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    Babbi Natale in moto, donare un sorriso è ancora possibile

    Il Covid continua ad avanzare e con lui cresce anche il numero degli eventi annullati. L’ultimo in termini di tempo è stato quello della Motobefana – o Befana Benefica Motociclistica -, che purtroppo quest’anno non si potrà tenere come di consueto. Nonostante questo, però, c’è ancora chi non si arrende alla pandemia globale e in sella alla propria motocicletta ha cercato lo stesso di regalare gioia a chi è meno fortunato.

    Stiamo parlando dei Babbi Natale in moto, che nella giornata del 20 dicembre scorso sono riusciti a distribuire doni e pacchi a circa 80 bambini e 50 mamme ospiti di alcune strutture di accoglienza di Roma. 
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    UN GESTO PER REGALARE UN SORRISO
    A rendere possibile l’iniziativa “Babbi Natele in moto” sono state le associazioni “Laboratori di Teatro Va Be”, “Le Funambole” e “Motoclub Vagabondi in moto”, che grazie ai loro sforzi sono state in grado di organizzare un evento davvero importante in questo periodo così incerto.
    “Grazie alla generosa collaborazione di numerosi folletti e follette abbiamo consegnato regali ad 80 bambini e bambine ospiti di quattro centri d’accoglienza e antiviolenza di Roma. E grazie alla rete de “Le Scatole di Natale Roma” abbiamo donato un regalo anche alle loro 50 mamme.”

    “A volte basta poco per rendere felice qualcuno e tante altre è sufficiente un sorriso per far sì che da un piccolo gesto nasca una grande azione”, hanno concluso gli organizzatori dell’evento.
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    Dall'Australia: moto e pedoni più sicuri con le auto a guida autonoma

    Novità interessanti riguardo i sistemi che rilevano la presenza di pedoni e motociclisti, studiati e sviluppati per la sicurezza degli utenti della strada. A fornirle è l’Australian Centre for Field Robotics dell’Università di Sydney e il loro progetto CPM, una sorta di sistema di percezione collettiva che permette ai veicoli automatizzati di identificare gli altri utenti vulnerabili della strada, addirittura anche i jogger che si trovano dietro l’angolo o al di là degli edifici.

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    Obiettivi futuri
    Il sistema CPM “si adatta in modo ottimale alla rilevazione di pedoni, perché sono la tipologia più comune di utenti stradali vulnerabili che puoi trovare su una strada pubblica” spiega il dottor Mao Shan, ricercatore dell’Università di Sydney. “Finora non abbiamo condotto esperimenti incentrati sull’interazione tra veicoli automatizzati connessi (CAV) e motociclisti, ma è tra i nostri piani per il futuro” continua. Parole che fanno ben sperare, se a ciò si aggiunge il fatto che nei test in ambiente urbano per rilevare i pedoni, il sistema è riuscito a individuare anche alcuni motociclisti.
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    Il funzionamento del CPM
    Ma come funziona il progetto sviluppato all’università di Sydney? Utilizzando la tecnologia di comunicazione Vehicle-to-X (V2X), il CPM permette di condividere le informazioni sulla percezione della strada con il veicolo dotato di un’unità stradale intelligente (IRSU). Grazie alla combinazione di questi sistemi, unità ad accessori innovativi quali telecamere e sensori laser presenti nell’auto, il veicolo CAV è in grado di “vedere” attraverso gli edifici e dietro gli angoli per rilevare i pedoni nascosti alla vista. Questo è quanto emerso dai test dello studio biennale finanziato dall’iMOVE Cooperative Research Center e che ha coinvolto scienziati dell’Australian Centre for Field Robotics (ACFR) dell’Università di Sydney e ingegneri della società tecnologica australiana CAV, leader mondiale e pionieri del V2X Cohda Wireless.
    Strade più sicure: il risultato dello studio
    L’idea è quella di rendere la strada più sicura. Non solo per gli automobilisti, ma soprattutto per gli utenti più vulnerabili. In primis i pedoni, ma si pensa anche ai motociclisti, spesso coinvolti in incidenti. Si tratta di scoperte che qualcuno definirebbe “rivoluzionarie”. Rivoluzione o meno, il progetto è in fase di revisione per la pubblicazione sulla rivista accademica Sensors. La ricerca ha fatto emergere anche i limiti dell’attuale tecnologia applicata ai sensori sui veicoli CAV: la loro percezione è limitata perché troppo dipendente dal campo visivo, a causa dei vincoli fisici del sensore. Ciò non permette di vedere oggetti fuori dalla loro portata, come i già citati possibili utenti dietro l’angolo o al di là degli edifici. Ed è il dottor Shan ad affermare che lo studio sull’utilizzo del CPM potrebbe migliorare la sicurezza degli utenti della strada più vulnerabili e anche la sicurezza per i CAV in varie situazioni urbane di traffico.
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    Incidenti stradali, meno morti e feriti grazie al lockdown

    E chi l’avrebbe mai detto che la pandemia ha portato qualcosa di buono? Sembra paradossale, ma grazie al cosiddetto “effetto lockdown” da gennaio a settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ci sono stati in strada  -29,5% di incidenti con lesioni, -26,3% con vittime e -32% di feriti. In totale, secondo i dati Aci-Istat, si parla di 90.821 incidenti che hanno causato 1.788 morti e 123.061 feriti. 

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    Una riduzione non sufficiente  
    Sebbene la mortalità stradale in Italia sia diminuita in maniera significativa da gennaio a settembre 2020, questo non ha permesso di raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 50% delle vittime della strada entro il 2020: i dati di quest’anno, infatti, parlano di un numero di morti calato del 43,1% rispetto al 2010 e del 66,4% rispetto al 2001.
    Incidenti quasi nulli in primavera
    A ciò è necessario aggiungere che la diminuzione del 2020 è dovuta in maggioranza alla pandemia da Covid-19 e al conseguente periodo di lockdown durante il quale gli spostamenti sono stati pressoché azzerati per buona parte degli italiani. Nessun premio per la guida corretta o comportamenti responsabili, insomma. C’è ancora molto da fare per far diventare la strada un luogo sicuro. Non a caso, la riduzione più importante si registra proprio tra marzo e maggio, i mesi di lockdown totale. Sempre nei primi nove mesi del 2020, anche le percorrenze medie sulle strade extraurbane principali sono calate: del 23%.
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    Bianchi, ecco i nuovi modelli 2021 per GreenEDGE Cycling

    La partnership tra Bianchi e GreenEDGE Cycling ha portato alla creazione di nuove grafiche completamente rivisitate per tre dei modelli più iconici del Reparto Corse del Marchio: la Specialissima, la Oltre XR4 e Aquila. 

    La Casa italiana ha puntato tutto sull’estetica, presentando delle biciclette da corsa capaci di essere ancora più visibili e riconoscibili grazie alla nuova colorazione celeste, che rappresenta la tradizione Bianchi, a cui si affianca una nuova tonalità turchese. 
    APPROCCIO GRAFICO RINNOVATO
    Bianchi è da sempre considerato come uno dei marchi storici per quel che riguarda il mondo delle biciclette, con un patrimonio storico di oltre 130 anni. Oggi, tuttavia, con un nuovo approccio grafico e un profondo rinnovamento nelle colorazioni, la nota Azienda milanese presenta le sue nuove creazioni, conservando allo stesso tempo riconoscibilità, eleganza e stile tutto italiano.
    “Le nuove grafiche sono il risultato della stretta collaborazione fra Bianchi e GreenEDGE Cycling – ha affermato Claudio Masnata, Marketing e Communication Manager del Gruppo -, con il preciso intento di creare un’immagine coordinata ed un look integrato tra l’atleta e la sua bicicletta.”
    REBRANDING, TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE
    Bianchi è stato il primo vero brand ciclistico a creare un’intera divisione dedicata esclusivamente alle competizioni, quello del Reparto Corse. È cosa nota, infatti, come Edoardo Bianchi – fondatore della Casa – sostenesse che il miglior modo per testare un prodotto fosse quello dell’utilizzo in gara. Ecco, dunque, da dove è nato il Reparto Corse: un nome legato ai più grandi successi agonistici fin dai tempi di Fausto Coppi.
    Oggi, però, grazie ad una operazione di rebranding, il marchio Reparto Corse celebra un nuovo capitolo nella storia di Bianchi ed apre la strada ad un nuovo ambizioso progetto di più ampio respiro, con tre dei suoi prodotti di punta rinnovati nella loro estetica e capaci di rappresentare allo stesso tempo innovazione e tradizione.
    Il nuovo marchio Reparto Corse – rinnovato nel logo e nell’impegno verso lo sviluppo di nuove tecnologie – contraddistinguerà, infatti, la livrea e i componenti dedicati di tutte le biciclette in dotazione a GreenEDGE Cycling, come si potrà vedere sulle nuove Specialissima Disc, Oltre XR4 Disc e Aquila.

    Infatti, sia la all-rounder Bianchi ad alte prestazioni (Sopecialissima), che la Oltre XR4 Disc – bici studiata in galleria del vento, per gli sprint più sostenuti, le fughe più incredibili e i percorsi collinari più impegnativi -, che Aquila (il modello Bianchi da cronometro) sono state completamente rinnovate dal punto di vista estetico per permettere a Simon Yates, Michael Matthews, Amanda Spratt e i loro compagni di squadra di primeggiare nelle più importanti competizioni al mondo.
    “Per GreenEDGE Cycling il 2021 rappresenta una nuova era, un nuovo inizio, e correre con un brand iconico come Bianchi sarà un grande onore […]. Bianchi porterà all’interno della squadra l’unicità del loro stile Italiano e tecnologie innovative, insieme alla voglia di conquistare nuovi grandi successi.” Ha commetato così Darach McQuaid, Presidente di GreenEDGE Cycling.
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