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Matteo Viola: “Mi piacciono i tabelloni a 48 nei Challenger. Nadal? Ragazzo molto disponibile” (AUDIO)

Matteo Viola è stato ospite di Luca Fiorino, telecronista di SuperTennis TV, nel podcast “Tennis ai tempi del Coronavirus”: il giocatore veneto, classe 1987 e n.222 della classifica mondiale ATP in singolare, ha tracciato un bilancio della sua lunga carriera, soffermandosi a lungo sulle esperienze con Rafael Nadal ed Andy Murray, analizzando anche quanto sia diversa la vita di un professionista dopo la nascita di un figlio.

La riforma a livello Challenger: “A parte la cavolata del Transition Tour, che per fortuna è durato poco, credo che adesso i Challenger siano organizzati abbastanza bene. Molti giocatori hanno la possibilità di prenderne parte direttamente dal tabellone principale, soprattutto nelle settimane con 4-5 tornei anche i tennisti intorno alla posizione n.400 possono partecipare. C’è ancora qualcosa che mi rende perplesso. E’ importante essere testa di serie perché parti un turno avanti rispetto agli altri: chi non ha il bye, invece, gioca una partita in più ma non c’è equità nella distribuzione dei punti. Mi piace la soluzione dei tabelloni allargati a 48“.

Gli allenamenti con Rafael Nadal: “E’ un ragazzo molto disponibile. Per due volte ho fermato suo zio Toni chiedendogli se fosse possibile allenarmi con Rafa: mi è capitato anche a Wimbledon, lo scaldai sul campo 11 prima del suo match con Bellucci. A Barcellona, nell’ATP 500, giocammo due set e mi lasciò solo due games, ha un’intensità impressionante“.

L’Accademia di Nadal e la partita vinta con Murray al Challenger: “Ha tantissimi campi, quando fanno degli stage probabilmente li utilizzano tutti. E’ una struttura moderna, molto bello anche l’hotel interno con la mensa. C’è di tutto, anche una struttura per il paddle e un torneo indoor. Ci sono anche maestri italiani che lavorano lì, sono organizzati veramente al top: anche quella di Mouratoglou è davvero bella. Murray è una persona disponibile e simpatica, ci siamo allenati spesso insieme quella settimana lì prima della nostra sfida e questo mi ha aiutato ad essere meno teso: ha avuto problemi di crampi anche perché non giocava da tanto tempo, ma non ha accusato fastidi all’anca. Il terzo set potevo vincerlo più agevolmente, ma non ce l’ho fatta perché ha fatto alcuni punti incredibili. E’ stata una partita molto bella, c’erano 2.500 persone sugli spalti ed è stato veramente emozionante“.

L’essere diventato padre: “A me è sempre pesato moltissimo viaggiare, con mia moglie ho l’accordo di poter fare solo due tornei consecutivi lontano da casa (ride, ndr). Con la bimba, la lontananza da casa è ancora più pesante: con lei devono tornare i conti, quindi c’è più pressione da questo punto di vista. Se non entrano abbastanza soldi, devo per forza di cose giocare competizioni a squadre per rientrare nelle spese: girare per tornei, con il coach, costa tantissimo. Se fai ultimo turno di qualificazioni in tutti i tornei degli Slam, tanti problemi non te li fai ma con una famiglia i conti devono tornare“.

Un commento sulla carriera: In Veneto abbiamo sempre fatto fatica a tirare fuori giocatori, spero di essere stato da traino per tutti gli altri: non mi sono mai spostato da casa, sto con mia moglie da quando ho 17 anni. Andando in qualche centro importante con coach di livello internazionale, magari avrei potuto costruirmi un po’ di più. Se dovessi tornare indietro, però, rifarei le stesse cose: sono felice con la mia famiglia e per i risultati ottenuti perché ho sempre dato il massimo“.

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Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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