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    Cahill: “Il tour ha bisogno di gente come Kyrgios e Shelton”

    Darren Cahill, coach di Jannik Sinner

    Darren Cahill ha partecipato al podcast Advantage Connors, il programma radio di Jimmy, molto seguito negli USA, soffermandosi in particolare sul connazionale Nick Kyrgios (quest’anno praticamente inattivo, eccetto una fugace apparizione su erba) e su Ben Shelton, rivelazione dell’ultimo US Open e grande promessa del tennis statunitense. Per l’allenatore di Jannik Sinner, Nick e Ben sono due enormi valori aggiunti per l’ATP Tour, con il loro carattere e tennis molto personale spostano l’interesse e spingono la gente ad andare negli stadi. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Darren.
    “Quando lo vedi giocare può darti la sensazione che non gliene freghi niente. In realtà è esattamente l’opposto. Lo puoi capire da come parla con il suo box nel corso delle partite, per come cera di ricevere supporto. Abbiamo bisogno di lui, che torni presto a giocare. Il tennis è più grande di qualsiasi giocatore, ovviamente, ma la sua assenza è una perdita per lo sport. Quando gioca bene e si sente a posto fisicamente, porta molto in ogni torneo a cui gioca. Quindi gli auguro solo il meglio. Spero che si riprenda e speriamo di rivederlo molto presto”, conclude Darren su Kyrgios.
    Il discorso quindi vira quasi naturalmente su Shelton: “Ben è come Kyrgios. Ti piace Kyrgios? Ti piace Ben? O invece lo odi? Non mi interessa, sul tour porta qualcosa di diverso e la gente per loro si muove, compra un biglietto per vederli giocare, sono diversi. Ben porta vera gioia in quello che fa in campo, non ha paura, non gli importa contro chi gioca. Mi piace il suo atteggiamento, ha energia e la gente lo sente e vive insieme a lui in campo. Penso che il fatto che Djokovic lo abbia un po’ preso in giro imitando la sua esultanza sia stato incredibile, è il segnale di quanto sia dirompente la presenza di Ben. Non puoi avere dei robot sul tour, è importante ci sia gente di personalità”.
    Cahill scommette su di un futuro da top 10 per il giovane americano: “Shelton è incredibilmente coraggioso nei grandi momenti del match. Agli US Open giocava per il pubblico e si divertiva. Deve adesso arrivare a produrre questi risultati settimana dopo settimana per essere un fattore tra i big e arrivare tra i primi 10. Credo che Ben sia ancora molto giovane, non è abituato, forse troppe aspettative sono cadute sulle sue spalle dopo gli Australian Open e per diversi mesi l’ha sofferto. Ora vedremo Ben migliorare costantemente ogni settimana. Penso che sia destinato ad entrare tra i primi 10 al mondo”.
    Un’investitura importante per Shelton, giocatore dal carattere e attitudine completamente diversa da quella di Kyrgios ma con una presenza attentato forte e un tennis super offensivo, carico di adrenalina. Quello che, come sottolineato da Cahill, spinge il pubblico a guardarti, sia che lo ami, sia che lo odi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    US Open: Shelton, serve una “Mission Impossible”

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Il mondo del tennis aspetta con grande curiosità la prima semifinale di US Open che oppone il super campione Novak Djokovic alla novità di dirompente della stagione, Ben Shelton. Qualche numero spiega il divario abissale di esperienza tra i due: Novak è alla 47esima semifinale Slam, ha vinto 30 match consecutivi contro tennisti statunitensi (Querrey a Wimbledon 2016 l’ultimo a batterlo), è in una striscia di 10 vittorie di fila dopo la sconfitta nella finale di Wimbledon, punta a raggiungere la finale in tutti gli Slam della stagione per la terza volta in carriera (c’è riuscito nel 2015 e 2021, quando arrivò proprio a NY ad un passo dal completare il Grande Slam, superato da Medvedev in finale). Se guardiamo alla casella di Shelton, c’è praticamente un vuoto, per il 20enne di Atlanta è tutto nuovo, è alla prima semifinale Slam – è passato Pro solo 13 mesi fa -, è al primo confronto diretto contro il 23 volte campione Major serbo. Domani sarà il compleanno n.21 per l’americano, potrebbe farsi un regalo inimmaginabile se mai riuscisse a battere Djokovic e volare in finale. Sarebbe il primo tennista di casa a farcela da 20 anni, quando Roddick sorprese tutti a furia di servizi micidiali e vinse contro JC Ferrero in finale il suo primo e unico Slam in carriera. Corsi e ricorsi storici? Beh, c’è qualche affinità tra A-Rod e Ben in effetti.
    Tennisti potenti, dotati di un servizio killer come arma trainante del proprio gioco, un tennis muscolare e non così “fine”, una netta propensione offensiva, un carattere forte e un po’ sfacciato nel senso positivo del termine, gente che non si tira indietro e crede fortemente nei propri mezzi riuscendo a superare lacune tecniche a furia di mazzate ed energia. La differenza più grande tra la situazione di Roddick nel 2003 e quella di Ben quest’anno è… chi si trova al di là della rete in semifinale. Andy venti anni fa rimontò due set di svantaggio (con più di una polemica per qualche chiamata dubbia nel terzo set) a David Nalbandian, grandissimo talento argentino ma non esattamente la solidità fatta persona e tennista ancora giovane, infatti pagò non poco il contesto “caldo” del centrale, tutto ovviamente schierato alla parte di Roddick. Ben stasera a NY dovrà affrontare Mr. Record Novak Djokovic, l’uomo che a furia di un tennis percentuale limato in modo certosino sta riscrivendo i record moderni della disciplina. Quindi, pronostico chiuso a favore del serbo? La testa dice sì, Novak è nettamente favorito, ma per fortuna il tennis è uno sport che regala spesso sorprese, che non finisce mai di stupire. Cosa dovrà fare Shelton per provarci, per tentare l’impresa suprema?
    Il suo mantra è quasi scontato: servizio, servizio e ancora servizio. Tonnellate di peso su prima e seconda palla, alternando potenza e angoli, per cercare di non mettere in ritmo la miglior risposta sul tour dai tempi di Andre Agassi, anzi, forse meno esplosiva ma ancor più continua ed efficiente. Se Ben non riuscirà a servire almeno un 70% di prime palle in campo ricavando almeno il 75% di punti, o meglio l’80%, non ci sarà partita. O ci sarà solo se Djokovic sarà una versione sbiadita di se stesso, e a questo a meno di eventuali infortuni, non crediamo affatto. Roger Federer ha vinto moltissime sfide contro Djokovic, chiudendo la carriera quasi in parità negli head to head. Lo svizzero ha un tennis diverso da Shelton, assolutamente più completo, ma in pratica i numeri dicono che ogni volta nella quale è riuscito a battere il serbo ha avuto un rendimento al servizio di quel tipo, almeno il 70% di prime in campo vincendo 3 punti su 4. Se ha un tennis brillante ed offensivo e non riesci in questo, e non hai una solidità e resilienza da fondo “nadaliane”, no match.
    Servire bene non sarà nemmeno sufficiente a Shelton. Nello scambio sembra davvero difficile che il quasi 21enne figlio d’arte possa reggere il pressing continuo, asfissiante del rivale, che come nessun altro è bravo a spostare l’avversario con i suoi tempi di gioco, portarlo a giocare in posizioni scomode fino a sfinirlo, oppure infilarlo dopo averlo lavorato ai fianchi. Per farcela in risposta e mettere problemi al rivale Ben sarà costretto a tenere un’atteggiamento super offensivo, a limite del masochismo. Anche se Djokovic dovesse trovare con facilità il passante, Shelton dovrebbe continuare a pressare, attaccare, alternando bordate a tutta col suo diritto sul rovescio di Novak (e già reggere questa diagonale sarà complesso…) e quindi attaccarlo facendolo correre a destra, dove non sempre il passante del serbo è perfetto. Inoltre Novak negli anni, dal lavoro iniziato con Becker e affinato con Ivanisevic, ha costruito l’ultima parte mancante nel suo gioco, un gran servizio, poco appariscente ma terribilmente preciso. Non sarà facile per Ben rispondere bene e riuscire a mettere pressione all’avversario.
    La sensazione è che Shelton abbia davanti un’impresa quasi impossibile. Oltre al servizio, un asso nella manica potrebbe essere la sua terribile fisicità, il riuscire a spingere come un forsennato da ogni posizione del campo, magari sospinto da un pubblico che mai come oggi sarà davvero ostile a Novak, e magari innervosirlo.
    Sono davvero tanti i tasselli da incastrare alla perfezione per risolvere un puzzle davvero difficile, probabilmente troppo anche per un giovane senza niente da perdere e con il fisico, mentalità e talento di Shelton. A meno che i corsi e ricorsi storici non siano così forti da sospingerlo verso un’impresa e una finale che all’inizio del torneo sembrava un’ipotesi quasi assurda. New York è lo Slam delle sorprese. È quello dove negli anni recenti più novità sono esplose. Nelle ultime tre edizioni è stato consacrato un nuovo campione Major. Ben dovrà aggrapparsi alla battuta e un po’ anche alla cabala…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: Paul, Shelton, Hurkacz e Monfils completano i team in gara a Vancouver

    Il doppio Federer-Nadal alla Laver Cup 2022 a Londra

    È stato ufficializzato il campo dei partecipanti all’edizione 2023 della Laver Cup, ricca esibizione post US Open che quest’anno andrà in scena a Vancouver (22-24 settembre). Sulla falsa riga della Ryder cup di golf alla quale si ispira, con un team Europe e un team World a contendersi il successo al termine di tre giorni di gare tra singolo e doppio, la competizione ideata da Roger Federer e lanciata nel 2017 quest’anno si giocherà in Canada e vedrà al via i seguenti giocatori:
    Team Europe:
    Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas, Andrey Rublev, Holger Rune, Hubert Hurkacz e Gael Monfils

    Will Team Europe take back the Laver Cup title in Vancouver? pic.twitter.com/TIqKor8yV0
    — Laver Cup (@LaverCup) August 23, 2023

    Team World: Taylor Fritz, Frances Tiafoe, Felix Auger-Aliassime, Tommy Paul, Francisco Cerundolo e Ben Shelton

    Will Team World succeed in its quest to repeat as Laver Cup champions? pic.twitter.com/NeSSA82QAG
    — Laver Cup (@LaverCup) August 23, 2023

    Molti quindi gli esordienti rispetto alla scorsa stagione, la più ricca di campioni e passata alla storia come ultimo evento giocato da Roger Federer. Mancano i super big, Djokovic, Alcaraz oltre gli infortunati Nadal, Kyrgios e Shapovalov che spesso sono stati presenti all’evento arricchendolo con la propria classe e personalità. Largo a giovani (Rune, Shelton) oltre a tennisti emergenti e alla “vecchia volpe” Monfils, uno dei giocatori che più esalta il pubblico con le sue giocate istrioniche.
    Federer sarà presente a Vancouver nella serata di venerdì: Jim Courier farà da cerimoniere, con un’intervista in campo e la possibilità per gli spettatori sugli spalti di rivolgere alcune domande in diretta all’indimenticabile campione elvetico. Questa Q&A si preannuncia come uno degli happening principali di un’edizione che, onestamente, sembra un po’ in tono minore rispetto alle precedenti, con qualche nome di richiamo in meno.
    L’edizione 2022, come tutte le precedenti, ha avuto un ottimo successo, grazie agli attori protagonisti ma anche una formula che funziona coinvolgendo il pubblico in match divertenti, più “leggeri” rispetto a quelli del tour ATP ma comunque spettacolari in campo e discretamente combattuti. Sarà interessante vedere che spettacolo i protagonisti di quest’anno riusciranno a produrre e quale sarà il coinvolgimento del pubblico in tribuna e sugli spalti. Tutte le precedenti edizioni hanno riscontrato ascolti tv altissimi e grande interesse. Per il futuro e sopravvivenza di quest’evento, l’edizione 2023 sarà un test molto importante. LEGGI TUTTO

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    Shelton, ostacoli e tensioni

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Chi si aspettava che Bel Shelton, dopo lo splendido Australian Open disputato a gennaio, fosse il vero “crack” pronto ad esplodere e travolgere di fisicità e prepotenza i piani alti del tour non aveva fatto i conti con l’aspetto più duro della crescita tennistica: quello che potremo chiamare “effetto scala”. Eccetto rarissimi casi, e proprio per questo epocali, arrivare tra i grandi della disciplina con un decollo rapidissimo in linea retta, senza cadute o momenti di incertezza, è quasi impossibile. Ancor più nel tennis del 2023, nel quale la componente agonistica e mentale è estremizzata da una competizione mediamente feroce.
    Torniamo ai fatti. Ben Shelton da diversi mesi fa notizia non per quel sorriso travolgente o schemi offensivi a tratti brutali per forza e velocità, ma per le sconfitte. Il 20enne di Atlanta infatti dopo lo straordinario AO23, suo primo torneo disputato al di fuori degli amati States, non ha confermato la stessa qualità e forza in campo, incappando in molte sconfitte e poche vittorie importanti. Da febbraio, non ha più vinto a livello ATP due partite di fila, deludendo soprattutto su erba e sintetico, le superfici dove per caratteristiche tecniche dovrebbe eccellere. Il miglior “scalpo” ottenuto da febbraio è quello di J.J. Wolf al Queen’s, poi diverse sconfitte contro avversari di buon livello, ma che teoricamente sembravano battibili.
    L’aspetto più interessante che accomuna la maggior parte delle sue battute d’arresto – e che spiega a che punto della sua formazione sia – è l’incapacità di gestire la pressione del momento con una trama di gioco solida, non estemporanea o aggrappata a soluzioni a rischio troppo elevato, e quindi percentualmente perdente. L’esempio perfetto viene dalla sconfitta patita ieri al 500 di Washington, per mano del giovane cinese Jungchen Shang. Il giovanissimo asiatico trapiantato in Florida era in un’ottima giornata, sentiva bene la palla, serviva bene ed era piuttosto continuo; Shelton alternava fiammate micidiali e momenti di pausa. Terzo set, regge l’equilibrio, entrambi servono bene. Ben si ritrova a servire sul 4-3 per Shang. 30-15. Forza malamente un diritto, su di una seconda di servizio. 30 pari. Tensione massima. Shelton accelera la operazioni, troppo. Dopo aver tirato lunga di 30 cm buoni la prima di servizio, gioca subito la seconda, un gran kick, ma la palla non è in campo. Un doppio fallo mortale, che consegna al rivale la chance di andare a servire per il match. Ben torna al servizio, da sinistra, il suo angolo. Cerca una botta esterna, ma non entra di nuovo. La seconda stavolta è ben piazzata, può colpire da una posizione di vantaggio ma colpo successivo è largo, e non di poco. Un attacco tatticamente senza senso, che è sembrato più una fuga che un’aggressione a provocare un colpo difficile del rivale. Break, e addio partita. Non è la prima volta che Shelton lotta ma finisce per gestire male fasi del genere. E Sheng l’aveva affrontato la scorsa settimana ad Atlanta, quindi sapeva più o meno cosa aspettarsi.
    È questo un aspetto su cui il nuovo coach, papà Brian, dovrà lavorare tanto e bene. Soprattutto perché nel formidabile Australian Open giocato da Ben, primo Slam in carriera, e anche durante l’estate-autunno dell’anno scorso nei Challenger in America, Ben brillava proprio per la freddezza e sfrontatezza con la quale affrontava i momenti delicati. Proprio lì l’osservatore attento pensava “occhio, questo ragazzo ha qualcosa…”, perché giocarsi di petto, di forza, di cattiveria agonistica e aggressività ogni fase delicata è propria del campione, di quello che nella difficoltà moltiplica la forza fisica e mentale. Questo sembrava il vero “winner” di Shelton, non il servizio o altro. Da qualche tempo invece questa qualità straordinaria di affrontare i momenti clou sembra un po’ offuscata.
    Che succede quindi? Semplicemente Shelton sta affrontando e vivendo situazioni per lui nuove. Aspettative, degli altri e da se stesso. La necessità di vincere per salire ancora. Il dover affrontare avversari che ora ti conoscono e voglio battere uno dei possibile campioni del futuro. Una tensione diversa da quando giocava solo col sorriso e quella spacconeria giocosa che aveva fatto innamorare molti del suo gioco fisico, offensivo, a tratti spettacolare.
    Niente è perduto, anzi. È un passaggio obbligato. Solo pochi predestinati sono riusciti a saltare a piè pari queste situazioni, arrivando in un amen al banchetto dei migliori. Per gli altri giovani forti ma non così baciati dagli Dei, beh, sudore e lacrime dopo sconfitte che si potevano evitare.
    Nel frattempo, Shelton può apprendere dai suoi errori. Può accumulare dentro di sé momenti e situazioni che mille e più volte si ritroverà a gestire. Rivedere le partite, rivivere questi sentimenti, paure e tensioni, per incanalare nuove risorse in un gioco sì offensivo ma un filo meno spericolato. Meglio se abbinando varie migliorie tecniche, come il controllo col diritto in accelerazione, la risposta bloccata, uno slice di rovescio decisivo a portarlo verso rete. La crescita nel tennis è un processo a scale, e non tutti i gradini hanno la stessa altezza. Anche Ben avrà il suo bel da fare… ma la sensazione è che, mangiando polvere e riflettendo in modo positivo su correttivi e migliorie, arriverà.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Queen’s: Musetti supera Shelton in tre set con un’ottima prestazione, vola nei quarti

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Essere allo stesso tempo solidi e creativi non è affatto facile, ancor più sull’erba con le sue peculiarità, ma quando ci si riesce il risultato è un tennis spettacolare e, tendenzialmente, si vince. Questo il mantra di un ottimo Lorenzo Musetti, aggressivo e davvero continuo, sempre più a suo agio anche sui prati. Con una prestazione di alto livello il toscano sconfigge Ben Shelton nel primo incontro di giornata sull’erba del Queen’s Club, 6-4 4-6 6-4 lo score conclusivo dopo 2 ore e 11 minuti, un successo che gli apre le porte dei quarti di finale per la seconda settimana consecutiva dopo il 250 di Stoccarda. È stata una partita di alto livello tecnico e costellata da molti scambi di qualità, girata su soli tre break (uno per set), nella quale Lorenzo è partito bene e ha condotto il gioco, fino al momento di tensione – sotto la notevole spinta dell’avversario, cresciuto a dismisura – nel rush finale del secondo set, con la prima di servizio che non l’ha aiutato nel game. Nel terzo parziale Musetti è stato bravissimo a giocare con pazienza e nervi saldi i primi giochi, nei quali Ben sulla spinta del secondo set vinto era a tratti irresistibile, ritrovando la prima di servizio e capitalizzando un passaggio a vuoto del 20enne statunitense sul 2 pari, senza poi concedere chance di riaprire l’incontro al rivale. Davvero una bella vittoria, soprattutto per come è arrivata e contro un avversario ancora acerbo ma con un potenziale enorme su erba. Lorenzo nei quarti aspetta il vincente della sfida tra Peniston e Rune.
    “È stato davvero difficile rispondere al suo servizio. Ho avuto delle palle break che non sono riuscito a sfruttare e quindi è stata dura, ho lottato e sofferto. Ho cercato di essere paziente e questa è stata la chiave del mio successo. C’era pressione certo, ma sono riuscito a controllare le emozioni. Ho lavorato molto per gestire queste situazioni e sono molto felice di aver giocato così bene oggi”, così Lorenzo a caldo dopo il successo. Parole lucide che spiegano piuttosto bene come sia arrivato la vittoria dell’azzurro. Intanto ha servito bene, e questa è sempre più la conditio sine qua non per esplodere tutto il suo talento, ancor più con i tempi di gioco rapidi imposti dalla superficie erbosa. Ha chiuso con il 62% di prime palle in campo, ricavando il 77% dei punti e un ottimo 63% sulla seconda, segnale di come abbia gestito e governato bene i suoi turni di battuta.
    Nei suoi game, “Muso” è stato bravissimo a non temporeggiare, praticamente mai ha tirato un primo colpo interlocutorio dopo il servizio, prontissimo a spingere col diritto e tagliare col rovescio. Shelton è un atleta formidabile, che appena avrà immagazzinato un po’ di esperienza sulla superficie potrà diventare un vero incubo, ma ancora è evidente come non sia sciolto quando è costretto a rincorre e soprattutto cambiare direzione all’improvviso. Per questo Musetti è stato bravissimo a muoverlo il più possibile, con palle rapide ma discretamente sicure, non regalando quasi niente (la miseria di 5 errori, contro i 16 dell’avversario) e costringendolo spesso a contro piedi mortali. Un altro dato da sottolineare sono i 17 vincenti su 28 discese a rete, conferma di come sia stato offensivo e pronto ad avanzare nel campo per raccogliere le prime rimesse più corte di Shelton, bravissimo a tirare a tutta, un po’ meno a contenere per riprendere posizione.
    Proprio la parola posizione è una delle chiavi del suo successo. Abbiamo rimproverato a Lorenzo – un numero imprecisato di volte – la tendenza a giocare troppo dietro. Su erba non te lo puoi permettere, devi essere rapido di piedi e di pensiero per aggredire la palla per primo, creando, variando, ma anche sbagliando poco. Serve razionalità ed applicare schemi che percentualmente ti possono portare in posizione di vantaggio. Può sembrare scontato, ma per un “Musetti”, il creativo per eccellenza, non lo è affatto. Ancor più affrontando un super servizio come quello di Shelton, poiché subire un break equivale a perdere un set… Bravo è stato Lorenzo ad applicare schemi rapidi, efficaci, razionali, pur senza deprimere e cancellare quella creatività che lo contraddistingue. Nel terzo set, una volta in svantaggio, Shelton ha preso rischi enormi anche in risposta, ma l’azzurro l’ha contenuto attaccando, e negli ultimi due game è andato a prendersi di volo e in avanzamento una manciata di punti decisivi, di enorme difficoltà, senza tremare.
    Ultimo aspetto, la mobilità in campo. Partita dopo partita, Lorenzo sembra sempre più a suo agio nel correre e colpire d’anticipo anche sui prati. Con quel braccio il suo potenziale su erba è sterminato, perché può difendere ed offendere se il servizio lo sostiene. Questo Musetti “da erba” piace assai…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton alza la prima palla del match, sotto un bel sole a Londra. Gran servizio, poi un serve and volley perfetto, Ace… tutto il meglio del suo repertorio già in mostra nei primi punti. Non è facile per Musetti rispondere e cercare di iniziare lo scambio. Ben vince a 15 il suo primo game, lo segue ottimamente Lorenzo, sicuro con la prima palla e veloce nel fare un passo avanti per spingere col diritto. Il match s’infiamma nel terzo gioco. La battuta del 20enne americano non gli porta punti gratis, e pure col diritto commette due errori gravi, per il 30-40, prima palla break per l’azzurro. Sfortunato Musetti, un passante splendido lungo linea di diritto è chiamato IN dal giudice di sedia, ma il “falco” la vede OUT. Molto aggressivo in risposta Lorenzo, e nello scambio in quest’avvio non c’è gara tra i due. Non sfrutta altre due palle break “Muso”, ma la quarta è quella giusta: sulla seconda palla impatta una solida risposta e quindi tocca un “passantino” cross di diritto che sorprende il rivale. BREAK Musetti, 2-1 e servizio, e poi 3-1 con un eccellente game al servizio, nel quale controlla lo scambio e mette in difficoltà l’avversario con dei lungo linea che costringono Shelton a muoversi negli angoli e mettono in evidenza i suoi limiti difensivi. 17 minuti di gioco, Musetti sontuoso. Ben ritrova la prima di servizio, con delle curve slice davvero complicate da gestire, ma anche Lorenzo continua a macinare un ottimo tennis, rapido, con tante variazioni e praticamente zero errori gratuiti. È bravo il toscano a rimontare un pericoloso 0-30 servendo sul 3-2, consistente nel passante a punire gli attacchi – un po’ spericolati – dello statunitense e molto efficace col diritto dal centro dopo aver piazzato una buona prima esterna. Si scorre sui turni di battuta, l’azzurro serve per il primo set sul 5-4. Nel primo punto viene fuori tutta la manualità e sensibilità di Musetti, incluso un back di diritto che può apparire banale ma invece ha un effetto fantastico, con la palla che resta bassa e manda il crisi Shelton. Rischia un S&V inefficace sul 30-0, ma si riprende subito con un gran recupero in corsa di diritto che sorprende l’americano, lento nel correre avanti. Chiude in bellezza con un Ace al T al primo set point, 6-4. 86% di punti vinti con la prima e un eccellente 73% con la seconda, nessuna palla break concessa.
    Secondo set, Shelton to serve. Alza al massimo la velocità, commette un doppio fallo ma poi 2 Ace (uno a 141 mp/h che alza una nuvola di gesso, imprendibile). Anche Musetti continua a gestire con grande efficacia i suoi turni di servizio, è molto preciso col diritto e prontissimo ad avanzare. È assai più sciolto rispetto alla scorsa settimana, nei colpi ma anche nella corsa sul campo, e questo fa enorme differenza. Ben non è preciso in risposta, si prende fin troppi rischi, Lorenzo ringrazia e impatta 1 pari con l’ennesima ottima accelerazione col diritto cross dal centro. Un’esecuzione che Shelton contiene con difficoltà costretto ad allungarsi col rovescio. Il parziale avanza velocissimo, sui turni di servizio, con lo statunitense a tratti imprendibili con la prima palla e davvero veloce nell’avventarsi di volo (incluso una sorta di “slam dunk” degno della NBA). Dopo soli 22 minuti lo score è 3 pari. Lorenzo vince il primo punto del settimo game, uno scambio rocambolesco nel quale si vede l’enorme differenza di manualità tra i due. Poi l’azzurro inchioda il rivale nell’angolo, 0-30. Prima occasione in risposta nel set. Shelton si “incarta” totalmente su di un lob di Musetti, retrocedendo e quindi provando una sorta di attacco in back che vola via di metri. 0-40! Tre palle break per l’azzurro. Lunga la risposta di Lorenzo sulla prima, quindi un ottimo tocco sulla rete di Ben, ad annullare la seconda. Scappa via anche la terza, con una curva esterna di servizio terrificante per velocità ed angolo. Cinque punti di fila, e 4-3 Shelton, unico rimpianto per Musetti quella risposta lunga sulla prima chance, ma non era certo una risposta comoda. Lorenzo è bravo nell’ottavo game a contenere l’impeto dell’avversario, che sull’onda del momento positivo tira tutto a tutta. Perfetto il punto giocato sul 30 pari: sposta Ben, prima a destra, poi a sinistra e via avanti a solleticare il passante di Shelton. 4 pari, si entra nel rush finale del set. Il 20enne è praticamente ingiocabile al servizio, più complicato il decimo game per l’azzurro. Sul 15 pari di butta avanti ma sbaglia una volée non facilissima. 15-30, a due punti dal set Shelton. Ottima prima da sinistra, per il 30 pari, ma poi Musetti non chiude sulla rete, con un lob ottimo di Ben, che poi infila un diritto lungo linea imprendibile. Set point Shelton! Si salva Lorenzo con una prima palla potente al corpo del rivale. Ben ha guadagnato spazio in campo, i suoi colpi sono più profondi, chiude lo scambio con un’ottima palla corta. Secondo Set point Shelton. Non entra la prima palla all’azzurro, comanda col diritto Ben e trova grande profondità, provocando l’errore del toscano. 6-4 Shelton, bravo a sbagliare di meno e salire di livello, soprattutto al servizio, e giocare in modo super aggressivo nel decisivo decimo game, dove invece Lorenzo è stato un po’ passivo e abbandonato dalla prima nel momento decisivo.
    Terzo set, Shelton ha il grande vantaggio di iniziare alla battuta, e inizia alla grande, estremamente sicuro con i suoi colpi (incluso il 10esimo Ace dell’incontro), sempre più a suo agio nella copertura del campo. 1-0. Musetti argina l’esuberanza dell’americano ritrovando efficacia con la prima di servizio, 1 pari. Ben a tratti è incontenibile, tra prime palle esterne precise, una volée alta da manuale e pure una bordata di diritto a velocità da autovelox, è davvero salito molto. L’unica chance di Lorenzo è anticipare le mosse aggressive del rivale, attaccando per primo, buttandosi a rete per primo, una tattica che non ama ma che riesce ad eseguire con efficacia nel quarto game, per il 2 pari. Arrivano le nuvole sul Queen’s Club, e anche un tilt al servizio per Shelton, improvviso. Due doppi falli, 0-30. Poi esegue un serve and volley disastroso, con un tocco basso di volo che nemmeno arriva alla rete. 0-40, tre palle break per Musetti! Come si salva sulla seconda Ben… a rete sulla seconda e due ottime volée, per niente facili. Niente prima palla “in” sul 30-40, e arriva una risposta spettacolare di “Muso”, polso durissimo sul rovescio, con la palla veloce in lungo linea, impossibile da rigiocare in campo di volo per Shelton. BREAK Musetti, 3-2 e servizio, bravo a capitalizzare un improvviso passaggio a vuoto del rivale, proprio quando sembrava in controllo del gioco. Forte del momento positivo, l’azzurro impatta con grande decisione, urla un “bravo Lori” su di una prima molto lavorata da destra e poi spinge “duro” col diritto, sempre in contro piede, mettendo in crisi la difesa del rivale. 4-2 Musetti, bravissimo a consolidare il vantaggio. Ben è costretto a prendersi rischi enormi per azzerare l’ottimo momento dell’azzurro, davvero efficace in risposta. A fatica Shelton resta in scia sul 3-4. Lorenzo gioca una volée di una difficoltà mostruosa sul 15 pari, toccando in diagonale col rovescio con i piedi dietro la riga del servizio. Non è l’unica, ripete la stessa esecuzione col diritto, tocca la riga e chiude con lo smash. Due giocate di un talento e difficoltà inaudite, bravo a rischiare nella fase decisiva del match. Con una buona seconda al T, carica di spin, “Muso” si porta 5-3, a un passo dalla vittoria. Shelton non molla, resta aggrappato al match sul 4-5, ora Lorenzo serve per chiudere. Un po’ teso il suo braccio, la prima non entra… e sul 15 pari anche col diritto non riesce a trovare la sbracciata vincente, per il 15-30. Finalmente ecco la prima, anzi meglio, ACE, esterno imprendibile (il terzo del match, primo del set). 30 pari. Rischia il doppio fallo, ma poi avanza col diritto e chiude, con tutte le palle nei pressi delle righe… che rischio! Ma è 40-30, e Match Point! Perde posizione in campo, è costretto a tornare indietro e così apre il campo al diritto di Shelton. Parità. Si riscatta con un bel servizio esterno e via tre passi avanti e chiudere sulla rete (18 punti su 22 discese a rete). Secondo Match Point! Cerca l’Ace esterno, gli esce di pochissimo… e doppio fallo (il secondo del match). Lavora bene col rovescio back ed esterno, Shelton non gestisce la traiettoria. Terzo Match Point! SI! ACE! Chiude 6-4, una splendida vittoria che gli vale i quarti, secondo torneo consecutivo su erba tra i migliori otto. Bravo Lorenzo ad arginare l’ottima fase del rivale nel terzo e capitalizzare il passaggio a vuoto di Ben nel quinto game. Più gioca, più migliora su erba “Muso”.

    [6] Lorenzo Musetti vs Ben Shelton ATP London / Queen’s Club Lorenzo Musetti [6]646 Ben Shelton464 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 3L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-4 → 6-4B. Shelton 15-0 30-0 40-05-3 → 5-4L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-3 → 5-3B. Shelton 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-2 → 4-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 4-2B. Shelton 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-402-2 → 3-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-5 → 4-6B. Shelton 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace4-4 → 4-5L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4B. Shelton 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 ace3-3 → 3-4L. Musetti 15-0 30-0 30-15 df 40-152-3 → 3-3B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2B. Shelton 15-0 ace 30-0 40-01-1 → 1-2L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 df 15-30 30-30 ace 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 df5-3 → 5-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-2 → 4-3L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-2 → 4-2B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-03-1 → 3-2L. Musetti 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 2-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Sardegna Open | Ben Shelton non delude: batte Marozsan e sfiderà Zeppieri nei quarti di finale

    Lo statunitense Ben Shelton, classe 2002 da Atlanta, ha conquistato i quarti di finale del Sardegna Open (foto Francesco Panunzio)

    Fra i protagonisti del Sardegna Open, Ben Shelton era forse il più atteso ed è stato l’ultimo a giocare il suo match d’esordio, ma le aspettative del pubblico del Tennis Club Cagliari sono state ripagate a dovere. Nella sessione serale di giovedì, il 20enne di Atlanta (numero 38 della classifica Atp) ha fatto egregiamente il suo dovere contro un avversario da non sottovalutare come Fabian Marozsan, conquistando con il punteggio di 6-4 7-6 la vittoria che l’ha promosso ai quarti di finale. Non è stata una passeggiata, perché l’ungherese è più abituato dell’americano a giocare sul rosso e si è visto, in particolare nella sua capacità di usare (bene) la palla corta e reggere lo scambio lungo, ma nei momenti decisivi la differenza fra i due si è vista. Come dal 6-4 per Marozsan nel tie-break del secondo parziale: sul primo set-point Shelton è stato freddo servendo un ace, mentre sul secondo il rivale ha fatto un pasticcio col dritto in uscita dal servizio, regalando la parità. Un nuovo errore grossolano di Marozsan ha poi dato il primo match-point a Shelton, prontamente convertito con una volèe vincente. Sarà quindi lo statunitense l’avversario nei quarti di finale di Giulio Zeppieri, ultimo italiano in corsa in Sardegna. L’appuntamento è per la sessione serale (dalle 19.30), ma al Tc Cagliari il programma del venerdì scatterà già alle 11, con vari match di alto livello. Ulteriori informazioni sul sito www.sardegnaopen.com e sulla pagina Instagram @sardegnaopen.
    TUTTI I RISULTATI DI GIORNATASingolare. Secondo turno: Giulio Zeppieri (Ita) b. Mattia Bellucci (Ita) 6-2 6-0, Laslo Djere (Srb) b. Jozef Kovalik (Svk) 6-4 6-2, Taro Daniel (Jpn) b. Mackenzie McDonald (Usa) 6-2 6-3, Ugo Humbert (Fra) b. Andrea Pellegrino (Ita) 6-7 6-1 3-1 ritiro, Borna Gojo (Cro) b. Yosuke Watanuki (Jpn) 6-4 7-5, Thanasi Kokkinakis (Aus) b. Alessandro Giannessi (Ita) 6-4 6-2, Daniel Elahi Galan (Col) b. Yoshihito Nishioka (Jpn) 2-6 6-1 6-4, Ben Shelton (Usa) b. Fabian Marozsan (Hun) 6-4 7-6.
    Doppio. Primo turno: Gonzalez/Molteni (Arg) b. Caruso/Travaglia (Ita) 6-3 6-1, Demoliner/Vavassori (Bra/Ita) b. Chardy/Humbert (Fra) 5-4 ritiro.Quarti di finale: Erler/Miedler (Aut) b. Frantzen/Jebens (Ger) 7-6 6-7 10/6, Cash/Patten (Gbr) b. Bondioli/Zeppieri (Ita) 6-1 6-1, Arends/Tsitsipas (Ned/Gre) b. Lammons/Withrow (Usa) ritiro. LEGGI TUTTO

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    Shelton debutta sul “rosso” vincendo. La potenza del suo tennis è efficace anche sulla terra

    Ben Shelton dopo il successo in Portogallo

    Buona la prima per Ben Shelton all’ATP 250 di Estoril, in Portogallo. Il 20enne statunitense ha sconfitto il francese Constant Lestienne con un doppio 7-5 in un match discretamente atteso poiché il figlio d’arte statunitense era all’esordio assoluto in un torneo su terra battuta. Nonostante qualche incertezza per la totale novità e la sua solita esuberanza giovanile, che lo porta a strafare affidandosi fin troppo alle notevoli frecce nella sua faretra, è stato interessante constatare che il suo tennis potente ed offensivo si adatta piuttosto bene anche al “rosso”. Lui s’era detto estremamente fiducioso prima della sua primissima trasferta in Europa: ho lavorato in Florida su ogni superficie, sono sicuro di potermi difendere bene anche sulla terra battuta. Aveva ragione lui. Forse un po’ di strafottenza mista a incoscienza in quelle dichiarazioni, ma il match ha parlato chiaro: quel servizio mancino, la potenza del diritto, la sua fantasia imprevedibile e la capacità di aggredire il campo funzionano assai bene anche sul mattone tritato.
    Lestienne, n.63 ATP, non era certo il test più probante, ma quel ha impressionato è stato l’impatto del tennis di Shelton in rapporto alla superficie. Nel tennis attuale sul rosso è premiata l’aggressività, la forza nella spinta abbinata al saper gestire rimbalzi e rotazioni. Si poteva ipotizzare che Ben finisse fuori giri spingendo troppo palle non di ritmo; o che, non anticipando molto i colpi, potesse crollare all’indietro, assai lontano per spingere un vincente o scendere a rete, finendo a remare con metri di campo da difendere. Il primissimo incontro disputato da Shelton – sempre in rapporto al tennis ordinato ma non così potente del francese – ha spazzato via tutti questi dubbi in un batter d’occhio. Dopo qualche game un filo più titubante, condito da troppi errori, le qualità di Ben sono esplose quasi con la stessa prepotenza ammirata in Australia.
    Il servizio mancino è sempre potente e preciso, con quella curva esterna velocissima che rimbalza alta e manda in tilt la risposta, anche bimane, dell’avversario. È stato pure bravo a non affidarsi solo alla forza “bruta”, ma cercare anche effetti diversi, slice più lento incluso, e rischiare in momenti importanti la botta al centro, di pura velocità. Trovando il T molto, molto bene… Col diritto è riuscito ad esplodere controllo e potenza, perché la sua meccanica esecutiva è ottima per saltare sulla palla e spingerla di forza. Un colpo che potrà aiutarlo in modo incredibile sulla terra, poiché la palla salta ma rallenta nell’impatto col terreno, quindi per assurdo lo agevola visto che il suo gesto è abbastanza ampio e non anticipa granché. Scarica potenza in modo impressionante, trovando delle traiettorie cross micidiali, che finiscono per aprirgli il campo e incocciare il rovescio dell’avversario, mandandolo in difficoltà.
    Era interessante valutare come avrebbe affrontato la palla alta col rovescio bimane, colpo non così sicuro. Quando ha cercato la spinta, ha commesso diversi errori. È matematico che ogni avversario andrà a solleticarlo proprio lì spingendo – per i destrimani – con il diritto cross. Ma Ben è stato molto rapido nel fare un passo indietro per trovare meglio la palla, come usare con continuità il rovescio ad una mano in back. Un colpo sul quale si è destreggiato con buona mano e soprattutto usandolo come arma tattica: palla lenta per recuperare il terreno, non così lunga e bassa sul rovescio bimane di Lestienne, così impossibilitato nell’aggredirla con forza. Forse il francese non è abbastanza rapido e aggressivo nel gestire questa situazione tattica ma di sicuro Shelton, per esser alla sua prima apparizione su terra, ha usato questo schema in modo molto intelligente.
    La sua prepotenza nell’attaccare la rete si conferma un’arma temibile anche su terra. Andrà ovviamente testato contro avversari più rapidi e dotati di passanti e pallonetti più consistenti. La fisicità di Ben è straripante, ma per la sua esuberanza di sicuro esagera nella spinta come nella posizione, potrebbe essere facile preda di chi gestisce il pallonetto con sicurezza.
    È una vittoria importante perché la primissima, ottenuta vincendo di misura e andandosi a prendere i punti che contano, a-la-Shelton, con rischio e grande impeto. Lo aspettano tanti altri test, e sicuramente verrà sconfitto anche pesantemente da giocatori con altra palla e consistenza rispetto a Lestienne, immagino un Carreno Busta per dirne uno. Ma fa davvero impressione valutare quanto potenziale abbia questo ragazzone così sveglio e travolgente, alla sua prima lunga trasferta in Europa da professionista. A 20 anni è totalmente inesperto anche rispetto a tanti 17enni… ma con quelle qualità e velocità di apprendimento, beh, non sorprenderebbe affetto trovarlo avanti nei tornei su terra nelle prossime settimane…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ben Shelton riceve una wild card per il Millennium Estoril Open e si prepara per il debutto in Europa

    Ben Shelton nella foto

    Ben Shelton, un giovane tennista di 20 anni classificato al 39° posto nel ranking mondiale, ha ricevuto una wild card per partecipare all’edizione 2023 del Millennium Estoril Open. Il giovane, che ha raggiunto i quarti di finale agli Australian Open 2023, farà il suo debutto nel torneo portoghese, che sarà anche il primo torneo della sua carriera su terra battuta e la sua prima volta in Europa.Il campione universitario degli Stati Uniti nel 2022 ha effettuato il suo primo viaggio al di fuori degli Stati Uniti a gennaio, in Australia, ma ha anche avuto l’opportunità di visitare il Messico nel frattempo. Ora farà il suo debutto in territorio europeo proprio nel più grande torneo portoghese.
    João Zilhão, direttore del Millennium Estoril Open, ha siglato l’accordo della wild card di Shelton con Tony Godsick, manager di Roger Federer che ora rappresenta il tennista statunitense. Shelton, tra l’altro, apparirà in Portogallo indossando il marchio ‘On’, di cui il pluricampione svizzero è co-proprietario. LEGGI TUTTO