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    Ivan Ljubicic parla anche di Sinner, Berrettini e Musetti: “Sinner leggermente avanti ora ad Alcaraz e Medvedev”

    Ivan Ljubicic nella foto

    Alla vigilia del debutto di “Ljubo, l’uomo salvato dal tennis”, il documentario Sky Sport dedicato a Ivan Ljubicic, l’ex tennista croato ha condiviso le sue riflessioni sui protagonisti del tennis mondiale, inclusi i giovani talenti italiani e il ritorno di Rafael Nadal. In un’intervista rilasciata a Riccardo Crivelli per La Gazzetta dello Sport, Ljubicic ha espresso considerazioni puntuali su Jannik Sinner, attualmente quarto nel ranking mondiale e da lui considerato “il primo rivale di Djokovic in questo momento”. Ljubicic, ex numero 3 ATP, vede Sinner leggermente avanti rispetto ad Alcaraz e Medvedev, pur sottolineando la fluidità del tennis e l’importanza della preparazione invernale.
    Parlando del suo documentario, in onda sabato 16 dicembre alle 21.30 su Sky Sport Uno, Ljubicic ha spiegato come il tennis sia stato la sua salvezza, dandogli “un obiettivo e un sogno da inseguire”. Riflette sulla sua fuga da Banja Luka, la sua città natale, durante la guerra dei Balcani, quando suo padre, impossibilitato a seguirlo, affidò a sua madre il compito di farlo giocare a tennis.
    Ljubicic, noto anche come lungimirante coach di Roger Federer, non ha rimpianti sulla sua carriera, ritenendola “diecimila volte migliore” di quanto avesse immaginato. Riguardo al ritorno di Nadal, è convinto che il campione spagnolo non tornerà solo per una presenza simbolica, ma per competere ad alti livelli, come confermato dalle impressioni di Arthur Fils, che si è recentemente allenato con Nadal.
    L’intervista ha toccato anche Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Secondo Ljubicic, la varietà nel gioco di Musetti potrebbe essere un ostacolo nel trovare la sua identità tecnica, ma è fiducioso che il giovane troverà il proprio equilibrio. Per Berrettini, il problema principale sono gli infortuni piuttosto che il tennis in sé. Ljubicic lo vede pronto per tornare ai vertici, a patto di restare in salute e accumulare partite.
    Infine, Berrettini, che nel 2024 sarà accompagnato da Francisco Roig, è iscritto agli ATP250 di Brisbane e Auckland, preludi all’Australian Open. Potrebbero essere opportunità preziose per Berrettini di accumulare esperienza in vista dei grandi palcoscenici.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Ljubicic: “Sinner aveva bisogno di crescere a piccoli passi. Ha fatto un lavoro impressionante”

    Ivan Ljubicic

    Ivan Ljubicic sarà protagonista di un docufilm Sky chiamato “Ljubo, l’uomo salvato dal tennis” (in uscita il prossimo 16 dicembre) che presenterà la vita del croato, scappato dalla guerra nei Balcani e approdato alle Pleiadi di Moncalieri, dove sotto l’ala protettiva e sapiente della famiglia Bucciero è cresciuto come uomo e come tennista, arrivando con Riccardo Piatti al n.3 del ranking mondiale. Al quotidiano Tuttosport ha parlato di vari temi, incluso il momento magico di Jannik Sinner. Secondo Ljubicic l’azzurro ha fatto un percorso coerente e funzionale alla sua crescita, molto diverso da quello di Alcaraz. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Ivan.
    “Se Jannik vincerà uno Slam? Sono fiducioso che possa vincere prima le ATP Finals, ma aver vinto la Coppa Davis gli permette di arrivare in Australia come un candidato solido” afferma Ljubicic. “Ha già battuto l’intera top-10: ora bisogna vedere come gestirà i momenti in uno Slam. Quando hai una brutta giornata in cui senti la pressione, se pensi troppo, e lui è un giocatore molto cerebrale, puoi finire nei guai. Ha ancora bisogno di vivere una finale in un Major, ma è circondato da persone molto competenti. Il carattere è la sua forza, non si perde mai d’animo e non è mai soddisfatto di ciò che ha fatto. Quando io ho raggiunto il numero 3 del mondo pensavo di aver raggiunto il mio massimo, ed è proprio lì che ho iniziato la mia discesa”.
    “Jannik non è come Alcaraz. Non ha fatto un salto repentino dal numero 40 al numero 1 del mondo, ha dovuto fare piccoli passi. Ciò che ha fatto negli ultimi due mesi, la conferma di un lavoro impressionante che non si è mai fermato, lo ha portato molto vicino al suo grande obiettivo. Aveva bisogno di vivere certe esperienze per sentirsi sempre più a suo agio lungo il percorso. A fine 2022 avevo detto che mi dispiaceva molto che Jannik non avesse ancora giocato partite importanti contro le migliori racchette del mondo. Ora lo scenario è cambiato, non ha più niente da imparare sotto questo punto di vista. Ha iniziato vincendo il suo primo Masters 1000, poi ha battuto tutti i numeri uno. È arrivato in finale a Torino e l’ha persa perché era molto stanco dopo una semifinale davvero impegnativa contro Medvedev, ma quando è uscito dal campo aveva già la testa proiettata in Coppa Davis e nella sua squadra. Jannik ha un atteggiamento perfetto sia dentro che fuori dal campo, non ha paura di parlare dei suoi limiti e delle sue esperienze“.
    Per Ljubicic i vari Alcaraz, Sinner Rune dovranno comunque guardarsi alle spalle perché nuovi talenti sono destinati ad arrivare in alto: “Sono emersi Alcaraz e Rune, talenti che sono già in vetta. Penso che l’anno prossimo Arthur Fils darà loro molto fastidio. Shelton è il classico giocatore che può battere chiunque, ma non lo vedo ancora come un giocatore costante. Vinceranno Sinner e tutti questi, ma poi ne arriveranno altri da dietro”.
    Un plauso anche al modello Italia, che sta producendo continuamente nuovi giovani interessanti. Ecco chi sono, secondo Ljubo, gli italiani destinati ad emergere verso l’altissimo livello: “Il tennis italiano è cresciuto molto, grazie a lavoro e decisioni giuste. L’Italia sta vivendo un processo molto importante, un grande momento: nei prossimi 10 o 15 anni credo ci saranno problemi per l’abbondanza di giocatori ad esempio in Coppa Davis. Il bello è che, ad esempio, tennisti come Cobolli o Nardi possono crescere senza che tutti i riflettori siano puntati su di loro e questo li aiuterà“.
    Un’investitura importante quella del croato, attualmente occupato con la FFT per migliorare la transizione dei migliori giovani verso l’alto livello e quindi il mondo Pro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ivan Ljubicic collabora con la Federazione Francese di Tennis per la nuova generazione di talenti

    Ivan Ljubicic nella foto

    L’ex tennista croato Ivan Ljubicic si è unito alla Federazione Francese di Tennis (FFT) per lavorare al fianco dei giovani talenti emergenti nel Paese. L’obiettivo principale di questa collaborazione è quello di migliorare l’intero status del tennis francese e di aiutare i giovani atleti a raggiungere il successo a livello internazionale.
    Tra i giovani tennisti promettenti con cui Ljubicic sta lavorando, figurano Arthur Fils, Giovanni Mpetshi Perricard, Kyrian Jacquet, Max Westphal e Harold Mayot. Tuttavia, il ruolo dell’ex numero 3 del mondo non si limita a lavorare con questi giocatori, ma coinvolge anche il dialogo con gli allenatori e la promozione di eventi sia a livello professionistico che junior.Ljubicic, in una recente intervista rilasciata a ESPN, ha sottolineato la necessità di un lavoro a lungo termine per garantire un futuro brillante al tennis francese: “Non possiamo essere soddisfatti della situazione attuale del tennis francese, ma poco a poco si vedranno i risultati. Abbiamo un enorme potenziale e la mia mentalità è quella di aiutare a vincere tornei del Grande Slam e medaglie olimpiche”.
    Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, Ljubicic cerca di instaurare un dialogo costante con gli allenatori e di organizzare più eventi a livello professionistico e junior. In questo modo, i giovani talenti francesi avranno l’opportunità di crescere e confrontarsi con i migliori giocatori a livello internazionale.
    Con l’esperienza e la determinazione di Ivan Ljubicic al loro fianco, la nuova generazione di tennisti francesi ha ora un grande alleato per cercare di conquistare i più prestigiosi palcoscenici del tennis mondiale. Sarà interessante osservare come questa collaborazione influenzerà la crescita e l’evoluzione del tennis francese nei prossimi anni. LEGGI TUTTO

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    Roddick: “Il mio servizio non era migliore di quello di Pete e Goran”. Ljubicic: “Ivanisevic miglior prima palla, Federer seconda”

    Andy Roddick, n.1 nel 2003

    Dopo la “sparata” di Mouratoglou, continua ad impazzare sul web la discussione su quale sia stato il miglior servizio dell’epoca moderna. Andy Roddick ha risposto al messaggio di Brad Gilbert, affermando con grande chiarezza e umiltà: “Il mio servizio non era migliore di Pete, Goran, Karlovic ecc….. Anche uno come Arthurs che non aveva molto altro. Non significa che il suo servizio non fosse uno dei migliori. Onestamente credo di essere a malapena nella top10 dei migliori servizi. Isner serve molto meglio. Scambierei in un batter d’occhio il mio servizio col suo. I giocatori sarebbero d’accordo con me”.
    Ha poi continuato Andy, rispondendo così a un giornalista USA che gli faceva notare come lui sia stato l’unico “big server” diventato anche n.1 al mondo: “Ah, Pete Sampras e Boris Becker quindi non erano big servers?”
    Evgenij Kafelnikov ha risposto: “Niente Krajicek e Arthurs? C’mon guys…”. Anche Pablo Arraya arringa: “E Ivanisevic? Come si può non metterlo tra i migliori 5” tornando sul ranking proposto da Mouratoglou, nel quale il croato non figura.
    Nella discussione si è quindi inserito anche Ivan Ljubicic, che ha formulato la sua idea distinguendo – buon punto – tra miglior prima e seconda palla di servizio: “Ok, mondo del tennis. Ecco il mio verdetto sul servizio: 1° Servizio – Ivanisevic o Karlovic; 2° Servizio – Federer o Isner”
    Mardy Fish ha subito risposto a “Ljubo”, affermando che “io ho avuto più difficoltà a rispondere alla tua seconda di servizio rispetto a quella di Roger o John…”. LEGGI TUTTO

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    Ljubicic: “La FIT ha preso decisioni importanti e coraggiose. I soldi da non soli non creano grandi giocatori”

    Ivan Ljubicic con Roger Federer

    Intervistato da Tennis Majors, Ivan Ljubicic ha rilasciato una lunga intervista dopo aver accettato un ruolo importante alla Federtennis francese per lo sviluppo dei giocatori di alto livello. L’obiettivo è chiaro: riportare il paese al vertice del tennis internazionale, guidando i giovani in una fase tutt’altro che facile di ricambio generazionale, soprattutto al maschile.
    In quest’intervista ha toccato molti temi, tra cui il buon lavoro svolto in Italia dalla FIT. Ivan è cresciuto in Italia alle Pleiadi della famiglia Bucciero (Moncalieri) e quindi è arrivato al n.3 del mondo insieme a Riccardo Piatti, con il quale continua a tenere un rapporto importante di amicizia. Conosce alla perfezione il sistema italiano, che nel tempo ha portato ottimi risultati, e per questo continua a studiarlo.
    “Imitare l’Italia? Penso che ci siano sistemi che devono essere esaminati. Conosco molto bene il tennis italiano. La loro Federazione ha preso molte decisioni importanti e coraggiose, come creare un canale televisivo e organizzare le Next Gen Finals. Questi sono grandi impegni. Hanno anche più Challenger della Francia e più tornei internazionali. E questo è sicuramente qualcosa che voglio esaminare. Certo, hanno commesso anche degli errori, ma se non ci provi commetterai sicuramente degli errori. E penso che questo sia qualcosa che sarà necessario. Se vuoi apportare modifiche, se vuoi fare la differenza, potresti dover prendere decisioni difficili e commettere anche errori, su questo non ci sono dubbi. Ma il tennis italiano ha fatto qualcosa di molto interessante. Non cercherò di copiare quello che fanno gli italiani, ma ci sono alcune cose che fanno che devono essere esaminate, per capire. Non si possono copiare e incollare i sistemi, bisogna capire dov’erano e poi cosa hanno fatto perché hanno sofferto per 40 anni, attraversando un periodo molto lungo e buio. E alla fine sono riusciti a superarlo“.
    La decisione di iniziare a lavorare con la FFT è stata presa in tempi rapidi: “Immagino che in quel momento probabilmente abbian0 pensato ‘okay, forse Ivan può aiutarci vediamo se possiamo fare qualcosa insieme’ così mi hanno invitato a Bercy, sono stato lì per un giorno e mezzo, e poi sono andato a Parigi di nuovo un paio di settimane fa, solo per passare un po’ di tempo anche con Nicolas Escudé e Paul-Henri Mathieu, e anche per visitare il centro tecnico nazionale e le cose che avrei almeno bisogno di vedere. E poi molto rapidamente abbiamo iniziato a parlare di collaborazione e abbiamo concordato. Sono davvero grato che queste cose siano andate velocemente perché a volte rimani bloccato nella negoziazione e poi è spiacevole per tutti. È emozionante. È un’altra cosa nella mia vita che non avrei mai pensato di fare, ma è per questo che è eccitante. Questo sarà decisamente diverso da qualsiasi altra cosa perché, mettiamola così, se faccio un lavoro straordinario lo saprò tra cinque anni!”
    È una grade sfida, perché lo considera il miglior mercato tennistico al mondo: “Considero la Federazione francese di tennis o la Francia come la più grande federazione di tennis del mondo. Alcuni si offenderanno forse ora. Il fatto è che credo che il mercato del tennis francese sia il mercato più grande del mondo. Quindi è sempre stato intrigante per me anche senza essere francese. È una specie di castello in cui non puoi penetrare, quindi forse è un altro motivo per cui non ho esitato perché voglio vedere com’è dall’altra parte e far parte di questa enorme struttura e di un potenziale incredibile. Ti aspetti che la federazione tennistica francese produca o aiuti a produrre molti giocatori, giusto? Quindi è intrigante per me, onestamente: non lo nasconderò. Solo per vedere cosa troverò. Questo sarà il mio primo passo, conoscere davvero la struttura, le persone, gli allenatori e i giocatori”.
    Avere molte risorse, a suo dire, non è il fattore decisivo: “Il denaro non crea giocatori. Certo, è bello avere soldi, ma in realtà può essere quasi una cosa negativa. Se i giocatori e le famiglie o i genitori si aspettano sempre che qualcun altro risolva il loro problema, questo potrebbe essere l’inizio del problema. Non vedo i soldi come una soluzione per creare giocatori. Sicuramente aiuta in certi modi e in determinate situazioni, ma sicuramente non è una garanzia per creare campioni, top 10 o top 5 giocatori: i soldi non possono crearli”.
    Molto interessante la sua risposta sul concetto di mentalità: “Cosa sia una mentalità vincente, non lo so ma io so cosa sono: ho sempre aspettative molto alte per me stesso e per le persone intorno a me. Spero che questo venga trasmesso. È sicuramente una cosa che sarà scomoda per alcuni, ma non puoi raggiungere la grandezza stando in una zona di comfort. Quindi, in questo senso, sono ben consapevole che non sarò amato in generale. Ma non sono io il cattivo, se mi sentissi a disagio con qualcuno sarebbe perché mi aspetto di più da lui e perché credo che si possa fare e non perché avrò aspettative irrealistiche. Obiettivi elevati possono essere raggiunti o meno, ma penso che sia molto importante credere che puoi e devi davvero puntare alle stelle perché potresti arrivarci! Questa è la mia filosofia”.
    Parole molto importanti, che raccontano la qualità di una persona estremamente intelligente come Ivan Ljubicic. Non è facile trovare un personaggio come lui, ancora molto giovane e motivato, che sia stato allo stesso tempo un eccellente giocatore partito dal basso, uno che conosce la “sofferenza” per arrivare al vertice, che abbia vissuto un’esperienza di coach al massimo livello (Federer) con straordinari risultati, e che abbia anche capacità manageriali. Non sappiamo se “Ljubo” avrà successo con il complesso sistema francese, ma sicuramente gli auguriamo il meglio. E chissà, magari un giorno aiutare un talento italiano a spiccare il volo. Certamente se avesse scelto di entrare nel team di uno dei nostri invece della FFT sarebbe stata un’ottima notizia…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ljubicic lavorerà per la federazione francese puntando allo sviluppo dei talenti nazionali

