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    Nba, notte “Magic” per Herro: Miami batte Boston in gara-4 ed è a un passo dalla finale

    ORLANDO (Florida) – Tiyler Herro ha appena 20 anni ma potrebbe aver già giocato la sua miglior partita della vita. La finale della Eastern Conference pende sempre più dalla parte di Miami, che nella bolla di Orlando piega 112-109 Boston in gara 4 e si porta sul 3-1, a un passo dall’ultimo atto che vale l’Anello. Protagonista assoluto la giovanissima guardia-ala originaria di Milwaukee: 37 punti, 6 rimbalzi e 3 assist. È la miglior prestazione di sempre per un rookie degli Heat ai play-off Nba: ad oggi il record apparteneva a Dwyane Wade con 27 punti nel 2004, Herro ne ha messi a segno 17 nel solo quarto quarto. Altra curiosità: solo un altro ventenne ha fatto meglio di lui in post-season, Magic Johnson in maglia Lakers con 42 punti in gara 6 delle Finals 1980. “È competitivo ma umile, ha fiducia, ha un coraggio fuori dal comune”, lo elogia coach Spoelstra. 
    Nba, buona partenza per Miami: vittoria su Boston in gara-1 Ma è tutta Miami a funzionare: 24 punti per Butler, 22 per Dragic, 20 punti e 12 rimbalzi per Adebayo, alle prese poi con un problema alla spalla che però non preoccupa. Boston si ritrova ora con le spalle al muro, nonostante un Jayson Tatum che sigla tutti i suoi 28 punti nel secondo tempo, trascinando i Celtics dal -12 al +1 prima del controbreak Heat che ribalta ancora la partita. A 16″ dalla fine la tripla di Brown riporta comunque Boston a un possesso di distanza (107-104), poi l’ennesimo capolavoro di Herro e il libero di Butler a 1″1 dalla sirena che sentenziano la sfida. “Sono rimasto a zero per tutto il primo tempo e questo è inaccettabile, so di dover giocare meglio”, fa autocritica Tatum. Per Boston in doppia cifra anche Jaylen Brown (21 punti), Kemba Walker (20 pt), Gordon Hayward (14 punti) e Marcus Smart (10 punti e 11 assist). Venerdì notte c’è gara 5: Heat a un passo dal sogno, i Celtics non possono più sbagliare. (in collaborazione con Italpress)
    Nba, il quadro dei playoff
    Questo il quadro dei play-off Nba in programma al Walt Disney World Resort di Orlando:
    EASTERN CONFERENCE
    I TURNO
    MILWAUKEE BUCKS – Orlando Magic —– (4-1)
    Indiana Pacers – MIAMI HEAT —– (0-4)
    BOSTON CELTICS – Philadelphia 76ers —– (4-0)
    TORONTO RAPTORS – Brooklyn Nets —– (4-0)
    SEMIFINALI
    Toronto Raptors – BOSTON CELTICS —– (3-4)
    Milwaukee Bucks – MIAMI HEAT —– (1-4)
    FINALE
    Boston Celtics – Miami Heat (1-3)
    WESTERN CONFERENCE
    I TURNO
    LOS ANGELES LAKERS – Portland Trail Blazers —– (4-1)
    HOUSTON ROCKETS – Oklahoma City Thunder —– (4-3)
    DENVER NUGGETS – Utah Jazz —– (4-3)
    LOS ANGELES CLIPPERS – Dallas Mavericks —– (4-2)
    SEMIFINALI
    LOS ANGELES LAKERS – Houston Rockets —– (4-1)
    Los Angeles Clippers – DENVER NUGGETS —– (3-4)
    FINALE
    Los Angeles Lakers – Denver Nuggets (2-1)
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    LBA 2020/2021, domani a Milano la presentazione

    MILANO – L’Assemblea della Lega Basket Serie A ci sarà domani giovedì 24 settembre alle 11.30 al The Westin Palace a Milano in Piazza della Repubblica. Al termine della riunione, il presidente della LBA Umberto Gandini terrà alle 13.00 la conferenza stampa di presentazione del campionato 2020/2021. LEGGI TUTTO

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    LBA, domani a Milano la presentazione del campionato

    MILANO – Domani, giovedì 24 settembre alle 11.30, al The Westin Palace di Milano in Piazza della Repubblica, si terrà l’assemblea della Lega Basket Serie A. Poi, dopo la riunione, il presidente della LBA Umberto Gandini terrà alle 13.00 la conferenza stampa di presentazione del campionato 2020/2021. LEGGI TUTTO

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    Nba, Chicago Bulls: è Billy Donovan il nuovo coach

    CHICAGO (STATI UNITI) – Billy Donovan, ex head coach degli Oklahoma Thunder, sarà il nuovo allenatore dei Chicago Bulls. Dopo l’esonero, lo scorso 14 agosto, di Jim Boylen, i Bulls si affidano al coach di Rockville, reduce da un ottimo secondo posto in classifica di Conference e da cinque qualificazioni consecutive ai playoff, per risanare le sorti di una squadra che nella stagione passata ha avuto non poche difficoltà. Karnisovas &Co. scelgono dunque un profilo di sicuro impatto, con l’obiettivo di dare alla piazza di Chicago un punto di riferimento su cui fondare un nuovo ciclo.Positivi i riscontri immediati, soprattutto fra le “star” del gruppo. Zach LaVine ha commentato “Wow, grande coach” attraverso i suoi social. Donovan, che ha iniziato la sua carriera vincente come head coach dell’ Università della Florida, firma un contratto di cinque anni. LEGGI TUTTO

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    Basket, Nba: Denver-Lakers 114-106, i Nuggets riaprono la serie. E Murray dà una gomitata a LeBron

    ORLANDO – Squillo d’orgoglio di Denver e serie finale riaperta. In gara-3 della Western Conference i Nuggets superano 114-106 i Lakers, giocando un match praticamente perfetto che riapre i giochi che ora vedono la franchigia di Los Angeles avanti 2-1.Murray e Grant decisiviDopo il primo quarto di sostanziale parità (29-27 per i Nuggets), Denver allunga le mani sulla gara nel secondo periodo e da lì fa gara di testa arrivando ad avere anche 20 punti di vantaggio sui Lakers (il peggior deficit mai fatto registrare in tutti i playoff da LA). Poi però sei palle perse consecutive e i recuperi difensivi di Rajon Rondo lanciano il parziale di 19-2 dei californiani che si riportano anche a -2 nei minuti finali. A chiuderla ci pensa un 13-8 dei Nuggets firmato da 8 punti consecutivi di Jamal Murray fino al 114-106 finale. E’ proprio il numero 27 il protagonista di gara-3, una partita che chiude a due soli rimbalzi dalla tripla doppia. Decisivi i suoi 28 punti con 10/17 al tiro e anche 4 triple a segno, ma soprattutto i suoi 12 assist, massimo in carriera per lui, oltre agli 8 rimbalzi. Il fattore X nella vittoria dei Nuggets per coach Malone si chiama però Jerami Grant: firma il suo career high ai playoff con 26 punti e un ottimo 7/11 al tiro. Ancora più significativi forse i 12 liberi conquistati (10 realizzati) in 34 minuti di grande impatto sulla partita. Non manca ovviamente il contributo della superstar della squadra, Nikola Jokic, che chiude in doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi, aggiungendoci anche 5 assist.Gomitata a Lebron JamesLeBron James chiude gara-3 con la tripla doppia numero 26 in carriera ai playoff, 4 in meno di quelle di Magic Johnson, leader all-time. È però una tripla doppia speciale anche per lui: la seconda con almeno trenta punti in questi playoff (dopo quella di gara-5 contro Portland), impresa mai riuscita a nessun Lakers (James Worthy e Jerry West ne contano una). Per l’ex Cleveland serata da 30 punti, 11 assist e 10 rimbalzi con 14/23 al tiro, che però non sono bastati a evitare la sconfitta i gialloviola. Da segnalare poi che Murray e James sono stati protagonisti di un episodio colorito a inizio ripresa. Dagli sviluppi di una rimessa laterale, il giocatore di Denver non ha esitato a colpire con il gomito in faccia l’avversario. James ovviamente non ha fatto nulla per nascondere il colpo, volando a terra e inchiodando Murray alle sue responsabilità. Gli arbitri alla fine hanno deciso di punirlo con un fallo flagrant-1 – una scelta che vede d’accordo anche lo stesso LeBron: “Ho portato un blocco e il suo gomito era alto. Onestamente, non mi sono posto il problema se il suo fosse un fallo flagrant di tipo 1 o 2, non avrei mai voluto che fosse costretto ad abbandonare il parquet. Amo la competizione, non penso lo abbia fatto di proposito”. Episodio che accende ancora di più la sfida, appuntamento ora giovedì notte italiana per gara-4. LEGGI TUTTO

