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Imoco, De Kruijf si racconta: “Spero di diventare un punto di riferimento”

Di Redazione

Robin De Kruijf, centrale olandese classe 1991, alla sua quinta stagione con la maglia dell’Imoco Volley, è diventata ormai un idolo a Conegliano. “The Queen” così soprannominata qui in Italia, si è raccontata in una bella intervista rilasciata al quotidiano Il Gazzettino Treviso.

Puoi individuare qualche momento nella tua carriera che è stato fondamentale nel farti arrivare dove sei ora? “Ci sono stati molti fattori, partite e perfino allenamenti che mi hanno motivata, non uno in particolare che mi abbia cambiata in qualche modo. Ancora adesso mi diverto ad ogni allenamento e credo che una spinta serva sempre, anche per ripagare di tutto il lavoro e di tutti i sacrifici che la pallavolo comporta. Per noi ogni partita è motivo di miglioramento, le ragazze hanno un ruolo importante nel motivarci a vicenda, idem l’allenatore. Siamo sempre in tensione per fare di più e meglio. E questo rende tutto sempre più interessante“.

C’è qualcuno che consideri un idolo? “Quando ero più giovane ero fissata sul fatto che alla fine siamo tutti umani e non ne avevo. Ora invece non ho paura di ammettere che nutro molta ammirazione per Maja Poljak quando giocava e Ingrid Visser, mi piacerebbe diventare brava come loro”.

Pensi potresti diventare a tua volta un punto di riferimento per giovani pallavoliste? “Spero di sì, essere un esempio e qualcuno a cui le persone guardano con ammirazione è il più grande onore per un’atleta. Mi auguro sicuramente di poter essere fonte di motivazione per qualcuno“.

Quali sono i tuoi punti di forza e quali di debolezza? “Come giocatrice sono molto veloce, ma sono più una schiacciatrice che una che fa muro. E non mi piace battere. E credo che le mie emozioni possano essere sia un pregio che una debolezza”.

Cosa ti ricordi della prima volta che sei stata a Conegliano? “Mi ricordo che sono venuti a prendermi all’aeroporto e appena mi sono seduta in macchina mi è stato chiesto se mi piacesse il prosecco. Al tempo non avevo capito il motivo della domanda, ma ora è tutto chiaro“.

Cosa ti spaventa di più del Covid? “A livello personale, che accada qualcosa alla mia famiglia. Come squadra, sicuramente il fatto di non portare a termine la stagione, di tornare a dover stare chiusi in casa. Ho l’impressione che oltre a essere attenti e a prendere tutte le precauzioni non abbiamo veramente il controllo di quanto sta succedendo“.

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