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L’importanza dei nuovi Challenger in America Latina: i numeri

Questa settimana è in programma a Cordoba in Argentina un ATP 250 e un dato è balzato ai nostri occhi: ben dodici dei tennisti presenti nel main draw del suddetto 250, nel 2022 hanno preso parte al circuito “Dove Men + Care Legiòn Sudamericana”, il tour di 36 tornei (fra Challenger e ITF) che rappresenta una vera e propria officina e rampa di lancio per i tennisti sudamericani.

Ideato e realizzato per iniziativa dell’ex giocatore Horacio De La Pena nel 2021 per ovviare alla carenza nel continente di tornei che potessero permettere ai giovani tennisti di accumulare esperienza e punti ATP, il progetto “Legiòn Sudamericana” ha già dato dopo due anni buonissimi risultati. Guardiamo un po’ di numeri: nel 2021 si sono disputati 20 tornei Challenger in Sud America e i successi dei giocatori “di casa” sono stati 17 così divisi per nazioni:

Argentina – 9 titoli
Cile – 3 titoli
Bolivia – 2 titoli
Brasile, Ecuador, Perù – 1 titolo

A farla da padrone fra i giocatori è stato invece Sebastian Baez vincitore di 6 Challenger, seguito a debita distanza, da Juan Manuel Cerundolo con tre titoli. Se a questo aggiungiamo che in ben 16 occasioni un giocatore sudamericano ha perso in finale, ben si comprende il peso avuto da questi tornei per la crescita del tennis della Legiòn.

Passando al 2022 i numeri sono stati i seguenti: su 33 tornei disputati in 22 occasioni la vittoria è andata a un tennista sudamericano. Per 17 volte ha trionfato un argentino, mentre una vittoria a testa hanno totalizzato Brasile, Ecuador, Bolivia, Colombia e Perù. Rispetto alla scorsa stagione si possono notare due differenze. La prima è legata al ridursi dell’emergenza Covid che ha facilitato la partecipazione ai tornei della Legion Sudamericana ai tennisti europei che, infatti, hanno portato a casa 11 titoli (3 per Svizzera e Inghilterra, 2 per la Germania e uno a testa per Spagna, Portogallo e Italia). E l’altra differenza riguarda il dominio argentino: non ci sono stati i cannibali di turno (come nel 2021 lo erano stati Baez e Cerundolo) e le vittorie sono così state spalmate su ben 13 giocatori, a testimonianza dello stato di buonissima salute del movimento argentino.

Stato di salute del resto confermato dall’inizio della stagione 2023 della Legion Sudamericana con i primi quattro tornei vinti da tre argentini, Juan Manuel Cerundolo (due titoli), Federico Coria e Andrea Collarini.

Guardando la classifica ATP, però, un paio di considerazioni vanno fatte: a causa del periodo di crisi di Schwartzman e dei limiti di Baez e Cerundolo, al momento non c’è un giocatore sudamericano fra i primi trenta giocatori del mondo. Dei sette giocatori argentini presenti nella top 100 solo due hanno meno di 24 anni, Baez ed Etcheverry. E se prendiamo in considerazione gli altri quattro sudamericani che hanno un posto fra i primi 100 giocatori del mondo, Monteiro, Galan, Varillas e Gomez, la media dell’età si aggira intorno ai ventotto anni.

Bene, ma non benissimo, direbbe il grande Flavio Tranquillo, anche se i prospetti che stanno venendo su fanno comunque ben sperare il Sud America. Fra i primi 1000 del mondo vi sono una serie di intriganti under 20:

Gonzalo Bueno (Perù – 18 anni – 551 ranking ATP)
Daniel Vallejo (Paraguay – 18 anni – 697 ranking ATP)
Ignacio Buse (Perù – 18 anni – 699 ranking ATP),
Lautaro Midon (Argentina – 18 anni – 785 ranking ATP)
Emanuel Ambrogi (Argentina – 19 anni – 799 ranking ATP)
Victor Couto Loreiro (Brasile – 19 anni – 813 ranking ATP)
Joao Fonseca (Brasile- 16 anni – 830 rankig ATP)
Juan Carlo Prado Angelo (Bolivia – 17 anni – 831 ranking ATP)

Una cosa è certa: le nuove leve del tennis sudamericano tenteranno di scalare il ranking, facendosi le ossa in quel vero e proprio scrigno di occasioni rappresentato dal circuito “Dove Men + Care Legiòn Sudamericana”.

Antonio Gallucci


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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