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La storia riscritta: a Roma nel 1905 la prima gara di triathlon

ROMA – Due trafiletti che spuntano dalle pagine ingiallite di un giornale di inizio secolo (il ventesimo) potrebbero riscrivere la storia del triathlon.  Non c’è uno solo dei praticanti di questo sport in ogni angolo del mondo, che non conosca l’epopea della “prima volta”: quella scommessa tra amici sulla spiaggia di Honolulu, alle Hawaii, nel 1977. Ma in teoria la lancetta del tempo andrebbe spostata indietro di oltre settant’anni, precisamente nel settembre del 1905, e l’isola del Pacifico sostituita con Roma.

“Il triathlon è uno sport giovane” scrive l’enciclopedia Treccani raccontando la gara del 1977: il gruppo di uomini discuteva su quale fosse la prova più dura tra la Waikiki rough water swim (3,8 km a nuoto), la 112 mile bike race around Oahu (180 km in bicicletta), la Honolulu Marathon (42,195 km ovviamente di podismo), e l’ufficiale di marina John Collins propose di combinare le tre distanze in un’unica gara. “Quel giorno era nato il triathlon – si legge ancora nella Treccani – ed era nata la gara che ha fatto la leggenda di questo sport, l’Ironman delle Hawaii”. In realtà il termine triathlon era apparso per la prima volta tre anni prima nella newsletter del San Diego Track Club, mentre alcune cronache del 1920 parlano di prove multidisciplinari di nuoto, bici e corsa disputate in Francia.

Oggi il triathlon è disciplina olimpica (nella versione ‘classica’, cioè 1500 metri di nuoto, 40 km di bicicletta e 10 di corsa, ma esistono anche altre distanze omologate a partire dalla ‘sprint’ fino all’ironman), eppure le sue origini restano ancorate ad una nascita “inconsapevole” sulla spiaggia di Honolulu. Ed ecco perché, inconsapevolezza per inconsapevolezza, anche il settembre romano del 1905 può valere come data storica. Per l’esattezza domenica 17 settembre: “Ci telefonano da Roma, 17, ore 16 – scrive La Stampa in un colonnino tra le notizie sportive intitolato ‘Una gara polisportiva a Roma’  (recuperato dal Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento) – questa mattina ebbe luogo la corsa podistica ciclistica nautica in occasione dei festeggiamenti del 20 settembre (la Breccia di Porta Pia, ndr). La corsa si è effettuata sul seguente percorso: Porta Pia, via Nomentana, viale Pario, Tevere, via Flaminia. Gli inscritti (sic) erano 30. La partenza ebbe luogo alle 7 da Porta Pia, dovendosi compiere un tratto a piedi, un tratto a nuoto e un tratto in bicicletta. Giunsero: 1° Bitetti Olindo, della Podistica Lazio; 2° Pace Giuseppe, della Virtus; 3° Torchio Umberto, della Podistica Lazio; 4° Barghiglioni Carlo; 5° Torchio Alfredo. Il premio di rappresentanza – prosegue l’articolo – consistente in una fascia d’onore ed una medaglia d’oro ed una d’argento, fu dato alla Lazio”. La notizia viene ripubblicata tale e quale due settimane dopo nelle pagine de La Stampa sportiva, supplemento settimanale illustrato del quotidiano torinese.

Quella gara di inizio Novecento a Roma, antesignana del triathlonOlindo Bitetti, vincitore della gara di triathlon ante litteram, ha un posto speciale nella storia dello sport italiano: nato nel 1886, fu tra i pionieri che fondarono il 9 gennaio 1900 la Lazio (anche se, essendo poco più che tredicenne, non ne poté far parte giuridicamente da subito). Nel 1904 giocò nella formazione biancoceleste il primo derby calcistico della capitale contro la Virtus, successivamente militò nella squadra di pallanuoto, svolse vari ruoli dirigenziali nella Lazio (compresa la presidenza) e nello sport nazionale (tra l’altro, la presidenza della Federazione nuoto), fu giornalista del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport e direttore del Popolo. Le radici podistiche della Lazio (la squadra di calcio è parte della polisportiva, oggi una delle più grandi d’Europa) sono legate ad un altro nome mitico dello sport: Pericle Pagliani. Coetaneo di Bitetti (e compagno di staffetta nella Lazio), Pagliani segnò molti record italiani all’inizio del secolo, dai 10mila nel 1904 ai 5mila su strada l’anno successivo, ai 5mila nel 1908 quando vinse anche i campionati italiani di corsa campestre. Partecipò alle Olimpiadi di Londra nel 1908, quelle della leggendaria maratona di Dorando Pietri. Si racconta che fu proprio Pagliani, durante una gara a Carpi, a ispirare Pietri che, vestito da garzone, inseguì il podista laziale per buona parte della competizione.

Anche nelle altre due discipline di quel primo vagito di triathlon, la Lazio (che compirà 120 anni il prossimo 9 gennaio) vanta storie e personaggi mitici. Nei primi anni Cinquanta, ad esempio, nelle piscine spopola Carlo Pedersoli (poi attore di successo con il nome d’arte Bud Spencer), primo italiano sotto il minuto nei 100 stile libero e centroboa nella pallanuoto. E nel ciclismo è Fausto Coppi a vestire i colori della Lazio nel 1945: quasi un anno di competizioni e sei vittorie prima del ritorno alle gare della Bianchi, con al suo fianco anche il fratello Serse.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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