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    NBA, Lakers ko e Denver riapre i giochi: serie sul 2-1

    TORINO – Denver batte i Los Angeles Lakers in gara-3 e tiene viva la finale della Western Conference dell’NBA. Jamal Murray è il protagonista del 114-106 finale grazie ai suoi 28 punti, conditi da 12 assist (massimo in carriera) e 8 rimbalzi. Ai gialloviola non basta la tripla doppia di LeBron James da 30 punti, 11 assist e 10 rimbalzi, né i 27 punti firmati da Anthony Davis. I Nuggets premono sull’acceleratore nel secondo periodo ed arrivano a toccare un vantaggio di 20 punti, ma i Lakers riescono a rimontare grazie ai recuperi di Rajon Rondo e alle palle perse di Denver fino al -2. Nei minuti finali, però, Jamal Murray decide di segnare 8 punti consecutivi e guidare il parziale di 13-8 per i Nuggets, grazie al quale riescono a trionfare 114-106 e a tenere aperta la serie, ora sul 2-1 per i californiani. LEGGI TUTTO

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    NBA, LeBron James non basta ai Lakers. Denver accorcia la serie sul 2-1

    ROMA – I playoff NBA proseguono con le finali di conference. Ad ovest, in Gara-3, Denver riesce a battere i Lakers 114-106 e ad accorciare la serie sul 2-1: protagonista della gara Jamal Murray, capace di mettere a referto 28 punti, 12 assist (massimo in carriera) e 8 rimbalzi. Alla franchigia di Los Angeles non basta uno straripante LeBron James, che firma la tripla doppia numero 26 della carriera in post season con 30 punti, 10 rimbalzi e 11 assist. I Nuggets hanno la gara in pugno già nel secondo quarto e riescono ad arrivare ad avere un vantaggio di 20 punti sugli avversari, ma i gialloviola riescono a rimontare fino al -2 nei minuti finali. Jamal Murray, però, sale in cattedra e guida Denver ad un parziale di 13-8 nel quarto periodo grazie a 8 punti consecutivi. La gara termina con il punteggio di 114-106 e i Nuggets accorciano le distanze: ora la serie è sul 2-1. LEGGI TUTTO

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    La Roma e i tanti errori regolamentari: è in buona compagnia

    Già lo 0-0 in casa del Verona non era stato esattamente il miglior modo per presentarsi per la nuova Roma targata Friedkin. Ma i nuovi proprietari americani non potevano certo immaginare che, nel giro di pochi giorni, avrebbero rimpianto quello scialbo ma tutto sommato innocuo pareggio. Non è tanto lo 0-3, che resterà comunque negli annali come il primo risultato ufficiale della Roma di Friedkin, che brucia. Quanto piuttosto il fatto che sia arrivato a tavolino per il pasticcio legato a Diawara, non certo un bel biglietto da visita per chi si appresta a farsi spazio nel gotha del calcio d’Europa.Come funzionano le listeIl regolamento, stilato dalla Lega Serie A nel 2014, prevede che le liste siano composte da un massimo di 25 giocatori Over 22, di cui almeno 4 cresciuti nel vivaio del club (almeno un triennio consecutivo tra i 15 e i 21 anni nella società, senza prestiti o cessioni) e altri 4 provenienti dalle Giovanili di qualsiasi squadra italiana (in questo caso non sono necessari i tre anni di fila nello stesso club). Non c’è invece alcun limite per i giocatori Under 22, che per la stagione in corso sono i nati nel 1998. Se una squadra non riesce ad arrivare al numero minimo di 8 giocatori cresciuti nei settori giovanili italiani, è obbligata a lasciare tanti posti liberi nella lista dei 25 quanti sono i giocatori mancanti per arrivare a 8. Di norma, sono il team manager insieme al direttore sportivo e al direttore generale a occuparsi delle liste. L’anno scorso Diawara rientrava negli Under 22, ma il cambio di “status” del guineano è passato inosservato all’interno della Roma. Il tecnico Fonseca ha schierato l’ex Bologna e Napoli al Bentegodi e quindi lo 0-3 è inevitabile. Il paradosso è che i giallorossi allo stato attuale non avevano problemi di liste, avendo ancora 4 posti liberi nei 25. La dimenticanza che ha riguardato Diawara potrà essere corretta perché le liste sono modificabili fino alla chiusura del mercato estivo (5 ottobre), ma resta la figuraccia.La lista ChampionsUn meccanismo di liste regola anche le competizioni Uefa: in questo caso, la lista A, da presentare alla chiusura del mercato estivo, può contenere fino a 25 giocatori, di cui almeno 4 cresciuti nel vivaio del club (tre stagioni nella società dai 15 ai 21 anni, anche non consecutive a differenza delle liste per la Serie A) e altri 4 provenienti da settori giovanili di squadre della stessa Federazione. C’è poi la Lista B, in cui si possono inserire in numero illimitato giocatori Under 21 che hanno avuto l’idoneità a giocare con il club per un periodo consecutivo di due stagioni dai 15 anni in su. Questa seconda lista va consegnata entro la mezzanotte della vigilia di ogni partita di Champions.Chiellini e gli occhiali di ManciniMal comune mezzo gaudio, viene da dire: di errori grossolani non ne ha fatti solo la dirigenza della Roma. Proprio poche settimane fa, alla vigilia di Italia-Bosnia di Nations League, a sorpresa capitan Chiellini partì dalla panchina anche se era dato per titolare. Perché? Per un errore nella compilazione della distinta da consegnare all’Uefa prima del match, di cui il ct Mancini non si è accorto perché, parole sue, non indossava gli occhiali al momento di controllarla. L’unico modo per risolvere le cose sarebbe stato dichiarare Acerbi infortunato, ma ciò avrebbe significato spedire il laziale in tribuna e con Chiellini senza i 90 minuti nelle gambe sarebbe stato un azzardo.Ragusa e il mistero dell’e-mailL’ultimo precedente di 0-3 a tavolino in Serie A per questioni legate alle liste risale al 2016: alla seconda giornata, il Sassuolo schierò contro il Pescara Antonino Ragusa, appena arrivato dal Cesena. In quel caso però il problema fu un altro: la società neroverde avrebbe dovuto inviare una pec con la modifica della lista e l’inserimento del neoacquisto, ma la Lega sostenne di non averla mai ricevuta. Il Sassuolo dichiarò di aver fatto tutto seguendo le regole, ma in tutti i gradi di giudizio la giustizia sportiva ha confermato lo 0-3: la versione più accreditata sostiene che il club emiliano comunicò sì alla Lega l’aggiunzione di Ragusa, ma lo fece tramite una mail tradizionale anziché con la posta elettronica certificata. Un errore in “buona fede”che però non bastò a evitare la sconfitta a tavolino, e per questo sono in pochi a credere che la Roma, nonostante lo sbaglio più formale che sostanziale, se la caverà con una semplice ammenda.I pasticci di Real e BarçaIncredibile ma vero, anche uno dei club più grandi al mondo nel 2015 si rese protagonista di una clamorosa topica: nella sfida di Coppa del Re tra Real Madrid e Cadiz, i Blancos allenati da Rafa Benitez schierarono titolare Denis Cheryshev, che aprì anche le marcature nel 3-1 agli andalusi. Ma il centrocampista russo, nella stagione precedente in prestito al Villarreal, era squalificato e il Real fu punito con l’esclusione dal torneo. A poco servì la difesa del presidente Florentino Perez, che spiegò che in assenza di notifica della squalifica al calciatore, la sanzione andasse considerata nulla. Tra l’altro, già nel 2001 Benitez si era visto estromesso dalla Coppa del Re, quando durante Valencia-Novelda fece entrare in campo al 90′ il rumeno Serban, pur avendo già schierato il numero massimo di tre extracomunitari consentito dal regolamento. Nel 2019, invece, a rischiare grosso fu il Barcellona: sempre in Coppa del Re, contro il Levante i blaugrana schierarono il giovane difensore Chumi del Barça B, che però qualche giorno prima era stato squalificato in Segunda Division. Il caso era abbastanza spinoso, ma si risolse senza conseguenze per i catalani perché il Levante non presentò in tempo utile il ricorso e il risultato venne omologato.Il caso CataniaIl 2003 fu un anno molto turbolento per il calcio italiano: i verdetti del campionato di Serie B vennero decisi dai tribunali anziché dal campo, con il Catania che si rivolse al Tar per fare valere i propri diritti e ottenere la vittoria a tavolino contro il Siena, che avrebbe evitato la retrocessione dei rossoazzurri in Serie C. Nella sfida contro gli etnei, i toscani avevano schierato Luigi Martinelli, che la settimana prima essendo squalificato aveva saltato la partita con il Napoli ma era sceso in campo con la Primavera. La vicenda ebbe pesanti strascichi giudiziari che coinvolsero numerose squadre per tutta l’estate, con continui ribaltamenti e l’intervento della politica, che con la legge 280 stabilì i rapporti tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. In pieno agosto, con i calendari di B e C già stilati, la Figc decise di congelare le retrocessioni dalla serie cadetta e di allargare la Serie B a 24 squadre, anticipando al 2004-05 la riforma dei campionati che portò la Serie A a 20 squadre e la B a 22. Un allargamento delle squadre partecipanti alla massima serie che, è opinione diffusa tra gli addetti ai lavori, ha abbassato il livello del campionato: e c’è chi vede il ritorno alla Serie A a 18 come la panacea di tutti i mali del calcio italiano.La distrazione dell’OlimpiaAnche nel basket c’è stato un caso recente che ha fatto rumore: nel 2019, Milano si vide ribaltare dalla giustizia sportiva il 91-81 ottenuto contro Pistoia. I toscani vinsero 20-0 a tavolino perché l’Olimpia, il club più ricco della Serie A, aveva schierato James Nunnally, che doveva scontare una giornata di squalifica comminatagli nel 2016: ai tempi di Avellino, l’americano aveva criticato gli arbitri sui social network. Poi però aveva lasciato l’Italia per trasferirsi al Fenerbahce e dunque al rientro in Serie A avrebbe dovuto saltare un turno alla prima occasione utile. Ma non l’ha fatto e per questo Milano è stata penalizzata con la sconfitta a tavolino. Con un’unica, magrissima consolazione: con quel patatrac, il giudice sportivo decise che l’ala piccola poteva ritenere scontata la giornata di stop. LEGGI TUTTO