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    Buona la prima per Padova al NAS Sports Tournament. Cuttini: “Esperienza per crescere”

    Parte con il piede giusto l’avventura di Sonepar Padova al NAS Sports Tournament. Il team bianconero di coach Jacopo Cuttini ha esordito affrontando l’Hfh, un collettivo composto da una selezione di atleti degli Emirati Arabi Uniti e arricchito dalla presenza di alcuni giocatori provenienti da altre nazioni. Padova ha saputo reagire nei momenti chiave del match, dando prova di determinazione e solidità e conquistando una vittoria al tie-break dopo una battaglia lunga ed equilibrata.

    Per la prima sfida del torneo non ufficiale di Dubai, la compagine patavina è scesa in campo con Crosato, Falaschi, Porro, Plak, Stefani, Sedlacek, Diez (L). Luca Porro il miglior realizzatore per i bianconeri, totalizzando 22 punti personali (47% attacco), mentre per Hfh si è distinto Bartos Adam, che ha realizzato 14 punti (34% attacco).

    1° set – Buona partenza per Sonepar Padova nel primo parziale della sfida contro Hfh, con i bianconeri che trovano subito ritmo e incisività per conquistare un vantaggio iniziale. Tuttavia, qualche imprecisione al servizio e alcuni attacchi out consentono alla formazione guidata da coach Arredondo di rientrare nel set, operando prima l’aggancio (5-5) e poi il sorpasso. Sul 7-5, il tecnico patavino decide quindi di interrompere il gioco chiamando time out. Al rientro in campo, l’Hfh spinge ulteriormente sull’acceleratore, ma Sonepar Padova non si lascia intimorire e resta agganciata alla partita. Due attacchi vincenti consecutivi di Stefani riportano i patavini a meno tre (12-9), mentre un ace di Plak accorcia ulteriormente le distanze sul 14-13. Il pareggio arriva poco dopo, grazie a un attacco punto di Crosato che sigla il 15-15, dando il via a un’appassionante fase punto a punto. Nel finale, però, l’Hfh trova il guizzo decisivo per piazzare l’allungo sul 23-20 e, nonostante il tentativo di rimonta patavino, chiude il set sul 25-22.  

    2° set – Dopo un primo parziale combattuto, Sonepar Padova torna in campo con determinazione nel secondo set, che si apre all’insegna dell’equilibrio. Il primo allungo porta la firma della formazione patavina: un muro vincente sul 3-4 e l’attacco a segno di Porro sul 3-5 valgono il primo break del parziale. L’Hfh non tarda a reagire e, con un buon ritmo in fase offensiva, trova il pareggio sul 7-7. Da quel momento, il set si trasforma in una battaglia punto a punto, con continui ribaltamenti di fronte (15-14, lungolinea di Orioli). Nessuna delle due squadre riesce a prendere il largo, mentre piccoli break si alternano da entrambe le parti (19-19, ace di Porro). La svolta arriva nel finale: sul 20-22, il muro bianconero consente a Sonepar Padova di allungare a +2. La pipe di Orioli sul 21-24 avvicina i patavini alla chiusura del set, che si concretizza poco dopo sul 21-25. Parità ristabilita: Sonepar Padova riporta il match in equilibrio.  

    3° set – Il terzo parziale si apre con un primo allungo dell’Hfh, che sul 3-1 trova il primo break del set. La squadra di coach Arredondo mantiene il vantaggio nelle fasi iniziali, mentre Sonepar Padova prova a restare in scia (8-6, attacco vincente di Stefani). Nonostante i tentativi di rimonta bianconeri, gli avversari continuano a condurre e, sul 14-9, coach Cuttini chiama time out per riorganizzare i suoi. La reazione patavina arriva al rientro in campo: un muro vincente sul 16-15 porta Sonepar Padova a un solo punto di distanza, mentre la diagonale precisa di Porro firma il 17-17, ristabilendo la parità. Il set si infiamma con un continuo botta e risposta tra le due squadre (20-20, attacco vincente di Orioli; 21-21, errore al servizio dell’Hfh). Nel finale, però, la formazione di coach Arredondo trova l’allungo decisivo sul 23-21. I bianconeri tentano il recupero, ma l’out in attacco di Orioli consegna il set all’Hfh, che chiude sul 25-22 e torna avanti nel match.  

    4° set – Sonepar Padova entra in campo determinata a riportare il match in parità e, dopo un avvio equilibrato, prova subito ad allungare. Il primo break arriva sul 2-4 con l’attacco vincente di Crosato, mentre sul 3-6 il muro bianconero permette ai patavini di raddoppiare il vantaggio. L’Hfh, però, non si lascia sorprendere e ritrova il pareggio sul 7-7, dando il via a una fase punto a punto combattuta e intensa (11-11, attacco a segno di Orioli). La svolta arriva sul 15-18, quando Sonepar Padova piazza un nuovo break che spezza l’equilibrio e costringe coach Arredondo a fermare il gioco sul 16-20. L’ace di Plak sul 18-22 avvicina i bianconeri alla conquista del parziale, che si chiude poco dopo sul 20-25. Con questa prova, Sonepar Padova riporta nuovamente il match in equilibrio.

    5° set – Sonepar Padova parte forte nel quinto e decisivo parziale. Con Porro al servizio, due ace consecutivi firmano subito il primo break sullo 0-3. Sonepar Padova continua a mantenere il controllo del parziale, gestendo il vantaggio con lucidità (7-11, attacco vincente di Plak). Sull’8-13, la diagonale ben piazzata di Stefani spinge Sonepar Padova sempre più vicina al traguardo. I bianconeri gestiscono bene gli ultimi scambi e chiudono il set sul 10-15, conquistando la vittoria nella prima gara del NAS Sports Tournament.

    Jacopo Cuttini (coach Sonepar Padova): “L’esordio è stato sicuramente particolare, soprattutto per l’orario della gara. Sapevamo che avremmo dovuto adattarci a ritmi diversi, con partite molto tardive, ma questa è anche una delle caratteristiche di questo torneo. Inoltre, la partita precedente si è allungata fino al quinto set, quindi abbiamo dovuto aspettare prima di scendere in campo. Abbiamo affrontato una squadra di cui non avevamo informazioni, altro aspetto tipico di questa competizione. All’inizio siamo andati in difficoltà, alcune situazioni di gioco non ci riuscivano come avremmo voluto e probabilmente avremmo dovuto prestare maggiore attenzione sin da subito, anche considerando che arrivavamo da un periodo senza partite ufficiali. Ciò che mi è piaciuto, però, è stata la capacità della squadra di rimanere in partita, anche nei momenti di maggiore difficoltà. Siamo stati bravi a lottare punto dopo punto, set dopo set, riuscendo a portare a casa una vittoria importante. Partite come questa ci servono per crescere. Dovremo sicuramente fare meglio e sfruttare questi pochi giorni di torneo per migliorare il nostro approccio, adattandoci rapidamente a situazioni nuove e a squadre che non conosciamo bene. È un aspetto su cui dobbiamo lavorare fin da subito”.

    Hfh 2Sonepar Padova 3(25-22, 21-25, 25-22, 20-25, 10-15)

    Hfh: Carrasco, Adam 14, Hamzagic 10, Smith 9, Grozer 10, Okpe 8, Saqar (L); Sultan, Awad 5, Wolanski 4. Non entrati: Khamis, Yudiel, Seydou, Ghamath (L). Coach Damian Arredondo.Sonepar Padova: Crosato 13, Falaschi, Porro 22, Plak 14, Stefani 19, Sedlacek, Diez (L); Orioli 18, Liberman 2, Pedron, Toscani (L). Non entrati: Masulovic, Galiazzo, Truocchio. Coach Jacopo Cuttini.Note – Durata: 23’, 26’, 28’, 24’, 15’ (tot. 1h56’). Servizio: Hfh errori 14, ace 3, Padova errori 19, ace 8. Muro: Hfh 6, Padova 11. Errori punto: Hfh 21, Padova 41. Ricezione: Hfh 45% (15% prf), Padova 64% (30% prf). Attacco: Hfh 40%, Padova 55%.

