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Pernat esclusivo: “Bastianini il più forte: vi spiego il suo successo”

ALCANIZ – Dietro ai successi di un atleta c’è sempre il contributo di qualcuno e, nel caso del meraviglioso Enea Bastianini versione 2022, c’è – anche – la mano di Carlo Pernat, che da navigato manager ha puntato nuovamente sul cavallo giusto. Il rapporto tra il dirigente e il pilota riminese va oltre il lavoro, il che forse è uno dei segreti della serenità, trasformata in velocità una volta in pista, raggiunta dal portacolori Gresini, vincitore ad Aragon e futuro compagno di Pecco Bagnaia nel team ufficiale Ducati.

Pernat, nel post gara di Aragon ha detto «Enea è come Stoner». In cosa?
«Non voglio fare dei paragoni, dato che parliamo anche di moto diverse, ma Enea mi ricorda Stoner. Attualmente è il pilota più veloce della griglia, come lo era Stoner, e proprio come lui compie dei sorpassi puliti anche in punti non facili. Se mi chiedessero chi mi ricorda, non direi altri grandi come Rossi, Biaggi, Lorenzo o Marquez, bensì Casey».

Un punto forte e uno debole, se c’è, del Bastianini attuale?
“I punti forti sono la concentrazione in gara e la gestione delle gomme: in generale sulla strategia è davvero forte, anche contro piloti competitivi come Bagnaia. Fino a poco tempo fa il suo tallone d’Achille era il singolo giro veloce, ma è migliorato anche sotto questo aspetto. Ora credo di poter dire con certezza che stiamo parlando di un professionista al 100%.

Si aspettava una stagione del genere?
«Da quattro anni ripeto che Enea è un pilota da MotoGP, in primis per il suo stile di guida, e gliel’ho sempre detto. Dire che mi aspettavo quattro vittorie sarebbe eccessivo, ma certamente me lo aspettavo al top, dato che già l’anno scorso aveva fatto vedere ottime cose, con una moto vecchia di due anni. La continuità che ha acquisito ora mi ha stupito: al momento penso sia il più forte di tutti. Se guida così batterlo è dura».

Come è nata la vostra collaborazione? In cosa pensa di averlo aiutato maggiormente?
«Enea e il padre mi hanno cercato a metà 2017: ho subito detto sì perché era chiaro che fosse un talento, che doveva solo sistemare alcune cose. In primis gli ho dato tranquillità, cosa di cui un ragazzo come lui necessita, dato che spesso il suo principale rivale è lui stesso. La chiave poi credo sia stata il metterlo a lavorare con i giusti capitecnici: prima Christian Lundberg (nel team Leopard in Moto3 nel 2018; ndr), poi Giovanni Sandi (l’anno del titolo in Moto2 con il team Italtrans; ndr) e ora Pigiamino (Alberto Giribuola; ndr): è cresciuto tanto al fianco di queste persone, il talento ha fatto il resto».

In questo percorso quale ruolo ha giocato la sua famiglia?
«La famiglia di Enea è meravigliosa, mi ricorda quella di Capirossi (altro assistito di Pernat; ndr). Persone appassionate, che non dicono mai una parola fuori posto. Anche Alice (la fidanzata di Bastianini; ndr) ha giocato un ruolo importante sin dal suo arrivo: gli ha donato quella serenità sentimentale che per un pilota può essere molto importante».

A proposito di Capirossi. Lei ha avuto pochi piloti sotto la sua ala, con i quali però ha creato un rapporto lungo e profondo. Come lo spiega?
«Posso dire che sono diventato amico di quasi tutti i piloti che ho seguito: ho sempre detto loro che vince solo chi sorride, e che questo lavoro lo devono prendere in primis come un divertimento. Ho sempre impostato i miei rapporti lavorativi sull’amicizia e sul fare gruppo: i piloti e i manager musoni non mi si addicono».

Torniamo ad Enea. Se le dico Mondiale, cosa mi risponde?
«Dopo Aragon la situazione è migliorata, ma l’obiettivo di Enea è il terzo posto, che per lui significa tante cose. Pecco è davvero forte, tanto che il secondo posto per lui è quasi una sconfitta attualmente. Enea poteva giocare i panni del terzo incomodo nel Mondiale con un pizzico di fortuna in più nelle gare prima della pausa. Occorre non dimenticare che corre con la GP21: all’inizio è stato un vantaggio visti i problemi della GP22, che però poi è giustamente cresciuta e diventata migliore».

Qual è il primo aneddoto che le viene in mente legato a Bastianini?
«Gli sto insegnando un po’ di genovese, così prima di ogni sessione gli do il pugno e gli dico “Menibelino” (un’esclamazione: ndr), e lui mi risponde “me ne riporto di due e un quarto”: lo facciamo da sempre. Un momento che ricordo invece risale al GP di Austin, quando Enea mi ha portato, per evitare che mi mettessi le stesse scarpe e le stesse camicie, a comprarne una quindicina: io però non gli do la soddisfazione, e continuo a mettere la roba vecchia. Chi ha pagato in quella occasione? Io, lui è peggio dei genovesi (ride; ndr)».


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/moto

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