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    Nel nuovo DPCM restano invariate le norme sullo sport

    Di Redazione
    Il DPCM del 14 gennaio, contenente le ultime misure adottate dal Governo per il contenimento della pandemia di coronavirus, lascia sostanzialmente immutate le norme sugli eventi e le competizioni sportive. Il comma 3 dell’articolo 10 riprende infatti in toto quello del precedente decreto del 3 dicembre 2020, ribadendo che “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni – di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del CONI e del CIP – riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali“.
    Per queste competizioni sono consentiti anche gli allenamenti a porte chiuse, mentre in tutti gli altri casi lo svolgimento degli sport di contatto è sospeso, così come l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relativi agli sport di contatto e tutte le gare, competizioni e attività connesse.
    Com’è noto, la Federazione Italiana Pallavolo aveva inizialmente inserito nell’elenco degli eventi “di preminente interesse nazionale” soltanto Serie A e Serie B, salvo poi tornare sui suoi passi e riaprire alle altre categorie definite come “nazionali” dal Regolamento Gare, ossia la Serie C e i campionati giovanili fino all’Under 13. Queste categorie possono dunque continuare ad allenarsi e a giocare (laddove sono già stati calendarizzati i campionati), mentre per le altre (Serie D, campionati territoriali dalla Prima alla Terza Divisione, Under 12 e Minivolley) lo stop continuerà almeno fino al 5 marzo, termine di validità del decreto.
    (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Dall’apertura alla chiusura totale: l’universo parallelo della Fipav

    Di Redazione
    Adorata da scrittori di fantascienza e filosofi, la teoria degli universi paralleli non è ancora completamente dimostrata da un punto di vista scientifico, ma in alcuni casi sembra essere l’unica via per interpretare fenomeni altrimenti inspiegabili.
    Potrebbe essere il caso della lettera inviata oggi dal presidente della Fipav Bruno Cattaneo, che chiede al suo omologo del Coni, Giovanni Malagò, di far rispettare con rigidità l’ultimo DPCM che impone lo stop a tutte le attività sportive non considerate “di preminente interesse nazionale“: un decreto in seguito al quale la stessa Federazione Italiana Pallavolo ha disposto lo stop agli allenamenti di tutte le categorie con l’esclusione di Serie A e Serie B (decisione non del tutto condivisa nemmeno internamente, come dimostra ad esempio la dura presa di posizione del Comitato Regionale del Lazio).
    Nella sua missiva, Cattaneo denuncia quella che definisce “una situazione non più sostenibile (…) che vede da una parte un chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione delle attività sportiva, e dall’altra l’allegra corsa a dichiarare come di preminente interesse nazionale attività che sono e rimangono di carattere puramente promozionale“. Il presidente della Fipav rivendica quindi la decisione presa “con grande senso di responsabilità” dal suo Consiglio, che avrebbe “interpretato letteralmente quanto da voi richiesto, andando a restringere in modo sensibile tutta la nostra attività e dichiarando di preminente interesse nazionale i soli campionati di Serie A e B (…), attività che riguarda solo 400 delle nostre 4000 società“. Con grande “disappunto del movimento“, ovviamente.
    Il bersaglio di Cattaneo è presto chiaro: “Non posso accettare di vedere come da parte degli Enti di Promozione Sportiva si continui con grande disinvoltura a dichiarare come di preminente interesse nazionale tutta una serie di attività che non possono che avere un carattere promozionale, e comunque mai di primario interesse rispetto alle discipline sportive stesse“. Riferimento piuttosto trasparente a enti come, per esempio, l’UISP, che tramite i propri Comitati locali ha ribadito che le sue attività continueranno a svolgersi regolarmente poiché il nuovo DPCM “non presenta in materia di sport sostanziali differenze dal precedente“.
    E da qui deriva la preghiera a Malagò di “voler esercitare con grande attenzione e determinazione quella attività di vigilanza che il DPCM stesso assegna al Coni, evitando che questa situazione possa degenerare in una corsa all’ultimo tesseramento, creando ulteriori sofferenze a un sistema che è già messo duramente alla prova“.
    Tutto chiaro e, forse, anche coerente. Se non fosse che fino a 4 giorni fa la Federazione Italiana Pallavolo considerava “di interesse nazionale” quasi tutte le categorie, tra cui la Serie C e i campionati giovanili fino all’Under 13, facendosi forte di un Regolamento Gare da lei stessa promulgato, e permettendone di conseguenza l’attività. In questo modo fin da ottobre, in una situazione epidemiologica e sanitaria ben diversa da quella di oggi, migliaia di atleti su tutto il territorio nazionale – “zone rosse” comprese – avevano avuto, almeno in teoria, la possibilità di continuare ad allenarsi.
    All’epoca evidentemente la Fipav non aveva ritenuto di dover fare proprio “il chiaro monito governativo ad un maggior controllo e restrizione dell’attività sportiva” presente nel testo dei precedenti DPCM, che pure era identico a quello della norma attualmente in vigore, con la sola eccezione della parola “preminente“. Né aveva considerato la possibile contraddizione tra lo spirito di un provvedimento che invitava i cittadini a uscire di casa il meno possibile e la possibilità di recarsi tutti i giorni in palestra, anche in comuni differenti dal proprio. E allo stesso modo era sicuramente passato inosservato il dettaglio che bastasse tesserarsi alla Federazione per ottenere il via libera agli allenamenti di Beach Volley, dal momento che tutti i tesserati sono potenziali partecipanti ai campionati nazionali.
    L’intervento del Coni, con una circolare datata 4 dicembre che richiama la Delibera numero 371 del 17 novembre (quando la maggior parte delle attività della Fipav erano permesse), ha ribadito però il riconoscimento di “preminente interesse nazionale” alle sole manifestazioni calendarizzate entro il 31 gennaio (requisito di cui non possono avvalersi la Serie C e i campionati Under), e la Fipav è stata costretta a fare marcia indietro.
    A questo punto, forse, la Federazione dovrebbe spiegare dal suo punto di vista quale sia stato il cambiamento così radicale da giustificare una repentina inversione di tendenza rispetto alle proprie certezze del passato appena più recente. E, di conseguenza, una contestazione esplicita ad altri che, a torto o ragione, ora si avvalgono degli stessi principi. In altre parole, perché la stessa Fipav che fino a ieri riteneva possibile una larga apertura oggi, anziché ribadire e difendere il proprio punto di vista, si preoccupa che siano gli altri a chiudere?
    Forse c’è qualche passaggio che ci sfugge. O forse, come dicevamo all’inizio, tutto quanto abbiamo raccontato si è svolto in un universo parallelo, spiegazione che sarebbe decisamente più logica e razionale… LEGGI TUTTO

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    Volley Prato, Ariete PVP e Viva Volley tornano in palestra

    Foto Ufficio stampa Ariete Prato Volley Project

    Di Redazione
    Anche il femminile dell’Ariete Volley Project riprende gli allenamenti. In forma ridotta, con tutte le precauzioni del caso ma anche le ragazze ripartono. Non è solo il Volley Prato a rimettere in marcia i motori. La settimana di stop seguita all’ultimo DPCM ed all’ingresso in “zona rossa” della Toscana lascia spazio alla necessità di atlete, allenatori e dirigenti di dare comunque continuità al lavoro in palestra. Se è vero che il campionato inizierà, se lo farà, a gennaio, è altresì vero che, pur con tutte le cautele e le precauzioni del caso, le atlete, specialmente le giovani impegnate nella didattica a distanza e le non lavoratrici, hanno necessità di mantenere un minimo livello di socialità.
    Per questo, la strada annunciata dal Volley Prato, è anche quella seguita da Ariete PVP e Viva Volley che da questo lunedì riprendono gli allenamenti.
    Lo fa il Viva, limitatamente alla prima squadra di Serie C guidata da Sandra Cioppi e con allenamenti ridotti nell’orario e nel numero delle partecipanti.
    Lo fa l’Ariete PVP che invece rientra in palestra con tutte le squadre, lasciando a casa solo i gruppi Under 12. Anche nel caso dell’Ariete la formula prevede gruppi ridotti, 2 allenamenti in palestra ed altrettanti online per ognuno dei gruppi coinvolti.
    Questo per la settimana corrente, naturalmente, e sempre attenti a recepire, settimana dopo settimana, ma anche giorno per giorno, ogni novità che dovesse arrivare sul “fronte pandemia” dal Governo, dalla Fipav o dalle autorità locali.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La scuola di pallavolo Diffusione Sport continua ad allenarsi

    Di Redazione
    La Fipav la scorsa settimana alla luce del nuovo decreto sull’emergenza Covid ha deciso di posticipare l’inizio dei campionati a gennaio 2021 ad esclusione della serie A. Le disposizioni dell’ultimo DPCM hanno ristretto ancora il campo di azione delle società sportive lasciando in sostanza la possibilità di continuare con i soli allenamenti alle squadre che si allenano per partecipare a campionati di livello nazionale.
    Il Coni ha poi stabilito, sulla base di documenti federali, quali fossero i criteri che definire la valenza nazionale dei vari tornei mentre a Imola l’amministrazione comunale ha deciso di tenere aperti tutti gli impianti, anche quelli scolastici, a disposizione delle società sportive che ne avessero i requisiti per continuare ad allenarsi.
    Questo è il quadro normativo su cui i dirigenti della scuola di pallavolo Diffusione Sport hanno riflettuto, valutando la necessità e l’opportunità di continuare gli allenamenti delle categorie giovanili e la decisione è stata quella DI CONTINUARE con gli allenamenti di 5 gruppi: under 13, due squadre under 15, under 17 e under 19.
    Questo perchè crediamo che i momenti di socializzazione, di svago, e anche di mantenimento della forma fisica siano in questa circostanza importanti per le nostre ragazze soprattutto se fatti in ambienti tenuti sotto controllo e sanificati con attenzione.L’impegno che abbiamo messo fin dall’inizio di questa stagione per rassicurare le famiglie è stato enorme. Non tutti hanno condiviso questa scelta di continuare. Abbiamo ascoltato critiche che ci venivano da altre realtà sportive, da autorità, anche dalle stesse famiglie.
    Comprendiamo la loro posizione e diciamo anche che nel caso in cui ci dovessimo rendere conto dell’impossibilità di mantenere gli ambienti sicuri o dell’aumento della probabilità di contagio ci fermeremo senza che ci sia bisogno di un decreto o di una decisione della nostra federazione. Invitiamo però a comprendere anche la nostra posizione, presa solo ed esclusivamente per offrire alle nostre ragazze un’alternativa al divano, al centro commerciale, al parco.
    Non lo facciamo per una scelta economica. Non abbiamo quote da incassare. Da 15 anni la scuola di pallavolo Diffusione sport permette a tutte le nostre tesserate di praticare sport gratuitamente. Da noi non si paga nessuna retta mensile, semestrale, annuale.
    Abbiamo deciso di non essere dalla parte di chi vuole fermare tutto e crediamo invece che in questo momento la società sportiva debba continuare in presenza il suo ruolo educativo nei confronti dei giovani.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La decisione della Fipav: sospese tutte le attività, tranne la Serie A

    Foto Polisportiva Torbole Casaglia

    Di Redazione
    Campionati fermi fino al 2021, tranne la Serie A. Questa la decisione della Federazione Italiana Pallavolo, che, alla luce delle restrizioni previste dall’ultimo DPCM e tenendo conto della situazione epidemiologica, ha stabilito “a malincuore” di sospendere l’attività di interesse nazionale di ogni ordine e grado – ad eccezione dei campionati nazionali di serie A, la cui organizzazione rimane di competenza delle Leghe – rinviandola al prossimo mese di gennaio. Le attività di allenamento restano possibili nei limiti delle norme governative, regionali e locali, e nel rispetto dei protocolli federali. Stesso provvedimento viene adottato per le discipline del Beach volley e del Sitting volley.
    “La Fipav – prosegue il comunicato – stante la situazione attuale e i provvedimenti già assunti da alcuni comitati periferici, non può ignorare l’incidenza del Covid-19 sulle società e, facendo proprie le oggettive difficoltà che le stesse stanno riscontrando sia nell’organizzazione sia nella programmazione dell’attività, si è vista costretta a prendere questa sofferta decisione. L’ultimo DPCM, infatti, anche alla luce della divisione del territorio nazionale in fasce differenti, non consente il regolare svolgimento dell’attività ed un’ottimale programmazione della stessa da parte delle società. Tale sospensione, che si aggiunge a quella precedentemente decretata relativa all’attività di interesse regionale e promozionale, avrà validità, come detto, fino al mese di gennaio, entro il quale verrà rimodulata necessariamente l’attività“.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Prato: “I bambini e le loro famiglie rappresentano la linfa vitale”

    Di Redazione
    Ogni DPCM rappresenta una sfida. In primo luogo ogni provvedimento del governo va interpretato e successivamente va applicato. Due passaggi niente affatto banali ma che nel mondo dello sport e della pallavolo ormai sono diventati consuetudine.
    Questo vale anche per il Volley Prato e per il suo Direttore Sportivo Marco Targioni che fa un breve punto sulle novità che l’ultimo DPCM porta nelle palestre.
    Palestre dove, vale la pena di ricordarlo, ci si continua ad allenare senza un orizzonte certo rispetto alla data di inizio dei campionati che, dopo essere slittata dal 7 al 24 novembre, rischia adesso di allontanarsi ulteriormente fino al gennaio del prossimo anno.
    Quali sono le novità che vi preoccupano di più contenute nell’ultimo DPCM?
    “In primo luogo il cosiddetto “coprifuoco” dalle ore 22.00. Ci stiamo organizzando con gli allenatori per spostare gli orari di allenamento e consentire ad atleti e famiglie di essere a casa entro quell’ora ma non è semplice. Sono incastri difficili da ottenere ma ci stiamo provando. Puntiamo a ridurre l’orario di allenamento di ogni gruppo per consentire ai più grandi di uscire dagli impianti al massimo alle 21.15. Ma i problemi non si fermano qua”.
    E cioè?
    “Con la compressione degli orari di allenamento e la necessità di spostare al pomeriggio alcune sedute, il vero problema, come comprensibile, rischiano di essere le probabili interferenze con la didattica digitale integrata. Questa modalità presumibilmente occuperà in alcuni casi anche fasce orarie pomeridiane della giornata dei ragazzi e questo potrà impedire loro di prendere parte agli allenamenti. Insomma, un intrigo pazzesco a cui stiamo cercando la soluzione assieme alla FIPAV ma anche alle famiglie”.
    Cosa vi preoccupa di più di questa situazione?
    “A preoccuparci è soprattutto l’impatto che tutto questo potrà avere sui più piccoli, su Under 12 e S3, sulla loro voglia di proseguire l’attività sportiva. Questi bambini e le loro famiglie rappresentano la linfa vitale del nostro sport, le energie su cui si basa la crescita del volley nazionale e perderli equivarrebbe ad un disastro di dimensioni incalcolabile per le società ma anche per la pallavolo nazionale”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO