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    Il coro dei tifosi: “Ci sentiamo presi in giro, le regole noi le rispettiamo”

    Di Redazione La ripartenza dei campionati di pallavolo ha portato con sé numerose critiche circa l’effettiva capienza concessa nei palazzetti. Il dibattito tra Governo e i Presidenti delle due Leghe Pallavolo di Serie A è aperto da mesi. A fronte di un 35% concesso, il mondo della pallavolo chiede che si aprano i palazzetti al 50% altrimenti “La pallavolo muore”. A unire le forze sono anche le tifoserie delle varie squadre di serie A, da sempre antagoniste sugli spalti, ma alleate quando si tratta di poter tornare a vivere lo sport, come riporta La Gazzetta dello Sport. Il problema per loro non è solo la capienza sugli spalti ma anche le regole imposte al modo di tifare e supportare le proprie squadre. “Questo non vuol dire tifare. Ci si sta concentrando solo sulla quantità, si parla di ingressi al 35% e si chiede il 50, ma per quanto ci riguarda il problema principale è sulla qualità. Se le regole restano quelle della scorsa stagione, con l’impossibilità di suonare i tamburi, l’obbligo di rimanere seduti a un metro di distanza da tutti gli altri e la mascherina indossata, fare il tifo è impossibile. Con tutte queste limitazioni il pericolo concreto è che le curve si svuotino” è il commento della tifoseria piacentina. Altrettanto lapidario il commento della curva trentina: “Ci sentiamo presi in giro. Sport americani, tennis, Formula 1, vediamo che in tutto il mondo hanno riaperto un po’ ovunque. Ma anche in Italia negli stadi del calcio ognuno fa un po’ quello che vuole. Allora non capiamo perché la pallavolo e poche altre discipline debbano essere danneggiate”. A provocare critiche, del resto, è stata anche l’enorme differenza di regole tra, ad esempio, Italia e Serbia con 20.000 tifosi presenti alla finale degli Europei a Belgrado. A Modena, inoltre, sono stati sottoscritti quasi 2000 abbonamenti, il che rende l’organizzazione ancora più complessa: “Siamo abbastanza arrabbiati, perché i palasport sono sicuri e con l’obbligo del green pass facciamo fatica a capire perché non aprire almeno al 50%. Timori? Da noi no, c’è una grande voglia di tornare alla normalità e di sostenere la squadra come nel calcio”. “E’ risaputo che nel volley le regole si rispettano, dunque non ci sarebbero problemi ad aumentare il numero previsto. Chiediamo una maggiore considerazione, anche perché ci si dimentica che il Covid non è solo un problema sanitario, ma anche sociale ed economico. C’è tanta voglia di tornare a stare insieme” chiosa la tifoseria di Perugia. LEGGI TUTTO

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    Imoco, nuovo grido d’allarme: “Capienza al 50% o il volley muore”

    Di Redazione Rivedere la norma che prevede il 35% della capienza di pubblico per gli sport indoor, innalzando la quota almeno al 50%. Lo chiedono ormai da tempo, e a gran voce, le società della pallavolo, la Lega e il Comitato 4.0 che con le loro istanze stanno cercando di stimolare le istituzioni governative a modificare il provvedimento. Eppure l’inizio della stagione sportiva è ormai alle porte e ancora l’appello non ha avuto risposta. È notizia di oggi, poi, dalle prime pagine dei giornali locali, che più di 4000 bambini e ragazzi della Provincia di Treviso hanno abbandonato la pratica sportiva, indubbiamente un dato preoccupante per il mondo dello sport, un settore tra i più penalizzati dalla pandemia tra partite a porte chiuse, palestre chiuse, ecc. Il ruolo delle società delle serie maggiori è sempre stato quello di traino del movimento, ma le problematiche per i club, dopo quasi due campionati interi giocati senza pubblico con le conseguenti perdite di introiti non solo legati al botteghino (ovviamente la minor visibilità ha disincentivato gli sponsor, con ulteriori perdite per le società sportive), sta mettendo a serio rischio la vita stessa dello sport di vertice, con inevitabili conseguenze anche per la base.  Ultimo appello in ordine di tempo è quello di oggi, tramite un comunicato stampa della società, dei presidenti di Imoco Volley Piero Garbellotto e Pietro Maschio: “La capienza al 35% non è sostenibile per le società di vertice, si rischia seriamente di andare in estrema difficoltà e di chiudere i battenti. Chiediamo almeno il 50%, diversamente non si va avanti. Una capienza così ridotta non consente alle società di coprire nemmeno i costi vivi dell’apertura dei palazzetti. Dopo due stagioni di estrema difficoltà superata con grandi perdite – continuano i presidenti del club di Conegliano – sta diventando insostenibile continuare a gestire le società sportive, che oltre a dare lustro alla Serie A1 e allo sport di vertice, fanno un grandissimo lavoro nel sociale investendo nei giovani e dando loro le opportunità e le esperienze che solo lo sport sa offrire. Se le società maggiori, che rappresentano un modello per tante ragazzine che sognano un giorno di poter vestire le maglie più prestigiose e che per forza organizzativa investono di più nei settori giovanili (l’Imoco Volley ad esempio coordina l’attività di oltre 1000 giovani), vanno in sofferenza o addirittura saranno costrette a chiudere, le ripercussioni sui settori giovanili e sullo sport di base potrebbero essere devastanti.” foto Cev Con il progredire della campagna vaccinale e la presenza del Green Pass, con le cautele di sicurezza che le società sportive hanno già dimostrato di saper applicare puntualmente, la normativa del 35% è ritenuta troppo limitante, tanto da mettere in pericolo l’esistenza stessa in futuro dei club. Gli esempi che arrivano quotidianamente dall’estero dimostrano che ci sarebbero tutte le condizioni per un’apertura almeno al 50%. Sabato scorso con 20.565 tifosi sugli spalti la finale di EuroVolley 2021, che ha visto l’Italia imporsi alla Stark Arena di Belgrado contro le padrone di casa della Serbia, ha battuto il record mondiale assoluto di presenze nella pallavolo femminile per una partita tenuta in un’arena indoor. “L’impegno della popolazione italiana nel fare il vaccino in alta percentuale e nell’utilizzo del Green Pass, è proprio mirato al poter tornare progressivamente alla normalità, per questo ci auspichiamo che le istituzioni, come abbiamo visto avviene in tanti altri Paesi, raccolgano le istanze dello sport per poter riaprire le porte a un numero congruo di spettatori in stadi e palazzetti, il 50% è per noi la base minima da cui ripartire“chiosano i dirigenti  gialloblù. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO