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    Arrivederci e grazie, sir. Andy Murray. Il tributo a un grande campione

    Andy Murray saluta a Parigi 2024

    “Never even liked tennis anyway.” Solo un personaggio animato da cotanta arguzia ed ironia come Sir. Andy Murray poteva scegliere un epitaffio così per salutare il mondo del tennis, il suo mondo, dopo aver disputato l’ultimo match ufficiale alle Olimpiadi di Parigi, il doppio perso insieme a Daniel Evans contro il team a stelle e strisce Fritz – Paul. Si chiude con una sconfitta e non un’altra medaglia olimpica la carriera di Murray, lunga e travagliata, animata da tanti episodi, cadute e risalite, vittorie storiche e tonnellate di polvere masticate nell’infinita rincorsa ai tre davanti, Roger, Rafa e Novak, complessivamente più forti e vincenti di lui. Fab4? Per molti, sì, per altri nient’affatto, visto che erano loro i tre tenori e Andy solo la gamba zoppa dei Beatles tennistici, uno che ha provato a restare aggrappato al loro treno velocissimo, salendo e scendendo a più riprese, con più frustrazioni che soddisfazioni. Uno britannico quando vinceva, “scozzese” quando perdeva…
    Ci vorrà del tempo per analizzare bene, a freddo, la carriera di Murray. Una cosa vorrei chiarirla immediatamente, forte e chiara: guai ad apostrofarlo come “perdente”. È vero che se andiamo a vedere il suo bilancio contro gli altri tre big ha solo dati in negativo (11-25 vs Djokovic, 7-17 vs Nadal, 11-14 vs. Federer), e che a livello di vittorie Slam siamo indietro anni luce (3 per Andy, contro i 20 di Roger, 22 di Rafa e 24 di Novak). 8 finali Major perse, 3 vinte. Una statistica non esaltante ma… si può considerare “perdente” un ragazzo che si è spinto oltre il limite delle sue capacità fisiche e tecniche, migliorando lentamente ma costantemente il suo gioco, arrivando a vincere 46 tornei ATP (tra cui 14 Masters 1000), due Ori olimpici consecutivi in singolare (record assoluto questo), US Open e due Wimbledon, riportando uno Slam nel Regno Unito dopo il mitico Fred Perry nel 1936? Io assolutamente no.
    Proprio in questi giorni Olimpici a Parigi, si è acceso un forte dibattito sul concetto di sconfitta, di grandezza o meno di un risultato. Nel mondo super competitivo di oggi, dove milioni di persone praticano sport a livello agonistico sostenute da metodi scientifici di allenamento e grandi mezzi, arrivare secondi o terzi è indice di assoluta grandezza, non di povertà o miseria. Chi narra lo sport esaltando solo e soltanto vittoria e primati ha perso misura, non rende un bel servizio. I secondi, terzi o pure i quarti, sono enormi atleti e campioni. Non è solo il primo posto il metro di tutto. È ora di cambiare paradigma alla nostra visione dello sport, e se vogliamo della vita. Murray in questo è l’esatto esempio di un atleta formidabile che è andato oltre ai propri difetti e mancanze, riuscendo ad ottenere risultati eccezionali nonostante rivali più attrezzati. Per questo è un tennista esemplare, che dobbiamo ringraziare per le tantissime ore di spettacolo e divertimento prodotte nei più importanti court del mondo.

    Never even liked tennis anyway.
    — Andy Murray (@andy_murray) August 1, 2024

    La sua storia è partita dal nord, Scozia, Dunblane per la precisione, uno di quei posti dove puoi passare solo per caso se la vita ti conduce attraverso altre rotte. Lontanissimo dai sacri prati verdi di Wimbledon. Ha iniziato a giocare a tennis a tre anni, spinto dalla passione dell’onnipresente madre Judy. Che la sua vita e carriera non fosse costellata solo da rose e fiori l’ha intuito a otto anni (1996), quando sopravvisse miracolosamente al massacro scolastico alla Dunblane Primary School: 16 compagni di classe e un insegnante furono assassinati in una sparatoria da un folle, entrato nella scuola per vendetta. Fu il più grave fatto di sangue accaduto in un istituto nella storia britannica moderna. La famiglia Murray conosceva l’aggressore. Non è mai stato un ragazzo come gli altri Murray, fin da quando ha iniziato a calcare il tour Pro con quella chioma di capelli ribelli, lo sguardo torvo e poi improvvisamente sereno, e quella lingua tagliente quanto il rovescio, forse ancor più letale… Andy in realtà è un tipo molto tranquillo nel quotidiano, animato da quell’irresistibile humor tutto British che esterna nei suoi leggendari tweet social, o con gli amici di sempre di fronte a un buona birra, talvolta anche nelle sala stampa. Per la sua ex allenatrice Amelie Mauresmo, “Andy ha come una doppia personalità. In campo e fuori sono due persone diverse, forse anche per questo non è riuscito a tirare tutto il meglio di se in ogni fase della sua carriera” ricorda l’ex campionessa francese, oggi direttrice di Roland Garros. Cosa rara tra i professionisti maschi, Murray è da sempre un appassionato sostenitore della parità di retribuzione per i tour maschili e femminili, di diritti e visibilità. “Sono stato coinvolto nello sport per tutta la vita e il livello di sessismo è irreale”, ha scritto una volta Murray su Instagram. Murray è diventato solo il secondo giocatore Top-10 nella storia dell’ATP Tour ad avere un’allenatrice nel suo box con Mauresmo. Tantissime chiacchiere allora, ma lui mai se c’è curato, è sempre andato avanti per la sua strada.
    Proprio il rapporto con i coach è stato travagliato. Ne ha cambiati tanti, forse troppi. C’è chi dice per la presenza ingombrante della madre – e tutti sappiamo quanto possa essere castrante per un giovane una mamma onnipresente e mai doma…- tanto che alla fine i suoi migliori anni sono arrivati sotto la severa guida di Ivan Lendl, un super campione per certi versi ha più di un affinità con Murray. Il carattere scontroso, la certosina costruzione, anche lenta se vogliamo, del proprio gioco, le molte sconfitte Slam e la sensazione che vi fossero più “talenti” di lui, ma alla fine le vittorie arrivavano. Murray ha dovuto lavorare tanto, forse più degli altri tre campioni della sua epoca, per tirar fuori ogni stilla del suo talento. Ha stentato più degli altri a costruire il fisico, strutturalmente meno forte e più fragile, e il suo tennis è cresciuto e quindi esploso più tardi. A completata maturazione, dopo estenuanti sessioni di lavoro (in estate nel caldo di Miami per prepararsi al meglio a quello altrettanto torrido di NYC), finalmente i vari tasselli tecnici hanno iniziato a lavorare all’unisono, e nel 2012 proprio nella Grande Mela è arrivato il primo, sospirato, Slam. Forse gli è mancato almeno un successo agli Australian Open, ma complessivamente Djokovic nelle tante finali gli è sempre stato superiore per mentalità e completezza di gioco.

    Forever in our hearts 💙 Today, we celebrate an amazing career and legacy. #SirAndy | @andy_murray pic.twitter.com/dailIta1Zo
    — ATP Tour (@atptour) August 1, 2024

    Cosa è mancato a Murray per vincere di più? Un po’ tutto se vogliamo, o solo dettagli fondamentali a fare la differenza. Di sicuro la sua seconda di servizio non è mai stata all’altezza degli altri tre, col diritto non ha mai davvero superato il limite di un’apertura meno fluida, e per anni ha tenuto un’attitudine fin troppo difensiva e da contrattaccante, spremendosi al limite invece di giocare più di petto, più diretto e offensivo. Non è un caso che nelle sue tre vittorie a Wimbledon (due ai Championships, una nell’evento Olimpico 2012) si è visto il suo tennis migliore, più rapido e incisivo, zero attendismo e tanta qualità. Forse avrebbe dovuto lavorare maggiormente sulla mentalità offensiva, provando a sgravarsi da un conflitto interiore e col rivale che l’ha penalizzato a più riprese, esplodendo spesso e volentieri in una rabbia agonistica nefasta e autodistruttiva. Iconiche le sue incazzature furibonde contro il suo angolo, gli sono costate più di una sconfitta. Ma anche a livello puramente fisico ha sofferto la minor potenza rispetto a Nadal, la minor elasticità e facilità rispetto a Federer, la minor resistenza rispetto a Djokovic. Solo nel 2016, il suo anno migliore, è riuscito a tenere il piede a manetta per molti mesi, con una seconda parte di stagione irreale che l’ha portato a dominare, vincere le Finals a Londra e chiudere meritatamente da n.1 del mondo. Uno sforzo clamoroso, oltre la sua capacità di tenuta, che ha pagato a caro prezzo con l’inizio dei problemi all’anca – poi operata – che di fatto hanno chiuso la sua carriera al vertice. Questo è stato l’ultimo grave infortunio di una lunga serie che l’ha caratterizzato per tutta la carriera. Nadal e Djokovic hanno spinto come forsennati, ma il loro fisico in qualche modo ha tenuto; quello di Andy assai di meno.
    Lasciando l’annoso confronto con gli altri, il tennis di Murray stato un capolavoro di gioco difensivo pronto al contrattacco. Mano assai più sensibile di quello che gli è sempre stato riconosciuto, ha migliorato progressivamente in visione e prontezza per cambiare ritmo e attaccare. Leggendarie le sue rincorse, solo apparentemente disperate, come i tanti passanti e rovesci vincenti. Ho sempre pensato che dovesse spostare più in avanti il baricentro della sua posizione, per soffrire e consumarsi di meno. Il suo coach Lendl c’ha provato a più riprese, anche portandolo insieme a giocare a golf e provando a fargli capire la posizione ideale sui Green. C’è riuscito a tratti, con pesanti ricadute un po’ per infortuni, un po’ per la sua testa assai conflittuale, che nelle fasi delicate lo forzava a retrocedere su ataviche certezze difensive piuttosto che l’arrembaggio. Ormai è andata, ma chissà che ne penserà Andy in futuro, riguardando nella sua testa la propria lunga carriera davanti ad un bel fuoco e con i figli attorno. Certamente è consapevole di aver speso ogni stilla di energia fisica, in allenamenti estenuanti e infinite sessioni a riprendersi dai tanti infortuni.

    1001 singles matches739 victories105 top 10 wins46 ATP titles41 weeks as World No. 129 wins over the Big 314 Masters 1000 titles11 Grand Slam finals3 Grand Slam titles2 Olympic Gold medals1 @andy_murray
    Thank you, Sir Andy 💙💙💙 pic.twitter.com/SQyNgA2hqV
    — Tennis TV (@TennisTV) August 1, 2024

    Operazioni, cambi di rotta e frustrazioni per finali perse e risultati che non arrivavano come sperato. Ma anche vittorie, momenti di gloria e immense soddisfazioni. Murray ha scritto pagine memorabili di tennis e di vita, mettendo in campo tutto quello che aveva e anche di più. Si è messo a nudo più e più volte, senza la paura di mostrare fragilità, lacrime e pensieri oscuri. Ha perso molto e vinto tanto. Ha lottato e ce l’ha fatta. Alla fine Murray, con tutti i suoi pregi e difetti, è un campione splendido che sentiamo più vicino a noi rispetto ad altri così forti da sembrare inarrivabili. Una volta sulle scale della press room al Monte Carlo Countri Club ci siamo scontrati fisicamente… lui scendeva di corsa, io salivo di corsa… boom! Siamo quasi caduti a terra e lui mi ha acchiappato e rialzato. È stato lui a sorridere e scusarsi per primo. Quello sguardo inquieto pur nel sorriso non lo dimenticherò mai.  
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    EnergyTime Spike Devils, Tuccelli completa l’organico

    Completerà l’organico a disposizione del tecnico Mariano Maniscalco. Gli EnergyTime Spike Devils Campobasso ufficializzano il loro tredicesimo elemento, anche in questo caso un libero, nello specifico un giovane di grande prospettive.
    In casa rossoblù, così, arriva il riminese Lorenzo Tuccelli, nella passata stagione in forza al vivaio del Piacenza di Superlega con cui si è disimpegnato, con gli juniores, anche nel torneo di serie B. Diciannovenne di 180 centimetri, l’ultimo innesto tra i diavoletti è già proiettato sull’esperienza nel capoluogo di regione.
    «A Campobasso vivrò il mio primo torneo nella serie A3 Credem Banca e poterlo fare in una società ambiziosa come Campobasso non può che rendermi felice – spiega – e, dentro di me, c’è tanta voglia di conoscere dirigenti, staff, compagni di squadra e tifosi per poter immergermi pienamente in questa nuova esperienza».
    In particolare, per Tuccelli l’emozione principale sarà quella di potersi disimpegnare davanti ad un pubblico molto caloroso. «Giocare davanti a tifosi accesi e vicini alla squadra è un’esperienza intensa e questo mi rende davvero felice».
    Aspetti non indifferenti, tra l’altro, anche per un ruolo – il suo – in cui motivazione e qualità tecniche vanno di pari passo.
    «La precisione è il riferimento assoluto per i liberi in ogni aspetto del gioco, che sia la ricezione, la difesa, l’appoggio o la ricostruzione. Personalmente, cerco di darmi animo in tutti i fondamentali con la consapevolezza che occorre il massimo della concentrazione in ogni aspetto perché, determinante, è non far cadere a terra nessun pallone. Tra l’altro, col passare delle stagioni, in questo ruolo è diventato un aspetto fondamentale anche quello legato alla gestione del secondo tocco, altra peculiarità su cui mi sono concentrato con forza in queste stagioni».
    Nel frattempo, però, per quella che sarà la sua esperienza campobassana, l’auspicio di Tuccelli è quello di «crescere ulteriormente, non solo tecnicamente, ma anche a livello personale, dall’alto dei miei diciannove anni. Ho tanto da imparare in un gruppo con tanti giocatori più esperti di me. Sarà un torneo non semplice, ma io ho dentro la convinzione che abbiamo tutte le carte per far bene. Per questo non vedo l’ora di iniziare».
    De Nigris aggregato – A completare l’organico della squadra rossoblù un ulteriore libero (il terzo), ossia Mario De Nigris, elemento diciottenne del vivaio rossoblù che potrà vivere una stagione in grado di consentirgli di crescere (e con forza) ulteriormente.
    ENERGYTIME SPIKE DEVILS CAMPOBASSO UFFICIO COMUNICAZIONE LEGGI TUTTO

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    Benvenuta Olivia Carancini, fiocco rosa in casa Lube Volley

    Vagiti biancorossi e una coppia al settimo cielo all’ospedale di Civitanova Marche. Nella mattinata di oggi, intorno alle 7.15, Matteo Carancini, team manager della Lube Volley, è diventato papà di una bellissima femminuccia di 3,3 kg. Sua moglie Lucia Bosetti, ex schiacciatrice della Nazionale di volley e attuale direttore operativo della CBF Balducci Helvia Recina Macerata, ha dato alla luce la piccola Olivia. Ai novelli genitori vanno le congratulazioni della A.S. Volley Lube e di tutti i tifosi biancorossi. LEGGI TUTTO

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    Radio Fantastica si conferma partner di Cosedil Saturnia Acicastello

    Radio Fantastica si conferma partner storico della Cosedil Saturnia Acicastello e, anche per la prossima stagione, racconterà la pallavolo dei biancoblu attraverso i suoi canali in qualità di bronze sponsor. Il Gruppo RMB, del quale fa parte Radio Fantastica, ha affiancato il progetto del presidente Luigi Pulvirenti dal 2021, grazie alla scelta del suo amministratore Giuseppe Russo che ha ereditato dal padre, l’indimenticabile Mimmo Russo, la passione per la pallavolo.
    “Da sempre vicini allo sport locale e alla pallavolo in maniera particolare sin dalla sua nascita – spiega Russo -, il gruppo editoriale RMB, si affaccia con particolare entusiasmo dunque al rinnovo di questa partnership con la Cosedil Saturnia Acicastello, per affrontare insieme una nuova entusiasmante stagione, da vivere ad alti livelli”. LEGGI TUTTO

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    Colpo Napoli basket, ecco Kevin Pangos

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    AeQuilibrium-Cup Trofeo delle Regioni: a fare festa sono Veneto e Lombardia

    Si è chiusa all’insegna dello sport e del beach volley e con il Veneto e la Lombardia in festa l’edizione 2024 dell’Aequilibrium-Cup Trofeo delle Regioni, chiusasi oggi a Porto San Giorgio (FM). Nella più importante manifestazione nazionale di beach volley riservata agli Under 17, il Veneto femminile, rappresentato dalle beachers Gioia Laurenti e Olivia Laura Muraro, ha bissato il successo della passata edizione. In campo maschile, invece, la Lombardia, con Riccardo Santomassimo e Martino Vallin, è salita per la prima volta sul gradino più alto del podio. La tre giorni di gare nelle Marche ha coinvolto oltre 80 atleti e atlete Under 17 in rappresentanza delle regioni italiane.

    TORNEO FEMMINILE Il Veneto di Gioia Laurenti e Olivia Laura Muraro ha battuto, al termine di un match molto intenso, con il punteggio di 2-0 (21-19, 21-18) le lombarde Fabiana Cucchi e Vittoria Helena Mioso, conquistando così il meritato primo posto finale. Per il Veneto si tratta del quinto successo consecutivo nel torneo femminile, dopo le vittorie conquistate nel 2017, 2018, 2019, e 2023 (le edizioni 2020, 2021 e 2022 non sono state disputate). Sul terzo gradino del podio è salita l’Emilia Romagna. Rebecca Cottafava e Francesca Branchi, infatti, hanno battuto nella finale per il terzo e quarto posto, in 43 minuti, con il punteggio di 2-0 (21-19, 21-17) la Liguria, scesa in campo con le beachers Gaia Roserba e Rebecca Rebagliati.

    foto Fipav

    TORNEO MASCHILENel maschile, grande affermazione per la Lombardia di Riccardo Santomassimo e Martino Vallin che, dopo aver superato in semifinale la Campania per 2-1, nella finale per il primo e secondo posto ha battuto, al termine di un match davvero emozionante e combattuto, 2-0 (21-19, 23-21) l’Abruzzo di Marco Di Felice e Jacopo Cataldi, aggiudicandosi così per la prima volta nella sua storia il Trofeo delle Regioni Beach targato AeQuilibrium. Al terzo posto del podio maschile si è classificata la Campania. I giovani beachers Mattia Nicola Farcasiu e Simone Perrotta, infatti, hanno disputato un ottimo torneo e, dopo la battuta d’arresto in semifinale per mano della Lombardia, non si sono disuniti e sono andati a vincere, in rimonta, la finale per il terzo e quarto posto 2-1 (9-21, 25-23, 15-11) contro l’Emilia Romagna di Matteo Buchynskyy ed Enrico Capucci. 

    La fotogallery delle finali è disponibile QUI

    Torneo femminileFinale 3°-4° postoLiguria-Emilia Romagna 0-2 (19-21, 17-21)

    Finale 1°-2° postoVeneto-Lombardia 2-0 (21-19, 21-18)

    Tutti i risultati QUI

    Torneo maschileFinale 3°-4° postoEmilia Romagna-Campania 1-2 (21-9, 23-25, 11-15)

    Finale 1°-2° postoAbruzzo-Lombardia 0-2 (19-21, 21-23)

    Tutti i risultati QUI

    Classifica femminile 1.Veneto 2. Lombardia 3.Emilia Romagna 4. Liguria 5. Piemonte, Trentino, 7.Umbria, Calabria, 9. Lazio, Veneto, Marche, Alto Adige 13.Abruzzo, Sicilia, Toscana, Marche 17. Molise, Valle d’Aosta, Puglia, Campania, Sardegna

    Classifica maschile 1.Lombardia 2. Abruzzo 3. Campania 4. Emilia Romagna A 5. Alto Adige, Liguria 7. Marche, Trentino 9. Veneto, Piemonte, Calabria 13. Toscana, Puglia, Emilia Romagna B, Umbria 17 Marche, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise. 

    Albo d’OroFemminile: 2004 Emilia Romagna; 2005 Veneto; 2006 Sicilia; 2007 Veneto; 2008 Marche; 2009 Emilia Romagna; 2010 Abruzzo; 2011 Piemonte; 2012 Veneto; 2013 Lazio; 2014 Lombardia; 2015 Marche, 2016 Abruzzo, 2017 Veneto, 2018 Veneto, 2019 Veneto, 2023 Veneto, 2024 Veneto.

    Maschile: 2004 Emilia Romagna; 2005 Puglia; 2006 Emilia Romagna; 2007 Puglia; 2008 Lazio; 2009 Trentino; 2010 Veneto; 2011 Veneto; 2012 Emilia Romagna; 2013 Trentino; 2014 Marche; 2015 Abruzzo; 2016 Marche, 2017 Veneto, 2018 Veneto, 2019 Liguria, 2023 Marche, 2024 Lombardia.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Olimpiadi Parigi 2024: Djokovic e Alcaraz favoriti nelle semifinali, ma Musetti e Auger-Aliassime pronti alla sfida”

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    Le semifinali del torneo olimpico di tennis maschile si profilano interessanti, con due incontri che promettono spettacolo e possibili sorprese.Nella parte alta del tabellone, Novak Djokovic affronta il nostro Lorenzo Musetti. Il serbo, favorito sulla carta, arriva però con alcuni dubbi sulla sua condizione fisica. Recentemente operato, Djokovic ha mostrato segni di dolore al ginocchio nei quarti di finale. Musetti, d’altra parte, sta attraversando un ottimo momento di forma, come dimostrano i suoi recenti risultati nei tornei maggiori.
    I precedenti tra i due sono nettamente a favore di Djokovic (6-1), ma Musetti ha dimostrato di poter mettere in difficoltà il serbo, come nell’incontro al Roland Garros di quest’anno, conclusosi al quinto set. La superficie in terra battuta potrebbe favorire il gioco vario dell’italiano, che cercherà di sfruttare le sue palle corte e i cambi di ritmo ed il suo diritto che sembra quasi irraggiungibile sulla terra rossa.
    Nell’altra semifinale, Carlos Alcaraz si confronta con Felix Auger-Aliassime. Lo spagnolo, nonostante la stanchezza accumulata nel torneo di doppio, rimane il favorito. Auger-Aliassime, tuttavia, sta mostrando segnali di crescita e potrebbe rappresentare una minaccia concreta.I precedenti tra i due sono in perfetta parità (3-3), ma Alcaraz ha vinto gli ultimi tre incontri. La terra battuta sembra favorire il gioco dello spagnolo, anche se il canadese arriva a questa sfida con buone sensazioni ma che diciamoci la verità parte nettamente sfavorito.Entrambi i giocatori dovranno fare i conti con la fatica accumulata, avendo partecipato anche al torneo di doppio (il canadese è in semifinale anche nel misto).
    Djokovic e Alcaraz rimangono i favoriti per raggiungere la finale, sia Musetti che Auger-Aliassime hanno le carte in regola per tentare l’impresa e regalarci possibili sorprese in queste semifinali olimpiche.
    Quote e scontri direttiTODAY, 13:30 SF Auger Aliassime (13) 🇨🇦 – Alcaraz (2) 🇪🇸 3-3 5.86 1.14TODAY, 19:00 SF Djokovic (1) 🇷🇸 – Musetti (11) 🇮🇹 6-1 1.44 2.79
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Italiane nei tornei ITF: I risultati di Venerd’ 02 Agosto 2024

    Deborah Chiesa – Foto Mattia Martegani

    W35 Køge 25000 – Quarter-finalJasmijn Gimbrere vs [8] Deborah Chiesa ore 10:00ITF Koege J. Gimbrere0 D. Chiesa0ServizioSvolgimentoSet 1

    W15 Savitaipale 15000 – Quarter-final[8] Chiara Girelli vs Clarissa Blomqvist 2 incontro dalle 11:00Il match deve ancora iniziare

    W15 Brasov 15000 – Quarter-final[1] Patricia Maria Tig vs [5] Matilde Mariani ore 11:00ITF Brasov P. Tig1560 M. Mariani• 030ServizioSvolgimentoSet 2M. MarianiServizioSvolgimentoSet 1P. Tig 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-3 → 6-3M. Mariani 0-15 15-15 15-30 15-404-3 → 5-3P. Tig 15-0 15-30 30-30 40-303-3 → 4-3M. Mariani 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A2-3 → 3-3P. Tig 15-0 15-15 30-15 30-30 30-402-2 → 2-3M. Mariani 0-15 30-15 30-30 40-302-1 → 2-2P. Tig 0-15 0-30 0-402-0 → 2-1M. Mariani 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0P. Tig 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Chiara Fornasieri vs [3] Georgia Andreea Craciun 2 incontro dalle 11:00Il match deve ancora iniziare

    W15 Monastir 15000 – Quarter-final[4] Lara Pfeifer vs [5] Marine Szostak ore 10:00ITF Monastir L. Pfeifer0 M. Szostak0ServizioSvolgimentoSet 1

    W15 Rogaska Slatina 15000 – Quarter-finalBarbara Dessolis vs [2] Pia Lovric Non prima delle 11:30Il match deve ancora iniziare
    [3] Stephanie Judith Visscher vs Greta Greco lucchina ore 10:00ITF Rogaska Slatina S. Visscher0 G. Greco lucchina0ServizioSvolgimentoSet 1

    [1] Iva Primorac vs Camilla Zanolini Non prima delle 11:30Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO