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    I risultati dei giocatori italiani impegnati nel circuito ATP-WTA-Challenger-escluso Wimbledon (02 Luglio 2023)

    Giovanni Oradini nella foto

    Challenger Troyes – terra1TQ Voisin – Ocleppo (0-0) ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Domingues – Juarez (0-0) ore 11:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Ivanovski – Tresca (0-0) 3 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare

    Challenger Milan – terra1TQ Tseng – Serafini (0-0) ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Piraino – Marti Pujolras (0-0) ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Caruso – Rottoli (0-0) 2 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Weis – Di Vita (0-0) 2 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Oradini – Taberner (0-0) 3 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Popko – Balestrieri (0-0) 3 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Jacquet – Arnaboldi (0-0) 4 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Forti – Gianno (0-0) 4 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare
    1TQ Iannaccone – Copil (0-0) 4 incontro dalle ore 10:00Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Badosa mi motiva a essere migliore. Non lavoro molto sulla tecnica”

    Stefanos Tsitsipas e Paula Badosa (foto di AS)

    Stefanos Tsitsipas sarà testa di serie n.5 ai Championships, pronti a scattare lunedì prossimo con i primi match di singolare. Il più storico torneo della disciplina finora è stato piuttosto ostico per il greco, 5 vittorie e 5 sconfitte, con gli ottavi di finale del 2018 (sua prima volta con accesso diritto al main draw) come miglior risultato. Non è solo Wimbledon, è l’erba che sembra non adattarsi al suo gioco, probabilmente perché Stefanos non colpisce con grande anticipo da fondo campo, subendo soprattutto sul lato del rovescio, il suo vero punto debole. Tuttavia nel tempo ha migliorato notevolmente il suo gioco di volo, e chissà che proprio quest’anno non riesca a svoltare, sulla superficie e da un periodo non esaltante. Nei tre tornei sui prati disputati finora, ha raccolto la miseria di una vittoria, davvero poco. Alcuni insinuano che la sua testa sia un po’ “persa” dietro alla sua relazione con Paula Badosa, star del tennis iberico ed ex n.2 al mondo, attualmente impegnata nel recupero da un serio problema alle vertebre. Anche la sua presenza a Wimbledon è fortemente a rischio, tanto che la spagnola scioglierà la riserva probabilmente oggi, prima del sorteggio che avverrà domani mattina.
    Intanto Badosa era a Maiorca con Stefanos, allenandosi insieme al team Tsitsipas, sotto gli occhi di papà Apostolos. Per la prima volta Tsitsipas ha parlato apertamente della nuova e molto chiacchierata relazione, con un’intervista al quotidiano spagnolo AS, nella quale si è soffermato anche sul proprio gioco e diversi altri temi. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti del suo pensiero.
    “La relazione con Paula è la cosa migliore che potesse capitarmi” afferma Stefanos. “Sono consapevole che, soprattutto quando la cosa è venuta alla luce, non sarebbe stato facile a causa dell’interesse dei media e di ciò che comporta, perché la gente parla tanto. Ma cerco di non prestare attenzione. È inevitabile, accadrà. Può volerci del tempo per adattarsi, ma ora è davvero bello abituarsi a qualcosa del genere, perché non mi era mai successo prima, lei è la persona giusta. Siamo adatti l’uno per l’altra”
    “Come tennista la ammiro molto, è la mia giocatrice preferita. Lo trovo una personalità molto interessante. Non solo per il suo aspetto, ma anche per quello che ha dentro. Quando gioca, vedo me stesso. Ci sono molte cose che le vedo fare in campo che farei anche io. È molto raro che ci sia una giocatrice di cui posso parlare così. Mi ispira. Spero di ispirare anche lei. Mi fa amare di più il tennis. Mi motiva a essere migliore. Non ho vinto molte partite nelle ultime settimane, ma non è colpa sua. Quando sono in campo, la responsabilità è solo mia. È la persona più comprensiva con cui sia mai stato, vuole il meglio per me. Sono molto fortunato che sia nella mia vita… Ridiamo, piangiamo, festeggiamo, stiamo molto insieme. Voglio creare sogni e conquistarli insieme”.
    Chiedono a Tsitsipas come abbia lavorato per placare il suo nervosismo, a volte molto evidente in campo: “Ho avuto momenti nella mia carriera in cui ho mostrato frustrazione e rabbia. Ho delle aspettative, la sensazione di essere migliore di quello che mostro. Ho ricevuto molte critiche, così come molti altri giocatori, e possono essere difficili da digerire. Finora credo di aver prodotto prestazioni inferiori al mio valore, posso ottenere molto di più. Ma allo stesso tempo, faccio del mio meglio, ci provo al 100%. Vado in campo per combattere e dare il massimo. Ma si può risolvere questi problemi solo con molto allenamento, in modo che i sogni continuino a fluire”.
    Stefanos lavora con uno psicologo da moltissimi anni: “Sì, mi confronto con lo stesso psicologo da quando avevo 14 anni. A volte diventa mentalmente estenuante parlare delle stesse cose e fare le stesse routine. Quindi ho delle pause durante l’anno in cui non parlo molto con lui. Dipende dal mio stato d’animo, da come penso che sia un bene per me. Sicuramente gli psicologi aiutano, credo in tutti gli sport. Ma la squadra che hai intorno aiuta ancora di più, secondo me. Le persone che sono con te ogni settimana sono le più importanti”.
    Davvero sincera la sua risposta alla domanda ‘cosa ti manca per vincere un torneo dello Slam?’: “Non lo so. Cerco di scoprirlo ogni giorno. Non ho una risposta, ma spero di poterci arrivare. In preseason, quando ho molto tempo per allenarmi, a volte scopro cose nuove nel mio gioco. Quando il calendario propone un torneo dopo l’altro e non posso sedermi e allenarmi per molti giorni di fila, può essere molto difficile capire cosa va e cosa non funziona. Non lavoro molto la tecnica. Ci sono momenti in cui mi sembra che manchi qualcosa, vedo un grande divario”.
    Quest’ultima risposta è di una sincerità quasi disarmante, e forse spiega il perché Tsitsipas sia fermo da un bel po’ e anzi, surclassato da Alcaraz e con gli altri giovani pronti al sorpasso. Una delle chiavi del successo dei grandissimi campioni che hanno dominato gli ultimi anni della disciplina (Roger, Rafa, Novak) è stata sicuramente l’ossessione per il miglioramento continuo, la ricerca di novità tecniche e tattiche per coprire debolezze ed affinare armi e schemi per diventare ancor più forti. Nadal negli ultimi anni è diventato molto più offensivo e con un rovescio assai più incisivo; Roger nel 2017 ha dominato l’annata con un rovescio tutto nuovo, clamoroso, che sicuramente avrà alimentato in lui non pochi ripianti per non aver spinto su quelle novità anni addietro… Djokovic con Becker prima e Ivanisevic poi ha costruito un servizio diventato arma letale, soprattutto a Wimbledon. Il miglioramento continuo non è solo un fatto, ma è uno stile di vita sportiva, la ricerca di quel qualcosa che manca e che ti motiva a spingerti oltre i tuoi limiti. Dalle parole di Tsitsipas questo non si vede. “Non lavoro molto sulla tecnica”, afferma, con quella debolezza assoluta sul rovescio, colpo stilisticamente splendido ma giocato con così poco anticipo e sicurezza nell’entrare nella palla da farlo diventare un’autostrada per gli avversari…
    E pensare che l’ingresso di Philippoussis sembrava aver migliorato la sua situazione, con la ricerca di un tennis più offensivo e proiettato a rete per mascherare i diritti e proporre problemi agli avversari. Poi tutto è saltato. Ora, forse, si capiscono i veri motivi.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    EG 2023, a Cracovia c’è Janowicz, da Wimbledon al padel: «Lo sport della mia rinascita»

    Jerzy Janowicz nella foto

    Dieci anni fa, il 12 agosto del 2013, Jerzy Janowicz toccò il punto più alto della sua carriera di tennista. Numero 13 del mondo, poche settimane dopo aver raggiunto la semifinale a Wimbledon, persa contro Andy Murray dopo aver conquistato il primo set. Jerzy, bombardiere da 203 cm di altezza, ha giocato l’ultima partita di tennis nel settembre scorso, nel Challenger di casa, a Szczecin, ma è pronto a tuffarsi nell’avventura dei Giochi Europei di Cracovia: sempre con una racchetta in mano, ma da padel. La Krakow Main Square, allestita per il grande evento, è pronta a ospitare i giocatori più forti d’Europa, e anche Janowicz – dopo aver combattuto con tanti infortuni – vuole dire la sua, provando a fare come un’altra campionessa del tennis – l’italiana Roberta Vinci – che nel padel ha iniziato una seconda carriera. In Polonia il padel sta dilagando, tanto che un’altra campionessa del tennis, Agnieszka Radwanska, ha preso in mano la ‘pala’ e, come lei, anche famosi ex calciatori come Tomasz Kłos o Marcin Żewłakow, entrambi classificati nel ranking nazionale. Ma Janowicz è senza dubbio uno dei nomi da seguire con maggiore curiosità.
    Gli infortuni, soprattutto quelli alle ginocchia più volte operate, lo hanno penalizzato – l’ultima stagione intera, Jerzy l’ha giocata nel 2017 – ma il curriculum parla chiaro: oltre alla semifinale di Wimbledon, nel 2013 raggiunse il terzo turno anche all’Australian Open e al Roland Garros. «Questa è la mia rinascita, dopo tanti infortuni – racconta il polacco -. Il padel è molto diverso dal tennis e anche i guadagni sono diversi (ride, ndr), ma con il padel posso giocare, divertirmi, inseguire gli obiettivi senza avere paura per il mio corpo. Il padel in questo momento della mia vita è molto importante e divertente da giocare, è il completo opposto di come è stato il tennis per me negli ultimi anni. Sono arrivato a odiarlo per i tanti problemi fisici che ho avuto e negli ultimi sei anni la cosa che ho sentito di più sul campo da tennis è stato il dolore, ero distrutto mentalmente e fisicamente. Ora, con il padel, lo vedete no? Sono tornato a sorridere».
    Un colpo di fulmine, insomma, «Sono felice, ma sono abituato a certe pressioni nelle competizione a squadre, avendo giocato tanti match di Coppa Davis. Ma qui si gioca a padel: nuovo sport, nuove sfide, nuovi risultati da inseguire». Sui social, Janowicz si è fatto fotografare nel campo con i vetri e all’inizio di quest’anno ha vinto anche un torneo a Tychy, in coppia con il connazionale Marcin Maszczyk, anche lui tra i convocati per i Giochi Europei. «Sono stati alcuni amici a portarmi tra i vetri – spiega -. Ho fatto qualche partita nel 2016 dopo un infortunio, ma poi ho provato a rientrare nel tennis. E siamo al novembre scorso, quando ho fatto un po’ di allenamenti con giocatori professionisti spagnoli di padel ad Alicante e lì tornerò tra un paio di settimane per impegnarmi duramente con loro. Ho un sacco di colpi che mi porto dietro dal tennis e l’unica via per cambiare pelle è l’allenamento». Janowicz giocherà il doppio maschile e il doppio misto: due metri di potenza e talento per trascinare la Polonia a una medaglia. LEGGI TUTTO

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    Schett esalta Alcaraz: “Ha portato il tennis a un altro livello”

    Barbara Schett insieme a Mats Wilander

    Carlos Alcaraz è fisicamente “di un altro pianeta” e ha portato il tennis a “un altro livello”. Parole e musica di Barbara Schett, ex top 10 WTA e da anni commentatrice per Eurosport. Nel corso di un programma del canale sportivo satellitare europeo in preparazione a Roland Garros, l’austriaca ha parlato delle qualità del 20enne spagnolo e dell’eredita dei tre grandi che hanno dominato il tennis mondiale negli ultimi 2o anni.
    “Federer è insostituibile. Ognuno deve fare la propria storia e ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi 15 anni con Federer, Nadal e Djokovic è incredibile. Non credo che avremo mai più una rivalità del genere” commenta Schett. “Carlos Alcaraz ha vinto un titolo del Grande Slam, ha ancora molta strada da fare. Avrà una lunga carriera e sarà spinto dai rivali a fare sempre meglio. Sarà difficile tuttavia vedere di nuovo una rivalità come quella precedente perché giocano tutti in modo diverso. Federer aveva un’eleganza in campo unica. Non avremmo potuto immaginare che Rafa avrebbe avuto una carriera così lunga a causa dei suoi infortuni, e Djokovic si muove ancora in campo come un ventenne e non ha punti deboli, davvero. Spero che qualcuno segua le loro orme ma sarà molto difficile replicare tutto ciò”.
    L’austriaca reputa che Alcaraz sia il favorito per Roland Garros, al via nel tabellone principale domenica prossima. “Carlos per me è il favorito, il modo in cui ha giocato quest’anno, il modo in cui ha giocato sulla terra battuta, è fantastico. Ha giocato molto più tennis di Novak. Non vuole altro che vincere il suo primo titolo a Parigi. Carlos sta vincendo tornei in ogni condizione. Ha l’esperienza e la competenza per farcela”.
    “Fisicamente è su un pianeta diverso, ma mostra anche molta abilità. È una gioia vederlo giocare, al momento sta giocando il miglior tennis della sua vita, ma non puoi mai escludere Novak Djokovic perché ha più esperienza di tutti avendo vinto così tante finali. Alcaraz ha portato il tennis a un livello completamente nuovo che non pensavamo fosse possibile dopo aver assistito ai ‘Big Three’ in passato. Penso che possa vincere quest’anno e sono sicuro che lo vincerà più volte in futuro. L’unica cosa di cui mi preoccupo a lungo termine è il suo fisico, se il suo corpo resisterà per oltre 15 anni come hanno fatto i grandi precedenti. Avevo pensato la stessa identica cosa con Rafael Nadal, a causa del suo gioco così spinto sul fisico e del suo problema al ginocchio e al piede, ma poi ha avuto una carriera così lunga. Per me, se Carlos riuscirà a restare sano, sarà il numero 1 per diversi anni” conclude l’austriaca. LEGGI TUTTO

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    Aryna Sabalenka conquista il Mutua Madrid Open sconfiggendo Iga Swiatek in una finale emozionante

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Aryna Sabalenka, la numero due del ranking WTA, ha finalmente sconfitto la sua nemesi, Iga Swiatek, in una partita su terra battuta. La tennista bielorussa si è aggiudicata il Mutua Madrid Open per la seconda volta in carriera, vincendo una finale emozionante contro la numero uno del mondo e registrando la sua prima vittoria contro Swiatek sul rosso.
    Sabalenka ha vinto il match con il punteggio di 6-3, 3-6 6-3, in 2 ore e 27 minuti di gioco. Durante l’incontro, ha dimostrato di aver superato i problemi di emotività che l’avevano afflitta nel 2022. La prova della sua maturità è stata evidente nel modo in cui ha affrontato il terzo set: dopo aver dominato il primo e aver visto Swiatek imporsi nel secondo, Sabalenka ha saputo gestire la situazione senza farsi schiacciare dalla pressione.
    Nel set decisivo, la bielorussa ha iniziato con un vantaggio di 3-0, ma Swiatek è riuscita a pareggiare il punteggio. Tuttavia, Aryna è riuscita a prendere nuovamente il controllo del gioco, salvando anche un break point e chiudendo il match al quarto match point sul suo servizio.
    Questo è il terzo titolo della stagione per Sabalenka, dopo Adelaide e l’Australia Open, e il tredicesimo titolo della sua carriera. D’altro canto, Swiatek ha perso la sua seconda finale della stagione e la quarta della sua carriera.
    Questa vittoria rende la lotta per la vetta del ranking WTA ancora più avvincente, con Sabalenka che si conferma come una seria rivale dopo che Swiatek aveva dominato gran parte del 2022. La competizione è più viva che mai!
    WTA Madrid Iga Swiatek [1]363 Aryna Sabalenka [2]636 Vincitore: Sabalenka ServizioSvolgimentoSet 3Aryna Sabalenka 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-5 → 3-6Iga Swiatek 0-15 0-30 15-30 15-403-4 → 3-5Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4Iga Swiatek 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-3 → 3-3Aryna Sabalenka 0-15 0-30 0-401-3 → 2-3Iga Swiatek 0-15 15-15 30-15 40-150-3 → 1-3Aryna Sabalenka15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-400-2 → 0-3Iga Swiatek 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 0-2Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Iga Swiatek 15-0 30-0 40-0 40-155-3 → 6-3Aryna Sabalenka 0-15 15-15 15-30 15-404-3 → 5-3Iga Swiatek 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-3 → 4-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-2 → 3-3Iga Swiatek 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A3-1 → 3-2Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-153-0 → 3-1Iga Swiatek 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A1-0 → 2-0Iga Swiatek 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Aryna Sabalenka 15-0 15-15 30-15 40-153-5 → 3-6Iga Swiatek 15-0 15-15 15-30 15-40 30-403-4 → 3-5Aryna Sabalenka 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 3-4Iga Swiatek 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-402-3 → 3-3Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3Iga Swiatek 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2Aryna Sabalenka 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2Iga Swiatek 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1Aryna Sabalenka 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Amanda Anisimova si ritira temporaneamente dal tennis per affrontare problemi di salute mentale

    Amanda Anisimova nella foto

    La salute mentale è un argomento sempre più discusso nel mondo dello sport e recentemente Amanda Anisimova, tennista statunitense e numero 46 al mondo, ha deciso di parlare apertamente di questa importante tematica. La giovane atleta ha annunciato sui social media che si prenderà una pausa dal tennis per dedicarsi al proprio benessere mentale, con l’intento di ritrovare se stessa.
    Amanda ha dichiarato: “Sto lottando con la mia salute mentale dal 2022. Ora, è diventato insostenibile partecipare ai tornei di tennis. Al momento, la mia priorità è il mio benessere mentale e mi prenderò un periodo di riposo. Ho lavorato duramente per superare questi problemi. Mi mancherà stare fuori dal campo e sono grata per tutto il sostegno ricevuto”.
    Anisimova sta attraversando un periodo difficile nella sua carriera, avendo ottenuto solamente tre vittorie e subendo otto sconfitte nel corso dell’anno. L’ultimo insuccesso è avvenuto al recente WTA 1000 di Madrid, dove è stata sconfitta facilmente dalla numero 107 al mondo, Arantxa Rus, con un punteggio di 7-5 6-2.
    La decisione di Amanda Anisimova di prendersi una pausa dal tennis per affrontare i suoi problemi di salute mette in luce l’importanza di prestare attenzione al benessere psicologico degli atleti. Non è la prima volta che una figura dello sport decide di mettere in pausa la propria carriera per concentrarsi sulla propria salute, e il coraggio di Anisimova nel condividere la sua esperienza potrebbe incoraggiare altri atleti a seguire il suo esempio.
    In conclusione, il caso di Amanda Anisimova ribadisce l’importanza di considerare la salute mentale degli atleti come un fattore cruciale per il loro successo e il loro benessere complessivo. Prendersi cura della propria mente è fondamentale per poter affrontare al meglio le sfide che lo sport pone, e il dialogo aperto sul tema può contribuire a creare un ambiente più sano e sostenibile per gli atleti di ogni livello. LEGGI TUTTO

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    Da Monte Carlo: Parlano Jannik Sinner e Holger Rune dopo la semifinale (sintesi partita)

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Jannik Sinner : “Anche se c’era il vento, le condizioni all’inizio della partita erano abbastanza veloci. Dopo la pioggia il campo era più lento, non riuscivo a fare il gioco che volevo fare, anche se spingevo la palla non andava veloce come andava prima.Ho servito anche un po’ peggio, sentivo che la palla non usciva bene. Da fondocampo mi sentivo abbastanza in controllo anche se ho fatto qualche errore in più. È andata così”. “Ogni partita è diversa. Ogni partita racconta la sua storia. In un senso ci sono aspetti simili al match con Zverev dello scorso anno. Anche nel terzo set spesso ero sopra sul mio servizio, spesso ero 30-0, poi mi sono incartato un po’ anche quando tenevo la battuta. Anche l’ultimo game, è girato un po’ male, ha toccato un pizzico di riga, il mio nastro, oggi è andata così, non c’è tanto da dire. “Ovviamente ringrazio il pubblico perché mi ha aiutato moltissimo, però mi dispiace molto perché sentivo che ero molto vicino a poter vincere questo torneo. Ma è andata così, vediamo come andrà a Barcellona. Proverò a prendere gli aspetti positivi di queste ultime settimane, ma appena uscito dal campo è difficile buttar giù questa sconfitta la sogni, sei lì, è difficile.È positivo che fossi spesso io in controllo da fondo, ero spesso io a fare gioco. Potevo sicuramente fare meglio nelle scelte finali in ogni punto. Lui ha servito bene e non sono riuscito a rispondere in maniera efficace. In ogni modo è positivo che fossi sempre io in controllo, ho sbagliato io oggi”. [embedded content] Holger Rune : “Jannik ha cominciato alla grande, io ho dovuto trovare le risorse dentro di me per rimontare questa partita. Il pubblico è stato straordinario, è sempre bello e divertente giocare in queste condizioni e con questa atmosfera.In Australia non è stato per niente divertente contro Andrey Rublev, sono stato sfortunato. Tutti e due abbiamo giocato una grande partita, con Rublev siamo 1-1 nei precedenti e domani spero di passare in vantaggio e andare 2-1“. LEGGI TUTTO

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    Benoit Paire: ritorno in forma, disintossicazione e gratitudine per la wild card al torneo di Monte Carlo

    Benoit Paire nella foto – Foto Getty Images

    Benoit Paire è il numero 164 del ranking ATP, ma sembrava che avesse già fatto le valigie per dire addio al tennis. La verità è che ora è tornato a lottare e ha persino vinto un Challenger in Messico, e al momento si trova al Masters 1000 di Monte-Carlo nell’ultimo turno di qualificazione per accedere al tabellone principale. Tuttavia, il francese di 33 anni riconosce di aver toccato il fondo e di aver dovuto affrontare problemi seri.
    “Quando la mia testa è tornata in forma, mi sono detto che dovevo smettere di bere. Ho fatto una disintossicazione. Non ero alcolizzato, ma bevevo moltissimo. Mi piaceva e bevevo molto quando uscivo di sera. Non mi ponevo alcun limite. Ora tutto sta dando i suoi frutti e ho persino perso qualche chilo”, ha detto in un’intervista a RMC Sport.
    Per quanto riguarda ciò che accadeva in campo, c’è stato un giorno chiave. “Tutto è scattato a Waco, il 28 febbraio. Non riuscivo a trovare motivazione. Mi chiedevo cosa stessi facendo a giocare un Challenger in un’università con due persone a guardare. Ho riflettuto molto e ho avuto una lunga conversazione con mia madre al telefono. Sono andato a Puerto Vallarta con una mentalità completamente diversa. Nico Mahut può confermarlo perché mi ha aiutato moltissimo dopo il primo turno quando ho salvato un match point”, ha spiegato.
    Paire ha anche parlato della wild card che ha ricevuto per Monte Carlo. “Durante l’edizione del Covid ho detto cose brutte. Ho detto che il campo era un cimitero, ma devo dire che è il torneo più bello del mondo. Nonostante ciò, abbiamo deciso di inviare una richiesta di wild card e la risposta mi ha commosso moltissimo. Il loro messaggio è stato un regalo molto bello e sono estremamente grato”, ha confessato. LEGGI TUTTO