    Ivan Ljubicic

    Il tennis francese sta attraversando un complesso periodo di ricambio generazionale. Dopo i fasti dell’eccellente generazione dei vari Tsonga, Monfils, Gasquet, Simon e molti altri tennisti di qualità, le nuove leve stentano ad imporsi ed arrivare nei piani alti del ranking e nelle seconde settimane dei tornei dello Slam. Il “serbatoio” dell’ottimo sistema tecnico transalpino continua a produrre giovani interessanti, ma attualmente il miglior giocatore nel ranking ATP è al n.44, Arthur Rinderknech, buon tennista ma non esattamente il prospetto che può ambire a vincere i grandi tornei. Dietro di lui il “datato” Mannarino, quindi il talento alquanto instabile di Moutet, che con i suoi 23 anni è il più giovane top100 francese. Di giovani ne hanno (Van Assche, Fils per citarne due), ma ancora da costruire e verificare per l’altissimo livello.
    Per questo la FFT ha deciso di cercare un nuovo approccio: non solo tecnici e dirigenti nazionali, perlopiù ex giocatori di alto livello, dentro Ivan Ljubicic. Il 43enne croato è stato nominato, dal 15 gennaio 2023, direttore della Missione “Ambition 2024” con al centro le Olimpiadi di Parigi e lo sviluppo dei migliori talenti nazionali, sia uomini che donne. Nel suo nuovo compito affiancherà Nicolas Escudé, Paul-Henri Mathieu e Pauline Parmentier, responsabili dell’alto livello. Inizialmente studierà il momento e la formazione dei giovani giocatori francesi con un viaggio di tre mesi all’interno delle strutture sparse per il paese, per farsi un’idea più precisa della situazione e quindi implementare dei piani di lavoro.
    Così Gilles Moretton, presidente della FFT in un comunicato stampa: “L’approccio al tennis di Ljubicic, incentrato sulle prestazioni, in ogni momento e nei minimi dettagli, è guidato da questa cultura della vittoria che vogliamo instillare nelle nostre speranze francesi. Tutto questo senza mai voltare le spalle ai valori umani essenziali che la Federazione condivide”.
    Dopo aver accompagnato (con successo) gli ultimi anni della carriera di Roger Federer, Ljubicic a l’Equipe si è detto entusiasta di questa nuova avventura. “Sono molto felice di entrare a far parte della Federazione francese di tennis, una delle federazioni al mondo che dedica più risorse allo sviluppo del potenziale dei suoi giovani. La Francia ha un terreno fertile molto ricco e promettente, io metto la mia esperienza al servizio di questa nuova sfida con impegno totale e un forte desiderio di condividere i valori che forgiano i campioni”.
    Continua il croato: “Cercherò di far prendere coscienza ai giovani che possono farcela davvero, che possono essere ambiziosi, che possono avere obiettivi alti. Forse questa sensazione si è persa negli ultimi dieci o quindici anni in Francia. C’è un enorme potenziale nel paese. Quando vedo la classifica mondiale dei ragazzi francesi, non ci posso credere. Qualcosa non va. Non ho idea del perché, sarà mio compito analizzare e sviluppare alcune idee”.
    È una notizia di un certo interesse, vista la visione e qualità dimostrata da Ivan Ljubicic in ogni fase della sua lunga carriera tennistica, prima in campo e poi come coach e manager. Oltretutto dopo l’addio di Federer, il nome di “Ljubo” era stato accostato a diversi giovani di talento, come coach o “super coach” a fianco di un allenatore che segue un giocatore ogni giorno.
    I francesi, storicamente maestri nella formazione e crescita dei giovani, cercano così una visione diversa per dare una spinta ai vari talenti prodotti a livello giovanile, nella speranza di creare una nuova covata di tennisti e tenniste capace di ambire ai piani alti del ranking e ai grandi tornei. Nel maschile, l’ultimo vincitore di un torneo dello Slam resta Yannick Noah nel lontano Roland Garros 1983, poi sono giunti in finale Leconte, Pioline, Clement e Tsonga. Insieme a loro molti sono stati i tennisti transalpini a stazionare nella top10 e vincere importanti tornei, ma la situazione attuale è tutt’altro che rosea. Nel femminile le cose sono andate meglio negli ultimi anni: Marion Bartoli ha vinto Wimbledon nel 2013 e Amelie Mauresmo nel 2006 ha trionfato a Wimbledon e Australian Open, diventando anche la n.1 del ranking mondiale. Caroline Garcia ha disputato una seconda parte di 2022 stellare e si presenta come una delle candidate per i grandi tornei 2023.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il ritiro di Roger Federer: Parla il suo ormai ex coach Ivan Ljubicic “Federer ha cambiato il tennis per sempre”. Parlano Rafael Nadal, Jannik Sinner e Matteo Berrettini

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    Ivan Ljubicic passerà alla storia del tennis come l’ultimo allenatore di Roger Federer. Il croato ha visto da vicino che fenomeno fosse lo svizzero e non ha dubbi sul fatto che i risultati di Federer abbiano avuto un impatto ineguagliabile sul corso della storia del tennis.
    UN’EREDITÀ IRRIPETIBILEEro a conoscenza di questa decisione da tempo. Non gioca da un anno e ha fatto di tutto per tornare competitivo, ma la sua carriera è al di sopra di tutto. Desiderava giocare la Laver Cup e ci saluterà lì, ma dobbiamo pensare all’eredità che lascia. È stato votato dai tifosi per 19 anni di fila e ha portato il tennis a un altro livello. Federer ha cambiato il tennis per sempre. Tutti i suoi rivali hanno dovuto migliorare per stare al suo passo, lui ha rotto il ghiaccio e quelli che sono venuti dopo hanno dovuto adattarsi. E alcuni sono riusciti a superarlo.
    NUMERI IMPRESSIONANTIÈ stato il primo a dominare il circuito per 52 settimane, ha fatto 17 finali in 18 Grand Slam consecutive, ha avuto una continuità impressionante nel circuto. Un numero uno del mondo che giocava un tennis prezioso e spettacolare. Sarà sempre legato a questo sport perché sente di dover molto al tennis.
    COSA GLI È COSTATO DI PIÙNon ha mai cercato un motivo per ritirarsi. Ama giocare e anche oggi ha voluto continuare. La sua vita consiste nel competere per grandi cose su un campo da tennis. La finale di Wimbledon del 2019 ci ha fatto soffrire moltissimo, ma è stata anche molto dura mentalmente perdere contro Del Potro agli US Open del 2009. Lì avrebbe potuto cambiare la storia del tennis. Ma è inutile pensarci. Ci sono stati anche incontri che non doveva vincere e che ha finito per vincere, come contro Haas al Roland Garros del 2009.
    Rafael Nadal : “Caro Roger, mio amico e rivale. È un giorno triste per me personalmente e per lo sport di tutto il mondo. È stato un piacere ma anche un onore e un privilegio condividere tutti questi anni con te, vivendo così tanti momenti incredibili dentro e fuori dal campo”.
    Jannik Sinner : “Quando oggi ha annunciato il ritiro ero in stanza, ho sentito il suo messaggio su Instagram. È una persona molto importante che ha deciso di lasciare il tennis, mi dispiace. Purtroppo, non abbiamo avuto modo di giocare contro in un torneo”.
    Matteo Berrettini : Roger è una delle figure più grandi dello sport globale, ci ha regalato e ha portato il tennis a un livello differente. Non ho mai nascosto che Roger rappresenta uno dei motivi per cui ho sognato di provare a fare il tennista professionista. Ho sempre tifato per lui, ho sempre cercato di prendere spunto da lui, è stato un esempio dentro e fuori dal campo per il suo comportamento e carisma. Ci mancherà averlo nei tornei, ci mancherà la sua classe e tutto quello che ha regalato al tennis. Ma rimarrà nella storia del tennis e dello sport per sempre. Grazie Roger” LEGGI TUTTO

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    Lemon Bowl 2022: Iniziate le Pre Qualificazioni. Ivan Ljubicic “Vincere non è la cosa più importante”

    Ivan Ljubicic – Foto Ray Giubilo

    La 38esima edizione del Lemon Bowl ha preso ufficialmente il via nel weekend di sabato 11 e domenica 12 dicembre. Il Salaria Sport Village, nuova sede centrale della prestigiosa rassegna giovanile, ha inaugurato l’avventura ospitando i match delle prequalificazioni. In campo si sono susseguite le sfide dei tabelloni under 12 e 14, parte da qui il sogno di tanti ragazzi, che faranno il possibile per poter tornare a Roma il 27 dicembre, data di inizio delle qualificazioni. La seconda fase del torneo coinciderà anche con l’esordio di Forum Sport Center e Panda Sporting Club, che affiancheranno il Salaria Sport Village nell’edizione 2022 del Lemon Bowl. Come nell’anno passato la manifestazione giovanile nazionale a partecipazione straniera si giocherà nelle categorie under 10, 12 e 14.
    Ivan Ljubicic: “Tanti campioni sono passati dal Lemon Bowl” – In occasione delle prime giornate di gara, l’ex numero 3 ATP ed attuale coach di Roger Federer, Ivan Ljubicic, ha mandato un messaggio ai partecipanti. “Un grande saluto a tutti i ragazzi che giocheranno il Lemon Bowl. Come sapete anche io ho disputato questa rassegna. Auguro a tutti voi un bellissimo torneo, magari un po’ meno freddo di quando l’ho giocato io – ironizza il croato, che nel proprio palmarès vanta anche un bronzo olimpico ed una Coppa Davis -. Tanti campioni sono passati da Roma e non tutti hanno trionfato, quindi vincere non è la cosa più importante. Se giocate il Lemon Bowl però vuol dire che siete forti ed il mio consiglio è quello di continuare a sognare perché tutto è possibile. Spero che vi possiate divertire e che questo torneo vi lasci un bel ricordo”.
    Attesi i migliori prospetti azzurri – Le iscrizioni per qualificazioni e main draw chiuderanno mercoledì 15 dicembre. In attesa di poter diramare le liste definitive, il Lemon Bowl si è già assicurato partecipanti degni di nota e si conferma così una tappa fondamentale per il percorso dei giovani talenti azzurri e non. Tra i tanti nomi spiccano quelli di Stefano Palanza e Alice Iozzi, rispettivamente campioni italiani delle categorie under 11 e 12. Sono attesi al via anche Edoardo Ghiselli e Valentino Grasselli, recenti finalisti del circuito Junior Next Gen Italia under 10. Da segnalare i laziali Giuseppe Semarelli e Leonardo Cicchinelli (semifinalisti ai Campionati Italiani under 11), Mattia Baroni (finalista ai Campionati Italiani under 13) e Luca Cosimi, semifinalista nella tappa conclusiva del circuito Next Gen under 12. Dall’estero arriveranno nuovi nomi e graditi ritorni, tra questi l’italiana d’adozione nordamericana Camilla Castracani, nel 2020 campionessa del Lemon Bowl under 10, e Tea Kovacevic giovane atleta serba che vive attualmente in Bosnia Erzegovina. LEGGI TUTTO