclocross, col mondiale di Tabor, primi di febbraio, in Repubblica Ceca per rimettersi addosso la prima maglia iridata. Poi classiche, pietrose soprattutto, tour e Parigi…strada o mountain-bike? Entrambe, ça va sans dire. Anche perché nel fuoristrada olimpico ci sono Pidcock e il brutto ricordo di un ostacolo a Tokyo non segnalato che lo aveva messo ko. Il suo avversario Van Aert seguirà la stessa strada, senza mountain bike e col Giro al posto del Tour. Una bella scommessa, con libertà di agire e di vedere in un percorso montagnoso solo nell’ultima settimana, dove potrà arrivare. Basta vederlo tirare e tirare per chilometri e chilometri, con la stoffa del super campione, il lavoro da gregario e una faccia un po’ così, mai proprio contenta. 

    ©Getty

    Pogacar per la storia, ma Vingegaard…
    Già la super-squadra, Visma, con Vingegaard dedicato, da doppio campione in carica, alla maglia gialla e alle salite francesi, oltre che alle corse a tappe brevi, con Kuss che tornerà a fare il coequipier, e senza Roglic, imprigionato alla Vuelta nel gioco di squadra, andato alla Bora. Per lui Giro di Francia dopo aver vinto quello d’Italia. E naturalmente Olimpiade: oro a Tokyo nella cronometro da difendere. Vingegaard è fortissimo, scalatore super, meno capace, per quanto conti, di comunicare, di essere il protagonista che ti trascina, ti entusiasma. Quello si chiama Pogacar, anche quando si fa battere dal danese. Tadej può prendersi tutto,  da inizio a fine stagione, sarà al via del Giro d’Italia prima del Tour. Accontentando così l’anima italiana (e ticinese…Gianetti) della sua squadra, i tifosi, la sensazione che l’accoppiata si possa fare, 25 anni dopo Pantani, farebbe la felicità di statistiche ed albi d’oro. Forse un Pogacar, con tutto il rispetto dell’aura “rosa” e degli avversari, all’80% in Italia potrebbe bastare per portare a casa la prima delle due corse. Certo a Parigi, al di là del giallo, ci sono 2 medaglie d’oro, strada e crono che possono essere sue. La certezza è la sua “leggerezza”, il piacere di pedalare, l’amore per la bici e le corse, l’idea che trasmette di divertirsi. In un’epoca di forzati dello sport, in generale, non solo ciclismo, è un messaggio straordinario. 

    ©Getty

    Attenti a Remco
    Tra i grandi del momento c’è sicuramente Remco Evenepoel che, pur avendo vinto una Vuelta, non sembra al livello di Vingegaard e Pogacar nelle corse a tappe. Il Tour è un’incognita per lui, la sua testardaggine nel voler essere il più forte, il numero uno, di migliorarsi sempre può portarlo dappertutto, anche se Ardenne, crono e classiche senza pietre sembrano essere il suo terreno. Quando sta bene vuole stravincere, quasi umiliare gli avversari, ma deve imparare a usare di più la tattica, a non farsi troppi nemici in gruppo. Due ori lo aspettano, Parigi e Zurigo, cronometro olimpica e mondiale…Anzi speriamo di no, visto che Filippo Ganna ha gli stessi obiettivi. 

    Le speranze italiane, a partire da “Top” Ganna
    A proposito Pippo ha dimostrato di essere uomo forte a Sanremo e Roubaix, più consapevole delle sue possibilità nelle corse in linea e alla Ineos possono puntare su di lui. Resta un tranquillone da divano, con un nome che sa di storia e un carattere riservato lontano dalle corse. In casa Ineos ha un altro avversario olimpico e mondiale, tanto per ripeterci, in Joshua Tarling, 20 anni il prossimo febbraio. Fra i nostri dobbiamo seguire con attenzione la crescita di Andrea Bagioli, che lascerà la Soudal-Quick Step per andare, con un bel triennale, alla Lidl Trek, autore di un bel finale di stagione. Gianni Moscon si gioca l’ultimissima chance: proprio alla Soudal Quick Step il trattore di Cles ha la possibilità di prendersi una corsa “vera”, di quelle che pesano. Filippo Zana è molto considerato alla australiana Jayco, va bene su ogni tipo di terreno, e Simone Velasco col tricolore addosso può cercare di essere protagonista, del resto  la sua maglia la individui subito, ti fa riconoscere…Giulio Ciccone si è rilanciato, anche cromaticamente, per il discorso appena fatto, con i pois del Tour, adesso deve concentrarsi sulle tappe e dimenticare la classifica generale. Tiberi, inseguito dall’incubo del gatto a cui ha sparato, ha bisogno che ci si dimentichi del “fattaccio” di San Marino, cosa fattibile quando vinci e vai forte. Velocisti? Troppo facile, Philipsen, che potrebbe però anche essere uno da classiche. Mondiali di Zurigo? Si torna al programma di fine settembre, con gente che uscirà bene dalla Vuelta. Una sorpresa? L’ottavo della Vuelta: Cian Uijtdebroeks. Che per il momento resta il ventenne belga della Bora…Inutile spiegare perché. Se volete pronunciarvi su di lui fate voi.

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