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I più interessanti tennisti USA under 20, tra la scalata al mondo Pro e l’universo College (parte prima)

Andando a scrutare le classifiche del tennis maschile, c’è un dato che fa piuttosto impressione: fra i primi 50 tennisti del mondo, 11 sono giocatori statunitensi ed eccetto John Isner, gli altri dieci o sono giovanissimi o sono da poco entrati nella fase centrale della loro carriera, quella potenzialmente migliore. Preso dunque atto della rinascita del tennis statunitense, dopo alcuni anni di crisi, ci siamo chiesti quali sono i migliori prospetti al di sotto dei 20 anni che ci offre il movimento tennistico a stelle e strisce.

Fra i prime mille giocatori del mondo ci sono undici giocatori under 20, ma bisogna fare due osservazioni. La prima è che nessuno dei giovani statunitensi è nella top quindici degli under 20 presenti nel ranking ATP. La seconda è che occorre considerare l’incidenza della realtà del tennis universitario nella classifica e nell’attività Pro di buona parte dei prospetti americani. Quindi divideremo quest’analisi in due parti: la prima sarà dedicata agli under 20 che hanno già iniziato a tempo pieno l’attività Pro, la seconda a quelli che hanno scelto di entrare al college. Cominciamo con i primi, già dentro al mondo del tennis professionistico.

Martin Damm Jr: il primo giocatore che prendiamo in considerazione è il diciannovenne Martin Damm, figlio dell’ex top 50 degli anni ‘90. Damm Jr è attualmente il numero 446 del mondo. Nella scorsa stagione ha vinto due ITF 25 a Santo Domingo e ad Harlingen, mentre quest’anno ha cominciato la sua annata con una tournèe europea che finora ha portato in dote come buon risultato solo la semifinale a Sunderland. Il suo bilancio recita al momento quattro vittorie e cinque sconfitte, anche se c’è da notare che due delle sconfitte sono avvenute al tiebreak decisivo del terzo e una con il punteggio di 7-5 al terzo. Mancino, alto 198 cm, è il classico giocatore da campi veloci, ma fin dall’inizio della sua attività pro (nel 2019) ha scelto di giocare, a scopo formativo, molti tornei sulla terra battuta, superficie dove è comunque riuscito a raggiungere tre finali a livello ITF. In piccolo sembra poter ricalcare il percorso di crescita di Sebi Korda, caratterizzato da gradualità e competenza dello staff che lo affianca.

Aidan Mayo: diciannovenne di Sacramento, giocatore estroso e personaggio anticonformista. Numero 517 del mondo. Carta d’identità: piedi velocissimi, gambe esplosive (alla Shapovalov), dritto solido e servizio incisivo. Gioca un rovescio monomane (piuttosto insicuro a dire la verità) in palleggio e il bimane in risposta. Poche settimane fa, nel Challenger di Cleveland, ha strappato un set a Yibing Wu, mentre a livello ITF ha come miglior risultato una semifinale a Santo Domingo. Aidan ha però giocato il miglior tennis della sua giovane carriera nel challenger di Granby dove, partendo dalle qualificazioni ha incredibilmente raggiunto la semifinale. Di sicuro Mayo offre un tennis spettacolare, pieno di vincenti e variazioni, ma temo che il costante bisogno di proteggere il rovescio spostandosi di dritto, possa permettergli di vincere partite con continuità fino a un certo livello. Quindi parola d’ordine per il 2023 è migliorare quel benedetto rovescio.

Bruno Kuzuhara: il vincitore degli Australian Open 2022 è attualmente il numero 625 del mondo. I suoi risultati migliori sono arrivati nei tornei ITF giocati ad Antalya in Turchia, due semifinali nella prima parte dell’anno e poi due finali sul finire della stagione. Kuzuhara ha avuto anche un paio di occasioni per misurarsi con i giocatori del circuito maggiore: nel primo turno delle qualificazioni dell’ATP di Atlanta è infatti arrivato ad un passo dalla vittoria contro Steve Johnson, mentre nel tabellone di qualificazioni degli US Open ha battuto l’indiano Ramanathan prima di cedere nettamente a Flavio Cobolli. Un’annata, quella scorsa, non proprio esaltante per lo statunitense nato in Brasile e il nuovo anno non sembra essere cominciato nel migliore dei modi visto il pesante 6-1 6-0 subito per mano di Michael Mmoh nel primo turno delle qualificazioni degli Australian Open. Kuzuhara ha una bella mano, notevoli doti anticipo e due piedi superveloci, ma la sua palla temo sia ancora troppo leggera per ambire a un salto di livello. Credo che la terra battuta sia la superficie su cui, almeno al momento, potrà ottenere i migliori risultati per salire in classifica, come testimoniano i quarti appena raggiunti sulla terra verde di Palm Coast.

Victor Lilov: 19 anni, numero 683 del mondo. Ragazzo appassionato di storia del tennis e che, non a caso, cita fra i suoi idoli Ivan Lendl, è stato finalista a Wimbledon juniores nel 2021. Il suo è in realtà un tennis più adatto alla terra battuta, ma presenta ancora evidenti limiti di consistenza. Nonostante questa carenza Lilov ha messo a segno alcuni risultati importanti sul finire della scorsa stagione come la vittoria di un ITF a Lima e la semifinale sul cemento di Santo Domingo. Il suo inizio di 2023 è stato finora deludente con due vittorie e quattro sconfitte, due delle quali arrivate per mano del più giovane Bruno Kuzuhara.

Dali Blanch: il secondo dei fratelli Blanch, (Ulises frequenta già il circuito da alcuni anni, Darwin è invece impegnato nel circuito juniores), ha 19 anni e occupa la 815esima posizione mondiale, a testimonianza della difficoltà a vincere partite a livello Pro. Nel 2022 l’unico risultato di un certo rilievo per lo statunitense che si allena in Spagna è la semifinale raggiunta nel’ITF M25 di Bakio in Spagna. Poi però sono arrivate tante sconfitte di cui sette al primo turno che hanno costretto Dali a cominciare il nuovo anno in una posizione in classifica ben lontana dal suo best ranking (665 nel settembre del 2022).

A breve seguirà la seconda parte, dedicata ai ragazzi che sono già impegnati nel circuito universitario.

Antonio Gallucci


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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