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Siena risale, Bisogno: “Quando si tocca il fondo si scoprono risorse nascoste”

Di Redazione

L‘Emma Villas Aubay Siena sta risalendo la china, tornando a vincere, e guardando con più orgoglio la classifica. Classifica che ora vede la squadra del presidente Bisogno proiettata verso l’obiettivo Playoff.

Dall’ombra della retrocessione al sogno dei playoff, cosa è successo in queste ultime 5 partite?

Il Presidente Giammarco Bisogno: “È successo che quando nella vita tocchi il fondo escono le risorse nascoste di ogni persona e credo che soprattutto alcuni giocatori, con un passato anche importante, siano stati toccati nell’orgoglio e nella propria dignità sportiva. Credo che la partita di svolta, quella chiave, sia stata quella con Reggio Emilia. Vincere contro una squadra che aveva conquistato da pochissimo la Coppa Italia, realizzare contro questa squadra una straordinaria rimonta, sotto di 2 a 0 fino alla vittoria al the break, abbia scosso quelle doti e capacità nascoste”.

“In queste settimane devo dire che c’è stato un lavoro costante da parte della società, da parte mia e dello staff tecnico di avvicinamento alla squadra. Ci siamo parlati, abbiamo passato molto tempo insieme e sono emerse alcune situazioni che non facevano rendere loro al 100%, sia tecniche che psicologiche. E, insieme, siamo riusciti ad uscire, sebbene parzialmente, da una situazione drammatica che resta ancora molo complessa ed incerta ma che ci consente di sperare nella salvezza rispetto alla quasi certa retrocessione di poche settimane fa” continua Bisogno.

Una cosa da sottolineare è che nella storia di una stagione si intrecciano tante storie personali che non riguardano solo le prestazioni tecniche ma anche questioni emotive, psicologiche che incidono sull’atteggiamento e rendimento degli atleti in campo. Quanto è giusto stare vicino umanamente ai giocatori, agli uomini che indossano le maglie?

“Penso che i successi sportivi siano fortemente figli di un lavoro umano, di empatia poiché non sempre le doti tecniche o il talento ci consentono di raggiungere certi massimi risultati. Spesso allora entra in gioco la chimica di un gruppo che consente di raggiungere determinati obiettivi anche impensabili. Prendi l’esempio in Champions tra il Real Madrid e il PSG, il concetto di squadra e di storia del club contro un gruppo di giocatori assoldati per il puro talento e il successo che va oltre ogni stima economica. Che questa possa essere una lezione. Per il nostro futuro questo lavoro di di vicinanza, sostegno e di comunicazione con gli atleti è da tenere fortemente in considerazione”.

A proposito di futuro quali sono ora le strade che si prospettano a tre giornate dalla conclusione della Regular Season?

“Prima di tutto dobbiamo pensare alla salvezza perché ancora non abbiamo fatto niente e basta poco per buttar giù tutto quello che abbiamo faticosamente ricostruito. A mio parere dobbiamo fare ancora almeno tre o quattro punti. La partita contro Cantù sarà fondamentale. Purtroppo abbiamo una giornata di riposo questo weekend, quindi sebbene sembri abbiamo fatto tanto in queste ultime partite dobbiamo prendere atto che la classifica è molto corta e noi contiamo un match giocato in più rispetto agli altri. Ad ora Ortona, Porto Viro e Cantù sono a pochissimi punti da noi. L’ipotesi playoff è un’ipotesi affascinante ma i numeri ci danno poche possibilità. Anche se le vincessimo tutte e facessimo un bottino di sei punti, davanti a noi ci sono squadre più avanti rispetto a noi e che hanno un calendario più abbordabile. Per fare i playoff ci sarebbero serviti un paio di punti in più. Ma ora pensiamo alla salvezza”.

In A2 la Emma Villas ha sempre affrontato un campionato più o meno al vertice, questa stagione ci consente di guardare la classifica dal lato opposto. Le considerazioni più volte fatte sull’allargamento del campionato a più squadre valgono ancora?

“Più che mai. Sia i campionati di A2 che di A3 dovrebbero essere rivisti. Sono campionati corti che non danno modo di recuperare se sbagli qualche cosa, se hai un problema fisico di qualche giocatore ad esempio. Pensare che con 13 squadre hai 24 partite. Non è neanche più un campionato. Si può chiamare torneo. Un campionato allargato almeno a 16 squadre con playoff ridotti sarebbe interessante. Avresti più tempi di recupero e i valori di squadra, sul lungo termine, sicuramente escono fuori. Per non parlare del lato business: sponsor e imprenditori che sostengono questo sport – che non ha introiti dalla tv o dalla Lega o Federazione ma si mantiene solo con sponsor e pubblico – hanno la possibilità di fare un campionato più ampio temporalmente avendo così più occasioni di visibilità. Un campionato a più squadre consentirebbe anche di coprire più aree del territorio nazionale. Quest’anno per esempio mancano le isole. Anche l’ampliamento della copertura sul territorio italiano sarebbe un’opportunità fondamentale per le aziende che si possono coinvolgere a livello di sponsor e dunque di introiti per il movimento”.

(Fonte: comunicato stampa)


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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