consigliato per te

  • in

    Return to Play, il nuovo protocollo resta “ai box” in attesa dell’ok dal Ministero

    Di Redazione Doccia fredda per le tante società sportive che, in base alla nuova versione del protocollo “Return to Play” approvato dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, speravano di poter riportare in palestra un po’ più velocemente i propri tesserati risultati positivi al Covid (finora costretti a stop di oltre un mese). Nelle scorse ore è circolata infatti una lettera indirizzata dalla FMSI agli associati, in cui si evidenzia che il nuovo protocollo non ha valore legale e che, prima di poter essere applicato, dovrà essere approvato con un’apposita circolare ministeriale. Fino a quel momento, i centri medici che effettuano le visite di ritorno all’attività dovranno attenersi alle norme previste dal vecchio protocollo, per non rischiare di incorrere in gravi conseguenze legali. Una precisazione che ha portato ulteriore confusione in un quadro già piuttosto complicato: alcuni centri avevano già cominciato ad applicare le nuove norme (e ora stanno tornando sui propri passi annullando gli appuntamenti già presi), altri continuavano a utilizzare quelle tuttora in vigore. Il presidente della FMSI, Maurizio Casasco, ha comunque assicurato di essersi personalmente attivato con il Ministro della Salute Roberto Speranza e con la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero, affinché il documento possa essere velocemente verificato dal Comitato Tecnico-Scientifico e poi approvato dal Ministero stesso. La speranza è che già entro la prossima settimana il nuovo “Return to Play” possa entrare definitivamente in vigore. (fonte: FMSI) LEGGI TUTTO

  • in

    Nuovo protocollo “Return to Play”: 7 giorni per tornare in campo dopo il Covid

    Di Redazione Una piccola buona notizia per chi gioca a pallavolo in tempi molto difficili: la Federazione Medico Sportiva Italiana ha emanato una nuova versione del protocollo “Return to Play“, che disciplina la ripresa dell’attività sportiva per gli atleti risultati positivi e guariti dal Covid-19. Come auspicato nei giorni scorsi da molte Federazioni e associazioni di categoria, tra cui AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, rispetto al vecchio protocollo in vigore ormai dal 2020 il nuovo documento prevede tempi molto più ridotti per il ritorno all’attività, in relazione allo status vaccinale, all’età e alle condizioni fisiche dei giocatori. Gli atleti sotto i 40 anni e che hanno ricevuto la terza dose di vaccino o hanno completato le prime due dosi nei 120 giorni precedenti potranno infatti svolgere le necessarie visite mediche (ECG, test da sforzo o test ergometrico) dopo 7 giorni dall’avvenuta guarigione, mentre per tutti gli altri il periodo di attesa sarà di 14 giorni. Parliamo naturalmente del caso più favorevole, cioè quello di soggetti asintomatici o con malattia lieve; chi ha avuto sintomi gravi o addirittura è ricorso a cure ospedaliere dovrà osservare un ben più lungo riposo di 30 giorni. Resta aperta la possibilità di ricorrere al protocollo valido per i professionisti – che prevede un ritorno all’attività praticamente immediato – nei casi in cui un atleta dilettante abbia bisogno di ridurre il periodo di attesa “per motivi agonistici di livello nazionale o internazionale“. La decisione finale spetta comunque al medico valutatore, così come l’intera applicazione del protocollo. La FMSI, nell’adottare il nuovo protocollo, spiega le ragioni che l’hanno portata alla decisione: “vi sono forti evidenze in letteratura che dimostrano come le complicanze cardiache (del Covid, n.d.r.) siano rare nei giovani atleti e si risolvano in genere favorevolmente in tempi relativamente brevi“, inoltre “l’esperienza clinica attuale rileva un numero assai minore che in precedenza di quadri da infezione da moderati a severi e critici, in particolare nei giovani e giovanissimi atleti” e infine “molteplici studi epidemiologici hanno evidenziato come la grande maggioranza degli atleti sviluppi un quadro clinico paucisintomatico o del tutto asintomatico“. La Federazione sottolinea poi la validità di quanto espresso in una circolare del Ministero della Salute: “I primi dati sull’efficacia dei vaccini nei confronti della variante Omicron suggeriscono che la stessa sarebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione, della trasmissione e della malattia sintomatica, soprattutto in chi ha completato il ciclo di due dosi da più di 120 giorni. La terza dose riporterebbe, tuttavia, l’efficacia dei vaccini a livelli comparabili a quelli contro la variante Delta conferendo una buona protezione nei confronti della malattia grave. Per tali ragioni è opportuno promuovere la somministrazione della terza dose di richiamo (‘booster’)“. Il testo completo del nuovo protocollo è disponibile online. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO