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Ivanisevic: “Spesso discuto con Novak ma è positivo che accada. Nessuno credeva in me come coach”

Goran Ivanisevic è uno fattori più importanti della longevità di Novak Djokovic e degli ultimi miglioramenti nel tennis del super campione serbo. Già nel corso del periodo passato insieme a Boris Becker, il 24 volte campione Slam aveva posto le basi per un gioco ancor più offensivo, come dimostrano i risultati ottenuti a Wimbledon, ma è dall’avvento di Goran che il tennis di Novak si è ancor più affinato, andando a colmare quella che era l’unica vera lacuna, l’efficacia del servizio. Non è solo una sensazione, anche i numeri confermano come nelle ultime stagioni la velocità media della prima e seconda battuta di Djokovic siano cresciute enormemente, così come le percentuali di realizzazione. Ma si va oltre ai riscontri statistici. Novak da qualche stagione trova sempre più punti decisivi col servizio, perfetto nei momenti chiave. Un match, iconico, su tutti: la storica finale di Wimbledon 2019. Federer, per stessa ammissione di Djokovic, giocò meglio, ma… Novak servì alla perfezione nei tre tiebreak, strappando un successo indimenticabile.

In questo la mano di Ivanisevic è evidente e decisiva. Ha lavorato per un movimento di servizio più compatto, corto ed efficace. Utilizza meglio le rotazioni, varia al massimo gli angoli e la velocità per non dare mai un punto di riferimento al ribattitore. A volte il lancio di palla sulla seconda non è perfetto, ma sono dettagli all’interno di un colpo diventato vera arma tecnica.

Goran quando parla alla stampa del suo paese rilascia frequentemente interviste un po’ “ruvide”, un po’ come il suo carattere, nelle quali esalta la forza del suo assistito. Stavolta parlando nel corso di un conferenza su sport e business, ha approfondito un tema molto interessante: come convive il lavoro quotidiano con “Nole”, con una certa spigolosità che considera fondamentale per stimolare Novak e creare nuovi spunti su cui lavorare. Si può criticare Djokovic per molti aspetti, ma è un vero monumento per come abbia elevato ad arte la filosofia del miglioramento continuo, anche a 36 anni suonati.

“Sono felice di allenare un genio, il miglior tennista di tutti i tempi e uno dei migliori atleti in generale” racconta Ivanisevic. “Novak è unico nel suo genere, non ce ne sono molti al mondo come lui, è un vincente. È stato fortunato ad avere davanti a sé persone come Rafa Nadal e Roger Federer, si sono spinti a vicenda, ma lui si motiva da solo. Quando gli dici che non può fare qualcosa è ancora peggio. Ti guarda con un sorriso beffardo e ti dimostra che può farcela. Cerca sempre di trovare il modo di vincere, senza scuse, anche se non sta bene o è infortunato”.

“Non è facile motivarlo perché ha già vinto tutto, a volte pensi ora cosa possiamo fare? Ma noi abbiamo tracciato la nostra strada. Molte volte non siamo d’accordo, ma è bene discutere, perché c’è rispetto e dalla discussione e da punti di vista diversi nascono gli stimoli a lavorare e superarsi. Se non ci fossero discussioni, sarebbe tutto uguale e alla fine non funzionerebbe“.

Ivanisevic conferma la difficoltà nel tenere testa a un giocatore con un carattere così forte: “Mi piace il mio lavoro. Puoi fare bene un lavoro solo se lo ami e se ricevi il sostegno della tua famiglia. Se non sai come affrontare lo stress, che è sempre presente, non sarai in grado di svolgere il tuo lavoro. Per me è più facile perché veniamo dalla stessa cultura. Sì, posso dire di essere costantemente stressato. Siamo in cinque in squadra, ma è sempre colpa mia se qualcosa non funziona. Questo è quello che succede quando sei un allenatore, ma va bene così”.

Molto curiosa l’ammissione di Goran sullo scarso credito che aveva come potenziale coach per il tipo di tennista che era in campo: “La gente mi vedeva come un selvaggio o quasi quando giocavo, ma fuori dal campo sono diverso, sono abbastanza calmo. Nessuno credeva che potessi diventare un buon allenatore. Bisogna capire come seppellire il proprio ego: non sei più importante, l’importante è il giocatore, questo è il primo passo“.

Effettivamente la carriera sportiva di Ivanisevic è così piena di episodi bizzarri che sarebbe facile scriverne un libro in più capitoli… Tuttavia nessuno ha mai dubitato della sua intelligenza e senso per il gioco. Un po’ folle sì, ma istinto purissimo per il tennis. Goran prima con Cilic e ora con Ivanisevic sta dimostrando di essere un fior di allenatore.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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