consigliato per te

  • in

    Roberto Santilli sostituisce Anastasi alla guida del Projekt Warszawa

    Di Redazione Il primo amore non si scorda mai: Roberto Santilli torna in Polonia, il paese in cui era iniziata la sua lunga e fortunata carriera internazionale. L’ex coach di Jastrzebski Wegiel, Indykpol Olsztyn e MKS Bedzin prenderà il posto di Andrea Anastasi alla guida del Projekt Warszawa: per lui un contratto biennale. Santilli viene dalla poco fortunata esperienza in Turchia allo Ziraat Bankasi, che ha lasciato a metà stagione, mentre l’anno precedente aveva vinto uno storico titolo in Corea del Sud con i KAL Jumbos. “Si potrebbe dire che sto tornando a casa. La gente sa che amo la Polonia, perché mi è sempre piaciuto il rapporto tra i giocatori, le società e i tifosi che si vive qui” ha detto Santilli, analizzando poi la situazione della squadra della capitale, che viene da una stagione decisamente difficile: “È un capitolo chiuso, dobbiamo pensare a quello che possiamo fare ora. Voglio prima di tutto creare una nuova atmosfera di collaborazione all’interno della squadra, questo sarà il mio primo obiettivo. Ci saranno molti giocatori nuovi, ma la cosa più importante è che abbiamo selezionato le persone giuste, con la motivazione adeguata per cambiare e iniziare la stagione con un nuovo entusiasmo“. La preparazione del Projekt Warszawa inizierà il 2 agosto: Santilli ha spiegato che la prima fase sarà dedicata al Beach Volley e che la squadra parteciperà anche al torneo annuale sulla sabbia organizzato dalla PlusLiga. (fonte: Projekt Warszawa) LEGGI TUTTO

  • in

    Staffetta italiana Anastasi-Santilli alla guida del Projekt Warszawa?

    Di Redazione

    Sembra esserci un allenatore italiano nel futuro del Projekt Warszawa, dopo tre stagioni sotto la guida di Andrea Anastasi, che ha confermato il suo addio al club della capitale (tornerà con ogni probabilità al Trefl Gdansk). Secondo TVP Sport, il successore dell’ex CT azzurro sarà il connazionale Roberto Santilli, che in questa stagione ha lasciato in corsa la panchina dello Ziraat Bankasi Ankara; per lui sarebbe un ritorno in PlusLiga, dove ha allenato più volte nel corso della sua carriera tra MKS Bedzin, Indykpol Olsztyn e Jastrzebski Wegiel.

    La testata polacca riporta inoltre la voce secondo cui il Projekt Warszawa sarebbe costretto a rinunciare a uno dei suoi giocatori di punta, il nazionale Bartosz Kwolek, pronto a trasferirsi all’Aluron CMC Warta Zawiercie.

    (fonte: TVP Sport) LEGGI TUTTO

  • in

    Roberto Santilli lascia la panchina dello Ziraat Bankasi

    Di Redazione

    È già finita l’avventura di Roberto Santilli al timone dello Ziraat Bankasi Ankara. L’allenatore italiano, che era subentrato al connazionale Giampaolo Medei (vincitore dello scorso campionato turco), si è dimesso all’indomani della netta sconfitta nello scontro diretto con il Fenerbahce che ha reso probabilmente irraggiungibile l’Halkbank in vetta alla classifica. Il suo posto sarà preso, per ora, dal vice Mustafa Kavaz.

    “Leaving” (lascio) ha scritto semplicemente Santilli sui suoi social network, per poi proseguire: “Da molti anni non guardo più il mondo attraverso il mio ego. Sento di non averne più bisogno. Questo aiuta a osservare, capire meglio. Le decisioni poi le prendi e scopri che non ci vuole così tanto coraggio. Lascio perché non sono riuscito a insegnare che ciò che si fa è la chiave di tutto, che il sentire comune amplifica le risorse dei singoli, che condividere una parte del tuo viaggio rende la vita più ricca. Grazie alla società, a tutti gli amici turchi (e italiani) che ho incontrato lungo il cammino, grazie a Gabriele per avermi seguito“.

