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Roland Garros “decide”, per ora ATP “tace” (di Marco Mazzoni)

Tanto tuonò che piovve. Non un anticipo delle giornate piovose di primavera, ma piove sul tour del tennis. O piove sul bagnato di una stagione che per colpa della pandemia Covid-19 non dimententicheremo certamente…

Era scontato che qualcosa dovesse succedere. Inutile continuare ad ignorare lo status quo: non v’è alcuna certezza sul futuro prossimo, nemmeno su quello a medio termine. E non parlo di racchette, campioni, passanti e smash. Parlo della nostra piccola vita di tutti i giorni, stravolta e traumatizzata dal salvarci da questo virus, per tutelare la nostra salute e soprattutto quella delle persone più deboli e quindi a rischio. Figuriamoci se anche lo sport, ed il tennis, per sua vocazione globale e internazionale come nessun’altra disciplina, potesse restare immune da stravolgimenti.

Tour sospeso, tornei USA cancellati, anche i primi in Europa. A Madrid e Roma si temporeggia, si aspetta e sotto sotto di sicuro si lavora. I francesi sono per indole decisionisti. A volte nicchiano, ma quando partono lo fanno come un treno. E’ la loro storia, scelte belliche, culturali, sostenuti dalla propria convinzione e forza. Così che Roland Garros anticipa tutti: il torneo si farà a fine settembre, dopo US Open. Ci sarà anche il nuovissimo Chatrier coperto, in caso di cattivo tempo (ma a Parigi a settembre forse piove meno che maggio…).

Quindi, se si giocherà a NY, dopo tutti di corsa a Parigi, sulla terra. Boom.

La scelta è interessante, ma è scontato che sia venuta in modo unilaterale da parte della FFT. Lo testimonia il fatto che 2 ore dopo la decisione, il sito ATP non comunica un bel niente, nè la notizia, tantomeno altri spostamenti. Eppure nelle settimane “imposte”  per il RG2020 ci sono ben 5 tornei ATP. E pure la Laver Cup. “Beh, tanto Roger mica avrebbe giocato a Parigi…”, il primo commento possibile. OK, ma a parte il fatto che Laver Cup è qualcosa più del “solo” Roger, e in fin dei conti la bella manifestazione resta una esibizione, è paradossale il silenzio della ATP.  Come se fosse stata presa in contropiede. Come se non fosse stata informata/consultata. Oppure, se lo è stata, forse la decisione non è stata concordata/avallata.

Al momento sono supposizioni scritte a caldissimo. Ci sarà tempo per ulteriori verifiche, commenti e valutazioni.

Una cosa è certa: qualcosa si è mosso. Di grosso. Spostare uno Slam non è roba da poco, tanto che lo stesso presidente della FFT ha parlato di deisione storica, coraggiosa. Almeno loro ci stanno provando a salvare il salvabile. Ed è certo che questa decisione innescherà quell’effetto domino che tutti, nessuno escluso, si aspettava. Che farà Wimbledon a questo punto? Ancor più dopo che il loro Premier si è (finalmente) accorto che la situazione è già bella grave pure in UK… E US Open? Che le danze abbiano inizio, …e ci faranno  girare parecchio il capo probailmente.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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