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    Nuoto, Pilato record italiano nei 50 rana

    Grande prestazione di Benedetta Pilato nei 50 rana del Trofeo Settecolli in corso a Roma, valido anche come campionato italiano. La 15enne tarantina, argento mondiale a Gwangju nel 2019, ha vinto la gara con il tempo di 29″85 stabilendo il nuovo record italiano, il record mondiale juniores (migliorato di un centesimo il record del mondo juniores che apparteneva dall’agosto del 2013 alla lituana Ruta Meilutyte) e la sesta prestazione all-time sulla distanza. Il precedente limite nazionale di 29″98, già suo, risaliva al 27 luglio del 2019, nelle batterie del Mondiale coreano. “L’obiettivo – ha dichiarato Pilato – era provare a tornare sotto i 30 perché dallo scorso anno non ci ero più riuscita Sono soddisfatta, il record mondiale juniores lo stavo puntando da qualche tempo”. “Le aspettative sono aumentate – ha aggiunto – ma chi mi vuole bene mi aiuta. Speriamo di arrivare fino a dicembre preparati, vedremo come andrà ad aprile. Sappiamo che solo due ragazze hanno l’accesso alle Olimpiadi”. Secondo posto per Martina Carraro in 30″41, terza Arianna Castiglioni in 30″47.Altri Sport LEGGI TUTTO

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    57^ Settecolli – Campionato Italiano Assoluto Open 2020

    Dopo circa due mesi di slittamento causa emergenza Covid, domami avrà inizio il 57° Trofeo Internazionale Settecolli, valido anche, come Campionato Italiano Assoluto Open 2020. Atleti iscritti sono 577 in rappresentanza di 167 società (280 maschi e 297 femmine, 1309 presenze in gara). Il Team delle Fiamme Gialle scenderà in acqua con: Barbieri, Mizzau, Polieri, Castiglioni, Bori, Franceschi, Petronio, Razzetti, Scalia, Fusco, Cocconcelli e Lamberti. Le gare si svolgeranno secondo il programma dei mondiali, a serie e in tre sessioni di gara giornaliere una alle 9.00, una alle 11.30, e una nella sessione serale in diretta su Rai Sport HD che avrà inizio alle 19.00 (fino alle 21.30) e vedrà in gara i sedici migliori tempi. LEGGI TUTTO

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    Riforma dello sport nel pantano. Malagò: “I Giochi di Tokyo? Qui si rischia col fuoco”

    Se va bene se ne riparla a settembre, la riforma dello sport si è impantanata, il ministro Spadafora è sotto tiro incrociato dal suo Movimento, i 5 Stelle. Al Coni sono preoccupati, seriamente. Temono che se la riforma non va in porto entro agosto, il Cio possa intervenire con tutte le consegueze del caso. Sospensione del Coni, azzurri ai Giochi sotto l’egida del Cio, niente sport a squadre (volley, settebello, ecc,) e niente inno di Mameli. Una figuraccia a livello mondiale. “Se dovesse cadere la legge delega sulla riforma dello sport, le conseguenze con il Cio in termini di sanzioni saranno sicure e immediate. Non saremmo i primi e neanche gli ultimi: per molti paesi che non hanno applicato la Carta olimpica sapete come è andata. Sarebbe una sconfitta assoluta per il Paese e una perdita di credibilità clamorosa proprio dopo aver avuto fiducia con l’organizzazione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Non stiamo bluffando, stiamo letteralmente scherzando col fuoco. E siamo arrivati”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò, in conferenza stampa seguita alla Giunta di oggi. “Dalla fine del 2018 stiamo aspettando i decreti di quella che non era una riforma ma qualcosa di calato che non aveva gli aspetti pratici. Sono passati un anno e otto mesi, è incredibile che siamo ancora in questa situazione. Stiamo andando o forse siamo andati già in fuorigioco. Cioè fuori tempo massimo”, spiega ancora.Il mondo dello sport è infuriato con il governo, eccezioni a parte (vedi Spy Calcio del 4 agosto). “Il governo già nel 2019 aveva promesso che entro poco avrebbero risolto le attuali vicende – ha aggiunto Malagò – questo governo si è impegnato anche ufficialmente con la garanzia che massimo entro agosto avrebbe sistemato una situazione assolutamente non più sostenibile. Non è una pressione del Coni ma una precisa disposizione del Cio”. Malagò inoltre chiarisce: “‘Il Coni su moltissimi punti all’interno di questo Testo unico non è affatto d’accordo. Ci sono molti temi che noi abbiamo ritenuto già non solo profondamente sbagliati e ingiusti, ma anche inaccettabili. Al Coni non solo non è stato regalato nulla, ma si aspetta che molte cose vengano anche chiarite, carta alla mano”.Il numero uno dello sport italiano ha anche voluto precisare la sua posizione riguardo i suoi interventi sulla bozza del Testo Unico di riforma dello sport, che per alcuni sono stati definiti ‘manine’. “C’è un soggetto che è stato aggredito e noi siamo in quella situazione malgrado gli impegni nazionali e internazionali che sono stati fatti. Quale è il problema di chiedere? Se non lo fa il Coni chi lo dovrebbe fare? Se non lo avessi fatto avrei tradito e disconosciuto quello che il 2 luglio scorso, 75 su 75 membri del Consiglio nazionale, nessuno escluso, hanno dato mandato al presidente di trattare da solo”, ha aggiunto Malagò. Parole del presidente dopo la Giunta del mattino, Giunta quantomai compatta.Gravina preoccupato per il futuro del calcioNiente spettatori nelle prime due giornate di campionato (la A partirà il 19 settembre), si spera per ottobre. Ma la preoccupazione nasce anche dal protocollo sanitario, inapplicabile per la Lega Dilettanti (domani un esecutivo a Roma) e per il settore giovanile. Più di un milione di tesserati non è in grado di tornare in campo. Francesco Ghirelli, leader della serie C, teme per la prossima stagione, senza spettatori né sponsor (forse ci sarà il credito d’imposta ma solo al 60 per cento), si rischia un’annata-calvario, peggio di questa. Gravina si è già fatto sentire con il governo (“il calcio italiano rischia lo smacco”): il presidente della Figc ha mantenuto la promessa, i campionati professionistici (serie A, B e C) si sono conclusi. Una grande organizzazione, un grandissimo senso di responsabilità. E pensare che i nemici non mancavano, anche nello stesso mondo del calcio. La Federcalcio andrà a votare il 15 marzo 2021, come da statuto: da gennaio via alle assemblee dei dilettanti, ma sindacato calciatori, associazione allenatori e arbitri potranno andare alle urne prima (se vogliono). Entro il 15 marzo al voto anche tutte le altre Federazioni, olimpiche o no: la prima che andrà alle urne sarà la Federnuoto, fra un mese, il 5 settembre (Paolo Barelli candidato unico, sesto mandato). La legge Lotti, con la norma transitoria, è ancora in vigore, e il Coni la appoggia: anche chi ha superato i tre mandati potrà ricandidarsi, se vuole (e se vince…). Fosse stato per i 5 Stelle più intransigenti avrebbero spazzato via tutti, da Malagò a Chimenti. Per Di Battista e c. 12 anni al potere bastavano e avanzavano (nello sport, ovviamente: in politica, si sa, è diverso…). LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Sassuolo 1-1, Joao Pedro replica a Caputo, i sardi la riprendono in dieci

    CAGLIARI – Quel gran genio di Nils Liedholm aveva proprio ragione: “In dieci si gioca meglio” diceva con le “aspirate” da svedese con cittadinanza onoraria italiana. E aveva anche spiegato il perché: perché la squadra in superiorità numerica tende a rilassarsi, mentre quella con l’uomo in meno raddoppia la sua attenzione.In una frase c’è tutto l’incredibile copione della partita tra Cagliari e Sassuolo.Sassuolo System, Cagliari intimiditoFin dal fischio di avvio, sulla sardinia Arena cala il “Sassuolo system”: ha ragione De Zerbi, non importa chi gioca, la qualità l’hanno tutti. La domanda della vigilia – sulla sponda sarda – è diversa: quanto vale questo Cagliari senza i suoi ufficiali. Sì perché, se è vero che Nainngolan ha chiuso qui il campionato per infortunio, manca anche la personalità e l’esperienza di Cigarini. E’ una squadra decapitata, quella rossoblù. Attenuante generica sul match che, dall’altra parte, lamenta assenze importanti come Berardi, come Magnanelli. Ma il “Sassuolo system” è una certezza.Caputo dice diciottoSui lati Rogerio e Muldur sono esternbi con piedi da centrocampisti, in mezzo il play è Locatelli, cresciuto enormemente. Davanti a lui Djurirc conferisce qualità e estro alla manovra. Il Cagliari è costretto per tutto il primo tempo a rimanere stretto a difesa del Castello. Che – dopo 45′ a senso unico – regge, tutto sommato, se il disavanzo è solo il gol di Caputo, su angolo, con spizzicata sul primo palo e il furbissimo furetto. Il suo gol numero diciotto va spiegato, perché Caputo ha la qualità pure di piazzarla sul palo opposto, leggendo il comportamento di Cragno e dei difensori che si affannano a chiudere il palo più vicino. Delizioso.  Alla pausa di metà primo tempo, è facile capire cosa dica Zenga ai suoi. Non la prendiamo mai, proviamo a farci… sentire di più. Detto e fatto, il Cagliari alza la sua aggressività, ma Pegolo deve solo effettuare due lancetti e un’uscita di testa, quasi fosse un centromediano d’altri tempi. Il Sassuolo ha il solo limite di non scavare un fosso più ampio, o forse è il Cagliari ha il merito di stringere i denti sperando che passi la nottata.   Ahi, Carboni, peccato di gioventùMa il cielo sopra i quattro mori sembra diventare ancora più cupo in avvio di ripresa, quando il giovin Carboni cade nel difetto delle sue prime apparizioni in serie A. Bravino ma troppo esuberante, fa collezione di cartellini. Ne aggiunge due gialli nel suo album di figurine e il destino rossoblù sembra segnato. Però Zenga ha ovviato. Ha messo a disposizione dei suoi la gara di Simeone, al cui cospetto l’atteggiamento di Pereiro sembra quello di un tacchino freddo. Più aggressività aggiunta, quando esce il bambinetto difensivo, Nandez e Rog diventano due leoni.Diciotto anche per Joao PedroIl Sassuolo continua a gestire, fa passare il tempo, a ritmo di slow, commette un errore grossolano. Perché una sola fiammata, un solo attacco frontale, volata di Rog e tocco per Joao Pedro, vale il pareggio. Diciotto gol stagionali anche per il brasiliano! Una doccia scozzese. De Zerbi è furioso, tornerebbe sulla Penisola a nuoto. Prova a scuotere i suoi con la linea verde, Raspadori, Ghion, Marzari. Ma Cragno fa la stessa partita di Pegolo, non si sporca mai i guanti. Solo una scintilla nel dominio tattico (andamento lento) degli emiliani: un passaggio di Raspadori a Ghion chiuso con un tiro dalla semilunetta che viene deflettano. Finisce uno a uno.  Che genio, il Barone Nils!Cagliari (3-5-2): Cragno; Pisacane, Ceppitelli, Carboni;, Faragò, Nandez, Birsa (1′ st Ladinetti), Rog (44′ st Klavan) Mattiello; Joao Pedro, Pereiro (1′ st Simeone). (1 Rafael, 34 Ciocci; 40, Walukiewicz, 22 Lykogiannis, 38 Porru, 32 Delpupo, 27 Lombardi, 26 Ragatzu, 9 Paloschi). All.: Zenga.Sassuolo (4-3-3): Pegolo, Muldur (26′ st Magnani), Ferrari, Marlon, Rogerio (45′ st Kyriakopoulos), Djuricic (45′ st Manzari), Locatelli, Traorè (26′ st Raspadori), Haraslin (26′ st Ghion), Boga; Caputo. (47 Consigli, 64 Russo, 13 Peluso, 21 Chiriches,, 35 Piccinini, 57 Mercati). All.: De Zerbi.Arbitro: Ayroldi di Molfetta.Reti: 12′ pt Caputo, 18′ st Joao Pedro. NOTE: Angoli: 9- 1 per il Sassuolo. Ammoniti: Carboni, Faragò, Marlon, Rog, Ferrari per scorrettezze. Espulso al 4′ st Carboni per doppia ammonizione. Recupero: 2′ e 4′. LEGGI TUTTO

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    Pallanuoto, positivo al Covid-19 il nazionale Aicardi

    Caso di coronavirus nella nazionale maschile di pallanuoto. Matteo Aicardi, centroboa del Settebello e della Pro Recco, è ricoverato all’ospedale di Albenga per Covid-19. Il giocatore, come confermato dal suo club, “ha la febbre ma sta bene”.Aicardi, 34 anni, aveva lasciato il raduno il 7 luglio per accertamenti alla spalla eseguiti a Milano (8-9) e poi è rientrato a casa. Gli esami alla spalla si sono resi necessari per il riacutizzarsi di un vecchio fastidio che gli aveva fatto saltare gli allenamenti ai primi del mese. Il 13 luglio ha avvertito mal di gola e febbre a casa: il 14 aumentano entrambi e avvisa la federazione nuoto. Il 15 esegue il tampone che risulta positivo e viene ricoverato per precauzione. Le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione, mentre la febbre è scesa e ha un leggero mal di gola in diminuzione. Nel frattempo sono stati eseguiti i tamponi a tutti i coinvolti nel collegiale, atleti, staff, dirigenti, squadra del CC Ortigia con cui gli azzurri si sono allenati e si aspettano i risultati nel tardo pomeriggio. Nessun sintomo presente, comunque, tra i giocatori. LEGGI TUTTO

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    sport estivi Occhio alla ripresa, l'infortunio è dietro l'angolo

    Tornare alla normalità dopo al quarantena? Voglia di sport estivo? Giusto, sacrosanto. Ma attenzione: gli sport da spiaggia e in acqua come nuoto, beach volley, surf, wakeboarding e stand up paddle posso essere un pericolo, fonti di lesioni e traumi, soprattutto dopo un prolungato periodo di lockdown che ha visto il prevalere di sedentarietà e regimi alimentari scorretti. Ci ammonisce una recente ricerca dall’American Physical Therapy Association che rivela come il rischio d’infortuni agli arti inferiori legato agli sport estivi sia in aumento del 45%. E se questo scenario, allarmante, interessa  23 milioni di persone in tutto il mondo, in Italia riguarda cinque milioni di praticanti.Quale può essere la soluzione? Sempre e solo una: la prevenzione. Che inizia prima di partire per le ferie sottoponendosi a un check up fisico completo e a una valutazione della postura, e continua poi a tavola con un regime alimentare equilibrato. Non volete crederci? Sappiate che secondo la National Health Association il più pericoloso risulta essere il surf con il 67% di trauma cranici, 20% di lacerazione agli arti inferiori e 13% di contusioni.A seguire il beach volley che, se praticato in maniera scorretta, può dar vita a lussazioni alle spalle (50%), microtraumi ai gomiti (32%), e fratture delle dita (18%). Ma non esistono soltanto i traumi da spiaggia perché sempre più appassionati decidono di praticare attività fisica ad alta quota, praticando trekking, jogging e mountain bike.In questo caso i traumi più frequenti riguardano le distorsioni alle caviglie (43%), dovuti all’instabilità del terreno, strappi muscolari alla schiena (36%), causati da un carico di lavoro eccessivo a danno della colonna vertebrale, e fratture delle falangi dei piedi (21%), dovute a un errato utilizzo dei bastoncini da trekking.  LEGGI TUTTO

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    Pallanuoto: addio a Mario Scotti Galletta. Fu campione del mondo nel 1978 e portiere di “Palombella Rossa”

    ROMA – “Se io guardo a destra, il portiere pensa che tiro a sinistra, ma io tiro veramente a destra… a destra, a destra, guardare a destra, devo guardare a destra e tirare a destra. Il portiere mi lascia spazio a sinistra, no… forse è meglio a sinistra…”. Nanni Moretti sbaglia la direzione del rigore e il portiere gli nega la vittoria. Era divenuto famoso al grande pubblico così Mario Scotti Galletta, parando il rigore decisivo nella scena cult di “Palombella Rossa”, film del 1989. In realtà Scotti Galletta, che ci ha lasciato appena compiuti (lo scorso 5 maggio)  i 70 anni, è stato un grande della pallanuoto italiana.Vinse i Mondiali col Settebello e la Coppa dei Campioni nel ’78Ha coronato il sogno di vincere il mondiale a Berlino nel ’78 dopo il bronzo in Colombia del ’75 e poi è stato il portiere simbolo della Canottieri Napoli che, sempre quell’anno, vinse la Coppa dei Campioni e coronò un ciclo fantastico completato anche dalla conquista di 4 scudetti (’73, ’75, ’77 e ’79). “L’unico rammarico che ho è quello di non aver mai potuto partecipare mai Olimpiadi: sia per quelle del ’76 che quelle dell”80, infatti, non fui convocato”, ricordava qualche tempo fa.Diede il via al movimento femminile in ItaliaUna volta lasciata l’attività agonista, Scotti Galletta si spese per il suo amato sport dando il via al movimento femminile in Italia. Si era convinto dopo aver visto una serie di partite-esibizione in Olanda nel 1975. E decise, così di invitare a Napoli la Nazionale orange. “Improvvisammo una squadra con le varie fidanzate e amiche, ovviamente perdemmo tutte le partite per 20-0, 20-3. Insomma tutto iniziò per scherzo. Poi creammo una vera e propria squadretta il cui nome era ‘Fuorigrotta’. Alla fine la Federazione vide ciò che avevamo creato e decise di prendere in mano la cosa organizzando il primo campionato italiano che fu vinto dal Volturno in finale a Narni contro il Fuorigrotta”. Fu il primo passo verso la nascita, nel 1985, del Setterosa che tanti trionfi ha portato allo sport azzurro. Anche grazie a lui che fu il vice di Formiconi dal 1994 al 1997. Non a caso due anni fa ricevette dal presidente del Coni Malagò il Collare d’Oro al Merito Sportivo: il massimo riconoscimento per un atleta a cui la pallanuoto sarà per sempre grata. LEGGI TUTTO