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    Emma Villas Aubay Siena, è iniziata la preparazione della squadra a Tirrenia

    La Emma Villas Aubay Siena ha iniziato gli allenamenti stagionali nel centro di preparazione olimpica di Tirrenia, in provincia di Pisa. La squadra si è ritrovata e si è messa al lavoro agli ordini di coach Paolo Montagnani. Il roster non è al momento al completo, dato che mancano i giocatori che sono impegnati con le proprie Nazionali: Petric, Van Garderen, Pinali.
    “Abbiamo effettuato il nostro primo allenamento – sono le parole del direttore sportivo della Emma Villas Aubay Siena, Gabriele Cottarelli. – Ci siamo ritrovati ufficialmente e iniziamo con il lavoro che siamo chiamati a compiere. I ragazzi hanno cominciato a lavorare fisicamente, si stanno conoscendo e possono già avere i primi contatti con il pallone dopo alcuni mesi di stop delle gare”.
    Prosegue Cottarelli: “Fino al 17 agosto resteremo a Tirrenia, successivamente rientreremo al PalaEstra per proseguire la preparazione. Il 2 settembre giocheremo la nostra prima amichevole, stiamo predisponendo tutto il programma anche relativamente alle partite del precampionato. Saranno subito settimane scoppiettanti anche da questo punto di vista”.
    “Il mio compito – dice ancora il direttore sportivo della Emma Villas Aubay Siena – è anche quello di osservare, guardare, conoscere e vedere ogni elemento che possa essere utile al club e alla squadra”. LEGGI TUTTO

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    Emma Villas Aubay Siena, ritrovo l’11 agosto e ritiro a Tirrenia

    La Emma Villas Aubay Siena si ritroverà quest’anno giovedì 11 agosto per cominciare a preparare la nuova stagione nel campionato di Superlega. La squadra biancoblu inizierà quel giorno la preparazione in vista del torneo della massima serie nazionale di volley. Il calendario ha stabilito che l’esordio dei senesi nel torneo di Superlega sarà domenica 2 ottobre a Trento, mentre la prima partita casalinga del campionato sarà sette giorni più tardi. Il 9 ottobre, per la seconda giornata di campionato, è infatti attesa al PalaEstra Perugia.
    I senesi inizieranno dunque la loro preparazione giovedì 11 agosto. Nei primi giorni gli atleti biancoblu effettueranno un ritiro a Tirrenia, in provincia di Pisa, dove cominceranno i loro allenamenti stagionali. A Tirrenia i ragazzi agli ordini di coach Paolo Montagnani e dello staff tecnico biancoblu (con Omar Pelillo come secondo allenatore e Simone Cruciani nello staff tecnico e scoutman) effettueranno le prime sedute di allenamento sia da un punto di vista atletico e fisico che da un punto di vista tecnico e tattico. Saranno giornate importanti per iniziare ad affinare la chimica di squadra di un gruppo che è ovviamente molto rinnovato rispetto alla scorsa stagione.
    La squadra biancoblu tornerà poi a Siena ed inizierà gli allenamenti al PalaEstra da giovedì 18 agosto.
    Nella prima fase della preparazione non saranno ancora aggregati al gruppo i giocatori che militano nelle squadre Nazionali in vista dei Mondiali. Ricci e Pinali saranno impegnati con la Nazionale italiana nel ritiro che si svolge a Cavalese dal primo al 12 agosto. Anche Petric e Van Garderen stanno effettuando gli impegni con le rispettive Nazionali.

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    Si ritira Tobias Kamke

    Tobias Kamke nella foto

    Tobias Kamke appenderà la racchetta al chiodo dopo l’ATP 500 di Amburgo, dove ha ricevuto una wild card per partecipare al torneo di doppio. Il 36enne tedesco ha vinto otto titoli Challenger in carriera, l’ultimo nel 2016 contro Aslan Karatsev.
    Nel gennaio 2011 Tobias si è classificato al 64° posto del ranking, la sua posizione più alta in classifica. Kamke si è qualificato per quattro main draw del Grande Slam: uno a Wimbledon, dove ha raggiunto il terzo turno, due al Roland Garros e un altro agli US Open. La prossima settimana avrà quindi l’opportunità di dare l’addio al circuito professionistico nel suo paese d’origine. LEGGI TUTTO

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    Monica Puig annuncia il ritiro. Lavorerà a tempo pieno con ESPN

    Monica Puig nella foto

    Monica Puig, la 28enne portoricana che nel 2016 ha vissuto una delle storie più incredibili della storia del tennis vincendo a Rio de Janeiro la prima medaglia d’oro olimpica del suo Paese, contro ogni aspettativa, ha annunciato questo lunedì il suo ritiro dal tennis professionistico, dopo tre anni pieni di infortuni e (quattro) operazioni.
    In un messaggio lasciato sul suo Instagram, la tennista portoricana dichiara che il suo corpo non regge più e conferma che rimarrà fortemente legata al tennis, passando a lavorare a tempo pieno con ESPN. LEGGI TUTTO

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    Kirsten Flipkens darà il suo addio al tennis in singolare a Wimbledon

    Kirsten Flipkens nella foto

    L’ex semifinalista di Wimbledon Kirsten Flipkens (nel 2013, anno in cui ha raggiunto la top 15) si ritirerà dal singolare proprio in occasione di questo torneo. La 36enne belga è attualmente fuori dalle top 300 e non ha una classifica che le consenta di partecipare al torneo in singolare, per cui le sarebbe già stato comunicato che riceverà una wild card per il suo addio al suo torneo preferito.
    La belga continuerà a giocare in doppio in cui ha gareggiato esclusivamente negli ultimi mesi, e attualmente rimane nella top 100 mondiale. LEGGI TUTTO

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    Gilles Simon si ritira alla fine della stagione: “Nessuna tristezza, nessun rimpianto”

    Gilles Simon nella foto

    Il francese Gilles Simon ha annunciato sui social media che si ritirerà alla fine della stagione. Dopo 20 anni al vertice, l’ex numero 6 del mondo e vincitore di 14 titoli ATP, dirà addio al tennis e metterà fine ad una grande carriera dove il suo più grande risultato è stato vincere l’ATP 500 ad Amburgo ed approdare in finale al Mutua Madrid Open nel 2008, perdendo contro Andy Murray. Dopo Jo-Wilfred Tsonga, un altro tennista francese appenderà la racchetta al chiodo dopo aver fatto parte di una delle migliori generazioni di tennisti francesi della storia.
    Simon ha detto addio sui social media: “È stata un’avventura magica, meravigliosa e straordinaria. Si fermerà alla fine dell’anno. Un grande GRAZIE a tutti coloro che l’hanno resa possibile. Nessuna tristezza, nessun rimpianto. Solo la volontà di mettere tutto quello che mi resta. In ogni partita, fino alla fine”. LEGGI TUTTO

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    Kevin Anderson dice addio al tennis professionistico

    Kevin Anderson nella foto

    Kevin Anderson, ex n.5 del mondo, ha annunciato martedì la fine della sua carriera da professionista, causata dai numerosi infortuni negli ultimi tempi.
    Il 36enne sudafricano ha fatto una lunga ed emozionante dichiarazione rivelando il suo addio al tennis, dopo aver ringraziato tutti per i suoi 18 anni di carriera.“Non ricordo un momento della mia vita in cui non stavo giocando a tennis. Ho cominciato il mio viaggio 30 anni fa quando mio papà mi mise la racchetta in mano e mi disse che con il duro lavoro sarei potuto diventare uno dei migliori giocatori al mondo. Sono grato per tutte le cose meravigliose che mi sono successe solo per l’aver fatto parte di questo sport. Da bambino, mio papà mi diceva che il successo non è definito dai risultati, ma dagli sforzi e i sacrifici che fai nella strada per diventare il meglio che puoi essere. E io ho dato il meglio di me stesso”.
    Anderson ha sette titoli ATP nel suo curriculum, l’ultimo dei quali ottenuto l’anno scorso a Newport, ma spiccano anche due finali in tornei del Grand Slam: US Open 2017 e Wimbledon 2018.
    L’ultimo incontro nella carriera di Anderson è avvenuto alla fine di marzo al Masters 1000 di Miami, con Kevin che ha perso contro Juan Manuel Cerundolo al primo turno.Anderson era attualmente classificato al 107° posto nel mondo e durante le ultime stagioni, specialmente dal 2019 in poi, ha affrontato diversi problemi fisici. LEGGI TUTTO

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    Robredo si ritirerà al 500 di Barcellona. “Se potessi tornare indietro, farei scelte diverse. Oggi poca tattica in campo”

    Tommy Robredo

    Tommy Robredo ha gravitato negli ultimi anni nei tornei minori, sceso in classifica e affrontando ragazzi che potevano essere suoi figli (farà 40 anni il prossimo 1° maggio). Fino a poco fa tuttavia, guai a parlargli di ritiro. Intervistato nei Challenger, anche dopo brutte sconfitte per un ex top10, rispondeva quasi stizzito alla solita domanda… perché dovrei smettere, se ancora mi diverto? Il periodo difficile della pandemia e la paternità hanno cambiato le cose, tanto che il catalano ha deciso di appendere la racchetta al chiodo dopo il torneo di Barcellona, a cui è molto legato e che disputerà grazie ad una wild card. È stato intervistato dal quotidiano nazionale AS, con alcune dichiarazioni interessanti sulla propria carriera e sul mondo del tennis in generale. Ne riportiamo alcuni estratti.
    “15 anni fa non mi potevo immaginare di arrivare così avanti… A quel tempo i colleghi andavano “in pensione” assai prima, difficilmente si superavano i 30 anni, ora molti lo fanno quando ne hanno quasi 40 anni. Tutto è migliorato: ci sono i preparatori fisici, i medici… Mi sono preso molta cura di me stesso da qualche anno“.
    “Perché oggi il ritiro? Diverse cose che si uniscono. Non mi sento più a posto né fisicamente né mentalmente, e poi c’è la mia posizione in classifica. Inizi a perdere e tutto questo pesa, il fuoco si spegne. Ho accettato che sarebbe successo, ma ho giocato perché mi piaceva. ‘Finché non trovo qualcosa che mi soddisfa di più, non ci rinuncerò’, mi dicevo. La pandemia ha accelerato tutto. Sono stato a casa con mia figlia, e non voglio perdermi perché sono in giro in torneo la prima volta che mi chiamerà papà, il primo gattonare, quando cammina… Volevo smettere l’anno scorso, ma non volevo che il mio ultimo match lo dovessi giocare da solo. Volevo vedere mio padre, mia madre, mia moglie e mia figlia sugli spalti, ecco perché sono arrivato fino ad oggi”.
    “Il mio momento migliore? Non ne trovo uno in particolare, ma direi nel 2006 o nel 2007, quando ero quinto o sesto al mondo. Per assurdo credo che oggi sono un giocatore migliore di allora, ma la sfortuna del tennista è che a 17 o 18 anni inizi a fare il professionista e non sai niente della vita. È come se fossi il direttore di un’azienda e ti arrivassero botte e problemi da tutte le parti, devi adattarti e farlo in fretta. E quando hai 30 o 35 anni e vai in pensione, è allora che conosci davvero il mondo e sapresti come gestire quelle cose che hai subito in gioventù. Cosa cambierei in particolare? Farei quasi tutto in modo diverso. Meno tornei, li preparerei meglio, sceglierei questo allenatore, l’altro fisioterapista, ecc. Andrei a vivere da qualche altra parte… Con l’esperienza si impara, penso che la stessa cosa accada nella vita”.
    Ha già iniziato una carriera come coach: “Adesso alleno un ragazzo di 16 anni e lo guiderò, ma non significa che gli vada bene perché quello che potrebbe andare bene per me non necessariamente andrà bene per lui. Vedremo”.
    Secondo Robredo, il tennis di oggi è peggiore rispetto a quello dei suoi momenti d’oro. Nessuna nostalgia, ha una spiegazione a questa preferenza: “Non credo che oggi ci sia meno talento di qualche anno fa, quello no. Se analizzi i giocatori migliori di adesso, ma anche una larga fetta di loro, alle fine trovi qualcuno che va più diretto al vincente, un altro ha più servizio o gioca dentro il campo… C’è ancora oggi varietà, ma quel che manca è la tattica, sono pochissimi i tennisti che lavorano il punto, che fanno correre l’avversario, che cercano il punto debole. I giovani colpiscono vincenti da ogni parte del campo, a volte pensi ‘come ci riescono’… Sono un guerriero dei tempi antichi. Mi piace giocare a Risiko più che tirare direttamente una bomba per spaccare lo scambio. Mi piace la tattica, la maggior parte dei giocatori ne usa poca e tira solo forte”.
    Viste le sue parole, facile capire chi sia oggi il suo preferito: “Medvedev è spettacolare: serve tremendamente bene, risponde benissimo e tutti i colpi sono profondi. Ha una bella mano, gioca anche di volo e recupera il campo, Tsitsipas è intelligente, usa più tattiche, sa come usarle. Rublev invece è molto solido. Zverev ha talento, ma troppi alti e bassi. Sinner è un giocatore straordinario, può arrivare molto in alto, come Alcaraz. Non so se sarà il numero uno, due, sette, ma vedi qualcosa di diverso in lui. Quello che possiamo fare adesso non è mettergli addosso il marchio di “nuovo Rafa”, ma solo di essere Alcaraz”.
    Nessun fastidio per esser stato all’ombra di Nadal, anzi: “Geloso di Nadal? Nient’affatto. Avendo avuto un campione così in Spagna si parla di più di tennis, quindi ci sono più sponsor, più soldi e interesse… Quando ho iniziato, in un Grande Slam se ti eliminavano al primo turno vincevi 6.000 euro e ora sono 60.000. E questo grazie a Nadal e Federer, uno come me può solo ringraziarli, anche se ci ho perso tante volte”.
    Una bella intervista, ad un tennista molto corretto, estremamente lucido e positivo, che per anni ha tirato la carretta raggiungendo ottimi risultati. Chiuderà la carriera con 12 tornei vinti, su cui spiccano i successi al “Godò” di Barcellona nel 2004 e il Masters 1000 di Amburgo nel 2006. Negli Slam ha raggiunto i quarti agli Australian Open, US Open e ben 5 volte a Roland Garros. Gli è mancato proprio l’acuto in uno Slam, una semifinale, ma vinto la Davis con il team iberico.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO