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Occhio a Facebook: il post “sbagliato” può costare la squalifica

Di Redazione

Non è certo la prima volta che un tesserato Fipav viene sanzionato per dichiarazioni “incaute” o offensive pubblicate sui social network, ma negli ultimi tempi la giustizia sportiva si è dimostrata particolarmente severa nel punire chi si lascia andare ad apprezzamenti e giudizi poco lusinghieri nei confronti di avversari, arbitri o società. Indispensabile, quindi, prestare la massima attenzione a ciò che si pubblica, specialmente su Facebook, per evitare conseguenze anche pesanti.

A dimostrarlo sono due recenti decisioni del Tribunale Federale, che ha sanzionato con 4 mesi di sospensione l’allenatrice della Sicurgroup Udine Volley Under 17 per aver pubblicato un fermo immagine della partita di campionato contro la Azzurra Factory Volley dello scorso maggio, “al fine di veicolare messaggi irridenti e offensivi nei confronti dell’arbitro dell’incontro e del’allenatore della squadra avversaria“. L’allenatrice, evidenziando presunti errori di posizione non rilevati dai direttori di gara, aveva parlato di arbitraggio “scandaloso” e di avversarie “asfaltate“: il giudice l’ha punita per il contenuto dei post, mentre non ha accolto l’accusa di aver pubblicato senza autorizzazione immagini di atleti minorenni.

Pena ancora più pesante, sei mesi di sospensione, per il direttore sportivo della Farmacie Sicana Sorso, che dopo il match con la VMC Legnostrutture Sanluri ha pubblicato un post su Facebook in cui accusava l’arbitro di aver “falsato l’incontro” e favorito la vittoria degli avversari, parlando tra l’altro di “ennesimo furto” e di “asini con la patente da arbitri” e generando poi una serie di condivisioni e post analoghi. La memoria di scuse presentata successivamente dal dirigente, che ha ammesso le sue responsabilità, non è servita ad evitargli la lunga squalifica.

(fonte: Federvolley.it)


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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