    (fonte: Sonepar Padova) LEGGI TUTTO

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    Thy-Novara 0-3. Igor approda in finale. Bernardi: “Contento e orgoglioso di queste ragazze”

    Per la terza volta nella sua storia, la Igor Gorgonzola Novara vivrà l’emozione e il prestigio di una finale europea: dopo quella di Champions League 2019 e quella di Challenge Cup 2024 (entrambe vinte), le azzurre si giocheranno l’atto conclusivo della CEV Cup 2025. Le ragazze di Lorenzo Bernardi bissano il successo per 3-0 della gara d’andata anche a Istanbul ed eliminano, dopo un serratissimo testa a testa, la corazzata turca del THY Istanbul. Azzurre che si aggiudicano ai vantaggi i primi due set e poi dilagano nel terzo, a qualificazione acquisita, in cui Bernardi concede spazio a tutte le effettive a disposizione. Nella finalissima, le azzurre sfideranno le romene dell’Alba Blaj: andata a Novara il 25 marzo (orario da definire) e ritorno a Blaj il 1 aprile alle 17 italiane (le 18 locali).

    Si parte con il THY che conferma Durul opposta a Ratzke, Aksoy e Duarte Alecrim centrali, Vasilantonaki schiacciatrice con la rientrante Bergmann e lancia Kayacan come libero. Novara con Bosio in regia e Tolok in diagonale, Bonifacio e Aleksic al centro, Ishikawa e Alsmeier in banda e Fersino libero.

    1° set – Bergmann parte forte e rompe il punto a punto iniziale (6-4) ma Ishikawa ricuce (6-6) e Bonifacio prova la fuga con l’ace del 7-9 mentre un muro su Tolok vale la nuova parità (11-11) e Bergmann trascina le sue in maniout, sul 13-11. Due muri sulla brasiliana (14-14), il THY cambia la diagonale principale ma il servizio di Bosio manda avanti le azzurre (14-16) con la subentrata Ivegin che ristabilisce l’equilibrio (16-16) che regge fino al 20-20. Ishikawa fa 20-21, il THY sbaglia (20-22) e Novara fa 21-24 con il muro di Bosio. Durul in battuta fa saltare tutto (ace, 23-24) fino alla parità (24-24, poi ai vantaggi è un errore di Vasilantonaki a are il set a Novara (25-27).

    2° set – Bosio prova subito a spaccare il secondo set (0-3, ace) e spinge le sue al +4 mentre tra le ospiti c’è Ivegin per Bergmann in banda; anche il secondo turno di Bosio in battuta è pesantissimo, con la regista che firma l’ace del 7-12 e propizia la fuga di Tolok sul 7-14 mentre le ospiti faticano a reagire. Lo fa Duarte Alecrim (ace, 12-17) ma Tolok mantiene le distanze e avvicina il traguardo con due colpi chirurgici per il 15-21. Novara si inceppa sul più bello, il THY rientra prima 18-21 e poi 21-22 con l’ex Durul protagonista mentre Ishikawa, due volte, mantiene il cambio palla mandando le azzurre al set point sul 22-24. Due muri ospiti (24-24) e tutto si riapre ma Alsmeier trova una diagonale strettissima (24-25) e Tolok chiude i conti in rigiocata, sul 24-26, mandando la Igor in finale.

    3° set – Sestetto azzurro rivoluzionato con Bartolucci, Mims, Squarcini, Mazzaro e Villani in campo; il THY ci prova (3-1) ma il turno in battuta di Villani (ace, 4-6) inverte l’inerzia mentre Bergmann firma la reazione turca per il controsorpasso (9-8) e il THY tocca il massimo vantaggio sull’11-8 prima e sul 14-9 (VasilantonakI) poi. La Igor ricuce lo strappo (14-13) mentre il THY ferma invano il gioco, Villani (15-15) e un ace di Mims per il sorpasso azzurro e il resto lo fa il turno in battuta di Squarcini: due ace (con l’aiuto del nastro) “spezzati” dal tocco a rete di Mazzaro, per il 17-23. Chiude, poco dopo, la diagonale di Ishikawa, 18-25.

    Lorenzo Bernardi (Igor Volley Novara): “Sono molto contento e orgoglioso di queste ragazze. Hanno giocato una partita importante, ce la siamo un po’ complicata noi nel primo set dopo il 24-21 e anche nel secondo, però avere la capacità di mantenere alta l’attenzione e la testa fredda nei momenti cruciali della partita – nei finali dei primi due set – è stato impostante. Fino a oggi, in questa stagione, abbiamo fatto un percorso straordinario. Siamo arrivati alle Final Four di Coppa Italia giocando una buona semifinale con Conegliano, siamo arrivati alla finale della Coppa Cev che è un gradino – forse due – più importante di quella dello scorso anno. Abbiamo incontrato squadre che stanno disputando stagioni ai vertici. Per celebrare dobbiamo aspettare perché finali, prima, vanno giocate e poi vedremo l’esito del campo”.

    Federica Squarcini (centrale Igor Gorgonzola Novara): “Siamo venute qui sapendo che in questo palazzetto e in Turchia in generale non è mai facile giocare, perché comunque il tifo si fa sentire, e soprattutto consapevoli che come era capitato a noi con Aksaray nei Playoff anche loro potessero di fatto ribaltare tutto e compiere un’impresa. Per questo siamo entrate in campo dal primo punto con lo spirito giusto e al netto di qualche piccolo passaggio a vuoto abbiamo compiuto il nostro dovere, conquistandoci la possibilità di giocare una finale. A tal proposito siamo già cariche ma prima dovremo rientrare in Italia e misurarci con gara due della serie con Chieri, che mi aspetto nuovamente ostica e combattuta“.

    THY Istanbul 0Igor Gorgonzola Novara 3 (25-27, 24-26, 18-25)

    THY Istanbul: Yilmaz (L) ne, Kayacan (L), Arici 3, Ivegin 5, Akin 1, Germen Korkmaz, Kilicli ne, Coskun, Vasilantonaki 13, Duarte Alecrim 5, Bergmann 7, Ratzke 1, Aksoy 6. All. Soz.Igor Gorgonzola Novara: Akimova ne, Villani 5, Bosio 4, Bartolucci 1, De Nardi, Fersino (L), Alsmeier 3, Ishikawa 10, Mims 2, Bonifacio 6, Aleksic 4, Mazzaro 2, Tolok 15, Squarcini 4. All. Bernardi.

    (fonte: Igor Gorgonzola Novara) LEGGI TUTTO

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    Romanò si racconta: il presente dice Piacenza, il futuro Russia, l’estate matrimonio e Nazionale

    Sapevo già, all’inizio della nostra conversazione, che come nella migliore scena di Nanni Moretti ne “La stanza del figlio”, mi sarei ritrovato con lui a cantare quel pezzo di “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli (arrivederci amore ciao, le nubi sono già più in là). Scrivo col cuore di un innamorato della pallavolo e provo a far capire cosa abbia provato in questi anni, nei quali Yuri Romanò ha compiuto un percorso che non ho visto fare a molti da quando scrivo di pallavolo, ovvero circa vent’anni. È la strada di chi fatica, moltissimo, e non si vede riconoscere i propri sforzi e i propri meriti per una lunga fetta di carriera. Nonostante questo Yuri lavora, giocando già quando tutti pensavano che dovesse stare dove è oggi, o quantomeno gravitare nella stessa serie, a giocare in A2. Il cortocircuito si genera quando De Giorgi comprende che Romanò meritasse di sbocciare e su di lui scommette molto, non pensando minimamente che l’esperimento potesse essere azzardato. Yuri sboccia in una notte, è come un girasole che al primo sole viene fuori in tutta la sua bellezza e diventa ciò che poi lo porta a indossare la maglia azzurra, salire alla ribalta della cronaca del volley, vincere e ancora vincere, arrivare in Superlega, giocare a Parigi. Fine primo tempo. 

    Bello, penserete tutti. È andata effettivamente così, ed esattamente alla velocità di una fioritura, Romanò è passato dall’essere un esperimento a diventare un successo. È così che molti ragazzi hanno cominciato a credere quanto nella pallavolo la gavetta conti e quanto i treni nella vita possano passare, basta tenersi pronti. È una storia più americana che italiana, e come ogni cosa alla quale ci si affeziona, arriva un momento in cui è bene lasciarla andare. La nuova casa si chiamerà Russia, lo scrivo io perché è un momento in cui la testa di Romanò è occupata dai playoff, e con la Piacenza che racchiude molto di quello che più rappresenta la varietà dell’estetica pallavolista (il cavaliere dal doppio oro Brizzard, il più forte del mondo Simon, l’essere Galassi e l’arte della sua misura, etc.) è giusto che pensi solo ed esclusivamente a questo.

    Lei cosa aggiungerebbe?

    “Che andrò con Marta e Bianca a sperimentare qualcosa di nuovo per tutti. Per il resto è ancora prematuro parlarne, anche perché il mio presente dice Piacenza e soprattutto playoff”.

    Si ricorda quando è arrivata Bianca? Sembra passato un secolo Romanò.

    “Ricordo l’enorme felicità. Ricordo di aver ricevuto la telefonata di Marta una mattina presto durante le finali della VNL e di averlo condiviso con i soli compagni di squadra dopo Italia-Francia all’Europeo”.

    Il sei gennaio 2025 che è successo invece?

    “Ho chiesto a Marta di sposarmi. L’anno giusto, anche se ci sposeremo la prossima estate”.

    I testimoni?

    “Top secret”.

    Il mondo della pallavolo quanto sarà coinvolto?

    “Un testimone sicuramente. Il resto tanti invitati, ma non posso dire di più, perché ne dobbiamo ancora parlare”.

    È tutto successo nei momenti migliori Yuri. La sua vita è una consequenzialità di ordine ed eventi con una logica e un senso preciso. Sbaglio?

    “La mia vita è come una scala. Non lo so se i passi che ho fatto sono tutti corretti e fatti nell’ordine canonico. Ma per me ogni cosa ha avuto un senso, nelle scelte fatte, negli eventi che ho vissuto, nelle emozioni che ho provato”.

    La pallavolo è stata una grande battaglia. Ora?

    “Ha la giusta importanza, è il mio lavoro, è ciò che influenza la mia vita. Ma la vita stessa mi ha dato anche Marta e Bianca e ha rimescolato priorità, ordine, e importanza. Adesso non vedo l’ora di finire l’allenamento per andare a casa e stare con loro, ad esempio. Quando cade l’ultima palla dell’allenamento so che c’è anche qualcosa al di fuori del palazzetto”.

    A Piacenza la stagione è stata una scalata. Ora, con Travica in panchina, mi sembra siate in una strada più scorrevole, in discesa.

    “Tra me e lui c’è stato un bel confronto all’inizio della sua collaborazione con Piacenza e questo l’ho apprezzato molto. Per quanto riguarda la squadra, dobbiamo dimostrare ai playoff di aver acquisito quella continuità che è mancata per tutta la stagione. Si lavora, tutti i giorni, e la domenica cerchiamo di tirare fuori ciò che di meglio sappiamo fare. È un altro campionato, bisogna avere il coraggio di archiviare la stagione che è stata e giocare ripartendo da zero, o meglio dal piazzamento in regular season”.

    Con Verona è cominciata la seconda fase. Per ora il campo dice 1-0 Piacenza.

    “Per come sono andate le partite anche in regular season, siamo contenti di avere la possibilità di giocarci la prima fase con loro. Un po’ li soffriamo, ma abbiamo dimostrato di poter avere la meglio. Non sarà semplice, ma non lo è nemmeno l’eventuale proseguimento. Daremo il massimo, questo è poco ma sicuro”.

    Poi si torna a lavorare in azzurro? Lei mi sembra l’unico ad aver vissuto Parigi come un traguardo.

    “Il traguardo della mia prima Olimpiade. Lo è stato sul serio, e per me era già un sogno poterci essere. Non nego che io l’abbia vissuta dall’inizio come un’occasione in cui godermi anche l’essere arrivato fino a lì. Tanti anni fa certi traguardi erano molto molto lontani. C’è stata inevitabilmente la delusione dopo la Francia e poi gli Stati Uniti. Personalmente è un’esperienza che si è archiviata e di cui mi porterò dietro ricordi e insegnamenti”.

    Ripartirà da qui.

    “Sì. Il resto si costruirà stradafacendo”.

    Di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Challenge Cup, Civitanova sconfitta nella Finale di andata per 3-1

    CEV Challenge Cup 2025Partono in salita le Finali europee di Civitanova, sconfitta 3-1 dal Bogdanka LUK Lublin. Tra una settimana il ritorno all’Eurosuole Forum
    CEV Challenge Cup 2025 – Away Match, Semifinals
    Bogdanka Luk Lublin (POL) – Cucine Lube Civitanova 3-1 (25-20, 22-25, 25-18, 26-24) – BOGDANKA LUK LUBLIN (POL): Komenda 1, Sawicki 9, Malinowski, Leon Venero 22, Grozdanov 6, Czyrek, Hoss (L), McCarthy 11, Sasak 16. Non entrati Nowakowski, Wachnik, Slotarski, Zajac, Tuinstra. All. Botti. CUCINE LUBE CIVITANOVA: Balaso (L), Bisotto (L), Boninfante 4, Bottolo 12, Chinenyeze 8, Dirlic 1, Gargiulo, Hossein Khanzadeh, Lagumdzija 11, Loeppky 7, Nikolov 12, Orduna, Podrascanin 6. Non entrati Tenorio. All. Medei Giampaolo. ARBITRI: Wijnstra, Cevik. NOTE – durata set: 28′, 30′, 28′, 33′; tot: 119′. Bogdanka LUK Lublin (POL): Battute sbagliate 21, Vincenti 13. Cucine Lube Civitanova: Battute sbagliate 21, Vincenti 6.
    Inizia in salita la serie Finale di CEV Challenge Cup per la Cucine Lube Civitanova: impegnata in Polonia contro il Bogdanka LUK Lublin, la squadra di Giampaolo Medei si è arresa in quattro set alla formazione allenata da Massimo Botti e trascinata dai 22 punti di Wilfredo Leon, top scorer ed MVP della serata. Tre i cucinieri in doppia cifra: Alex Nikolov, che ha chiuso a 12 punti, gli stessi di Mattia Bottolo, oltre ad Adis Lagumdzija (11 punti).
    Dopo un primo set conquistato dai padroni di casa, la Lube ha saputo portare in parità il conto dei parziali vincendo il secondo, ma è stato nel terzo (chiuso 25-18 per i polacchi) e nel quarto (terminato ai vantaggi) che il Lublin ha saputo portarsi a casa il primo atto di questa Finale. Proprio il quarto parziale rischiava di avere una fine diversa: Civitanova, infatti, era riuscita a portarsi sul 18-21, subendo però il controsorpasso dei polacchi, bravi a sfruttare un doppio errore di Loeppky prima di trovare il 23-22 con Sasak; vincente il muro di McCarthy che ha regalato la vittoria al Lublin, chiudendo il set sul 26-24.
    Mercoledì 19 marzo, all’Eurosuole Forum di Civitanova, la Lube dovrà vincere la partita (3-0 o 3-1 i risultati concessi) per poi giocarsi la conquista della Coppa al Golden Set. Nel mezzo, nuovo appuntamento coi Play Off SuperLega Credem Banca: domenica 16 marzo (ore 17.00, diretta VBTV), infatti, i cucinieri saranno ospiti dell’Allianz Milano per Gara 2 dei Quarti di Finale, con l’obiettivo di riportare in parità la serie.
    CEV Challenge Cup 2025Away Match – FinalsMercoledì 19 marzo, ore 20.30Cucine Lube Civitanova – Bogdanka LK Lublin (POL)Arbitri: Andrei Savu, Boris Kovac.Andata: Bogdanka Luk Lublin (POL) – Cucine Lube Civitanova 3-1 (25-20, 22-25, 25-18, 26-24)
    La formulaLa formula prevede una fase a eliminazione diretta con sfide ad andata e ritorno, compresa la Finale. Si parte dai Trentaduesimi di finale con 32 team al via. Saranno 16 Club a passare il turno, dove troveranno altrettante squadre già classificate ai Sedicesimi per il ranking. A seguire Ottavi, Quarti, Semifinale e Finale. LEGGI TUTTO

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    Wilfredo Leon: “Cosa avevo mangiato a colazione per giocare così? Tanto amore”

    Per molti Wilfredo Leon è e rimane il “Demolition man” della pallavolo, per il suo attuale allenatore, Massimo Botti, è “Il Maradona del volley”. Chiamatelo come volete, resta il fatto che anche ieri sera, nella finale d’andata di Challenge Cup contro la Lube, entrambe le definizioni si sono rivelate corrette: 23 punti, 6 ace, 4 muri.

    A fine gara la giornalista polacca di Polsat Sport, Marta Ćwiertniewicz, gli ha chiesto quello che tutti vorremmo sapere da anni, ovvero: “Cosa hai mangiato a colazione per giocare così bene?”. La risposta di Leon: “Tanto amore”. Poi, parlando seriamente della partita, ha aggiunto: “Ci siamo allenamenti duramente, di fronte a noi avevamo una squadra che non si affronta facilmente. Dovevamo essere concentrati dall’inizio alla fine, sapevamo che era una gara tosta. Adesso dobbiamo pensare al campionato e alla partita di ritorno”.“So che non siamo favoriti, ma avevo detto che questo è il primo trofeo per cui lotteremo. Diamo tutto oggi e nella seconda gara, ci proviamo. Nel frattempo cercheremo di migliorare ancora alcune cose”.

    (fonte: Polsat Sport) LEGGI TUTTO

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    CEV Cup, Trento vince in rimonta la Semifinale di andata

    CEV Cup 2025Trento vince in rimonta contro Ankara la gara di andata delle Semifinali: alla ilT Quotidiano Arena finisce 3-2 per i dolomitici
    CEV Cup 2025 – Semifinals, Home Match
    Trentino Itas – Ziraat Bank Ankara (TUR) 3-2 (26-28, 27-29, 25-21, 25-23, 15-8) – TRENTINO ITAS: Bartha 1, Garcia Fernandez 1, Kozamernik 5, Laurenzano (L), Lavia 18, Michieletto 27, Resende Gualberto 15, Rychlicki 19, Sbertoli 1. Non entrati Acquarone, Bristot, Magalini, Pellacani, Pesaresi. All. Soli Fabio. ZIRAAT BANK ANKARA (TUR): Anderson 21, Ter Maat 16, Savas 12, Bulbul 10, Yenipazar 5, Zonca, Gunes, Clevenot 11, Bayraktar (L), Stern 1. Non entrati Sahin Hilmi, Sahin Haci, Kir, Gedik. All. Kavaz. ARBITRI: Varbanov, Batkai-katona. NOTE – durata set: 29′, 37′, 29′, 31′, 19′; tot: 145′. Trentino Itas: Battute sbagliate 25, Vincenti 5. Ziraat Bank Ankara (TUR): Battute sbagliate 24, Vincenti 8.
    Strepitosa rimonta della Trentino Itas nella gara di andata delle Semifinali di CEV Cup: il gruppo di Fabio Soli, impegnato tra le mura amiche della ilT Quotidiano Arena, finisce prima sotto 0-2 (entrambi i set chiusi ai vantaggi, 26-28 e 27-29)  contro i turchi dello Ziraat Bank Ankara, riuscendo poi a rimettere in piedi una partita che sembrava essersi complicata, centrando il successo al tie-break. Tra i protagonisti di serata Alessandro Michieletto, premiato MVP con 27 punti realizzati (decisivo in particolare nel turno in battuta al tie-break, con gli ace del 13-7 e del 14-7), oltre a Kamil Rychlicki e Daniele Lavia, che hanno chiuso rispettivamente con 19 e 18 punti. Dall’altra parte della rete, lo Ziraat Bank Ankara si è appoggiato su Anderson (21 punti) e Ter Maat (16 punti), non riuscendo però a chiudere la contesa in tre set dopo che i primi due parziali si erano chiusi ai vantaggi. Decisivo per le sorti del match, e più in generale delle Semifinali, il finale del quarto set: i turchi si portano avanti 20-22 con un muro di Savas, ma subiscono il rientro dell’Itas che porta la gara al quinto set con un break di 5-1 (25-23).
    La sfida di ritorno, che a Trento regalerà la Finale nel caso in cui i dolomitici riuscissero a vincere con qualsiasi punteggio, è in programma mercoledì 19 marzo, alle 17.00 italiane, in casa dello Ziraat Bank Ankara. Per l’Itas, prima, c’è però Gara 2 dei Quarti di Finale Play Off, con la trasferta in casa di Cisterna Volley in programma domenica 16 marzo alle 18.00 (diretta su VBTV e Rai Sport).
    CEV Cup 2025Away Match – SemifinalsMercoledì 19 marzo, ore 17.00Ziraat Bank Ankara (TUR) – Trentino ItasArbitri: Prendrag Balandzic, Fuad AghayevAndata: Trentino Itas – Ziraat Bank Ankara (TUR) 3-2 (26-28, 27-29, 25-21, 25-23, 15-8)
    La formulaLa formula prevede una fase a eliminazione diretta, con sfide ad andata e ritorno, compresa la Finale. Si parte con i Trentaduesimi di Finale, a cui prendono parte anche gli otto team eliminati nel 1st Round di Champions League, e si prosegue con i Sedicesimi a cui partecipano le vincenti dei Trentaduesimi insieme a 18 squadre già qualificate di diritto e alle perdenti del 2nd e 3rd Round di Champions League. Le 16 vincitrici si sfidano poi negli Ottavi, da cui escono 8 team ammessi al turno definito “Play Off”. Ai Quarti di Finale, invece, partecipano le 4 squadre vincitrici dei “Play Off” di CEV Cup e le 4 peggiori terze classificate della Pool Phase di CEV Champions League. Al termine di questo percorso, le quattro vincenti accedono alla fase conclusiva: Semifinali e Finali. LEGGI TUTTO

