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    Federica Pellegrini, le parole su Sinner e il caso Clostebol: cosa non va

    Federica Pellegrini e il caso Sinner. Premessa necessaria: l’ex nuotatrice azzurra, campionessa olimpica (e di tutto il resto) è una leggenda dello sport italiano e mondiale e possiede una testa molto pensante, che va rispettata a prescindere, anche e soprattutto quando parla e si espone. Chi non solo l’ha criticata andando oltre il tema specifico, ma addirittura insultata sui social, a seguito dell’intervista concessa ad Alessandra Retico per Repubblica, merita totale disapprovazione, così come la vittima delle offese merita tutta la solidarietà innanzitutto come persona. Questa purtroppo è la spazzatura di chi offende nell’anonimato e come ciarpame della Rete va considerato, anche se fa male. Augurandoci che un paio di giorni siano bastati per calmare gli animi degli esagitati da tastiera, si può dunque tornare al contenuto delle dichiarazioni su Sinner di Pellegrini, che ricopre peraltro in modo degnissimo – chi, se non lei – l’importante e prestigioso ruolo di membro del Comitato Internazionale Olimpico eletta nella Commissione atleti. A maggior ragione in quella veste, tuttavia, non possono passare sotto silenzio le (troppe) inesattezze sui fatti, che dovrebbero stare alla base delle parole. Mettiamoli allora al centro questi fatti, come sono stati raccontati attraverso il lavoro del nostro Danilo Freri con la redazione di Sky Sport, e che qui verranno riportati esattamente come abbiamo fatto in questi mesi, confrontandoli con l’intervista per confutare una a una le opinioni espresse. “Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere, e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi”. Detto che non sarebbe giusto difendere una persona perché amata, a prescindere da quello che fa, Sinner non è mai stato trattato diversamente da altri atleti, in nessuna fase della vicenda. Lo testimonia l’indagine dell’ITIA, la sentenza del tribunale indipendente dell’ITIA stessa, e infine l’appello e il patteggiamento raggiunto con la WADA. Nulla è stato risparmiato a Jannik. Va ricordato che è stato sospeso per ciascuna delle due occasioni nelle quali sono state riscontrate tracce di Clostebol nei controlli. Ha fatto ricorso nei tempi previsti dai regolamenti, come è diritto di tutti i tennisti. La sua versione è stata ritenuta credibile e la sospensione è stata tolta. Infine, è stato giudicato. Se per trattamento di favore, come molti anche tra i colleghi di Sinner hanno lasciato capire pur senza avere il coraggio di dirlo apertamente, si intende il fatto che non è stato esposto dall’ATP alla gogna mediatica dopo le sospensioni, attendendo l’esito del ricorso, l’unica risposta è che il garantismo applicato nel caso del numero uno del mondo dovrebbe valere per tutti, e che non si dovrebbe auspicare che lo stesso trattamento sbagliato venga applicato anche a lui, come purtroppo è stato fatto ad altri in passato, ma il contrario. “Non tutti sanno come funziona per un atleta soggetto a controlli antidoping a sorpresa e in competizione durante tutto l’anno. Bisognerebbe spiegare questa cosa per spiegare il caso Sinner. Gli atleti vivono con un pensiero costante, quello di dover fornire un’ora di slot di reperibilità ogni giorno della vita anche quando sono in vacanza per consentire all’antidoping di andarli a trovare dovunque siano. Io avevo una sveglia che suonava alle 10 di sera con scritto location form, per ricordarmi che dovevo aggiornare ogni volta l’indirizzo. Lo considero giusto altrimenti diventa sempre di più una lotta impari”. Tutto vero, ma non c’entra e non spiega nulla sul caso Sinner, che è sottoposto ai controlli a sorpresa esattamente come tutti gli altri atleti. “Quanto alla responsabilità oggettiva rispetto al team, va detto che non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti, non è il caso Sinner a essere strano”. Questo è l’aspetto più grave della ricostruzione proposta da Pellegrini, perché si basa su un fatto non vero. Nessuno ha “usato”, nessuno ha somministrato una crema a Sinner, perché lui è stato contaminato da una crema contenente Clostebol presente sul dito del suo fisioterapista, e poi riscontrata poi in quantità infinitesimali nella positività ai controlli sul giocatore. Dunque si fa una inaccettabile confusione tra somministrazione (ad esempio il fisio fa un trattamento con una crema proibita sull’atleta, che non ne è consapevole) e contaminazione (ad esempio il fisio fa un trattamento senza alcuna sostanza proibita, ma contamina l’atleta attraverso una sostanza che ha usato lui stesso per sé, e accidentalmente la trasmette per incuria o per imprudenza all’atleta, che anche in questo caso ovviamente non è consapevole). E’ evidente che in entrambi i casi esiste la responsabilità oggettiva, ma ha un peso ben diverso. Sempre acqua è, ma un conto è berne un bicchiere, un altro è scivolare in una pozzanghera. “Perché il caso Sinner deve essere diverso? È questa la mia domanda. E diverso è stato: la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Non dico che ci dovesse essere una sospensione. Ma di fatto è stato trattato come un caso diverso dal 99% degli altri atleti che hanno affrontato e pagato una negligenza per doping”. L’unica risposta alla domanda di Pellegrini è: no, il caso di Sinner non è stato diverso dagli altri e la spiegazione di tutto questo è nelle carte dell’indagine realizzata dall’ITIA, che è stata recepita anche dalla WADA, la quale non ha mai messo in discussione la ricostruzione dei fatti dimostrata dai legali di Jannik (e mai ha messo in discussione neppure i risultati ottenuti sul campo), ma semmai l’entità della pena comminata dal tribunale indipendente. Gli avvocati hanno dimostrato subito, con prove documentate, l’acquisto dello spray e la possibile contaminazione attraverso i massaggi. Dove sta la diversità o il trattamento di favore? Certo, chi non produce prove nei tempi richiesti per il ricorso, che sono molto stretti (48 ore) non riesce ad evitare la sospensione. Ecco perché qualcuno deve fronteggiare un periodo di stop e magari deve aspettare la sentenza per avere una conferma o una assoluzione. Ma che colpa ha Sinner? Va detto inoltre che l’accordo raggiunto con l’Agenzia è previsto dal codice antidoping. È stato applicato in oltre 60 casi finora, non è stata un’esclusiva. Ci si arriva solitamente se viene riscontrato il rischio di una pena prevista dal regolamento attuale, sproporzionata rispetto all’accertamento dei fatti. E questo tipo di accordo vale per tutti i casi che abbiano analogie con quello di Sinner. Per Simona Halep, citando un altro esempio tennistico, non si sarebbe potuto fare, perché sostanza, circostanze e prove erano diverse. “C’è una casistica anche nel nuoto, dove per esempio alcuni hanno usato un inalatore diverso per l’asma e poi sono risultati positivi. Oppure a causa di creme comprate magari all’estero. Quando vai in farmacia a chiedere un farmaco specifico lo porti al medico della federazione che lo controlla, lo scheda e vede se ci sono principi attivi o contaminazioni: solo se è ok allora lo puoi utilizzare. Non è una vita semplice, ma credo sia l’unico modo per combattere il doping”. Pellegrini dovrebbe ricordare il caso del nuotatore brasiliano Grabriel Silva Santos, sospeso otto mesi e poi assolto dal Tas per una contaminazione da Clostebol. Assolto totalmente. È riuscito a dimostrare di essere stato contaminato attraverso l’uso del bagno utilizzato anche da un familiare, probabilmente tramite un asciugamano. Purtroppo per lui, non ha fatto in tempo a far togliere la sospensione da subito, ma era un caso complesso da ricostruire rispetto a Sinner, che comunque è arrivato ad una soluzione positiva. E’ colpa o è un privilegio di Jannik se è riuscito a dimostrare la verità dei fatti in tempo per far togliere la sospensione? Peraltro anche l’Antidoping sa che ci deve essere cautela nei giudizi nei casi di positività al Clostebol, perché la scienza ha dimostrato che c’è un’alta possibilità di trasmettere questa sostanza con semplici contatti casuali. Basterebbe una stretta di mano. O un massaggio con un dito contaminato, come Sinner. Ecco perché sarebbe meglio stabilire delle soglie e così si farà. Perché si rischia di sospendere atleti che poi sono di fatto non colpevoli. Anche per questo, durante il procedimento per Sinner, la WADA ha già annunciato che cambieranno le regole dal 2027, il peso della responsabilità oggettiva sarà collegato alla quantità di sostanza riscontrata nel test. Se c’è contaminazione ed è al di sotto di una certa soglia, l’atleta non verrà più considerato positivo, non scatterà nessuna conseguenza perché considerata irrilevante per le prestazioni. Che anche nel caso di Jannik, non sono mai state alterate”. Infine, ancora un paio di precisazioni. Wada ha fatto ricontrollare da laboratori diversi tutti i test di Sinner dell’anno precedente. Non si è limitata a guardare i referti dell’epoca. Li ha fatti rifare, per cercare qualsiasi traccia. E non ha trovato nulla. Mettere in circolo il sospetto di trattamenti di favore per Jannik e per l’Agenzia Antidoping è particolarmente grave e infamante, perché è l’opposto della realtà. In generale gli atleti, soprattutto se leggendari e influenti come Federica Pellegrini, che ha anche una responsabilità nel mondo dello sport, possono svolgere un ruolo fondamentale per migliorare il modo di combattere il doping e renderlo più efficace e giusto, ma non è spargendo sospetti sulle disparità di trattamento perché un atleta è amato, o perché è il numero uno del mondo, che si ottengono risultati per il bene dello sport. E soprattutto, lo si fa chiedendo più giustizia e più garanzie per tutti, non di meno per uno, in base agli errori subiti da altri in passato. Con immutabile stima, ammirazione e rispetto per Federica Pellegrini.
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    Rana Verona – Cisterna Volley 3-0: i numeri del match.

    CISTERNA DI LATINA – Nella seconda giornata del girone dei Playoff per il quinto posto, il Cisterna Volley esce sconfitto contro Rana Verona. La squadra pontina ha lottato fino alla fine, soprattutto nel terzo set, ma ha pagato dazio alla qualità al servizio degli scaligeri, uno degli elementi chiave che ha indirizzato l’esito del match andato in scena al Pala AGSM AIM. Nelle ultime due sfide sono scesi in campo dodici elementi del roster di Cisterna Volley, con la squadra di coach Falasca che occupa momentaneamente il terzo posto in classifica.
    LE STATISTICHE – Nonostante il risultato negativo, la sfida ha offerto spunti incoraggianti. Tra questi, l’esordio da titolare per il giovane Alessandro Finauri, che ha disputato la sua prima partita stagionale giocando tutti i set. Esordio nel sestetto anche per il libero Willner Rivas, che ha risposto con una prestazione convincente, rivelandosi tra i più brillanti del collettivo pontino.
    Rivas è stato il secondo miglior realizzatore di Cisterna con 10 punti in attacco e un’ottima efficienza del 56%, alle spalle del solo Theo Faure, top scorer dell’incontro con 15 punti. Al servizio, il più incisivo è stato capitan Michele Baranowicz, autore di due ace, mentre Nedeljkovic e Faure ne hanno messi a segno uno ciascuno. A muro, la coppia di centrali formata da Daniele Mazzone e Aleksandar Nedeljkovic ha chiuso con un block vincente a testa. Da segnalare anche il positivo ingresso nel secondo set di Efe Bayram, che ha portato energia e punti, chiudendo con 7 marcature e un eccellente 58% di efficacia in attacco.
    Foto credits Verona Volley/Benvenuti LEGGI TUTTO

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    Ad un passo dalla finale: la Domotek ci prova in Piemonte

    Voglia di provare a regalare a Reggio Calabria un sogno.La finalissima per la Serie A2.
    Si conosce già, la formazione che ha avuto accesso alla finalissima per la Serie A2 nella parte antistante del tabellone: è la Rinascita di Lagonegro che ha battuto 2 a 0 il Cus Cagliari.
    Oggi, la favola sportiva della Domotek Volley Reggio Calabria di Mister Polimeni vuole la finalissima.Non sarà facile espugnare il Palavalenza.
    Si gioca in Piemonte, sul campo dell’Acqui Terme, team che, nonostante la sconfitta del Palacalafiore ha dimostrato tenuta ed ottime giocate e che, tra le mura amiche ha saputo esprimere durante tutta la stagione sin grande atteggiamento.
    Capitan Laganà, così come accaduto nella prima serie Playoff a Lecce, vogliono chiudere la pratica, evitando un’eventuale gara tre che, solamente in caso di sconfitta si giocherebbe martedì 15 aprile alle ore 20.30 al Palacalafiore.
    Gli amaranto, superando ostacoli ed infortuni sembrano aver trovato nuovamente una giusta quadratura, con Marco Pugliatti al servizio pronto a servire un Lazzaretto al top in gara uno ed il sontuoso Capitano Laganà.Petras e soci, hanno dimostrato di essere, invece, squadra cinica, tosta e ben allenata:insomma, ci aspetta una bella ed avvincente gara due.
    Arbitrano i signori Fabio Bassan di Manerba del Garda e Emilio Sabbia di Potenza.
    Classica diretta sul canale YouTube di Lega Volley. LEGGI TUTTO

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    Il Capitano Laganà lancia la sfida per gara due della Domotek

    Domotek Volley Reggio Calabria: Il capitano Laganà lancia la sfida verso gara due
    Reggio Calabria, 12 aprile 2025 – Una serata indimenticabile per la Domotek Volley Reggio Calabria, che ha conquistato una vittoria fondamentale davanti a quasi 4.000 tifosi esultanti. A parlare dell’impresa è il capitano Domenico Laganà, ancora emozionato per l’atmosfera magica creata dal pubblico proiettandosi verso una gara due tutta da vivere che si giocherà domenica alle ore 17 in Piemonte, al Palavalenza.
    Laganà non nasconde l’emozione: “Partirei da lì, da quei quasi 4.000 spettatori. C’erano anche alcuni miei compagni della scorsa stagione sugli spalti, e ripensare a da dove siamo partiti… ti vengono i brividi”.
    La partita, combattutissima contro un avversario tosto, non è stata perfetta tecnicamente, ma la squadra ha dimostrato grinta e carattere. “Abbiamo commesso errori,specialemente al servizio, ma l’importante era vincere, soprattutto davanti a questo pubblico. Non potevamo deluderli”.
    Uno dei momenti decisivi è stato il terzo set, vinto ai vantaggi dopo una battaglia estenuante. “Quel set è stato un duro colpo per loro, come lo sarebbe stato per noi. Perderlo in quel modo è pesante, ma noi siamo stati bravissimi a non mollare”, ha spiegato Laganà.Anche il quarto set è stato tirato, ma la Domotek ha chiuso la partita con determinazione, confermando la sua crescita nel finale di stagione.
    Un altro tema affrontato dal capitano è la crescita del palleggiatore, il reggino Marco Pugliatti, pronto a non far rimpiangere l’infortunio occorso a Lorenzo Esposito. “Sta migliorando partita dopo partita, si allena con costanza e adesso sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. Si merita tutto questo”.
    Con questa vittoria, la Domotek Volley si prepara alla prossima sfida con fiducia dimostrando di avere cuore e qualità, e con questo spirito punta a continuare la sua corsa verso obiettivi sempre più ambiziosi.
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    MotoGp, Gran Premio del Qatar a Lusail: gare, orari, dove vederlo in tv e in streaming

    LUSAIL (Qatar) – Quarto appuntamento del Motomondiale 2025 con il Gp del Qatar: Marc Marquez, nella MotoGp, prova a riprendere il suo monologo, interrotto dal successo di Pecco Bagnaia due settimane fa ad Austin. Lo spagnolo della Ducati ha iniziato alla grande il weekend di Lusail firmando la pole position e vincendo la gara Sprint di ieri. Alle spalle di Marc Marquez c’è, come da cliché di questa stagione, il fratello Alex. Si è rivisto in pista, ancora lontano dalla forma migliore, il campione del mondo Jorge Martin, rientrato dopo il doppio infortunio con fratture multiple di febbraio.  LEGGI TUTTO

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    F1, Gp del Bahrain: dove vederlo in tv o streaming e orario

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    Parigi Roubaix 2025, la gara di ciclismo in diretta live

    Si trovano quasi tutti concentrati nella seconda metà della corsa, dal km 95,8 fino all’ultimo a Roubaix, quasi in prossimità del traguardo. Eccoli tutti, con tanto di posizionamento lungo il percorso, lunghezza e stelline a certificare il grado di difficoltà (la fonte è il sito ufficiale della corsa, il massimo di difficoltà sono 5 stelline):30 : Troisvilles to Inchy (km 95,8 – 2,2 km) ***
    29 : Viesly to Quiévy (km 102,3 – 1,8 km) ***
    28 : Quiévy to Saint-Python (km 104,9 – 3,7 km) ****
    27 : Saint-Python (km 109,6 – 1,5 km) **
    26 : Vertain to Saint-Martin-sur-Ecaillon (km 116,7 – 2,3 km) ***
    25 : Verchaing-Maugré to Quérénaing (km 128 – 1,6 km) ***
    24 : Quérénaing to Artres (km 130,9 – 1,3 km) **
    23 : Artres to Famars (km 133,8 – 1,2 km) ***
    22 : Quérénaing to Maing (km 138,5 – 2,5 km) ***
    21 : Maing to Moncheaux-sur-Ecaillon (km 141,6 – 1,6 km) ***
    20 : Haveluy to Wallers (km 154,5 – 2,5 km) ****
    19 : Trouée d’Arenberg (km 163,9 – 2,3 km) *****
    18 : Wallers to Hélesmes (km 170 – 1,6 km) ***
    17 : Hornaing to Wandignies (km 176,8 – 3,7 km) ****
    16 : Warlaing to Brillon (km 184,2 – 2,4 km) ***
    15 : Tilloy to Sars-et-Rosières (km 187,7 – 2,4 km) ****
    14 : Beuvry to Orchies (km 194,1 – 1,4 km) ***
    13 : Orchies (km 199,1 – 1,7 km) ***
    12 : Auchy to Bersée (km 205,2 – 2,7 km) ****
    11 : Mons-en-Pévèle (km 210,6 – 3 km) *****
    10 : Mérignies to Avelin (km 216,7 – 0,7 km) **
    9 : Pont-Thibault à Ennevelin (km 220 – 1,4 km) ***
    8 : Templeuve – L’Epinette (km 225,4 – 0,2 km) *
    8 : Templeuve – Moulin-de-Vertain (km 226 – 0,5 km) **
    7 : Cysoing to Bourghelles (km 232,4 – 1,3 km) ***
    6 : Bourghelles to Wannehain (km 234,9 – 1,1 km) ***
    5 : Camphin-en-Pévèle (km 239,4 – 1,8 km) ****
    4 : Carrefour de l’Arbre (km 242,1 – 2,1 km) *****
    3 : Gruson (km 244,4 – 1,1 km) **
    2 : Willems to Hem (km 251,1 – 1,4 km) **
    1 : Roubaix (km 257,8 – 0,3 km) * LEGGI TUTTO