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Il Masters 1000 di Parigi-Bercy potrebbe cambiare sede ma restare in Francia

Oltre alle dichiarazioni in merito alla lunghezza di alcune sessioni di gioco, il direttore del Masters 1000 di Parigi-Bercy ha toccato un tema di grande interesse:  il nuovo format di tornei 1000, che ATP e WTA stanno sviluppando verso eventi “combined” con tabelloni da 96 giocatori e durata di 11 giorni. Un evento indoor come quello di Parigi è impossibilitato nell’ospitare un numero di partite così elevate, disponendo di un numero di campi indoor limitato. Tuttavia Pioline ha rivelato che l’idea di crescere è negli obiettivi prossimi del torneo, e che per questo motivo la FFT sta valutando di spostare l’evento in un’altra città, dotata di un impianto più grande e che possa ospitare anche più giocatori e sessioni di gioco. Ecco alcuni dei passaggi della conferenza stampa nella quale l’ex finalista di Wimbledon e US Open spiega il presente e futuro del torneo. Parole di un certo interesse.

“La posizione della Federazione non è quella di considerare la vendita del torneo, perché se non sbaglio siamo l’unica Federazione con un Grande Slam e un Master 1000, perché Cincinnati è stato ceduto della USTA (la federazione degli Stati Uniti, ndr). È una cosa importante mostrare il tennis, promuovere il tennis attraverso i maggiori tornei e giocatori. Questo torneo va avanti dal 1986. La Federazione è molto legata alle tradizioni, è una vetrina per il tennis in Francia. Tuttavia c’è un piano strategico dell’ATP, come tutti sapete. I Masters 1000 sono stati protetti per un periodo di 30 anni, vale a dire fino al 2053. Già questo è qualcosa di importante. Per quanto riguarda le evoluzioni degli eventi di questa categoria, il prossimo anno ci saranno tre Masters 1000 in più combined, fino ad arrivare ad un totale di sette su nove. Ci saranno solo due ultimi tornei che non saranno misti: Monte-Carlo e Bercy. Tutti gli altri saranno con partite maschili e femminili”.

Ecco il nocciolo del problema: logistica e spazi. Continua Pioline: “Più grande sono i tabelloni, più campi ci servono. Avremo bisogno di più capacità e strutture più grandi. Quindi dovremo fare un’evoluzione, ma abbiamo una struttura indoor. Non voglio dire che sia impossibile, ma è molto complicato, perché non c’è modo avere in una sola sede più di quattro o cinque campi. Se dovessimo avere un tabellone con 96 giocatori, dovremmo avere otto campi di gara e otto campi di allenamento, sarebbe un formato da “mini-Grand Slam”. Il problema è che il programma quotidiano sarebbe difficile da gestire”.

Nell’ottica della crescita, seppur senza ambire ad diventare un combined da 96 giocatori per ogni tabellone, ecco che sul tavolo c’è la opzione di spostarsi dall’attuale palazzo dello sport parigino. “Quindi per la somma di questi motivi non pensiamo di andare in quella direzione, ma dobbiamo crescere, è necessario farlo. Quest’edizione è un buon traguardo, perché ha dimostrato che siamo stati quasi al massimo della capacità. Allora, come possiamo crescere? La scadenza che abbiamo è relativamente comoda, sono 24 mesi, ma alla fine arriverà. In questo momento non abbiamo alcun obbligo di cambiare, l’ATP non ce lo impone. Ma, per usare un esempio, quando il tuo vicino ridipinge la sua casa, la tua casa sembra meno bella. Questo dovremo assolutamente considerarlo e farci trovare pronti. Per tutto questo, l’ipotesi di trasferirsi da Parigi è una delle opzioni disponibili. Ci stiamo pensando. Stiamo iniziando a raccogliere eventuali proposte. Alla fine sarà la Federazione al più alto livello, ovvero il presidente e il comitato esecutivo, a prendere le loro decisioni, noi le attueremo. Dico tutto questo in piena trasparenza, perché anche Accor Arena (dove si disputa il torneo a Bercy) lo sa. Sanno che ci stiamo pensando”.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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