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    Tc Crema sempre al top: partito il progetto con Marco Panichi, preparatore atletico di Djokovic

    Marco Panichi (destra) con Matteo Tognon (al centro, coordinatore tecnico del Tennis Club Crema) e Alessandro Cè, responsabile della preparazione atletica

    Dai muscoli di gomma di Novak Djokovic, numero uno del ranking mondiale e fresco di 22esimo titolo Slam all’Australian Open, a quelli carichi di speranze dei ragazzi del Tennis Club Crema, il passo può essere breve. Il collegamento è nel nuovo progetto lanciato dal circolo del presidente Stefano Agostino, che ha inaugurato un’ambiziosa collaborazione con Marco Panichi, il 58enne romano preparatore atletico del campione di Belgrado.
    Una figura di enorme esperienza che prima di approdare alla corte di Djokovic, seguito per un anno fra 2017 e 2018 e poi dall’estate 2019 a oggi, ha lavorato con numerosi tennisti di alto livello, fra i quali una buona fetta degli italiani più forti dell’ultimo ventennio. “La collaborazione – spiega Matteo Tognon, coordinatore tecnico del Tc Crema – nasce dall’idea di inserire delle consulenze nei nostri programmi, che possano avvicinare la scuola tennis all’eccellenza. Per questo ci siamo rivolti a un professionista di altissimo profilo: Marco è una persona fantastica, che condivide il suo sapere unendo tanta esperienza e grande umiltà”. Con Panichi è stato lanciato un progetto di un anno, che lo impegnerà sui campi del Tc Crema per tre o quattro volte, ciascuna per un paio di giorni come avvenuto fra lunedì e martedì. In più, l’accordo prevede anche sei settimane – la prima a febbraio – nelle quali a Crema sarà presente un suo collaboratore, che si occuperà di svolgere test fisici sulla progressione degli atleti.
    Ma non è tutto: al lavoro con Panichi è stata integrata la collaborazione con la moglie Manuela Caputi, mental coach che a sua volta collabora con Djokovic. “Insieme – continua Tognon – Marco e Manuela lavorano sul concetto di mente e corpo intesi come un’unica entità, con flessibilità ed equilibrio come pilastri. Il lavoro rimbalza costantemente fra questi due punti focali”. Come accennato, i ragazzi del settore full time del Tennis Club Crema hanno già avuto un primo assaggio del progetto fra lunedì e martedì, lavorando sia in aula con Manuela sia fra campo e palestra con Marco, accompagnato dal preparatore atletico del club Alessandro Cè. “Per i nostri ragazzi – dice ancora Tognon – sono state due giornate intense e stimolanti. Abbiamo iniziato con gli atleti del settore full time, ma l’obiettivo è che il progetto possa gradualmente portare effetti positivi su tutti gli allievi e anche sullo staff e i frequentatori”. Non a caso, è prevista la supervisione di Panichi sull’attività del preparatore atletico, affinché certi concetti possano essere portati avanti quotidianamente e a tutti i livelli. “Ognuno di noi – chiude Tognon – deve imparare ad aprire la mente ed essere sempre pronto ad attingere informazioni, per crescere e migliorare la propria professionalità. Tanto che per il futuro, se ce ne sarà la possibilità, non perderemo l’occasione di valutare altri progetti di questo genere”. LEGGI TUTTO

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    Piatti Tennis Center da record: quattro under 18 all’Australian Open, con Gianluigi Quinzi come coach

    Atleti e tecnici del Piatti Tennis Center in Australia. Da sinistra: Ela Nala Milic, Dragoljub Kladarin (preparatore atletico), Lorenzo Carboni, Andrii Zimnokh, Gianluigi Quinzi (coach) e Manas Dhamne

    Solamente dodici mesi fa il Piatti Tennis Center festeggiava la presenza, per la prima volta, di due talenti under 18 in un torneo juniores del Grande Slam, l’Australian Open.
    Un anno più tardi, invece, i ragazzi di base a Bordighera pronti a cimentarsi nel primo Major giovanile della nuova stagione sono addirittura raddoppiati, segno tangibile della crescita costante degli atleti del centro, in termini di numeri ma anche di qualità. Ad affrontare la trasferta australiana, che questa settimana li vede impegnati nel torneo di preparazione di scena a Traralgon, sono in quattro: la slovena Ela Nala Milic, il sardo Lorenzo Carboni, l’ucraino Andrii Zimnokh e l’indiano Manas Dhamne, reduce dal torneo Atp 250 di Pune, dove la scorsa settimana è diventato il primo giocatore nato nel 2007 a debuttare nel tabellone principale di un appuntamento del circuito maggiore, destando un’ottima impressione nell’incontro perso a testa alta contro lo statunitense Mmoh. Quattro atleti, provenienti da altrettanti paesi diversi a testimonianza della grande internazionalità del Piatti Tennis Center, accompagnati down under da coach Gianluigi Quinzi e dal preparatore atletico Dragoljub Kladarin. Per tre di loro sarà il debutto Slam: dalle qualificazioni (che si giocheranno sempre a Traralgon, il 18 e 19 gennaio) per Carboni e Zimnokh; direttamente dal main draw a Melbourne – da sabato 21 gennaio – per Dhamne. Nel tabellone principale anche la Milic, alla terza esperienza Slam dopo quelle di Wimbledon e Us Open della passata stagione.
    “Poter vantare quattro atleti in un torneo juniores del Grande Slam – dice Andrea Volpini, direttore sportivo del Piatti Tennis Center – è un traguardo molto interessante, del quale siamo felici. Per i ragazzi si tratterà di un’esperienza preziosa”. Già, perché giocare un Major, seppur giovanile, vuol dire vivere a contatto con le star della racchetta, il che si traduce nella possibilità di osservarle da vicino e provare a rubarne i segreti, per poi essere pronti per il salto fra i pro. “Il nostro obiettivo per il 2023 – continua Volpini – è di permettere a questi ragazzi di alzare il proprio livello di gioco. Per questo puntiamo a farli competere presto in tornei di categorie più alte, lasciando gli eventi under 18 per passare a Futures e Challenger. Contesti nei quali saranno obbligati a uscire dalla propria comfort zone e ad alzare il livello per avere delle possibilità. L’obiettivo, per la gran parte dei ragazzi che si allenano da noi, è di giocare nel corso dell’anno fra le 50 e le 60 partite, cifra necessaria per crescere”. Obiettivi di quantità e non di risultato, per non perdere il focus da ciò che davvero conta in ottica formativa. “Il torneo – dice ancora Volpini – è un mezzo per crescere, ma la competizione va bilanciata con l’allenamento. È per questo che nella programmazione di ciascun giocatore è ben definito il numero di settimane di allenamento e di quelle di torneo, che variano in base all’età. Un giusto bilanciamento fra le due è fra le chiavi per una buona stagione”. Sempre all’Australian Open ci sarà una traccia del Piatti Tennis Center anche nei tabelloni principali dei grandi, grazie a Roberto Bautista Agut e Lesia Tsurenko, che dalla passata stagione si allenano in Riviera. Nelle qualificazioni c’era invece Petra Marcinko, che nel 2022 a Melbourne vinse il titolo juniores. La stellina croata ha svolto la preseason sui campi di Bordighera. LEGGI TUTTO

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    CUPRA FIP Finals, Binaghi: “Un canale tv e investimenti su tecnici e giovani. Così faremo crescere il padel”

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel

    “L’inserimento del padel nella denominazione federale non deve essere formale ma sostanziale”. La conferenza stampa di presentazione delle CUPRA FIP Finals, evento in programma da oggi a domenica al Palasport Gianni Asti di Torino, per il presidente Angelo Binaghi rappresenta la prima uscita pubblica da presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel. Oltre che l’anno della nuova denominazione, il 2023 sarà anche l’anno delle novità, e di un’ulteriore svolta per questo sport. “Per renderlo ancora più popolare, stiamo costruendo la televisione del padel – spiega Binaghi –.
    Oltre a Supertennis, ci sarà Superpadel, un progetto in fase avanzata e già deliberato in Consiglio Federale. E poi, consapevoli comunque del gap con gli altri Paesi, vogliamo provare a vincere nel minor tempo possibile. Per questo, nel prossimo Consiglio Federale discuteremo un programma di investimenti nel settore tecnico e nel settore giovanile che raccoglie l’impostazione e le idee che hanno reso il tennis italiano protagonista nel mondo e lo trasporremo nel padel. Avremo un nuovo direttore tecnico, un’attività giovanile di base, un sistema di aiuti ai migliori giovani. Creeremo tutti i presupposti affinché gli italiani forti non siano ex tennisti ma siano giocatori che si formano nel padel fin da bambini”. E, in questo programma di crescita, i tornei del circuito CUPRA rivestono un ruolo fondamentale. “Perché consentono ai nostri giovani di fare esperienza e acquisire punteggio – prosegue Binaghi –. Dopo la Spagna, siamo la nazione che organizza più tornei di questo circuito al mondo. Ma è inutile parlare di numeri di questo sport, perché ogni volta che si studiano sono già travolti da altri numeri che testimoniano la crescita del padel. Fotografate la classifica dei migliori italiani e rivediamola tra tre anni…”. LEGGI TUTTO

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    Le due carriere di Duccio Castellano

    Duccio Castellano nella foto

    Duccio Castellano si definisce un curioso e anche grazie a questa caratteristica preziosa è riuscito ad avere due carriere, quasi due vite, altrettanto luminose. La prima come alto dirigente di banca in uno dei gruppi di settore più importanti d’Italia.
    La seconda come insegnante di tennis, percorso che l’ha portato anche alla qualifica di maestro nazionale FIT, ma soprattutto “educatore”. Curioso e studioso, nel secondo ambito andando alla scoperta delle più importanti accademie del tennis, partendo da quella di Sanchez e Casal: “Iniziai ad appassionarmi alla figura di insegnante di tennis – ricorda – quando cercai di introdurre mia figlia nel settore mandandola a lezione da un esperto di ottima fama. Il risultato non fu però esaltante e la ragazza mi riconsegnò la racchetta dopo quattro lezioni dicendomi che quel tipo di impegno non faceva per lei. Quasi per reazione e per la voglia di capire cosa non aveva funzionato scattò nel sottoscritto la passione per l’insegnamento, dopo trascorsi da giocatore che al massimo mi avevano condotto alla categoria di C2 e a fare qualche esperienza all’estero. Tra queste ricordo un torneo Open in Costa Azzurra nel quale al 1° turno affrontai il russo Chesnokov”. Girando e documentandosi, con l’ambizione di crescere ma l’umiltà di imparare da tutti, Castellano incontrò presso l’Accademia di Sanchez e Casal e durante una vacanza-studio, il cileno Pedro Rebolledo, che lavorava in struttura. Nacque una collaborazione con altri professionisti cileni dell’Accademia. “Intanto decisi – prosegue – di chiudere con la carriera di dirigente bancario e dopo soli tre giorni che ero a casa, a Bagnolo Piemonte, ricevetti una telefonata del presidente del Tennis Club Barge e così prese forma la mia prima esperienza come insegnante di tennis. Nel breve l’impegno diventò quadruplo, anche a Moretta, Villafranca e Vigone. Per accrescere la mia formazione nel poco tempo libero andavo ad assistere alle lezioni in alcuni dei club più importanti del Piemonte. Si presentò anche l’opportunità di gestire l’attività junior di alcune atlete di interesse nazionale ed internazionale”.
    La VTT nasce nel 2012 in collaborazione con altre figure professionali. Risale al 2013 l’inaugurazione dl Tennistadium e da quel momento in poi l’attività si è orientata sempre più verso la gestione delle ragazze professioniste: “Nel 2017 mi venne affidata la gestione di Camilla Rosatello, compito importante e stimolante. Sono riuscito a portarla al best ranking di n° 220 WTA con l’ingresso nel main draw di Roma passando dalle prequalificazioni. Ciò in abbinamento con la gestione di tutta la parte organizzativa della VTT. Occorre ricordare che nel 2010 era entrato a far parte della squadra Enrico Gramaglia che, lasciata l’attività agonistica, intraprese la strada dell’insegnamento”. Il progetto VTT intanto diventò sempre più assorbente: “Il sogno è quello di rendere ciò che facciamo simile a quanto viene svolto nelle più altisonanti Accademie del mondo. Credo che pensare in grande aiuti a centrare gli obiettivi. Nel frattempo la crescita di Enrico Gramaglia mi ha permesso di condurre una gestione più manageriale. La sua passione e propensione al lavoro gli hanno permesso di diventare un punto di riferimento sia tecnico che sotto il profilo gestionale. Ha fatto trasferte arricchenti come quella agli US Open e in Fed Cup e oggi è un professionista a tutto tondo al quale delego molte cose”. La filosofia di lavoro di Castellano e Gramaglia è quella di considerare i vari settori legati alla scuola tennis (bambini, agonisti e adulti) come dei veri e propri rami d’azienda: “Ogni giorno dobbiamo avere ben presente le entrate e le uscite, perché la nostra è una struttura privata che necessita di essere gestita come un’impresa a tutto tondo. Puntiamo molto sull’empatia con il cliente e sulla formazione dei giocatori del futuro, perfettamente allineati con i dettami della Federazione Italiana Tennis. L’organico della VTT oggi si compone di insegnanti di tennis, preparatori fisici, fisioterapisti, nutrizionista, osteopata, psicologa. Studiamo il mercato e analizziamo le esigenze del cliente. Siamo partiti con i corsi gratuiti per i bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni e i ritorni sono stati molto positivi. Credo e crediamo fortemente nel lavoro, per questo cerchiamo di soddisfare il cliente in toto mantenendo la struttura a disposizione per sette giorni su sette per dodici mesi l’anno. L’ultima novità è stata l’acquisto di una navetta per il trasporto dei bambini da scuola e non solo al Tennistadium, fornire loro il pranzo servito dalla gastronomia Mia di Saluzzo, farli studiare e dalle 17 farli entrare in campo per il tennis e la preparazione fisica. Un nostro punto di forza è “prima la scuola e poi l’attività motoria”. Accanto all’insegnamento alla base c’è anche molta attenzione ai primi approcci agonistici, per far accostare tutti all’agonismo in modo graduale: “Vogliamo, e qui parliamo dell’aspetto sociale del nostro impegno, dare a tutti, grandi e piccini, la possibilità di giocare. Il nostro centro possiamo definirlo una sorta di oratorio. Tra i complimenti più belli ricevuti cito sempre quello di una mamma che ci ha detto che il figlio a scuola va bene perché è motivato a venire da noi e divertirsi con lo sport”. Dietro l’angolo, nel 2023, il progetto di allargamento della struttura: “Un altro grande salto in avanti – chiude Castellano – perché ormai le richieste sono sempre maggiori e a volte non riusciamo a soddisfarle. Da un lato è fotografia della bontà del nostro lavoro, dall’altro dispiace non poter rispondere sì a tutte”. Ispirato dalla mamma 91enne e supportato dalla moglie che ne ha sempre condiviso le scelte, Castellano ed il suo staff sono pronti alle nuove sfide con il gusto innato del bello e della professionalità davanti a tutto. LEGGI TUTTO

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    Al Piatti Tennis Center arriva Luca Vanni: l’ex top-100 Atp entra nello staff dei maestri

    Andrea Volpini, direttore sportivo del Piatti Tennis Center (sinistra), con Luca Vanni, ultimo innesto nello staff di maestri del centro di Bordighera

    Quantità e qualità possono andare di pari passo. Lo prova da anni il Piatti Tennis Center, che continua a crescere in termini numerici e nel contempo eleva anche il valore dell’offerta, grazie a uno staff sempre migliore. L’ultima dimostrazione la fornisce il nome più recente integrato nel team: si tratta di Luca Vanni, ex top-100 della classifica mondiale Atp che ha detto basta all’attività professionistica nel 2021, con una finale nel Tour (nel 2015 a San Paolo), cinque titoli Challenger, svariati altri successi internazionali ma soprattutto quindici anni di esperienza accumulata in oltre 400 tornei in giro per il mondo. Da ora la metterà al servizio dei giovani. “Il nostro obiettivo – dice Andrea Volpini, direttore sportivo del Piatti Tennis Center – era di alzare ulteriormente il livello dei maestri, inserendo nel team un coach che avesse grande conoscenza del gioco sulla base di esperienze vissute sulla propria pelle. Ho pensato a Luca: ottima persona e professionista affidabile, con un’enorme passione per il tennis e altrettanta conoscenza di questo sport. È esattamente la figura che cercavamo per migliorare il supporto a quel gruppo di ragazzi che si stanno affacciando al mondo del professionismo, alternandosi fra l’attività juniores di alto livello e i primi tornei dell’Itf World Tennis Tour. Luca sarà sia impegnato nelle trasferte con i ragazzi sia a disposizione del centro”.
    In più, oltre al bagaglio di esperienze accumulate da “pro”, Vanni può mettere sul piatto anche gli insegnamenti della sua storia personale. “A 18 anni – continua Volpini – Luca era ancora in terza categoria. In un mondo nel quale vige la fretta e la voglia di arrivare, lui è l’esempio concreto di come, se si fanno le cose giuste e ci si allena come si deve, si riesce ad arrivare in alto anche più tardi. Il percorso è lungo e non è uguale per tutti”. Dopo il ritiro Vanni è subito passato dall’altra parte della barricata, seguendo per un anno Andrea Pellegrino, mentre ora è motivato per la nuova esperienza. “A Bordighera – dice il 37enne di Foiano della Chiana (Arezzo) – ho trovato un ambiente davvero stimolante, nel quale si lavora sodo e c’è grande spirito di squadra. Qui i maestri insegnano, ma allo stesso tempo imparano. Trascorrendo ore e ore in campo, a grande intensità, si cresce costantemente. Nella mia prima settimana di impegno ho toccato con mano il funzionamento di un centro come questo, iniziando a capire quali sono i punti cardine del metodo Piatti, quindi quali concetti trasmettere e come trasmetterli. Credo di poter essere d’aiuto ai ragazzi dal punto di vista della gestione delle partite, delle emozioni e di tutto ciò che ruota attorno ai tornei”. Aspetti che un ex giocatore conosce meglio rispetto a chi non ha vissuto certe esperienze. “Spero – chiude Vanni – di riuscire a trasmettere a pieno il mio vissuto, con l’obiettivo di diventare un allenatore ancora migliore rispetto al giocatore che sono stato”. È nel posto ideale per riuscirci. LEGGI TUTTO

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    La FIT cambia nome: è nata la Federazione Italiana Tennis e Padel

    È nata oggi a Firenze la Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP). Lo ha deciso la sessantesima Assemblea Nazionale della Federtennis, riunitasi in sessione straordinaria presso l’Hotel Hilton Metropole di Firenze. La decisione sarà adesso sottoposta al vaglio della Giunta Nazionale del CONI: se approvata, la nuova denominazione inizierà ad essere utilizzata a partire dal 1° gennaio 2023.
    Non è un caso che l’Assemblea si sia riunita in questa città. Fu proprio a Firenze che, il 16 maggio 1910, mosse i primi passi la Federazione Italiana Lawn Tennis, che allora contava su 26 affiliati, il cui nome fu modificato nel 1933 con l’abolizione della parte in lingua inglese. La proposta di modifica dello Statuto con l’introduzione del nuovo cambio di denominazione è stata presentata ai delegati di tutte le società affiliate alla FIT, ad oggi diventate 3.734*, dal Presidente Angelo Binaghi ed è stata approvata all’unanimità. Erano presenti 1.527 circoli, pari al 49,9%, che esprimevano 2.021 voti, pari al 54,8% del totale.
    Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis:“Inizia una nuova era. La proposta approvata oggi non è una semplice modifica cosmetica ma significa visualizzare in maniera chiara un mutamento epocale già in atto: infatti, la nuova denominazione rappresenta un segnale forte di riconoscimento della travolgente crescita del padel, frutto dell’entusiasmo di chi lo gioca e delle società sportive che lo gestiscono e lo promuovono.Oggi il padel ha in Italia oltre ottocentomila praticanti – 3,1 milioni quelli del tennis, tanto per dare un ordine di grandezza – con un bacino potenziale che supera i due milioni** mentre la Federazione ha quasi settantamila tesserati*** per questo sport, fra agonisti e non agonisti. Soprattutto, ha un potenziale di crescita enorme, in particolare fra i giovani: se si tiene conto del coefficiente di crescita che il padel ha avuto e che anche nei prossimi anni è stimato intorno al 20-25% annuo, si capisce come queste due discipline nel medio periodo dovrebbero arrivare ad equivalersi da un punto di vista numerico. Oggi è quindi doveroso dare piena dignità al padel all’interno della nostra organizzazione.
    Sul piano internazionale, vogliamo ribadire la nostra volontà di collaborazione con l’International Padel Federation (FIP), l’organismo che gestisce questo sport a livello mondiale e lo ha portato a diventare la disciplina col più alto trend di crescita.Infine, ci tengo a sottolineare come il cambio di denominazione non prefiguri alcuna soluzione di continuità nella vita della Federazione, che rimane e rimarrà quella che è oggi”.
    *Dato al 5 ottobre 2022**Dati ottobre 2021, studio Ergoresearch per FIT***Dato al 31 dicembre 2021 LEGGI TUTTO

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    Piatti Tennis Center: I “pro” trovano aiuto

    Ernests Gulbis (destra) con Dragoljub Kladarin, preparatore fisico del Piatti Tennis Center. L’ex top-10 lettone è uno dei tennisti professionisti di base a Bordighera

    Da una parte ci sono i giovani, che al Piatti Tennis Center ci lavorano per porre le fondamenta del proprio futuro e nelle ultime settimane si sono messi spesso in evidenza in alcuni dei più importanti tornei internazionali juniores. Dall’altra, invece, ci sono i tanti professionisti già affermati che a Bordighera si presentano a ripetizione per delle consulenze, avendo individuato nel centro la struttura ideale alla quale appoggiarsi. Solo nel mese di aprile la già lunga lista di “pro” che hanno chiesto aiuto al team di Riccardo Piatti si è arricchita di altri tre nomi di spessore, capeggiati dalla baby star Emma Raducanu. La 19enne britannica, vincitrice dell’ultimo Us Open, è transitata da Bordighera per conoscere il team Piatti e le metodologie di lavoro del centro, poi ha passato la palla ad altri due big della racchetta. Prima è stata la volta dello spagnolo Roberto Bautista Agut, numero 19 Atp, giunto in Riviera per recuperare dal problema al polso che l’ha costretto a rinunciare ai tornei di Monte-Carlo e Barcellona e per prepararsi a dovere per la parte più importante della stagione sulla terra battuta. In seguito è toccato invece a Milos Raonic, il canadese che nel 2016 sotto la guida di Piatti arrivò in finale a Wimbledon e al numero 3 del mondo, e sembrava pronto per risultati ancora più importanti. Poi una lunga serie di guai fisici l’ha frenato, tanto che nel circuito non si vede da agosto, ma non ha perso la voglia di riprovarci e per farlo ha chiesto aiuto al suo vecchio allenatore, per una settimana di test atletici e di lavoro in campo.
    “Tutte queste visite – dice Luigi Bertino, direttore del Piatti Tennis Center – confermano la nostra vocazione: il centro è nato come base per i giovani che desiderano intraprendere il percorso professionistico, ma anche come struttura in grado di fornire ai tennisti già affermati dei servizi d’eccellenza sotto tutti i punti di vista: tecnico, atletico, fisioterapico, medico e mentale. Il fatto che sempre più giocatori decidano di affidarsi a noi per delle consulenze è la prova della qualità di ciò che offriamo, senza dimenticare coloro che si allenano qui a tempo pieno”. L’allusione è a Marta Kostyuk, alla new entry Lesia Tsurenko ma anche all’ex top-10 Ernests Gulbis, che ha scelto Bordighera nel periodo della preparazione e da allora è diventato un habitué. Con loro, come accennato, tanti giovani protagonisti a livello internazionale: solo nelle ultime settimane Lorenzo Ferri ha vinto due degli appuntamenti storici del calendario juniores italiano, gli Itf under 18 di Grado 2 di Firenze e Salsomaggiore Terme (dove Giacomo Nosei è arrivato in finale nel doppio), mentre a soli 14 anni Tyra Grant si è imposta fra le under 18 a Delray Beach, in Florida. E non è tutto: Filippo Garbero ha conquistato a Tirana (Albania) un torneo Tennis Europe under 14 e la sedicenne Ela Nala Milic è arrivata in finale nel prestigioso Itf under 18 di Grado 1 di Beaulieu-sur-Mer (Francia), partendo addirittura dalle qualificazioni. Risultati che certificano la crescita di ciascuno di loro e anche il valore di un metodo che funziona sempre meglio, sia con chi campione lo è già sia con coloro che desiderano diventarlo. LEGGI TUTTO

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    Federico Bertuccioli vince l’Open di Riccione senza cedere un set “partiremo per Antalya per i primi appuntamenti del circuito Future ITF”

    Federico Bertuccioli nella foto

    Saluta il 2021 nel migliore dei modi, con un successo, la Galimberti Tennis Academy. Federico Bertuccioli si è infatti aggiudicato il torneo nazionale Open di Natale del Tennis Club Riccione, il 3° memorial “Piero Serafini”, dotato di 4.000 euro di montepremi.
    E’ stato un percorso netto da applausi quello del 23enne pesarese (classifica 2.3), settima testa di serie, capace di alzare il trofeo senza lasciare per strada alcun set. Sotto gli occhi di coach Giorgio Galimberti, Bertuccioli ha esordito negli ottavi sbarazzandosi per 64 62 del 2.4 bolognese Fabio Mercuri, nei quarti ha fatto suo con il punteggio di 63 62 il “derby” con il compagno di allenamenti Andrea Picchione (2.2), secondo favorito del tabellone, in semifinale sul 5-0 in suo favore ha avuto via libera per il ritiro per infortunio di Luca Marco Casanova (2.5), per poi coronare la sua settimana perfetta regolando 63 62 il 2.4 sammarinese Marco De Rossi.
    In una partita di notevole livello tecnico Bertuccioli ha subito allungato sul 2-0, è stato ripreso, ma poi molto determinato e sempre alla ricerca del punto con il suo tennis fatto di continue accelerazioni dal 3-3 ha messo la freccia incamerando il set. Nel secondo parziale sul 2-2 il pesarese, che difende i colori del Ct L’Aquila, ha strappato il servizio al davisman sammarinese. L’incontro finisce in pratica qui e l’allievo della Galimberti Tennis Academy vola sulle ali di una grande fiducia chiudendo dopo un’ora e 20 minuti.“Sono molto contento del risultato ma soprattutto del livello di gioco che sono riuscito ad esprimere – sottolinea Bertuccioli – Il mio rendimento è andato in crescendo giorno dopo giorno e ho avuto ottime sensazioni. Abbiamo quasi concluso la preparazione off-season e questo torneo era un banco di prova importante, da cui esco con ulteriore fiducia nei miei mezzi e convinto che siamo sulla strada giusta. Ora disputerò un altro Open a Padova, poi partiremo per Antalya per i primi appuntamenti del circuito Future ITF”. LEGGI TUTTO