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    Riccardo Piatti parla del percorso di Jannik Sinner e su Zverev: ” pur di non perdere due volta da Jannik nel giro di tre settimane si sarebbe fatto tagliare una gamba”

    Riccardo Piatti in un’intervista a SuperTennis ha parlato di diversi argomenti. “A Colonia un po’ come a Roma e a Parigi sta incominciando il percorso ad alto livello Un percorso che va vissuto nel modo giusto perchè sarà così per tutta la carriera. Prendiamo la situazione qui a Vienna: lui è arrivato stamattina (ieri), si […] LEGGI TUTTO

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    Riccardo Piatti: “Super-staff da 25 persone per fare qualità. E parliamo tutti la stessa lingua”

    Alcuni dei nuovi arrivi nello staff del Piatti Tennis Center. Da sinistra: Lorenzo Vano, Max Phillips, Karim Perona e Riccardo Piatti

    La ricetta per restare al top? Crescere ogni giorno. Come sta facendo il Piatti Tennis Center, che invece di sedersi sugli allori dei risultati (da Roma a Parigi…) lavora per migliorare di continuo, sotto ogni aspetto. Il primo è la dimensione e la qualità dello staff tecnico, arrivato a contare la bellezza di 25 persone: un numero da record per una struttura con quattro campi, e che conferma la ferma volontà di garantire a chiunque transiti da Bordighera la più alta qualità possibile, sia negli allenamenti sia nell’accompagnamento alle competizioni. Significa che oltre ad arrivare di continuo nuovi talenti, in Riviera trovano spesso casa anche nuovi tecnici, italiani e non, che decidono di formarsi con quel metodo Piatti che tanti risultati ha dato e sta continuando a dare. Solo nelle ultime settimane sono giunti al PTC sei nuovi membri dello staff: il coach londinese Max Phillips, arrivato tramite la collaborazione con l’organizzazione internazionale Orange Coach; i maestri nazionali romani Alessandro D’Itri e Alessio Abbondanzieri (che è anche osteopata, e avrà perciò un doppio ruolo all’interno della struttura affiancando il dott. Marco Curti); l’istruttore Lorenzo Vano e il preparatore fisico Leandro Mosconi, che si aggiunge ai cinque già presenti a tempo pieno. Senza dimenticare la presenza per i prossimi tre mesi del coach spagnolo Karim Perona, uno che ha lavorato anche con due top-10 come Tommy Robredo e Flavia Pennetta, e in virtù dell’amicizia con Riccardo Piatti metterà quotidianamente la sua esperienza al servizio dei giovani del centro.

    Al di sopra delle new entry, e di tutti i coach già presenti da tempo a Bordighera, come da nuovo modello organizzativo inaugurato nel corso dell’estate resta la regia tecnica del centro, con i coach Riccardo Piatti, Cristian Brandi, Andrea Volpini e Luca Cvetkovic; Luigi Bertino per la parte organizzativa, Dalibor Sirola e Claudio Zimaglia per quella atletica e fisioterapica. “Noi – spiega Piatti – ci occupiamo di definire gli obiettivi a medio e lungo termine, di coordinare l’attività sia degli allenamenti sia di tornei e trasferte, e anche di formare nuovi allenatori. Poi ogni atleta ha il suo player coach, il quale fa riferimento a noi. Siamo aperti 360 giorni all’anno, e avere a disposizione uno staff così ampio ci permette di portare in ogni campo non più di due atleti per volta, sempre seguiti da almeno un head coach e da un paio di assistant coach. Ognuno di noi parla lo stesso linguaggio, e ciò fa sì che si possa svolgere sempre un lavoro di altissima qualità”. Lo stesso che regala risultati ogni settimana, e che in breve tempo ha portato il Piatti Tennis Center sulla mappa delle strutture più famose al mondo per diventare giocatori di tennis. LEGGI TUTTO

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    Nasce il “Modello Piatti”, sulle orme dell’Ajax. Così migliorerà l’efficienza del Tennis Center

    Riccardo Piatti (sinistra) e Luigi Bertino sono le “menti” del nuovo modello organizzativo del Piatti Tennis Center, che verrà inaugurato nel mese di settembre

    Mettere sempre l’atleta al centro, in tutto e per tutto. È la mission che ha accompagnato la nascita del nuovo modello organizzativo del Piatti Tennis Center, sviluppato dal direttivo della struttura di Bordighera nel periodo del lockdown. Un segnale forte: anche in mesi di difficoltà e distanza, Piatti e il suo staff hanno saputo trovare un’opportunità di crescita, lavorando duro per rispondere a una richiesta in costante aumento e con delle esigenze sempre più precise. “La continua crescita del numero di atleti che vuole allenarsi qui – spiega Luigi Bertino, direttore del Piatti Tennis Center – ha reso sempre più cruciale l’organizzazione del centro, pertanto ci siamo mossi di conseguenza”.
    Aiutati da una società di Bologna specializzata nelle consulenze aziendali, è stato stabilito ilmetodo, contenuti, tipologie di atleti e obiettivi. In primis quello di diventare una fabbrica di talenti che ambiscono all’élite del tennis mondiale, e da questi punti fermi è partito il processo per costruire un modello organizzativo adatto alle esigenze. Si chiama “modello Piatti”, plasmato sul metodo di lavoro e sulla filosofia messa a punto dal tecnico comasco in oltre 40 anni di carriera (e considerata un’eccellenza a livello internazionale), ed è stato sviluppato prendendo spunto da quello dell’Ajax Football Club, società calcistica tornata alla ribalta europea come modello virtuoso di crescita dei giovani. Il lancio ufficiale è previsto a settembre, ma il periodo di rodaggio è partito da un po’, e per rifinire gli ultimi dettagli resta ancora qualche giorno.

    “Il principio di base del nuovo modello – continua Bertino – è che ogni giocatore ha un suo coach di riferimento (player coach), che tuttavia deve avvalersi di tutte le professionalità del centro. Chiunque venga da noi deve avere la possibilità di sfruttare al meglio tutte le risorse a propria disposizione. Le abbiamo divise in sei aree: tecnica, tattica, di sviluppo della prestazione, fisico-atletica, mentale e medica, prevenzione. All’interno del Piatti Tennis Center, ognuna di queste aree ha una figura di riferimento specifica, così un giocatore e il suo coach sanno sempre a chi possono e devono rivolgersi per ogni area di competenza. Tutto il team è al servizio di tutti, ognuno secondo le proprie specificità”. Più nel dettaglio, i player coach si occupano del lavoro quotidiano dei giocatori a loro affidati, mentre è stata creata una regia tecnica che annovera le figure di massima esperienza del centro, chiamate a definire gli obiettivi, la programmazione e le scelte tecniche più importanti. Tutte queste figure lavorano a stretto contatto, dando grande importanza a feedback, valutazioni e confronto con l’obiettivo di consolidare i punti di forza identificando azioni di crescita e sviluppo. “Nel tennis – chiude Bertino – un modello organizzativo così strutturato non l’ho mai visto. Renderà il nostro lavoro ancora più efficace, e ci aiuterà a migliorare la comunicazione, fondamentale in una struttura come la nostra”. Per andare a regime serve il rodaggio, ma intanto il modello è stato varato. E promette di rivelarsi un’altra mossa vincente firmata Piatti Tennis Center. LEGGI TUTTO

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    Riccardo Piatti su Jannik Sinner: ““Jannik è migliorato tanto. Tanto, tanto. Bisognerà vedere come andranno i sorteggi e, come dicevo, ci saranno tanti fattori ad incidere ma di sicuro il suo livello oggi è alto”

    Riccardo Piatti e Jannik Sinner nella foto

    Da Supertennis apprendiamo un’intervista fatta a Riccardo Piatti che ha parlato di diversi argomenti.
    Capitolo Us Open e favoriti“Djokovic è il giocatore più concentrato sul tennis di tutti. Soprattutto in questo momento. Ha organizzato l’Adria Cup non perché voleva misurarsi con altri giocatori ma perché pensava di fare una cosa buona per tutti: la sua gente, i giocatori. Ha sbagliato ma in buona fede. Poi si è allenato per essere pronto. Nole è molto concentrato sul suo tennis anche perché può passare molto velocemente davanti a Federer in fatto di Slam vinti che è il suo obiettivo primario”.
    “No, non credo. Secondo me proprio Djokovic e Thiem sono i principali candidati alla vittoria degli US Open. Che poi sono gli stessi due giocatori che hanno fatto la finale agli Australian Open quest’anno. Secondo me utilizzeranno Cincinnati come torneo di allenamento. Thiem è migliorato molto durante il periodo della pandemia, si è allenato moltissimo, è in grande forma e quindi credo che i più titolati per giocarsi la finale siano proprio loro due. In assenza di Nadal e Federer bisognerà poi vedere tutti gli altri. Gli US Open sono un torneo molto lungo e faticoso. Possono incidere molto le condizioni climatiche, la lunghezza e la durezza delle partite ma Djokovic e Thiem hanno entrambi esperienza sufficiente per sapere come gestire tante diverse situazioni che si possono venire a creare. E non sto parlando solo delle partite ma anche di tutto quello che può succedere fuori dal campo. Può capitare di vincere un match 7-5 al quinto set in una giornata caldissima e dover recuperare mentre magari il tuo prossimo avversario ha vinto per rinuncia ed è freschissimo. Gente come Nole o Dominic è molto più avanti rispetto agli altri nella gestione di queste problematiche”.

    “Dietro di loro ci possono essere Medvedev, Tsitsipas, Berrettini. Medvedev appena è scoppiata la pandemia ha affittato una villa col campo da tennis e ha cominciato ad allenarsi come un pazzo. E’ partito forte troppo presto e dopo un po’ è scoppiato: una pandemia non sai mai quanto dura. Tsitsipas è sicuramente un altro pretendente. Matteo Berrettini può fare molto bene perché l’esperienza di aver fatto semifinale lo scorso anno lo aiuterà di sicuro. Sa che cosa deve fare per riuscire a giocare bene lì”.
    Capitolo Sinner“Jannik è migliorato tanto. Tanto, tanto. Bisognerà vedere come andranno i sorteggi e, come dicevo, ci saranno tanti fattori ad incidere ma di sicuro il suo livello oggi è alto. Bisognerà avere un po’ di pazienza e vedere se sarà anche un po’ fortunato: con un buon tabellone può fare qualcosa di veramente buono”.Questi sono momenti importanti per Jannik perché sono quelli in cui costruirà la sua carriera. E’ bene che si trovi a dover gestire problematiche sempre una diversa dall’altra. In questo periodo si è allenato bene e ha giocato con i giocatori più forti che c’erano a Monte-Carlo, Bordighera e dintorni: Wawrinka, Goffin, Berrettini, Tsitsipas, Medvedev, Khachanov. E in allenamento con questi sono state più le volte che ha vinto di quelle in cui ha perso. Per me l’ideale sarebbe che passasse attraverso tre o quattro partite difficili, con giocatori tosti di classifica medio-alta, per poi trovare un top player come questi con cui si è allenato. A quel punto potrebbe batterlo anche a New York. Sarebbe un buonissimo risultato. Se gioca al suo livello un buon risultato a New York è nelle sue corde”.
    “Sinner è migliorato tanto. Abbiamo lavorato tanto sul servizio, tantissimo sullo slice di rovescio, sul gioco al volo, sulla risposta al servizio. Ha abbreviato il movimento del diritto“Abbiamo lavorato su tutto. Tanto sul servizio, tantissimo sullo slice di rovescio, sul gioco al volo, sulla risposta al servizio. Ha abbreviato il movimento del diritto.Sul piano tattico abbiamo lavorato sulle percentuali di servizio, sui cambi di rotazione e di angolo. L’obbiettivo è cambiare sempre. E anche alla risposta è importante cambiare spesso.
    “Sulla seconda palla di servizio dell’avversario si può scegliere se stare vicino alla riga e anticipare o partire più indietro, a seconda della qualità del servizio dell’avversario. E poi è importante saper affrontare i diversi momenti di una partita. Un esempio: nell’esibizione di Berlino, contro Khachanov (partita che poi ha vinto n.d.r.), gli è successo due volte di perdere cinque punti di fila. A livello alto non si possono sbagliare 5 punti consecutivi sempre spingendo e rischiando. Se ne possono sbagliare due. Tre. Al quarto bisogna essere umili, mettere la palla in campo e vedere se l’altro è capace di farti il punto. Non deve per forza sempre essere lui a dover spaccare l’altro. Bisogna trovare il giusto bilanciamento. E’ chiaro che trovare questo equilibrio diventa più facile giocando tante partite. In questo periodo ha giocato tantissimi set e in allenamento fa tutto molto bene. Adesso spero che vada in America, trovi tante situazioni complicate e impari a risolverle. Un’altro momento molto importante per lui sarà quello dei tornei sulla terra battuta , perché c’è poco tempo per abituarsi e troverà sicuramente delle difficoltà. Voglio vedere come reagirà”. LEGGI TUTTO

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    Piatti Tennis Center | Cristian Brandi sarà ‘élite coach’. In quasi 40 anni, dai ‘Piatti boys’ a coordinatore

    Cristian Brandi (a sinistra) e Riccardo Piatti hanno iniziato a lavorare insieme quasi 40 anni fa. Prima di diventare colleghi, il coach comasco è stato allenatore dell’ex giocatore pugliese

    A fianco di Riccardo Piatti è diventato grande e ha trascorso la sua intera carriera, poi sempre con il coach comasco ha mosso i primi passi nel mondo dell’insegnamento. Infine, dal mese di giugno, Cristian Brandi è diventato anche il braccio destro del suo ex allenatore, al Piatti Tennis Center.
    Una novità che conferma come la realtà di Bordighera stia continuando a investire nella crescita del suo staff, per garantire degli standard sempre migliori. Contribuirà allo scopo la presenza a tempo pieno del brindisino classe 1970, con una carriera di tutto rispetto da giocatore (è stato numero 50 Atp in doppio) e un curriculum altrettanto valido da coach, con nomi come Marco Cecchinato, Filippo Volandri, Paolo Lorenzi, Thomas Fabbiano, Alessandro Giannessi e tanti altri nella lista dei giocatori passati sotto le sue cure. Brandi fa parte del Team Piatti fin dagli albori, ma si era sempre occupato di seguire direttamente un numero ristretto di atleti. Mentre ora, in qualità di ‘élite coach’, gli spetterà il compito di coordinare in prima persona l’intero lavoro del centro, con la collaborazione degli altri membri dello staff. “Riccardo puntava ad assegnarmi questo ruolo da un pezzo – spiega il 50enne pugliese –, e ho sentito che era il momento giusto per provarci, dopo quasi 40 anni a girare per il mondo. Tuttavia, viaggi a parte, il mio lavoro resta lo stesso: continuerò occuparmi della crescita dei ragazzi, cercando di dare a ognuno i mezzi per raggiungere il massimo delle proprie potenzialità. Sarò duro e attento: poter giocare a tennis è una fortuna, i ragazzi devono capirlo e metterci sempre la massima serietà. Chi si allena da noi sa di avere a disposizione tutto ciò che serve per esprimersi al meglio”.

    Il legame fra Brandi e Piatti è qualcosa di unico: Cristian era uno dei favolosi ‘Piatti Boys’, il quartetto di ragazzi che a fine anni ’80 diventarono giocatori professionisti di alto profilo sotto la guida del coach comasco, iniziando a testimoniare quelle qualità che avrebbero reso il loro mentore uno dei più celebri al mondo. Oltre trent’anni più tardi, e a quasi 40 dal primo incontro datato 1983 (a Riano, quando un Brandi 14enne fu convocato al Centro federale Fit), sono ancora uno a fianco all’altro, pronti per una nuova sfida. “A Riccardo – continua Brandi – mi lega un rapporto che va ben oltre l’aspetto professionale. Ho perso il padre da bambino e lui si è preso la briga di crescermi fin dai 14 anni. Mi ha seguito per l’intera carriera, e dopo che ho smesso è stato sempre lui ad affidarmi i primi giocatori da allenare, per capire se quella potesse essere la mia strada”. Brandi l’ha capito in fretta e, da lì, i due hanno lavorato insieme quasi senza soluzione di continuità. “È il mio punto di riferimento, lo è sempre stato e lo sarà sempre. Ormai sono oltre 16 anni che faccio questo mestiere – chiude –, ma Riccardo è già a quota 40. Significa che comunque ne sa sempre più di me”. Una stima reciproca che li unisce in un rapporto come se ne vedono pochi, ora a disposizione di coloro che da Bordighera provano a inseguire il sogno del professionismo. LEGGI TUTTO

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    Parlano Riccardo Piatti e Matteo Berrettini. Piatti ” Per il futuro di Jannik ho già in mente i nomi di alcuni allenatori da accostargli per farlo migliorare. L’obiettivo è l’atleta, non l’allenatore”

    Il coach di Jannik Sinner, Riccardo Piatti ha parlato nel corso di un’intervista su SportFace da Monte-Carlo dove si trova attualmente insieme a Jannik. “Voglio fare allenare Sinner con Nadal. Si è già allenato con Tsitsipas in questi giorni. Abbiamo lavorato molto sulle variazioni di ritmo, sulla rotazione di spalla sia al servizio, anticipando e […] LEGGI TUTTO

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    Emergenza Coronavirus: Bel gesto di Jannik Sinner e Riccardo Piatti. Sinner “Sono orgoglioso di essere italiano e sono orgoglioso della nostra unità”

    Jannik Sinner, insieme a Riccardo Piatti, hanno deciso di donare 12 mila e 500 euro alla fondazione Cesvi per aiutare le emergenze mediche nella città di Bergamo. “Tra le molte migliaia di italiani che hanno aiutato in questa crisi, vorrei applaudire i 250 volontari che si sono riuniti di recente a Bergamo per costruire un […] LEGGI TUTTO