    (fonte: Instagram Roberto Santilli) LEGGI TUTTO

  • in

    Santilli: “Prandi e Velasco mi cambiarono la vita. L’importanza della formazione”

    Di Redazione Roberto Santilli è il tecnico giramondo. Polonia, Russia, Germania, Australia e Corea: ha allenato e vinto praticamente ovunque, diventando un grande ambasciatore della pallavolo italiana. Il 31 maggio, Santilli terrà un corso dal titolo “la fase muro-difesa nella pallavolo maschile di alto livello” nell’ambito del workshop organizzato dalla FIPAV Lazio (CLICCA QUI PER MAGGIORI INFO). Santilli, reduce dall’esperienza coreana alla guida del KAL Jumbos, incontrerà gli allenatori della regione e del resto d’Italia che si sono iscritti a questo importante momento di formazione online (oggi interverrà Andrea Gardini, il 7 giugno Massimo Barbolini e il 14 giugno Luca Cristofani). Santilli, perché la formazione è così importante per la carriera di un tecnico? “La formazione è un elemento basilare per la crescita di un allenatore. Noi cresciamo nello sport, siamo “formati” nella pratica. Ma questo aspetto va integrato con lo studio e l’approfondimento, altrimenti non si va lontano. In questo senso la federazione ha strutturato un ottimo progetto nel corso degli anni. Nella mia carriera ho spesso trovato nazioni in cui non c’è assolutamente la formazione tecnica e questo ad alto livello fa la differenza. Ecco perché gli allenatori italiani hanno successo all’estero” Com’è diversa la pallavolo oggi, rispetto a quando lei ha iniziato ad allenare? “È cambiata sotto vari aspetti. Le condizioni di vita sono migliori, i giovani crescono in un ambiente più sicuro, la metodologia del lavoro è migliorata. Noi, in qualità di allenatori, dobbiamo essere bravi a capire in che direzione va il gioco per non rimanere indietro. Per questo bisogna studiare tanto e con costanza” Nel suo corso parlerà della fase muro-difesa nel settore maschile di alto livello. “Sì, un aspetto fondamentale della pallavolo. Credo che l’analisi dei sistemi sia legata alla velocità di esecuzione. La velocità esecutiva è ciò che ha reso i sistemi diversi e migliori. Questo elemento fa la differenza” L’allenatore che ha cambiato la vita di Roberto Santilli? “Mi ritengo un uomo fortunato perché ho realizzato il mio sogno. Sono due, in particolare, gli allenatori che hanno segnato la mia formazione: Silvano Prandi, ancora oggi un grande insegnante, e Julio Velasco che ha cambiato il modo di pensare la pallavolo di tutti noi. Quando lui vinceva tutto con la Generazione dei Fenomeni, io ero alle prime armi. Ricordo che andavo spesso a vedere i suoi collegiali con la Nazionale, ne rimasi rapito” Un consiglio per un giovane che inizia ad allenare? “Gli direi ‘innanzitutto divertiti. E fai divertire i giovani’. Io faccio questo lavoro da 35 anni e smetterò il giorno in cui non troverò più motivazioni. Un allenatore, poi, non deve mai dimenticare di essere un insegnante. Dev’essere bravo a creare un circuito virtuoso che si autoalimenta con la passione” Nel corso della sua carriera, cosa ha appreso dal confronto con i giocatori? “Esistono due forme di rapporto con i giocatori: la prima è silenziosa, tramite l’osservazione. La seconda è attraverso l’interazione che tu allenatore riesci ad avere, in termini di nozioni e di emozioni condivise. Sono entrambe fondamentali per la crescita di un tecnico. Guardare, capire, parlare, spiegare, imparare”. Il bilancio dell’esperienza in Corea? “Faticosissima, perché le relazioni con i coreani sono difficili. È un popolo molto chiuso all’innovazione e io la rappresentavo, visto che ero il primo allenatore di pallavolo straniero a lavorare nel Paese. Spero comunque di aver dato un contributo importante alla crescita del movimento. Il titolo vinto ci ha restituito quelle soddisfazioni che meritavamo. Ora mi aspetta l’avventura allo Ziraat, in Turchia” Santilli continuerà a girare per il mondo… ma non le manca l’Italia? “L’esperienza della mia vita la rifarei altre cento volte. Mi ha arricchito sotto tutti i punti di vista. Ho lasciato l’Italia nel 2007, non tutti capirono la mia scelta, alcuni la contestarono. Ma io non me ne sono mai pentito: l’allenatore che sono oggi è il risultato delle culture e dei Paesi che ho conosciuto”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

  • in

    La Corea di Roberto Santilli: “È stata la mia stagione più difficile”

    Di Eugenio Peralta La capacità di esportare allenatori di alto livello è uno dei marchi di fabbrica della nostra pallavolo: sono innumerevoli i tecnici italiani che hanno conquistato campionati e trofei all’estero. Ma Roberto Santilli non è solo uno dei tanti: il titolo di V-League vinto con i KAL Jumbos si può considerare una doppia impresa. Innanzitutto perché Santilli è il primo coach straniero ad allenare e vincere in Corea del Sud (e sembra aver aperto una strada, tanto che la squadra della Korean Air ha scelto per sostituirlo il finlandese Tommi Tiilikainen), e poi perché lo ha fatto nel contesto forse più ostico possibile per un carattere indipendente e “ribelle” come il suo. A raccontarcelo è lo stesso allenatore romano in una chiacchierata che tocca anche il tema della sua prossima avventura: nella prossima stagione guiderà infatti lo Ziraat Bankasi Ankara, prendendo il posto di un altro tecnico italiano reduce dalla vittoria del proprio campionato, Giampaolo Medei. Cominciamo dalla Corea del Sud: com’è andata quest’ennesima esperienza all’estero della sua carriera? “Be’, ne ho vissute tante, ma devo dire che questa le supera tutte per difficoltà e diversità. In un mondo globale, in cui ormai è assodata la circolazione di persone, merci e idee, la Corea è una realtà ancora chiusa e soddisfatta di esserlo, che non ci tiene per niente ad aprire le barriere. Mi aspettavo di trovare un terreno fertile in cui seminare, e invece mi sono accorto subito che questa condizione non c’era. Ho incontrato tantissime resistenze, molto più forti ad esempio rispetto al Giappone, nel cercare di introdurre un approccio più globale alla pallavolo. È davvero difficile riuscire a convincere le persone a porsi e comportarsi in modo diverso“. Foto KAL Jumbos A che tipo di resistenze si riferisce? “Soprattutto organizzative e burocratiche, ma anche dal punto di vista tecnico. Un esempio pratico è quello dell’utilizzo dei giovani: in Corea c’è una rigidissima gerarchia, nella pallavolo come negli altri ambiti della società, in base alla quale sono i più vecchi a dettare le regole e i giovani non hanno spazio. Una costruzione sociale che è contraria ai miei principi, perché sono un democratico convinto… Così mi sono trovato a mandare in campo molti giocatori che non avevano mai avuto occasione di giocare, cercando di sostenere e dare fiducia ad atleti giovani che spesso erano i primi a non credere in loro stessi“. Siete riusciti a vincere nonostante il cambio in corsa dello straniero, un problema non da poco in Corea… “Nella V-League c’è la filosofia secondo cui lo straniero deve essere il terminale d’attacco principale, quello a cui arrivano tutti i palloni. Ma da noi Villena è arrivato infortunato e così ho dovuto ricostruire un modello di gioco più simile al nostro, basato sulle responsabilità condivise, sul gioco di squadra: concetti non facili da far passare. Alla fine più del 50% delle nostre vittorie sono arrivate senza lo straniero in campo e abbiamo vinto sia la regular season sia i play off, cosa che in Corea non succede praticamente mai“. Ma l’idea di restare alla guida della squadra non è mai stata in discussione? “Sinceramente no, la separazione è stata consensuale. Era evidente che non c’erano le condizioni per andare avanti, da parte mia ma tutto sommato anche della società“. Fuori dal campo, invece, com’è stata la sua esperienza? “La vita in Corea è tranquilla e piacevole, è un paese agiato e con un buon livello di benessere. Non c’è microcriminalità, nel senso che non esiste del tutto, e non abbiamo avuto neppure grosse limitazioni legate alla pandemia. Le società sono molto organizzate, anche perché appartengono tutte a grandi multinazionali: non hanno certo problemi di budget, si può avere praticamente qualsiasi cosa di cui si abbia bisogno. Basti pensare che in palestra avevamo un maxischermo di 6 metri per 4…“. Avete avuto modo di vedervi con Valentina Diouf, l’altra italiana in Corea? “Sì certo, anche se in gran segreto (ride, n.d.r.), perché le società non gradiscono molto che gli stranieri si ritrovino tra di loro. Ci siamo incontrati qualche volta per una cena a casa, il marito di Valentina tra l’altro è di Roma e ci siamo trovati subito bene!“. Foto Instagram Korean Air Jumbos Adesso, tanto per non farsi mancare nulla, la aspetta un altro campionato con un bel po’ di pressione come quello turco… “Io sono convinto che per fare questo lavoro a certi livelli la pressione ce la devi avere dentro. Per me era un sogno diventare allenatore e ci sono arrivato partendo dal basso, quindi sono stato il primo a mettermi pressione da solo: le condizioni esterne non fanno una grande differenza“. Cosa si aspetta dalla nuova stagione allo Ziraat Bankasi? “In realtà ero pronto a fare un po’ di vacanze… Ma sono molto contento di essere stato contattato, aggiungo un’altra bandierina al mio Risiko! Sto facendo la quarantena in Italia e non ho ancora avuto modo di andare in Turchia, ma ho già scoperto una realtà molto organizzata, oltre che molto ambiziosa“. Come si fa a passare dalla Corea alla Turchia in pochi mesi? “Studiando, come sempre. Il mio mestiere alla fine consiste in questo: studiare giocatori e squadre, capire come funziona una determinata realtà e provare a interpretarla“. LEGGI TUTTO

  • in

    Fipav Lazio: workshop con Gardini, Santilli, Barbolini e Cristofani

    Di Redazione Il Comitato Regionale FIPAV Lazio indice e organizza 4 aggiornamenti regionali valevoli per tutti gli allenatori di 1’, 2’ e 3’ Grado interessati (indistintamente 1G/1LG – 1G/2LG – 2G/1LG – 2G/2LG – 2G/3LG – 3G) alla presenza di 4 super-docenti: Andrea Gardini, Roberto Santilli, Massimo Barbolini e Luca Cristofani. Gardini affronterà il 24 maggio, dalle ore 18.00 alle 20.00, il tema “la fase ricezione-attacco nella pallavolo maschile di alto livello”, Santilli approfondirà “la fase muro-difesa nella pallavolo maschile di alto livello” (31/05, stesso orario), mentre Barbolini e Cristofani toccheranno gli stessi argomenti ma al femminile, rispettivamente ricezione-attacco il 7 giugno e muro-difesa il 14 giugno. I corsi si terranno sulla piattaforma Zoom, al costo di 40 euro per ciascuno dei 4 moduli. Il costo del percorso completo è di 120 euro. Per tutte le info. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

  • in

    Roberto Santilli sostituisce Medei sulla panchina dello Ziraat Bankasi

    Di Redazione Prosegue nel segno dell’Italia la storia dello Ziraat Bankasi Ankara: dopo aver salutato Giampaolo Medei, che ha scelto di rinunciare alla panchina all’indomani del primo titolo nazionale vinto dalla squadra turca, il club della capitale ha ingaggiato un altro tecnico del nostro paese, Roberto Santilli. L’annuncio ufficiale è arrivato ieri. Santilli è a sua volta reduce da una vittoria internazionale, quella conquistata nella V-League coreana con i KAL Jumbos. Per il tecnico 56enne sarà l’ennesima tappa di una carriera che, a partire dal 2007, lo ha portato a lavorare in ogni angolo del mondo: Polonia, Russia, Germania, Australia e infine appunto Corea, prima della nuova avventura in Turchia. (fonte: Facebook Ziraat Volley) LEGGI TUTTO

  • in

    Roberto Santilli trionfa in Corea con i KAL Jumbos

    Di Redazione Si chiude in trionfo la prima stagione di Roberto Santilli nella V-League maschile coreana: i KAL Jumbos dell’allenatore italiano vincono il secondo titolo della loro storia, dopo quello del 2018, battendo il Woori Card in Gara 5 di finale scudetto con il punteggio di 3-1 (24-26, 28-26, 27-25, 25-17). Dopo aver sostanzialmente dominato la stagione regolare, i Jumbos hanno dovuto lottare fino all’ultimo in una finale durissima, ribaltando due sconfitte per 0-3; non fa eccezione la sfida decisiva, in cui il Woori ha anche una palla per portarsi sullo 0-2 (sul 25-26 del secondo parziale). La squadra di Seul recupera per l’occasione Alexandre Ferreira, indisponibile in Gara 4, e il portoghese non delude le attese: 26 punti con il 55% in attacco, 3 ace e 3 muri (la cosiddetta “tripla corona”). Ma dall’altra parte la squadra di casa si supera, non soltanto con Yosvany Hernandez (27 punti e 48% di efficacia) ma anche con Jung Ji-Seok, superlativo con 20 punti personali e il 58%. Lo schiacciatore è stato premiato come MVP del campionato. Tra le chiavi della partita c’è anche il servizio: i Jumbos mettono a segno 6 ace e costringono gli avversari a un modesto 37% di ricezione positiva. “Questa vittoria è stata resa possibile dall’impegno e dalla preparazione di tutti i giocatori – dice Santilli a The Spike – li ringrazio tutti, penso che abbiano meritato questo risultato. Io dedico il successo ai miei figli, che a causa del Covid non riesco a vedere da quasi un anno. Non vedo l’ora di poterli riabbracciare“. L’allenatore parla anche del suo impatto non facile con il campionato coreano: “Venivo percepito come una persona ‘strana’, avevo un approccio diverso. Ma ho dimostrato che utilizzare nuovi metodi di allenamento, diversi da quello tradizionale, era possibile“. Non è mancata qualche polemica con l’allenatore avversario Shin Yong-Chul, che ha rifiutato di stringere la mano a Santilli prima della partita: “È la prima volta che mi succede, in qualsiasi parte del mondo“. (fonte: Kovo.co.kr) LEGGI TUTTO