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Coronavirus, stop a tutto lo sport italiano: “ma ci vuole un decreto del governo”

Stop a tutto lo sport italiano fino al 3 aprile, ma prima serve un apposito decreto della presidenza del consiglio: è la decisione del Coni e delle Federazioni sull’emergenza coronavirus. Giovanni Malagò e il presidenti federali riuniti a Palazzo H hanno ‘sospeso tutte le attività sportive a ogni livello” ma hanno anche chiesto “al Governo di emanare un apposito DPCM che possa superare quello attuale in corso di validità”. Malagò è stato delegato quindi a informare il premier Conte e il ministro dello sport, Spadafora, su quanto emerso nell’incontro che è durato parecchie ore. Nessuna attività quindi, nemmeno a porte chiuse come consentiva il decreto dell’8 marzo. Malagò ha riunito al Foro Italico i presidenti delle Federazioni degli sport di squadra per affrontare l’emergenza coronavirus, “un’emergenza per il Paese e per lo sport che non ha precedenti nella storia”. Alcuni sono intervenuti via Skype, e al termine della discussione è stato stabilito all’unanimità che “tutte le decisioni prese dalle singole Federazioni sono da considerarsi corrette e nel pieno rispetto delle norme e delle leggi emanate e attualmente in vigore” e ha sospeso “tutte le attività’ sportive ad ogni livello fino al 3 aprile” prossimo. Per “ottemperare” a questa decisione, “viene richiesto al governo di emanare un apposito DPCM che possa superare quello attuale in corso di validità”.

I vertici dello sport italiano hanno inoltre deciso di “chiedere alle Regioni, pur nel rispetto dell’autonomia costituzionale, di uniformare” le singole ordinanze alle decisioni del governo. All’Esecutivo, lo sport italiano chiede inoltre di “inserire anche il comparto sport, sia professionistico sia dilettantistico, nell’annunciato piano di sostegno economico” per compensare “disagi ed emergenze che lo sport italiano ha affrontato finora con responsabilità e senso del dovere, rinunciando in alcuni casi particolari allo svolgimento della regolare attività senza possibilità di recupero nelle prossime settimane a causa di specifiche temporalità delle manifestazioni”. A Malagò è stato affidato il compito di informare “oggi stesso” il premier Conte e il ministro dello Sport, Spadafora, di quanto deciso nell’incontro. Il Coni sottolinea inoltre che “le competizioni a carattere internazionale, sia per i club sia per le nazionali” non rientrano nella sua “disponibilità giurisdizionale e che quindi non possono essere regolate dalle decisioni” prese oggi. “Il Coni – conclude la nota – da giorni sta sostenendo e continuerà a sostenere le singole Federazioni in tutte le iniziative che intenderanno intraprendere con le rispettive organizzazioni internazionali (europee e mondiali) al fine di armonizzare i calendari e gli eventi anche in vista delle prossime scadenze legate alle qualificazioni olimpiche”.

Domani, martedì 10 marzo, il consiglio federale della Figc deciderà di fermare tutti i campionati (in Francia e Premier League per ora vanno avanti a porte chiuse). La Serie D con il presidente Cosimo Sibilia lo ha deciso già oggi, sino al 3 aprile. Oggi si giocherà il recupero Sassuolo-Parma, poi, se la Uefa non ci dà una mano con gli Europei, spostandoli e annullandoli, c’è il rischio serio che non ci siano date per recuperare gli incontri saltati (almeno due giornate) e che la stagione possa finire oggi stesso. In queste ore “il mio collega ministro Spadafora sta cercando di convincere tutti che è meglio non giocare perchè se ci sono dei giocatori positivi a loro volta contagiano altri giocatori e i loro familiari ” ha spiegato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La Lega di A e quella di B si attengono al decreto del governo, che prevede partite a porte chiuse. Dovrebbe essere Spadafora a firmare un altro decreto che stoppi tutto. Ma il ministro vuole che la responsabilità sia della Figc, scarica su altri una decisione che gli spetta per legge: se domani in via Allegri si dovesse andare in votazione, è certo che vincerebbe la linea dello stop. Voterebbero contro solo Dal Pino e Lotito per la Lega di A, Balata per quella di B: hanno ribadito in questo giorni che si attengono al decreto del governo, anche per evitare cause di risarcimenti danni da parte dei calciatori. Marotta potrebbe astenersi. Il sindacato calciatori (Aic) da giorni è a favore di uno stop totale e chiede che la decisioni venga presa o dal governo o dalla Figc. Si arriverebbe ad una spaccatura forte nel mondo del calcio, come ha detto Malagò la Figc è titolata per commissariare (con Giancarlo Abete) la Lega di A.

Poi Gravina dovrà parlare con Ceferin, come faranno le squadre italiane a giocare nelle Coppe europee? Come farà la Juve con il ritorno col Lione? Dove giocherà, all’estero? Non ci vuole più nessuno, anche Malta ci ha detto di no. Intanto, come detto, oggi pomeriggio Giovanni Malagò ha convocato una riunione straordinaria al Coni oggi pomeriggio con le Federazioni degli Sport Professionistici (Calcio, Pallacanestro, Golf e Ciclismo) e degli Sport di Squadra (Baseball, Softball, Handball, Pallanuoto, Pallavolo, Rugby, Hochey Ghiaccio, Hockey Prato, Hockey a Rotelle, Football Americano, Cricket e Palla Tamburello). All’incontro sono state invitate anche le due Federazioni di servizi (Medici Sportivi e Cronometristi). C’è molta tensione nel mondo dello sport contro il governo. Paolo Barelli, n.1 della Federnuoto (e della Len, lega europea nuoto) oggi ha stabilito la sospensione di tutti gli eventi nazionali e gli atleti non potranno partecipare alle competizioni internazionali. “Io ho chiuso tutto-ci dice Barelli-anche perchè ci sono differenti ordinanze emanate dalle Regioni e dai Comuni, e anche difformità nel decreto del governo di ieri, 8 marzo.”. Il presidente di Asi (associazioni sportive e sociali italiani), Claudio Barbaro, che è anche senatore della Lega, ha chiesto un incontro ufficiale a Spadafora. “I provvedimenti di chiusura delle strutture sportive stanno mettendo a rischio 120.000 addetti al comparto in tutta Italia e 8000 strutture”, spiega Barbaro. Lo sport è al collasso in tutta Italia.

Ascolti tv: bene A tutta rete, Novantesimo e Domenica SportivaGarbo e misura, almeno i giornalisti delle tv hanno dato il buon esempio nel mondo rissoso dello sport. Tutti, di qualsiasi rete. La “Settimana Ventura”, condotta da Simona Ventura, ha fatto il consueto 4,72 per cento con 762.000 spettatori. Difficile che Rai2 la riproponga il prossimo anno. A tutta rete, affidata a Marco Lollorigida, invece è andata molto bene: 965.000 spettatori, 5,29 per cento. Ottimi ascolti anche per Novantesimo La Tribuna, 5,61% con 1.179.000 spettatori, e Novantesimo, un milione secco, 4,16 per cento. Le due trasmissioni sportive più seguite della domenica, con massima attenzione al dibattito sullo stop del campionato. Spadafora a Novantesimo ha attaccato Sky, elogiando la Rai: ma è stato bravo Enrico Varriale a “contenerlo”. Sky ha risposto con toni duri al ministro in serata. In tarda serata a gonfie vele anche la Domenica Sportiva, condotta da Paola Ferrari e Jacopo Volpi (7,93% e 889.000 spettatori). Bassini invece gli ascolti di Pressing Serie A (Rete 4): 3,43, 387.000 spettatori. Ma che succederà in futuro con le trasmissioni sportive non si sa. Stoppato il campionato molto probabilmente saranno fermate anche le trasmissioni.Sky, oltre 3 milioni di spettatori medi per Juventus-Interll match di Serie A, Juventus-Inter, trasmesso ieri dalle 20.45 su Sky Sport Serie A, Sky Sport Uno e Sky Sport 251, è stato seguito nel complesso da 3.003.567 spettatori medi, con il 10,6% di share e 4.594.355 spettatori unici.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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