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La dura realtà del tennis professionistico: oltre le Luci della ribalta

La vita da tennista, per molti, è intrisa di gloria, successi e trionfi sul campo, ma la realtà, soprattutto per coloro che sono lontani dai riflettori delle grandi competizioni internazionali, è ben diversa e spesso sconosciuta al grande pubblico. Simone Roncalli, ex tennista che ha raggiunto la posizione 536 del ranking ATP, ha condiviso con ilfattoquotidiano.it un ritratto schietto e sincero della sua esperienza nel mondo del tennis professionistico.

“Due anni fa mentre ero al Cairo a giocare un torneo ITF, ho comprato il biglietto aereo per il Portogallo senza avere la certezza di riuscire ad entrare nel Maia Open, un Challenger. Sconfitto in Egitto, sono partito immediatamente e ho giocato in Portogallo senza essere riuscito a dormire neanche un’ora”, queste le parole di Roncalli, che ha recentemente deciso di ritirarsi dal tennis giocato per dedicarsi alla carriera di allenatore.
Nonostante i sacrifici e le difficoltà incontrate, Roncalli ha riscontrato ostacoli notevoli anche al di fuori del campo, una situazione che ha portato Novak Djokovic, durante un’incontro dell’Associazione Giocatori Professionisti, a criticare aspramente l’ATP per le condizioni economiche dei tennisti emergenti. Djokovic ha sottolineato, come solo un esiguo numero di tennisti, circa 400, riesce veramente a vivere grazie ai guadagni derivati dal tennis.

Simone Roncalli ha espresso il suo pieno accordo con le osservazioni di Djokovic delineando una realtà in cui solo i primi 100 tennisti guadagnano cifre degne di nota. “Dentro i 230 del mondo giochi le qualificazioni Slam e si guadagna ancora bene. Dal 230 al 300 si va economicamente in pari, più giù si va in pari o addirittura sotto”, ha sottolineato l’ex tennista, rivelando una situazione preoccupante per i giocatori che si trovano al di fuori delle posizioni più alte del ranking.

Anche Roberto Marcora, che ha raggiunto la posizione 150 dell’ATP, ha condiviso con ilfattoquotidiano.it un’esperienza simile, segnalando come soltanto l’ingresso nei primi 100 possa garantire guadagni significativi. Mentre Luca Potenza, nonostante la giovane età e una posizione di 456 nel ranking, evidenzia una realtà ancora più critica, temendo che i giocatori in grado di vivere di tennis siano in realtà meno dei 400 stimati da Djokovic.

Queste voci autentiche emergono da una realtà sportiva spesso idealizzata, proponendo un’immagine spesso invisibile del duro lavoro, del sacrificio e delle difficoltà economiche che i tennisti fuori dalla top 100 devono affrontare quotidianamente. Come sottolineato da queste testimonianze raccolte da ilfattoquotidiano.it, si rende evidente una necessità impellente di rivalutazione delle strutture e dei supporti economici offerti ai tennisti professionisti, affinché il talento possa davvero emergere e prosperare, indipendentemente dalle risorse economiche personali.

Francesco Paolo Villarico


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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