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Ciclismo, Tour de France: capolavoro di Alaphilippe, vince la crono in giallo. Ora il Tourmalet

Un re amatissimo che continua a rimandare una abdicazione annunciata. Poteva essere a Bagnères-de-Bigorre, doveva essere la cronometro a Pau, ma niente. Ora la nuova ‘scadenza’ è fissata sabato in cima al Tourmalet. Che Julian Alaphilippe tenesse la maglia gialla anche dopo 27 complicati km contro il tempo ci poteva stare. Che vincesse staccando, sia pur di pochi secondi, il grande favorito Geraint Thomas, non aveva granché riscontri nella logica. Una sorpresa che adesso lascia lo spazio alla curiosità. Riuscirà Alaf a tenere botta anche sulla montagna simbolo dei Pirenei? La condizione è straordinaria, intatta rispetto a quella di Milano-Sanremo e Freccia Vallone, le classiche vinte in primavera. Per non parlare del morale: la gialla gliene ha dato tanto, la possibilità di mantenerla esattamente cento anni dopo la prima assegnazione (19 luglio 1919, Eugene Christophe, altro francese) ha fatto il resto. “Sapevo che potevo fare un’ottima prestazione, ho dato tutto. La prima parte calzava molto a pennello alle mie caratteristiche, il mio direttore sportivo mi diceva in cuffia che il tempo era ottimo, sono in forma, ho dato tutto quello che avevo e ho vinto anche la tappa. Non posso crederci. E’ vero, è una nuova dimensione per me -spiega la maglia gialla- la fiducia cresce facendo una prima metà di Tour del genere”.
 
Geraint Thomas cerca dal canto suo di ostentare soddisfazione: “Non mi aspettato un Alaphilippe così, ma ho guadagnato su tanti rivali”. Vero, ma quei 14’’ beccati gli lasciano un velo di inquietudine. Pau ha dato al gallese i gradi di capitano del Team Ineos (l’altro pretendente, Bernal, è stata una delle delusioni del giorno perdendo 1’36’’), ma al tempo stesso potrebbe obbligare lo squadrone britannico a cambiare tattica. Non la solita sinfonia monocorde, il controllo ossessivo tipico della dottrina Froome per intenderci, ma la necessità di stanare la maglia gialla dalle sue convinzioni.
 
Alaphilippe salirà sul Tourmalet scortato dal compagno di squadra Enric Mas, uno di quelli che tra l’altro (58’’di ritardo) si è difeso meglio. Condizione buona anche per Uran (a 36″ insieme a De Gendt), Porte (45) Kruijswijk e Pinot (49). A proposito dell’ultimo, ai progressi a crono -dopo quelli in discesa- va aggiunta anche una tenuta caratteriale importante. Dopo aver quasi buttato il Tour tra vento e distrazioni in un giorno apparentemente senza significato, la reazione é stata significativa. Dai soddisfatti agli sconfitti. Così così Fuglsang, indichiamo Bernal come simbolo della delusione: i vari Landa (1’45”), Quintana (1’51”), Daniel Martin (2’06”), Adam Yates (2’08”) e Bardet (2’26”) hanno fatto però ancora peggio, gli ultimi 4 preceduti anche da un Fabio Aru in crescita di condizione e convinzione.  

Una crono difficile: 27 km ricchi anche di strappi dove rilanciare l’azione. Non proprio per specialisti insomma, tranne che nell’ultimo tratto. Chiarisce il concetto la presenza sulla sedia del più bravo (prima dell’arrivo di Alaf e Thomas) di De Gendt, buon passista ma non un fenomeno contro il tempo. Ma lo chiarisce soprattutto un dato: al via c’erano undici campioni nazionali a crono, mancava il campione del mondo Rohan Dennis dopo il misterioso ritiro, non del tutto chiarito del giorno precedente: ebbene, solo il danese Kasper Asgreen è entrato nei primi dieci. Ci sarebbero arrivati Wout Van Aert e Stefan Küng, ma non era proprio giornata. Il belga ha chiuso il suo Tour in ambulanza dopo una bruttissima caduta: transenne agganciate in curva e profonda ferita ad una gamba. A terra anche lo svizzero, per fortuna con conseguenze solo sul tempo.  
 
Il resto lascia spazio ai sogni dei francesi, che studiano corsi e ricorsi. Pau, sede storica del Tour, prima di oggi era stata teatro solo di due crono. Nel 1939 con vittoria dello svizzero Karl Litschi, nel 1981 con trionfo di Bernard Hinault, ultimo francese incoronato a Parigi. Il Tasso quell’anno aveva vinto due classiche (Roubaix e Amstel), proprio come Alaf. Altro ciclismo, altri interpreti si dirà. Al Tourmalet la prima risposta…   

ORDINE D’ARRIVO
1. Julian Alaphilippe (Fra, Deceuninck-QuickStep)  in 35’00”
2. Geraint Thomas     (Gbr, Team Ineos)             a    14″
3. Thomas De Gendt    (Bel, Lotto-Soudal)           a    36″
4. Rigoberto Uran     (Col)                            s.t.
5. Richie Porte       (Aus)                         a    45″
6. Steven Kruijswijk  (Ned)                            s.t.
7. Thibaut Pinot      (Fra)                         a    49″
8. Kasper Asgreen     (Den)                         a    52″
9. Enric Mas          (Esp)                         a    58″
10. Joseph Rosskopf    (Usa)                         a  1’01”
12. Jakob Fuglsang     (Den)                         a  1’07”
22. Egan Bernal        (Col)                         a  1’36”
26. Fabio Aru          (Ita)                         a  1’49”
28. Nairo Quintana     (Col)                         a  1’51”
34. Adam Yates         (Gbr)                         a  2’08”
57. Vincenzo Nibali    (Ita)                         a  3’09”
ORDINE D’ARRIVO
1. Julian Alaphilippe (Fra, Deceuninck-Quick Step) in 53h01’09”
2. Geraint Thomas     (Gbr, Team Ineos)             a     1’26”
3. Steven Kruijswijk  (Ned, Jumbo-Visma)            a     2’12”
4. Enric Mas          (Esp)                         a     2’44”
5. Egan Bernal        (Col)                         a     2’52”
6. Emanuel Buchmann   (Ger)                         a     3’04”
7. Thibaut Pinot      (Fra)                         a     3’22”
8. Rigoberto Uran     (Col)                         a     3’54”
9. Nairo Quintana     (Col)                         a     3’55”
10. Adam Yates         (Gbr)                               s.t.
12. Alejandro Valverde (Esp)                         a     4’29”
13. Jakob Fuglsang     (Den)                               s.t.
23. Fabio Aru          (Ita)                         a     7’46”
41. Vincenzo Nibali    (Ita)                         a    29’12”

                                                


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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