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    San Giorgio Piacentino: il defibrillatore salva l’arbitro di una partita Under 15

    Di Redazione È stato il tempestivo intervento dei dirigenti della squadra di casa a salvare la vita all’arbitro di un match del campionato territoriale Under 15 femminile a San Giorgio Piacentino. Come riporta Il Piacenza, il direttore di gara è stato colpito da un malore nel corso della partita, che è stata subito interrotta. Il defibrillatore cardiaco installato nel palazzetto ha permesso di avviare immediatamente le manovre salvavita in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso. L’uomo, dell’età di 52 anni, è stato trasportato nell’unità specialistica dell’Ospedale di Piacenza: le sue condizioni sono serie, ma non sarebbe in pericolo di vita. (fonte: Il Piacenza) LEGGI TUTTO

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    Dominga Lot sarà la prima donna ad arbitrare una Finale Scudetto maschile

    Di Redazione La designazione arbitrale per Gara 3 della Finale Scudetto di Superlega maschile tra Sir Safety Conad Perugia e Cucine Lube Civitanova, in programma mercoledì 21 aprile al PalaBarton, segnerà una tappa importante nella storia della pallavolo italiana: per la prima volta, infatti, una finale maschile sarà diretta da un arbitro donna, Dominga Lot di Treviso, che ricoprirà il ruolo di secondo arbitro al fianco di Daniele Rapisarda. Insieme a Lot faranno parte degli ufficiali di gara per la partita di mercoledì anche Rossella Piana, terzo arbitro, e Federica Righi, addetta al referto elettronico. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’ultimo fischio di Alessandro Tanasi: “Nessun rimorso, solo tanta felicità”

    Di Redazione La prima partita della Finale Scudetto di Superlega maschile, mercoledì scorso al PalaBarton di Perugia, è stata anche l’ultima nella carriera dell’arbitro Alessandro Tanasi. Il direttore di gara di Noto appende il fischietto al chiodo con un bilancio di 19 stagioni in Serie A e 350 partite arbitrate, tra cui 6 Finali Scudetto, 7 di Coppa Italia e 3 di Supercoppa: un percorso straordinario per il 50enne siciliano, che oggi confida le sue emozioni in un’intervista a Ottavio Gintoli per La Sicilia. “È una scelta maturata da tempo – spiega Tanasi – condivisa con la mia famiglia e anche già digerita. Per questo motivo, quando Simon ha chiuso il match in mente non avevo nessun rimorso, ma solo tanta felicità. Quella di aver dato sempre me stesso, di aver fatto bene quella che era la mia passione e che è diventato anche un lavoro. Lascio contento“. Anche se non ha mai ricoperto la qualifica di arbitro internazionale? “Ci ho pensato, me l’hanno proposto a 40 anni. Ma voleva dire perdere ogni volta tre giorni di lavoro, e non potevo lasciar chiusa la mia scuola guida“. Tanasi non ha dubbi su quale sia stata la partita più difficile arbitrata in carriera: “Gara 2 della mia prima Finale Scudetto maschile, nel 2019, tra Perugia e Civitanova. Non per le chiamate in campo ma per la bottiglietta lanciata verso il pubblico. Qualcuno ci accusò di non aver visto, fu difficile riportare la calma“. La più bella è invece “la finale di Coppa Italia femminile del 2015 tra Novara e Modena. Vinse Novara 3-1, fu una partita perfetta. Mi fecero i complimenti“. L’arbitro siracusano svela anche quali sono stati i giocatori più corretti incontrati: “Luciano De Cecco e Francesca Piccinini, sempre gentilissima ed educata. Mi fa sorridere pensare che ci siamo ritirati nella stessa stagione… Anche Fefè De Giorgi è stato uno tra i più corretti e i simpatici allenatori con cui ho avuto a che fare“. E i più “difficili” da gestire? “Non mi va di fare paragoni, ma Travica e Zaytsev sicuramente. Come allenatori Stoytchev ed Heynen“. LEGGI TUTTO

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    L’arbitro Andrei Zenovich chiude la carriera: ha diretto due finali olimpiche

    Di Redazione
    La finale della Coppa di Russia maschile disputata sabato a San Pietroburgo è stata anche l’ultima partita arbitrata in carriera da Andrei Zenovich, uno dei più noti direttori di gara al mondo: nel suo curriculum ci sono tra l’altro la finale femminile delle Olimpiadi di Londra 2012, vinta dal Brasile sugli USA, e quella delle Olimpiadi di Rio 2016, tristemente nota ai tifosi azzurri per la sconfitta contro i verdeoro. In precedenza aveva diretto anche la finale per il terzo posto femminile di Pechino 2008 tra Cuba e Cina, oltre a centinaia di altre gare a partire dagli anni Ottanta e a livello internazionale dal 1995.
    Zenovich aveva già annunciato il suo ritiro a settembre: avrebbe dovuto chiudere la carriera con le ultime Olimpiadi, quelle di Tokyo 2020, ma il rinvio dei Giochi lo ha costretto a rinunciare per limiti di età (ha compiuto 38 anni a luglio). La CEV, tuttavia, lo ha già premiato con un posto nella Commissione Arbitrale europea, presieduta dall’italiano Luciano Gaspari.
    (fonte: Sport Business Gazeta) LEGGI TUTTO

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    Un’altra prima volta per Dominga Lot: domani arbitra nel suo Palaverde

    Di Redazione
    Dominga Lot, prima donna italiana ad essere nominata arbitro FIVB e poter arbitrare a livello mondiale, affronta domani un’altra “Prima volta”: quella di arbitrare al Palaverde il match tra Imoco e Chieri.
    Si tratta di una prima volta visto che, generalmente, agli arbitri non è concesso seguire match della propria regione di appartenenza. La Lot è veneta, di Santa Lucia di Piave, e l’emergenza sanitaria in corso le darà l’opportunità di arbitrare in un palazzetto che conosce bene, da spettatrice e segnapunti. La sua intervista a Il Gazzettino Treviso:
    Ora voi arbitri potete dirigere squadre della vostra provincia. Come mai?
    “La particolare situazione sanitaria ha “sdoganato” questa possibilità. Nella decisione, per il Veneto, ha inciso anche l’ordinanza del presidente Luca Zaia che per le manifestazioni sportive prevede il tampone 72 ore prima dell’incontro per chi arriva nella nostra regione. Anche noi arbitri abbiamo protocolli rigidi, ma con il nostro calendario di tamponi potremmo non rientrare nelle 72 ore. Anche l’arbitro insieme al quale dirigerò domani, Massimiliano Giardini, è veneto, di Verona”.
    Quali sensazioni sta provando alla vigilia del suo primo match ufficiale al Palaverde?
    “Conosco questo impianto molto bene, come appassionata di pallavolo e come ex segnapunti nelle partite della Sisley Treviso alla fine degli anni novanta. Quando non avevo altri impegni assistevo alle partite degli orogranata da spettatrice, nel settore centrali alle spalle delle panchine. Ritengo importante che il Palaverde abbia trovato una continuità nell’essere la “casa” della grande pallavolo, ed è bello che la gente lo abbia recepito perché gli spalti sono sempre pieni, al di là naturalmente di questo periodo, e fa un grande effetto. Sarà strano entrare al Palaverde per arbitrare e trovarlo vuoto”.
    Con la pandemia è cambiato anche l’atteggiamento degli atleti?
    “No, lo spirito è rimasto invariato, anche per gli allenatori. È diverso l’ambiente, è come se si giocasse un allenamento, ma l’importante era ed è non fermarsi”.
    La prossima tappa della carriera arbitrale di Dominga Lot sarà Tokyo 2020/21?
    “No, assolutamente. È prestissimo, non ci sto neanche pensando, ci sono colleghi più avanti di me. Per ora dirigere alle Olimpiadi non è nei miei pensieri. Ho sempre lavorato giorno per giorno dandomi dei traguardi raggiungibili”. LEGGI TUTTO

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    Nuovo protocollo per la Serie A: anche gli arbitri saranno sottoposti a tampone

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Di Redazione
    La Federazione Italiana Pallavolo ha pubblicato oggi un aggiornamento del protocollo per le attività delle squadre di Serie A, emanato per la prima volta lo scorso 25 agosto. Tra le poche variazioni, le più significative riguardano gli arbitri, che dovranno obbligatoriamente sottoporsi a tampone ogni 15 giorni per tutto l’arco della stagione (nella prima versione era previsto soltanto un test a inizio anno) e, d’altro canto, avranno il compito di controllare che vengano rispettati tutti gli adempimenti previsti, dalla sanificazione al distanziamento passando per l’uso delle mascherine. In caso di violazioni sono previsti provvedimenti disciplinari e sanzioni da parte del Giudice Sportivo.
    Tra le disposizioni per i direttori di gara c’è anche quella di raccomandare ai giocatori di evitare strette di mano e abbracci: questi ultimi, infatti, non sono più “vietati” come in precedenza, ma soltanto “fortemente sconsigliati”. Le società dovranno infine consegnare al Covid Manager della squadra di casa, prima di ogni gara, una dichiarazione firmata dal Presidente che attesti il rispetto delle prescrizioni sanitarie, e un’autocertificazione firmata da ciascun giocatore.
    L’altra modifica importante è quella sulla frequenza dei tamponi su giocatori e membri del gruppo squadra, che dovranno essere effettuati ogni 7 giorni e non più “al massimo ogni 15”, con conseguente aggravio di costi a carico delle società. Potrà trattarsi però anche del cosiddetto “tampone rapido” (molecolare o antigenico); soltanto in caso di positività, e dopo aver posto in isolamento il soggetto positivo, sarà effettuato il tampone naso-faringeo.
    La versione integrale del protocollo è consultabile online.
    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Weekend ricco di soddisfazioni per i due arbitri romani Azzolina e Caretti

    Di Redazione
    È stato un weekend ricco di soddisfazioni per gli arbitri romani. Stefano Caretti è stato premiato a Chianciano Terme, durante il raduno degli arbitri nazionali, come miglior fischietto dell’ultima stagione di Serie A2-A3. Contemporaneamente, sulla spiaggia di Caorle, Livia Azzolina ha diretto la finale scudetto di beach volley femminile, vinta dalla coppia Breidenbach-Benazzi contro le azzurre Scampoli e Bianchin. Caretti e Azzolina si confermano come due fiori all’occhiello del movimento arbitrale targato FIPAV Roma e FIPAV Lazio.
    CARETTI. “Non me l’aspettavo – ha dichiarato ai nostri microfoni il fischietto romano che vive a Guidonia – e sono ancora molto emozionato, soprattutto perché il livello della classe arbitrale italiana è davvero molto alta e sono consapevole di poter imparare ancora molto dai colleghi“.
    Caretti – classe 80′, laureando in architettura e 3D artist/visualizer di professione – ha arbitrato la prima gara della sua vita nel 1999, poi è passato al ruolo regionale nel 2001 e nel 2006 è stato promosso come arbitro di Serie B. Il salto in Serie A è avvenuto nel 2016. Nell’ultima annata sportiva ha collezionato una soddisfazione dietro l’altra: “La finale di Coppa Italia di Serie A2, l’esordio in Superlega nel derby Sora-Latina e oggi questo premio che mi rende doppiamente orgoglioso perché determinato dalla Lega che ringrazio davvero di cuore insieme a tutti i club. Poi vorrei dedicare un pensiero alla nostra struttura territoriale e regionale: se gli arbitri di Roma e del Lazio continuano a crescere è grazie a chi crede in loro giorno dopo giorno, aiutandoli a crescere. La vicinanza dei Comitati è stata fondamentale per la mia formazione. Un ulteriore ringraziamento a tutto il Settore Ufficiali di Gara Nazionale e alla Commissione di Serie A. Oltre che, ovviamente, la famiglia e gli amici che spesso trascuriamo essendo sempre in viaggio e lontano da casa“.
    Caretti, considerato uno dei migliori interpreti del ruolo a livello nazionale, ha giocato a pallavolo dai 12 ai 26 anni, poi ha scelto di abbandonare il campo per salire definitivamente sul seggiolone. “Mi sono sempre divertito a stare lassù, ogni volta è come se fosse la prima e, soprattutto, cerco sempre di vivere ogni match come se fosse una finale scudetto. Il mio training? Guardare tante partite di pallavolo, condurre una vita sana, allenarsi, studiare e imparare a gestire lo stress trasformandolo in energia positiva. Io cerco di tenere sempre a mente che sono le squadre le protagoniste dello spettacolo, non io. Noi arbitri lavoriamo per far sì che tutti, dai giocatori agli staff, possano esprimersi al meglio delle loro possibilità“.
    AZZOLINA. Per Azzolina la super sfida sulla sabbia di domenica è stata la seconda designazione consecutiva alla finale assoluta del campionato tricolore, dopo quella del 2019. Livia, classe 1991, è diventata arbitro di pallavolo nel 2006. Nel 2009 è stata promossa al ruolo regionale e nel 2014, in seguito al Trofeo delle Regioni, ha compiuto il salto in Serie B. Per quanto riguarda la sua carriera come ufficiale di gara di beach volley, ha ottenuto la qualifica di arbitro di terzo livello nella stagione 2009-10, quella di secondo livello nel 2015 e di primo livello nel 2018. Nella stagione 2019-20 è stata anche designatrice degli arbitri laziali di beach volley.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Raduno arbitrale a Chianciano, i timori delle famiglie: “E se ci fosse un positivo?”

    Di Redazione
    La scelta della Federazione Italiana Pallavolo di organizzare a Chianciano Terme, dal 28 al 30 agosto, il raduno degli arbitri di ruolo nazionale sta suscitando polemiche e discussioni tra i direttori di gara e le loro famiglie in merito ai rischi sanitari legati alla pandemia di coronavirus. “Siamo già arrivati al punto che viene negato anche il diritto ad avere paura del Covid?” si chiede Sonia, moglie di un arbitro di Serie A, in una lettera che riceviamo e pubblichiamo.
    “Nei prossimi giorni circa 150 arbitri nazionali si incontreranno a Chianciano Terme per il consueto raduno precampionato. Con loro anche consiglieri della Federazione, tecnici e dirigenti.  Decine e decine di persone che si muoveranno con ogni mezzo possibile da tutta Italia, tassativamente a gruppi secondo disposizioni impartite, per raggiungere la Toscana in orari e modalità assurde per poi tornare dalle loro famiglie.
    Non posso farlo direttamente alla Federazione, ma me lo chiedo comunque: è proprio necessario incontrarsi dal vivo, dopo aver visto che i mezzi tecnologici possono sostituire benissimo certi incontri? È pur vero che arriveranno tutti con un test sierologico effettuato nei giorni precedenti, ma sappiamo bene che ciò non è sufficiente, se non per rispettare il protocollo Fipav che poi prevede incredibilmente ma giustamente, per le gare di campionato, trasferte relativamente brevi e da effettuare con mezzi propri. Allora perché il raduno infrange questa regola scritta da loro stessi?
    E se uno solo dei partecipanti, al rientro, risultasse positivo al Covid che cosa accadrebbe? Centinaia di persone finirebbero in quarantena precauzionale? E tutto questo per non aver trovato soluzioni alternative? E se qualcuno si infettasse durante il viaggio che devono effettuare anche nella stessa auto, navetta o bus, oltre che in treno e in aereo? Il regolare svolgimento del campionato, con tutti gli arbitri in isolamento, sarebbe compromesso?
    Ciò che accadrebbe alla pallavolo, sinceramente, mi interessa meno dei rischi che, specie con un evidente aumento dei casi su tutto il territorio nazionale, un simile appuntamento possa comportare per la mia famiglia e per quella di tanti arbitri che tacciono per timore di ritorsioni.Tre-quattrocento euro a partita, tanto guadagna più o meno uno di loro. Siamo ben lontani dai compensi stellari di altri sport. I colleghi del calcio stanno rispettando protocolli rigidissimi, mentre quelli del volley non dovranno prendere altra precauzione se non le mascherine, pur stando per due giorni tutti nello stesso ristretto luogo di un hotel.
    Nel volley è la passione che muove tutto. E se ti tolgono pure il diritto di manifestare i tuoi timori per eventuali situazioni di pericolo, allora che cosa ti resta? Io sono una moglie, una madre e ho paura del coronavirus. Loro sono mariti, mogli, padri, madri, figli e fratelli e questo diritto non ce l’hanno“. LEGGI TUTTO