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    Le pagelle 2022 degli italiani: Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti

    “Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”. Parole e musica di Michael Jordan, uno degli sportivi più forti e carismatici di tutti i tempi. Traslando questa frase dal basket al tennis, da uno sport di squadra a una disciplina individuale nel quale la squadra intorno resta elemento fondamentale, trovo che queste parole calzino a pennello per descrivere il fenomenale 2022 di Lorenzo Musetti. Talento. Lavoro. Intelligenza. Tre elementi necessari per eccellere, basilari nel tennis e nella vita del 20enne toscano, che nella stagione da poco conclusa è stato semplicemente l’azzurro già in top 100 cresciuto di più, passato dal n.59 ATP di fine 2021 all’attuale n.23 del ranking mondiale.
    Come sempre nel tennis, i numeri vanno saputi leggere ed interpretare. Il miglioramento di “Muso” infatti va ben oltre quei 36 posti in classifica scalati nel 2022, che l’hanno portato a un passo dall’eccellenza, i migliori venti tennisti al mondo. Il più trentasei e l’attuale numero 23 (guarda caso, quello iconico di Michael Jordan…) sono un importante riscontro aritmetico della crescita esponenziale del tennis di Lorenzo. Un tennis passato dall’essere delizioso manifesto della definizione di talento tecnico, braccio fatato, leggerezza e stile classico, a gioco assai più consistente, continuo, razionale. Vincente. Questo è il vero traguardo raggiunto da Musetti, il più importante, ben più dei due tornei vinti e delle molte posizioni scalate nel ranking.
    Il gioco di Lorenzo affascina, soprattutto gli amanti dei “gesti bianchi”, ma non solo. Se si guarda all’estero (esercizio sempre salutare quello di uscire della visione nostrana delle cose proiettandosi verso orizzonti diversi), tutti i più grandi esperti ed osservatori della disciplina da tempo osservano con la massima attenzione l’evoluzione di Musetti, anche più di quella di Sinner, Berrettini e compagnia. Nel 2022 per questioni personali ho parlato con diversi ex giocatori del Matteo-nazionale, ma nel corso della chiacchierata la domanda arrivava sempre, puntale: “Ma Musetti…”. Lorenzo ha un tennis troppo bello, vario e divertente per lasciare indifferenti. Musetti incarna il tennis nella sua purezza con i suoi movimenti eleganti, con quelle pennellate d’autore che disegnano traiettorie mai uguali, sorprendono e divertono. Musetti incarna l’ideale del tennis che più appassiona, per questo è un ragazzo molto seguito in tutto il mondo, un atleta che piace ed intriga. Un tennis esteticamente straordinario il suo, ma fino allo scorso anno ancora poco consistente, non continuo, con diversi limiti in più esecuzioni se spinto al massimo livello. Per questo nei (troppi) dibattiti su di lui, molti nutrivano dubbi sul percorso di crescita, sul coach Tartarini, sulla direzione da prendere. Dubbi che il suo 2022, soprattutto la parte conclusiva, hanno spazzato via. Lorenzo è maturato, ha inserito grandi novità nel suo gioco, diventato non solo bello ma anche assai più tosto ed efficace.
    C’è voluto del tempo, era scontato che la sua crescita sarebbe stata (e continuerà nel prossimo anno) più lenta. Quando hai tanto talento, molte possibilità, giochi con grande istinto “sentendo” la palla, le geometrie, le rotazioni, il campo, le vibrazioni intorno a te, non è affatto facile gestire in modo razionale tutti questi “impostori” e dare un ordine razionale che possa indirizzare il talento in risultati concreti. Tutti i grandi creatori di gioco maturano più tardi, hanno bisogno di tempo per sperimentare su se stessi situazioni e alternative, trovando un via. La testa di un creativo come Lorenzo vede in frazioni di secondo cose che noi normali tennisti nemmeno potremo immaginare. Un “Muso” deve lavorare tanto per domare istinti e portarli su schemi efficaci, senza castrare la sua fantasia ma facendola correre a tutta su binari sicuri. Questo è stato un lavoro lungo e difficile, tutt’altro che concluso, ma che nel 2022 ha portato i primi grandi risultati.
    La sua stagione è iniziata così così, la prima grande vittoria a Rotterdam su Hurkacz al secondo turno, in mezzo a troppe sconfitte e prestazioni ancora un po’ timide, nelle quali i suoi colpi parevano un po’ trattenuti, titubanti. Una prima fondamentale svolta è arrivata in Davis, in Slovacchia. Quel weekend che tanto ha tolto a Lorenzo Sonego, moltissimo ha dato a Lorenzo Musetti. Capitan Volandri l’ha buttato in campo nel match decisivo, il carrarino ha risposto presente, reggendo il peso del momento e trovando una vittoria in rimonta preziosissima per la nostra squadra e terribilmente importante per lui. Un successo che gli ha dato fiducia, non nell’immediato ma fondamentale per farlo maturare. Niente di buono infatti è successo nella trasferta sul cemento USA, ma al rientro, sulla terra in Europa, ecco i primi buoni risultati. Ancora a sprazzi, ma nel suo gioco si sono iniziati a vedere netti miglioramenti col diritto, sempre più veloce ed efficace, e nel servizio, più esplosivo – ma ancora poco continuo – con la prima palla. Quarti a Marrakech, una bellissima vittoria a Monte Carlo vs. Auger-Aliassime, con il Centre Court tutto in piedi ad applaudire una prestazione tecnicamente sontuosa. Al 1000 di Madrid passa le quali e vince 4 match di fila, prima di gettare la spugna vs. Zverev. Maledetto problema muscolare che lo costringe a saltare Roma. A Roland Garros rientra con poco tennis nelle gambe, va avanti due set vs. Tsitsipas e subisce la rimonta del finalista 2021 dello Slam “rosso”. Gli piovono addosso tante critiche “non regge”, ma il mormorio della gente è cieco, non riesce a vedere quanto quel diritto stia diventando ficcante, più anticipato e diretto sulla palla. Prima della sfortunata mini stagione su erba, si prende il titolo al Challenger di Forlì, lottando pure fin troppo, ma una vittoria è sempre salutare.
    La settimana del 18 luglio è una di quelle che ricorderà per tutta la vita. Amburgo, ex Master-Series, adesso ATP 500, torneo dalla grande tradizione e campi discretamente rapidi. Musetti vola. Regola uno dopo l’altro Lajovic, Ruusuvuori, Davidovich-Fokina, l’emergente Cerundolo in semi e quindi alla domenica si ritrova all di là della rete Carlos Alcaraz, il fenomeno. È semplicemente la partita più bella del 2022. La vince Lorenzo, un film drammatico e tecnicamente bellissimo, in tre set. Quel match meriterebbe un articolo a se stante, per rivivere emozioni clamorose. È il primo torneo ATP in carriera, vinto contro quello che diventerà presto n.1, giocando un tennis eccezionale. L’ennesima conferma che nelle grandi occasioni il suo talento non si deprime, ma esplode. Sente il momento, il pubblico, il rivale, e si esalta.
    Sul cemento in nord America non ottiene granché, ma il lavoro eseguito sul veloce paga straordinari dividendi dopo US Open, in autunno. Lorenzo cambia passo. Il suo gioco diventa sempre più sicuro, veloce, efficace. La prima palla schizza verso le stelle per percentuali, e oltre ai numeri gli porta punti importanti e decisive aperture di campo per entrare forte col diritto. Un diritto diventato assai più stabile, con uno swing più corto, più diretto nella palla e una chiusura splendida, con la palla che esce veloce e sicura. Servizio e diritto cresciuti notevolmente, a sostenere le sue meravigliose sbracciate e cambi di ritmo col rovescio. Ancora troppe palle corte rischiate, qualche momento di confusione tattica, ma niente a che vedere con il tennista titubante, difensivo e attendista di pochi mesi prima. Grazie a questo tennis più rapido e gesti meno ampi, la posizione in campo è meno arretrata, e anche la risposta è migliorata, pur restando la fase meno efficace del suo gioco. Un gioco che lo porta alle semifinali a Sofia, semifinali a Firenze, al titolo a Napoli battendo Berrettini in una finale tutta azzurra. Arriva nei quarti a Bercy, dopo aver battuto Cilic, Basilashvili e soprattutto demolito Ruud, prima di arrendersi a un Djokovic troppo forte. In Davis non brilla, ma ci sta dopo una cavalcata così importante.
    Ci sarebbe ancora tantissimo da scrivere, ma mi fermo qua. Musetti ha vissuto un 2022 notevole, ma sottolineo ancora che più dei risultati è stato lo scatto in avanti nel gioco ad essere la sua vera vittoria. Nel novembre del 2021 Tartarini durante le NextGen Finals disse in sintesi “dobbiamo dare razionalità al suo gioco, deve fare meno cose e farle al meglio”. Missione compiuta. Adesso è necessario continuare su questa strada, rafforzando anche la seconda di servizio e soprattutto l’efficacia e continuità in risposta. I migliori servono benissimo, la risposta di Lorenzo deve esser molto di più di una sicura rimessa in campo, deve permettergli di non perdere campo e porre già problemi al rivale. Il suo obiettivo per il 2023 è continuare il miglioramento, entrare nella top20 e puntare alla seconda settimana negli Slam. Con il suo talento, l’intelligenza dimostrata da tutto il suo team, e la voglia di lavorare che non gli manca, nessun risultato gli è precluso. Nessuno. 
    Voto al 2022 di Lorenzo Musetti: 8
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    Davis Italia, il cuore non basta. La “foto” di una stagione (di Marco Mazzoni)

    Il doppio azzurro in Davis a Malaga

    “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Nelson Mandela aveva maledettamente ragione. Per vincere è necessario sognare e non arrendersi mai. Purtroppo a volte sognare, lottare fino all’ultima palla mettendoci cuore, testa e gamba non basta. È quello che è accaduto al nostro team azzurro di Davis a Malaga ieri contro il Canada. Un Canada fortissimo, ricco di talento e qualità, che con merito è arrivato a giocarsi la Coppa Davis 2022 contro l’Australia. Non è più la “Insalatiera” di un tempo, questo formato rinnovato continua a non convincere appieno, ma quando si gioca per il proprio paese e i giocatori ce la mettono tutta, beh, la magia e il pathos sono assicurati e ti regalano tra le emozioni più forti una stagione.
    Tre grandi partite anche ieri, nelle quali è spiccato un Sonego monumentale, bravissimo e vincente. Il nostro tennis ha ritrovato un vero gladiatore, un tennista a dir poco sottovalutato che quando sta bene fisicamente gioca con coraggio e supera limiti, ostacoli, esaltando tutto e tutti. Un dieci è un vero persino basso per descrivere che razza di prestazioni è riuscito a giocare. Ha sovvertito pronostici, ha spostato montagne. “Sonny” spettacolare. Musetti ha affrontato il tennista più forte della sfida, poco da dire. Questo Felix Auger-Aliassime è ormai un top 10 forte, solido, davvero difficile da affrontare e scardinare. Era necessaria una prestazione super, al limite della perfezione, Lorenzo non c’è riuscito. Viene da un periodo molto intenso, nel quale è cresciuto moltissimo e ha imparato tanto. Con questa sconfitta avrà altro materiale sul quale lavorare e ripresentarsi in futuro più pronto per sfide così impegnative. Il doppio… è stato un film nel film. Un cambio di formazione last minute, con una coppia non collaudata che nonostante tutto se l’è giocata sino alla fine, con un vantaggio con concretizzato. Delusissimo Fognini dopo la sconfitta. Ha ragione. Fabio è un Campione di razza come spirito, è uno che vuole vincere, che fiuta le occasioni e che riesce anche a coglierle. Questa era una partita da vincere, i complimenti fanno solo male. È stato bravissimo a non cercare alcuna scusa, sanguinando sportivamente perché se qualche fase si gioco fossa andata diversamente, oggi sarebbe stata finale e contro i “canguri” partivamo alla pari, forse anche un filo favoriti. Fognini è un Patrimonio del nostro tennis, non ce lo dimentichiamo e conserviamolo ancora finché avrà voglia, perché ne abbiamo maledettamente bisogno. Berrettini è solo da applaudire. Lontano anni luce dalla sua miglior versione, e poi il doppio non lo gioca con frequenza, ma ha dato quel che aveva, c’ha provato da campione con testa e cuore. Non è bastato.
    Testa e cuore. Più di un pizzico di sfortuna. Infortuni. Sconfitta. Delusione ma anche una spinta per il futuro, che deve essere azzurro. Che sarà sempre più azzurro. “La sconfitta brucia e sarebbe stupido dire il contrario. Deve bruciare e questo deve servirci per il futuro”. Lucide e perfette le parole di Filippo Volandri, bravo e per nulla fortunato capitano di questo bel gruppo. L’amara conclusione dell’avventura in Davis 2022 per il team azzurro non è altro che una foto un po’ crudele ma realistica di quel che è stato il 2022 per i giocatori italiani. Una stagione molto importante, di costruzione, di consolidamento, di crescita, con risultati importanti ma segnata da troppi intoppi e problemi per essere davvero vincente e superlativa. Infortuni a non finire, qualche sconfitta difficile da digerire, alti e bassi che non ci hanno portato ai risultati che sognavamo. 
    Non giriamoci intorno. Molti sognavano che nel 2022 avremmo vinto uno Slam. Dopo la fantastica cavalcata di Matteo a Wimbledon l’asticella di è alzata. I sogni sono diventati obiettivi. Berrettini, Sinner, Musetti, tutto il gruppo come squadra. Solo se si è ambiziosi si arriva a toccare il cielo. Basta stucchevoli maniavantismi, abbiamo talento e qualità, un sistema che funziona, una base solidissima, dirigenti validi, coach eccezionali, talento diffuso. Siamo forti. Dobbiamo crederci e puntare al massimo.
    Ambiziosi, ma dobbiamo anche essere realisti: la competizione è massima, vincere deve essere un obiettivo ma non è per niente facile. Serve sempre un pizzico di buona sorte che fornisce la spinta ulteriore a farcela. Anzi, più che buona sorte, sarebbe utile che la “malasorte passasse da altre parti”… diciamola così. Alla fine non abbiamo vinto lo Slam, non abbiamo vinto la Davis, ma per la somma di tutti questi motivi, sarebbe sbagliato considerare il 2022 una stagione non positiva per il nostro tennis. Abbiamo vinto tornei. Abbiamo avuto per la prima volta un semifinalista agli Australian Open. Musetti ha vinto un 500 battendo il futuro n.1 più giovane della storia e in autunno è esploso giocando un tennis così bello che tutto il mondo ce lo invidia. Sinner ha portato l’immenso Djokovic al limite a Wimbledon e a US Open è arrivato ad un passo dal battere nei quarti il futuro campione, se avesse vinto, chissà… Il tutto in una stagione a dir poco martoriata per Jannik, tra il cambio di rotta tecnico e troppi stop fisici; come per il Matteo Nazionale, che non ha giocato metà stagione e quando l’ha fatto è stato sempre super competitivo. Abbiamo una piccola valanga azzurra di giovani NextGen pronti ad entrare nella top 100 e crescere ancora. Abbiamo un team di Davis che ha maturato esperienze importanti e pur non avendo vinto si presenterà il prossimo anno ancor più esperto, agguerrito e affamato.
    Questi sono solo alcuni elementi un primissimo bilancio a caldo di una stagione positiva, che da domani andremo ad analizzare nel dettaglio, con le pagelle dei vari giocatori, interviste esclusive, bilanci statistici e molto altro ancora, proiettandoci verso un 2023 tutto da vivere insieme. Una stagione 2022 con alti e bassi, picchi straordinari e qualche crollo. Un’annata sportiva ricchissima, indimenticabile nel bene e nel male. Contraddittoria, che ci ha esaltato e, sì, fatto anche parecchio incazzare… Ma teniamo ben in mente il mantra di Nelson Mandela: “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. I nostri ragazzi in Davis, dall’infortunato Berrettini alla grinta e carattere infinito di Fognini, dalla lucida fermezza di Volandri all’indomabile volontà di Sonego e via dicendo, hanno dimostrato in questa settimana che non si arrenderanno. Mai.
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    F1, crash test ok per la Ferrari 2022: c'è l'approvazione della FIA

    ROMA – Il telaio della Ferrari 2022 è stato approvato. I risultati dei crash test frontali, svolti nel CSI di Bollate, hanno convinto la FIA, che ha già dato l’autorizzazione alla Rossa per scendere in pista nei test di Barcellona, che si svolgeranno dal 23 al 25 febbraio. C’è però una tappa intermedia, forse la più importante. Ossia, la presentazione della monoposto per la prossima stagione di Formula 1, che si terrà tra il 16 e il 18 febbraio. C’è da precisare che la Ferrari aveva già svolto dei crash test nel 2020, in vista della rivoluzione regolamentare, poi slittata a causa della pandemia.
    Le parole di Binotto
    Dopo i risultati dei test, il direttore sportivo della Ferrari, Mattia Binotto, ha detto: “Mercedes e Red Bull hanno metodi, simulazioni e strumenti che li hanno portati a sviluppare le monoposto che tutti abbiamo visto. Sarebbe dunque presuntuoso da parte nostra affermare che li batteremo. Il nostro approccio deve essere quello di chi vuole giocarsela”. Sulle ambizioni del Cavallino nel 2022, Binotto ha poi ricordato: “Come Ferrari noi dobbiamo ambire sempre al meglio. Non vogliamo iniziare la stagione sottotono dal punto di vista delle aspettative e quindi vogliamo vincere il maggior numero di gare possibile”. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari 2022 supera i crash test: via libera della FIA

    ROMA – La FIA ha approvato il telaio della Ferrari 2022. I crash test frontali, svolti nel CSI di Bollate, hanno convinto la Federazione, che ha già dato l’autorizzazione alla Rossa per scendere in pista nei test di Barcellona, che si svolgeranno dal 23 al 25 febbraio. C’è però una tappa intermedia, forse la più importante. Ossia, la presentazione della monoposto per la prossima stagione di Formula 1, che si terrà tra il 16 e il 18 febbraio. C’è da precisare che la Ferrari aveva già svolto dei crash test nel 2020, in vista della rivoluzione regolamentare, poi slittata a causa della pandemia.
    Il commento di Binotto
    Dopo i risultati dei test, il direttore sportivo della Ferrari, Mattia Binotto, ha detto: “Mercedes e Red Bull hanno metodi, simulazioni e strumenti che li hanno portati a sviluppare le monoposto che tutti abbiamo visto. Sarebbe dunque presuntuoso da parte nostra affermare che li batteremo. Il nostro approccio deve essere quello di chi vuole giocarsela”. Sugli obiettivi della Ferrari nel 2022, Binotto ha poi sottolineato: “Come Ferrari noi dobbiamo ambire sempre al meglio. Non vogliamo iniziare la stagione sottotono dal punto di vista delle aspettative e quindi vogliamo vincere il maggior numero di gare possibile”. LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Il gomito è ok, il 2022 sarà un grande anno per me”

    Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas torna a parlare dopo l’operazione al gomito effettuata in Svizzera subito dopo il suo ritiro dalle ATP Finals di Torino. Il greco si dice molto fiducioso per la stagione che inizierà a breve in Australia, e conferma che l’intervento ha risolto il fastidio che lo tormentava da tempo.
    “Il mio gomito sta benissimo”, ha detto Tsitsipas durante un’apparizione sul canale televisivo greco ANT1. “Sono sicuro che tornerò al 100%. L’obiettivo è sicuramente quello di andare ancora più in alto. Spero che la preparazione vada bene e che il nuovo anno sia tre volte migliore di questa stagione”.
    “Nel complesso sono contento di dove mi trovo e penso che dovrò fare un passo in più e cercare di puntare ancora più in alto il prossimo anno. Ciò richiederà nuovi obiettivi e anche cercare di migliorare per diventare ancor più professionale e lavorare per trovare dove si trova quell’uno per cento, o il cinque per cento che ancora mi manca, dove posso trarne vantaggio. Ovviamente avrò a fianco il mio team per aiutarmi a raggiungere quel cinque percento che sto cercando”.
    Nel 2021 Tsitsipas ha disputato la prima finale in uno Slam, dove è stato due set avanti contro Djokovic prima di subire la rimonta del n.1 al mondo, e ha vinto il Masters 1000 di Monte Carlo. Proprio sul rosso ha ottenuto i migliori risultati in stagione, calando dell’estate in poi, a suo dire per colpa del problema al gomito che, grazie all’intervento, dovrebbe aver risolto.
    “Non mi ero mai ritirato in vita mia in una partita, e non poter terminare le Finals a Torino è stata una grande delusione” conclude Stefanos.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Superbike: presentato il calendario 2022, si parte da Aragon

    ROMA – Neanche il tempo di mettere in soffitta la stagione 2021 terminata con il primo successo iridato di Toprak Razgatlioglu che il mondo della Superbike si butta sul prossimo campionato del mondo con l’uscita del calendario ufficiale. Saranno sempre tredici le gare in programma con partenza in Spagna nel weekend tra l’8 e il 10 aprile ad Aragon. Per ora sono undici le date certe: infatti si spera di tornare a gareggiare in Australia ma l’appuntamento di Philip Island, inserito nel calendario da Dorna, deve ancora essere collocato in una data precisa e in più manca ancora un evento da annunciare. Per quanto riguarda l’Italia, si correrà a Misano tra il 10 e 12 di giugno.

    Gli appuntamenti del 2022
    8-10 aprile: Aragon (Spagna)22-24 aprile: Assen (Olanda)20-22 maggio: Estoril (Portogallo)10-12 giugno: Misano (Italia)15-17 luglio: Donington (Gran Bretagna)29-31 luglio: Most (Repubblica Ceca)9-11 settembre: Magny-Cours (Francia)23-25 settembre: Catalunya (Spagna)7-9 ottobre: Portimao (Portogallo)21-23 ottobre: Villicum (Argentina)11-13 novembre: Mandalika (Indonesia)
    – Philips Island – in attesa di data ufficiale
    -13° round ancora non annunciato LEGGI TUTTO

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    Superbike: è arrivata l'ufficialità del calendario 2022

    ROMA – Conclusa la stagione 2021 con il successo iridato di Toprak Razgatlioglu, il mondo della Superbike pensa già al 2022 annunciando il nuovo calendario ufficiale. Saranno sempre tredici le gare in programma con partenza in Spagna nel weekend tra l’8 e il 10 aprile ad Aragon. Per ora sono undici le date certe: infatti si spera di tornare a gareggiare in Australia ma l’appuntamento di Philip Island, inserito nel calendario da Dorna, deve ancora essere collocato in una data precisa e in più manca ancora un evento da annunciare. Per quanto riguarda l’Italia, si correrà a Misano tra il 10 e 12 di giugno.
    Il calendario completo
    8-10 aprile: Aragon (Spagna)22-24 aprile: Assen (Olanda)20-22 maggio: Estoril (Portogallo)10-12 giugno: Misano (Italia)15-17 luglio: Donington (Gran Bretagna)29-31 luglio: Most (Repubblica Ceca)9-11 settembre: Magny-Cours (Francia)23-25 settembre: Catalunya (Spagna)7-9 ottobre: Portimao (Portogallo)21-23 ottobre: Villicum (Argentina)11-13 novembre: Mandalika (Indonesia)
    – Philips Island – in attesa di data ufficiale
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