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    Nuovo protocollo “Return to Play”: 7 giorni per tornare in campo dopo il Covid

    Di Redazione Una piccola buona notizia per chi gioca a pallavolo in tempi molto difficili: la Federazione Medico Sportiva Italiana ha emanato una nuova versione del protocollo “Return to Play“, che disciplina la ripresa dell’attività sportiva per gli atleti risultati positivi e guariti dal Covid-19. Come auspicato nei giorni scorsi da molte Federazioni e associazioni di categoria, tra cui AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, rispetto al vecchio protocollo in vigore ormai dal 2020 il nuovo documento prevede tempi molto più ridotti per il ritorno all’attività, in relazione allo status vaccinale, all’età e alle condizioni fisiche dei giocatori. Gli atleti sotto i 40 anni e che hanno ricevuto la terza dose di vaccino o hanno completato le prime due dosi nei 120 giorni precedenti potranno infatti svolgere le necessarie visite mediche (ECG, test da sforzo o test ergometrico) dopo 7 giorni dall’avvenuta guarigione, mentre per tutti gli altri il periodo di attesa sarà di 14 giorni. Parliamo naturalmente del caso più favorevole, cioè quello di soggetti asintomatici o con malattia lieve; chi ha avuto sintomi gravi o addirittura è ricorso a cure ospedaliere dovrà osservare un ben più lungo riposo di 30 giorni. Resta aperta la possibilità di ricorrere al protocollo valido per i professionisti – che prevede un ritorno all’attività praticamente immediato – nei casi in cui un atleta dilettante abbia bisogno di ridurre il periodo di attesa “per motivi agonistici di livello nazionale o internazionale“. La decisione finale spetta comunque al medico valutatore, così come l’intera applicazione del protocollo. La FMSI, nell’adottare il nuovo protocollo, spiega le ragioni che l’hanno portata alla decisione: “vi sono forti evidenze in letteratura che dimostrano come le complicanze cardiache (del Covid, n.d.r.) siano rare nei giovani atleti e si risolvano in genere favorevolmente in tempi relativamente brevi“, inoltre “l’esperienza clinica attuale rileva un numero assai minore che in precedenza di quadri da infezione da moderati a severi e critici, in particolare nei giovani e giovanissimi atleti” e infine “molteplici studi epidemiologici hanno evidenziato come la grande maggioranza degli atleti sviluppi un quadro clinico paucisintomatico o del tutto asintomatico“. La Federazione sottolinea poi la validità di quanto espresso in una circolare del Ministero della Salute: “I primi dati sull’efficacia dei vaccini nei confronti della variante Omicron suggeriscono che la stessa sarebbe in grado di ridurre l’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione, della trasmissione e della malattia sintomatica, soprattutto in chi ha completato il ciclo di due dosi da più di 120 giorni. La terza dose riporterebbe, tuttavia, l’efficacia dei vaccini a livelli comparabili a quelli contro la variante Delta conferendo una buona protezione nei confronti della malattia grave. Per tali ragioni è opportuno promuovere la somministrazione della terza dose di richiamo (‘booster’)“. Il testo completo del nuovo protocollo è disponibile online. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Il presidente della FMSI, Casasco: “Nessun atleta ha rifiutato AstraZeneca. Un messaggio importante”

    Di Redazione Con la campagna vaccinale che prosegue a ritmi serrati in tutta Italia, nel pomeriggio di ieri, la Nazionale Femminile ha ricevuto la prima dose di vaccino presso l’hub Palazzo delle Scintille di Milano, accompagnata dal presidente Fipav Manfredi e dal presidente del CONI Malagò. Mentre il 9 maggio, il ct Blengini e Daniele Lavia hanno inaugurato a Roma le vaccinazioni per la Nazionale Maschile. Un primo passo verso la messa in sicurezza delle Olimpiadi di Tokyo 2021, sia per i pallavolisti che per gli altri atleti e le altre discipline coinvolte. Come riporta il Corriere dello Sport, il presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, Maurizio Casasco, vede nella vaccinazione degli atleti un messaggio importante per il paese: “La metà degli atleti si è vaccinata con AstraZeneca, nessuno ha rifiutato alcun tipo di vaccino. Un messaggio importante e forte che il Coni e la FMSI vogliono dare al Paese è che gli atleti vaccinati, circa 600, sia olimpici che paralimpici, sono stati vaccinati il 50% con Astrazeneca e l’altro 50% con Pfizer e Moderna, a dimostrazione che tutti i vaccini vanno bene”. LEGGI TUTTO

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    Olimpiadi di Tokyo: Roma e Milano i due hub dove saranno vaccinati gli atleti

    Di Redazione Saranno l’Istituto Spallanzani di Roma e il Palazzo delle Scintille di Milano i due hub dove saranno vaccinati le atlete e gli atleti in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Il Coni, secondo quanto concordato con il Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e nel rispetto delle indicazioni della Struttura di supporto al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, ha affidato alla Federazione Medico Sportiva Italiana, coerentemente col ruolo di Federazione deputata alla tutela sanitaria degli atleti, gli aspetti organizzativi e le relative procedure di programmazione del piano vaccinale riservate alle Federazione olimpiche. E’ stata la FMSI ad individuare e ottenere i due hub vaccinali di riferimento. A Roma le vaccinazioni saranno effettuate dalle 17 alle 18.30 tutti i giorni della settimana, mentre a Milano dalle 15 alle 18, sempre con le medesime tempistiche giornaliere. Nell’hub di Roma sarà somministrato il vaccino Moderna con due iniezioni a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. A Milano sarà invece somministrato il vaccino Pfizer/BioNTech con iniezioni a distanza di 21 giorni. La campagna vaccinale partirà il 7 maggio e si completerà all’incirca attorno alla metà di giugno, anche in considerazione degli impegni agonistici delle atlete e degli atleti coinvolti. (Fonte: CONI) LEGGI TUTTO