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    Nba, Oklahoma ok a Boston: show di Gilgeous-Alexander

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    Ferrari senza alibi: con Hamilton e Leclerc si punta ai due titoli

    La Ferrari punta ai due titoli mondiali

    Maranello vuole e deve puntare ai due Mondiali, non ha più scelta. La stessa Ferrari, per negarsi definitivamente ogni possibile alibi, s’è esposta chiamando Lewis Hamilton, il più vincente di sempre. Charles Leclerc, leggermente meno esposto dal punto di vista mediatico, ringrazia. La squadra ha cambiato direttore tecnico: Loic Serra spiega che «i test di Sakhir sono stati molto utili e la vettura ha mostrato un buon livello di affidabilità». Immaginiamo che il problema idraulico che ha fermato Hamilton nei test sia stato causato da un problema già risolto. Dice anche che «siamo felici ci sia una buona correlazione tra i dati raccolti in pista e quelli dei simulatori». Fondamentale, per non navigare a vista. Dunque da stanotte italiana (prime prove libere alle 2.30 di domani) la parola alla macchina, ribaltata nello schema delle sospensioni anteriori rispetto al 2024. Gli altri hanno evoluto, estremizzato, più che rivoluzionato: è il caso della McLaren MCL39, la vettura da battere. Il rebus Red Bull forte di Max attende di essere sciolto, mentre Mercedes è sospesa. «Non è chiaro per cosa lotteremo – ha anticipato il capo Toto Wolff – io a Melbourne sarei felice per un podio».

    Hamilton-Leclerc, un duello in rosso

    Meglio Verstappen o Hamilton? Alonso o Hamilton? O addirittura: meglio Verstappen o Senna? Ecco le domande cui non si può mai dare risposta, fino a che due grandi piloti coevi non finiscono per confrontarsi a parità di macchina. Dunque va a sciogliersi il quesito “meglio Hamilton o Leclerc?”, da strutturare però un po’ meglio: meglio Lewis che finora ha vinto il tesoro di San Gennaro ma è gravato dai quarant’anni, o meglio Charles con la freschezza dei suoi 27, il suo ferrarismo militante di sempre, la sua impossibilità finora di puntare in alto per colpa di Rosse non all’altezza? Questo duello sarà appassionante, a qualsiasi livello si svilupperà. I due hanno lo stesso stile di guida e amano l’anteriore preciso anche al prezzo di un posteriore leggero, sono grandi frenatori dentro la curva e sembrano affiatati come compagni di squadra. Primo momento della verità l’alba di sabato con le prime qualificazioni (vantaggio Leclerc).

    Formula1, Antonelli è la nuova speranza italiana

    Torna un pilota italiano, e l’entusiasmo non potrà limitarsi alla presenza sulle griglie. Andrea Kimi Antonelli, 18 anni, è un fenomeno che diversi anni fa, quando era bambino, l’allora direttore dell’accademia FDA Massimo Rivola propose al team principal Arrivabene, venendo respinto con gravi perdite. Forse il senso di colpa di provenire dall’industria del fumo e non voler coinvolgere i piccoli, forse distrazione, forse il gusto di bocciare una proposta, chissà, fatto sta che Kimi 2.0 debutta con la Mercedes. E al posto di Hamilton! Nessuno pretende dal cinno bolognese meraviglie nell’immediato, ma neanche nessuno se ne adonterebbe. Wolff lo definisce «il nuovo Verstappen» ed Helmut Marko, pigmalione del Verstappen autentico, si sbilancia: «Antonelli è un pilota dalla velocità impressionante».

    I sei nuovi piloti della F1

    Usciti Perez, Ricciardo, Magnussen, Bottas, Zhou (ora terzo pilota Ferrari) e Sargeant, entrano con un programma completo Antonelli, Lawson, Bearman, Hadjar, l’atteso Bortoleto in Sauber e Doohan, questi a rischio-Colapinto dal quinto GP (Arabia Saudita). È comunque un cambio di pelle profondo, e molto interessante.  LEGGI TUTTO