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    HRK Motta, il vicepresidente Buso: “Attualmente sono 4 i positivi”

    Foto Facebook HRK Motta di Livenza

    Di Redazione
    L’HRK Motta di Livenza ferma ancora ai box a causa di alcune positività nel gruppo squadra.
    Com’è la situazione oggi? Spiega il vicepresidente Antonio Buso nell’intervista rilasciata al quotidiano Il Gazzettino Treviso: «Ai tamponi di giovedì si sono negativizzati in quattro su sei. Due rimasti positivi: si aggiungono agli altri due positivi al tampone fatto in precedenza. Di conseguenza abbiamo quattro positivi. Lunedì mattina (oggi, nda) nuovo giro di tamponi. E martedì sapremo. Basterebbe che uno dei quattro fosse negativo per giocare domenica in casa con Bolzano. Almeno due dei positivi hanno superato i 14 giorni di contagio: nessuno ha avuto sintomi».
    Una situazione difficile per le società che devono far fronte alle spese senza gli introiti dovuto al pubblico e alle sponsorizzazioni: «Il Governo deve ascoltarci, dall’attività sportiva dipendono gli stipendi che costituiscono l’unico introito per diverse famiglie».
    I club appartenenti alle categorie di Lega Pro, Lega Basket Serie A, LNP, Lega Pallavolo Serie A e Lega Pallavolo Femminile sono in stato di agitazione. Tra queste società c’è anche la Hrk Pallavolo Motta. Buso, scende nel dettaglio. «Molti sponsor sono in imbarazzo. La continua attesa del decreto attuativo riguardante il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni li blocca sugli importi che sono disposti a dedicarci. Al governo, tramite il comitato 4.0 è stato richiesto di poter permettere alle società di accedere ad un credito sportivo, garantito dallo stato e rimborsabile in un periodo di tempo accettabile, per coprire i mancati incassi legati all’emergenza. Una soluzione a costo zero per lo Stato. Le nostre società garantiscono l’unica fonte di reddito per tante famiglie. Fermarsi sarebbe ingiusto». LEGGI TUTTO

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    Il Comitato 4.0 chiede nuove misure a sostegno dello sport di territorio

    Di Redazione
    Il Comitato 4.0, formato dalle principali Leghe sportive italiane (tra cui Lega Pallavolo Serie A e Lega Pallavolo Serie A Femminile), interviene nuovamente nel dibattito sugli aiuti allo sport previsti dal Governo nel quadro delle misure di sostegno ai settori danneggiati dalla pandemia di coronavirus. “Iniziano a circolare le prime bozze del decreto ristori e come tali vogliamo considerarle, cioè come non definitive” scrive il Comitato, che dalla visione dei documenti nota “la totale assenza di misure a sostegno delle società sportive nella faglia tra professionismo e dilettantismo”.
    “In queste settimane, in particolare negli ultimi giorni, abbiamo avuto diversi e importanti incontri. Siamo stati rassicurati che il decreto ristori quater avrebbe previsto misure di sostegno anche per il nostro mondo, che paga la crisi esattamente come gli altri prosegue la nota –. Abbiamo chiesto la sospensione dei versamenti fiscali, un contributo a fondo perduto per sostenere le spese sanitarie legate alla messa in sicurezza dei campionati e finanziamenti erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo garantiti a livello centrale come le PMI per le esigenze di liquidità. Dopo le rassicurazioni del governo, vogliamo davvero credere che si tratti solo di una bozza e che le misure verranno recepite nel testo definitivo del decreto. O si interviene subito e in modo significativo o molti club rischiano il collasso“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Comitato 4.0: “Servono liquidità agevolata, aiuti a fondo perduto, rinvio delle scadenze fiscali”

    Di Redazione
    “Lo sport è un settore produttivo a tutti gli effetti e, come tale, necessita di interventi di ristoro. Contestualmente alle decisioni per contenere la diffusione del virus, il governo ci dica cosa intende fare per garantire un dignitoso futuro alle attività penalizzate dal nuovo decreto, compreso lo sport”: così il Comitato 4.0 – costituito da Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega Pallavolo Serie A maschile, Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo Serie A femminile, Lega Basket femminile, Fidal Runcard – a proposito delle misure contenute nel nuovo dpcm.
    “Con il primo decreto cura Italia lo sport è stato equiparato ad una industria produttiva, dobbiamo continuare in questo solco. ll comparto viene alimentato dagli sforzi economici di migliaia di imprenditori, che ora sono in grande difficoltà, vanno sostenuti. Abbiamo bisogno di misure di liquidità agevolata, il rinvio delle scadenze fiscali e aiuti a fondo perduto” prosegue il Comitato 4.0.
    “Il nostro sport oggi è gravato da pesantissimi costi, economici e gestionali, basti pensare agli sforzi che richiede l’applicazione delle procedure sanitarie e, in tal senso, gli interventi sono improcrastinabili. Tuttavia, il costo più alto lo sosterrà il paese perché fermare lo sport vuol dire rendere l’Italia più povera dal punto di vista sociale, dato il ruolo che lo sport esercita sul territorio in termini di inclusione, di contrasto alla criminalità, di educazione” conclude il Comitato 4.0.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Verso lo stop agli sport di contatto? Il Comitato 4.0 chiede chiarimenti al Governo

    Di Redazione
    Tra le indiscrezioni riportate negli ultimi giorni dagli organi di stampa sulle prossime misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus che verranno introdotte dal nuovo DPCM, c’è anche quella secondo cui il Governo avrebbe intenzione di imporre uno stop alla pratica “amatoriale” degli sport di contatto. Proprio sul termine “amatoriale” si è subito scatenato il dibattito tra praticanti e appassionati, nel timore (per ora non suffragato da nessuna dichiarazione ufficiale) che questa definizione possa includere tutti gli sport non professionistici, cioè tutte le discipline al di fuori del calcio e del basket maschile.
    Sul tema è intervenuto anche il Comitato 4.0, che riunisce le principali Leghe sportive italiane (compresa la Lega Pallavolo maschile e femminile), e che ha indirizzato una richiesta urgente al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al ministro della Salute Roberto Speranza. “La domanda – scrive il Comitato – è se esista nel provvedimento una reale, netta e chiara distinzione tra sport dilettantistico, come tutto quello non soggetto alla Legge 91, e sport amatoriale. Inteso, questo, come attività praticata da soggetti non iscritti a Società Sportive o Enti di promozione sportiva, finalizzata al raggiungimento e al mantenimento del benessere psico-fisico della persona“.
    “Ben altra cosa, quindi – sostiene l’associazione –, rispetto alla pratica di attività sportiva agonistica, sia pure in regime di dilettantismo (come tutto lo sport non soggetto alla Legge 91), ma svolta a livello continuativo, sistematicamente ed esclusivamente in forme organizzate dalle Federazioni sportive nazionali e dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI“.
    “Non è accettabile – conclude il comunicato – che la materia in questione venga trattata e comunicata con tale superficialità, nel momento in cui coinvolge decine di migliaia di tesserati che vivono di questo come unica forma di reddito. E, di conseguenza, le loro famiglie tra le quali in queste ore si è fatto largo un fortissimo senso di disagio e preoccupazione, facilmente immaginabile, a seguito di quanto veicolato dagli organi di informazione“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Il Cts dice no all’aumento del pubblico. La protesta del Comitato 4.0

    Di Redazione
    “Non esistono al momento le condizioni per consentire, negli eventi sportivi all’aperto e al chiuso, ulteriori aperture”. A renderlo noto è il Comitato Tecnico Scientifico, come riporta il Secolo XIX.
    Il Cts, infatti, si è riunito nella giornata odierna per esaminare il documento ricevuto dal Ministro della Salute, inerente la partecipazione del pubblico alle manifestazioni sportive, predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome, ed ha concluso che ad oggi non esistono le condizioni atte a consentire la partecipazione del pubblico come descritto nel documento, anche tenendo conto degli attuali indici epidemiologici.
    La conseguente risposta del Comitato 4.0 non si è fatta attendere:
    “Invitiamo Governo ad una lettura critica e approfondita dei dati che abbiamo fornito su stadi e palazzetti. Nella maggior parte dei casi aprire al 25% vuol dire ospitare anche poche centinaia di tifosi”. Così dichiara, quindi, il Comitato 4.0 – formato da Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega Pallavolo Serie A femminile, Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo Serie A, Lega Basket femminile, Fidal Runcard.
    “In Serie A aprire al 25% gli stadi vorrebbe dire mobilitare migliaia di tifosi, ma non esiste solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Il nostro comitato è espressione di uno sport di territorio, con impianti molto più piccoli e numeri ben più contenuti. Chiediamo al Governo di tenere conto di queste diversità, introducendo una differenziazione sugli impianti di capienza inferiore a 10.000 posti, la stragrande maggioranza dei nostri. Certamente, per gli impianti superiori ai 10.000 posti dovrebbe essere introdotto un limite che non vada oltre le 2.500 presenze”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO