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Ciclismo, Tour de France: Impey, fuga per la vittoria. Alaphilippe resta in maglia gialla

Daril Impey il suo posto nella storia del ciclismo se lo era già ritagliato il 4 luglio di 6 anni fa a Montpellier: primo ciclista dell’Africa a vestire la maglia gialla. Ma evidentemente il rapporto del sudafricano con il Tour è di quelli forti, intensi: a Brioude infatti vince anche una tappa tatticamente assai scontata. Fuga doveva essere e fuga è stata: quindici uomini, poi attacchi, contrattacchi e frazionamenti. Impey se la gioca con il belga Benoot. Sulla carta uno sprint senza storia, e la strada non smentisce. Un’altra perla per un corridore dalla storia particolare, e non solo per la gialla. Una decina di anni rischiò di smettere con il ciclismo: per motivi ignoti, durante le fasi finali del Giro di Turchia, l’olandese Theo Bos lo prese per la maglia scaraventadolo brutalmente a terra a velocistà massima. Episodio terrificante, al punto che il ritorno alle gare di Impey fu considerato un mezzo miracolo.
Unico neo della giornata, ma ne facciamo un discorso di campanile, la mancanza di italiani tra gli attaccanti: un Trentin, tanto per citarne uno, non sarebbe dispiaciuto in avanscoperta.

E non sarebbe dispiaciuto neanche Alessandro De Marchi, che sicuramente ci avrebbe provato ma si è dovuto arrendere ad una brutta caduta. La facciata a terra, i soccorsi con l’ambulanza: scene preoccupanti ‘allietate’ dal comunicato tranquillizzante della CCC.  “Adesso possiamo dire che Alessandro De Marchi sta bene, anche se sta facendo delle radiografie. Qualcosa di rotto c’è, quindi è un bene tra virgolette. Era cosciente, ma sofferente e sotto shock, aveva un taglio sopra l’occhio ed era davvero dolorante. Aspettiamo la diagnosi definitiva”, così il ds Fabio Baldato. Restando in tema Italia, bene Aru, ancora male Nibali, arrivato dopo il gruppo dei big.
 
Non cambia nulla nella classifica generale, con Julian Alaphilippe che resta in maglia gialla dopo una giornata relativamente tranquilla. Un paio di situazioni da sottolineare: l’Ineos di Thomas e Bernal alza la voce andando a rintuzzare un tentativo di Porte e Bardet. La Fdj di Pinot risponde mettendosi in testa in un finale comunque senza scossoni. Insomma, schermaglie psicologiche più che altro.

Impey è la soluzione di continuità ad una giornata in salsa francese, tipica quando si celebra la Bastiglia. I francesi ci tengono a stare davanti il 14 luglio: Alaphilippe è il 22esimo padrone di casa che ci riesce. Il primo, nel 1923,  Henri Pélissier, l’ultimo nel 2014 Tony Gallopin. Il record di Jacques Anquetil: giallo in cinque occasioni il 14.  Festa per re ‘Alaf’, festa per Pinot, su cui sono riposte le speranze francesi di rivincere il Tour dopo 34 anni. ‘’Ho le gambe dure’’, ha spiegato alla tv francese alla partenza. In corsa non si è notato.
 
Festa anche per Bardet, si arriva a casa sua: “Non capita tutti i giorni che una tappa del Tour arrivi nella tua città natale”. Cerca di onorarla con una azione, ma come detto la Ineos non non ha il sentimentalismo nel Dna.  Un po’ di cronaca. Tre Gpm, la Cote de Saint-Just (3,6 km al 7,2%) nel finale il più complicato. Quindici uomini davanti: Boasson Hagen e Toni Martin sono gli unici due abituati a vincere al Tour. Il ciclismo del resto è fatto anche di memoria, e Pöstlberger ce l’ha buona. L’austriaco nel Giro d’Italia 2017, prima tappa a Olbia, tirò la volata a Sam Bennett, poi si trovò con un piccolo margine dopo una curva e tirò dritto andandosi a prendere la rosa. Ci riprova, stavolta ovviamente a parecchi km dall’arrivo: una cinquantina di secondi di margine, poi Soler, Naesen, Tratnik, Impey, Stuyven, Benoot e Roche mangiano la foglia e lo vanno a riprendere. Quindi una serie di situazioni con un minimo comune denominatore: Benoot. Il belga (nel palmares le Strade Bianche dello scorso anno) va prima via con Roche, poi se la gioca in un duello, impari, con Impey.

ORDINE D’ARRIVO
1. Daryl Impey           (Rsa, Mitchelton-Scott) in 4h03’12”
2. Tiesj Benoot          (Bel, Lotto-Soudal)          s.t.
3. Jan Tratnik           (Svn, Bahrain-Merida)    a      10″
4. Oliver Naesen         (Bel)                        s.t.
5. Jasper Stuyven        (Bel)                        s.t.
6. Nicolas Roche         (Irl)                    a      14″
7. Marc Soler            (Esp)                    a      21″
8. Ivan Garcia Cortina   (Esp)                    a    1’50”
9. Simon Clarke          (Aus)                        s.t.
10. Anthony Delaplace     (Fra)                    a    2’42”
30. Giulio Ciccone        (Ita)                    a   16’25”
35. Julian Alaphilippe    (Fra)                        s.t.
36. Thibaut Pinot         (Fra)                        s.t.
37. Adam Yates            (Gbr)                        s.t.
48. Egan Bernal           (Col)                        s.t.
53. Nairo Quintana        (Col)                        s.t.
59. Jakob Fuglsang        (Den)                        s.t.
115. Vincenzo Nibali      (Ita)                    a   19’03”
CLASSIFICA GENERALE
1. Julian Alaphilippe       (Fra, Deceuninck-QS) in 38h37’36”
2. Giulio Ciccone           (Ita, Trek-Segafredo) a       23″
3. Thibaut Pinot            (Fra, Groupama-FDJ)   a       53″
4. George Bennett           (Nzl)                 a     1’10”
5. Geraint Thomas           (Gbr)                 a     1’12”
6. Egan Bernal              (Col)                 a     1’16”
7. Steven Kruijswijk        (Ned)                 a     1’27”
8. Rigoberto Uran           (Col)                 a     1’38”
9. Jakob Fuglsang           (Den)                 a     1’42”
10. Emanuel Buchmann         (Ger)                 a     1’45”
11. Adam Yates               (Gbr)                 a     1’47”
14. Nairo Quintana           (Col)                 a     2’04”
22. Alejandro Valverde       (Esp)                 a     3’18”
30. Vincenzo Nibali          (Ita)                 a     8’56”
 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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