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    F1, Alonso: “A Monza ci aspettavamo qualcosa in più, speriamo in Singapore”

    ROMA – Il Gran Premio d’Italia non è andato come in casa Alpine ci si aspettava. Mentre Fernando Alonso ha raccolto uno zero per problemi alla power unit, a Esteban Ocon – complice la penalità – non è infatti riuscita la rimonta ed è finito undicesimo. Al termine di questo sedicesimo weekend di Formula 1, è lo spagnolo a prendere la parola ai microfoni del Circus e afferma: “C’era qualcosa che non andava nel motore. Ci è mancato il dispiego della potenza e la velocità sui rettilinei è venuta meno. È stato difficile lottare, poi abbiamo dovuto ritirarci. Vediamo se possiamo usare questo motore per le prossime gare e vediamo se a Singapore possiamo tornare al nostro miglior livello”.
    Le parole di Ocon
    Zero punti anche da Ocon, che è arrivato dietro alla Alfa Romeo di Guanyu Zhou. “Ci è mancato poco e questo è sicuramente molto frustrante. Ero più veloce delle macchine davanti a me, ma non c’erano abbastanza giri. Poi la safety car è entrata in pista proprio sul più bello”, ha detto il francese. Che poi conclude: “Senza la mia penalità saremmo finiti a punti. È difficile da mandare giù, ma torneremo più forti di prima”. LEGGI TUTTO

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    Vettel e la polemica contro Mattarella: che autogol!

    TORINO – Vettel, che brutto autogol! Se la prende con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, usando toni a dir poco ineleganti. Riassumiamo i fatti: domenica scorsa a Monza, prima del GP, c’è stato il sorvolo delle Frecce Tricolori, che hanno “scortato” il nuovo Airbus di ITA, la nuova compagnia di bandiera italiana. Aereo dedicato a Enzo Ferrari e che recava il logo celebrativo dei 100 anni dell’Autodromo di Monza. A Vettel, che ha sposato una linea ecologista dura e pura, la cosa non è piaciuta.
    IDEE – Su questo non c’è nulla da dire, ognuno ha le proprie idee. Ma sostenere (chissà chi glielo ha detto) che il sorvolo sia stato voluto da Mattarella in persona, che “ha circa 100 anni, quindi forse è difficile per lui lasciare andare questo tipo di cose legate all’ego” è davvero ridicolo, oltre che irriguardoso. A parte il fatto che Mattarella di anni ne ha 81, non si può parlare del Presidente in questi termini, per rispetto della carica istituzionale e per rispetto della persona e della sua storia.
    EFFICIENZA – Infine: nonostante l’efficienza dei motori della Formula 1 (non un merito di Vettel, peraltro), è chiaro che guidare auto da corsa non è esattamente un’attività “eco” (e poco importa che lui si muova in bicicletta o in monopattino). Forse sarebbe più coerente smettere, come infatti farà a fine stagione. Ma, sospettiamo, più per scarsi risultati e ancora più scarsa motivazione agonistica, che per essere “eco”. Sic transit gloria mundi. LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton: “Regole rispettate a Monza, non come Abu Dhabi”

    ROMA – “Non sono arrabbiato per il finale della gara perché queste sono le regole. Solo una volta nella storia non si sono seguite le regole, come invece hanno fatto oggi. Lì hanno cambiato il risultato del campionato. Ma è andata come è andata“. Alla fine delGran Premio d’Italia, chiuso con in pista ancora la safety car, Lewis Hamilton spiega a “Sky Sports” il suo punto di vista sulla scelta della FIA, che tanto ha scontentato la Ferrari. Stesso episodio (safety car sul finale), ma gestione diversa per il finale della Formula 1 2021 ad Abu Dhabi, dove Lewis Hamilton ha perso l’occasione di vincere l’ottavo titolo mondiale. Ed è a questo che il sette volte iridato si riferisce quando parla al termine della tappa di Monza.
    Le parole di Hamilton
    Resta però l’amaro in bocca per un finale soffocato, con Hamilton che poteva sfruttare questa chance per ambire a qualcosa di più del quinto posto. “Lottare fino alla fine? Sì chiaro, mi sarebbe piaciuto – risponde il pilota Mercedes. Chi mi stava dietro aveva gomme fresche, non so se avrei potuto lottare davanti con Sainz, ma ci avrei sicuramente provato. Tutto questo però mi riporta alla memoria dei ricordi”, ha poi concluso Hamilton, dimostrando come la gara del 2021 sia rimasta una ferita aperta per lui. LEGGI TUTTO

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    F1, De Vries: “Sto sognando, un grande grazie alla Williams”

    ROMA – “Sto sognando? Nona posizione al mio debutto in Formula 1!”. Sembra quasi non crederci Nyck De Vries, che alla sua prima gara nel massimo campionato è andato a punti nel Gran Premio d’Italia, sull’asfalto storico dell’Autodromo nazionale di Monza. L’olandese si è infatti trovato all’ultimo momento a essere chiamato dalla Williams per il ricovero per appendicite di Alexander Albon. Una volta calibrata la vettura, De Vries ha condotto la gara rimanendo dietro a Pierre Gasly ed è arrivato nono alla bandiera a scacchi.
    Le parole di De Vries
    Dalla sua l’olandese ha poi avuto la fortuna di esordire in una pista che favoriva la casa britannica. Tuttavia, De Vries è stato bravo a non commettere errori. “Ci vorranno un paio di giorni – continua il campione del mondo di Formula 2 ed E sui social – prima di realizzare tutto questo. Dal profondo del mio cuore un grande grazie a ogni singola persona che ha reso questo possibile”. De Vries ringrazia poi anche gli appassionati della Formula 1, che davanti alla gestione della safety car da parte della FIA lo hanno eletto pilota del giorno. LEGGI TUTTO

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    F1, verdetto amaro per Hamilton: dopo 11 anni è fuori dalla lotta mondiale

    ROMA – Oltre a quelli riguardanti Ferrari e Red Bull, c’è un altro grande verdetto che scaturisce dal Gran Premio d’Italia:Lewis Hamilton non potrà diventare campione del mondo. I punti da Max Verstappen, dopo la sedicesima tappa della Formula 1, sono infatti diventati 167, una distanza incolmabile anche se il britannico dovesse arrivare primo in tutti i Gran Premi (compresa la gara sprint in Brasile) con tanto di giri veloci e ritiri da parte dell’olandese. Un verdetto negativo storico per Hamilton, che si ritrova così fuori dai giochi mondiali a sei gare dalla fine: non accadeva dal 2011, quando il pilota correva per la McLaren e non era ancora scattata l’era ibrida.
    Il duello con Schumacher
    Con la matematica che ha azzerato le chance mondiali Hamilton, la Mercedes non può fare altro che certificare il fallimento di un progetto, quello del 2022, che già dalle prime gare era evidente. Ferrari e Red Bull si sono spartite le sedici tappe finora disputate, lasciando solo podi alla casa di Brackley, ancora alla ricerca di una prima vittoria stagionale. In ballo per Hamilton c’è poi la statistica degli anni consecutivi in Formula 1 con almeno un trionfo in una gara. Al momento il sette volte campione del mondo è appaiato a quota 15 con Schumacher. Se Hamilton non dovesse vincere nelle restanti sei tappe, questa striscia positiva, che continua dal 2007, si interromperà, impedendo il sorpasso sul tedesco. LEGGI TUTTO

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    F1, Monza non avrebbe meritato un finale anestetizzato

    MONZA – Quel che stupisce e lascia l’amaro in bocca, ripensando al finale “addormentato” del GP di Monza, è che la Fia ha passato tutto l’inverno a riflettere sugli errori di Abu Dhabi. E con essa anche tutti gli altri soggetti del “sistema Formula 1”, tutti a chiedersi come evitare che situazioni critiche (ma non imprevedibili) vengano governate male, nei modi e nei tempi. Poi, alla prima occasione in cui bisogna collaudare le nuove procedure, ecco il naufragio. Intendiamoci: la Red Bull ha una tale vantaggio che Max Verstappen ha meritato comunque di vincere e avrebbe vinto in ogni caso, con Safety Car o senza. Ma perché privare il pubblico pagante (pagante tanto, perché i biglietti sono costosi) di un finale combattuto? La battaglia in pista la vogliono i tifosi, ma anche i piloti e le squadre, la vogliono gli organizzatori del Mondiale (Liberty Media) e gli organizzatori locali (in questo caso, principalmente si parla di Aci nazionale). Perché è stata evitata?

    TRATTORE – In questi casi, in genere, la Fia parla di sicurezza. Un tema giusto, la sicurezza va perseguita sempre e comunque. Ma un trattore in pista per togliere un’auto ferma, sia pure con la gara neutralizzata, non è granché sicuro, diciamolo. Meglio una bandiera rossa, allora. Oppure, banalmente e semplicemente (ma quant’è difficile a volte fare le scelte più facili…), darsi una bella svegliata, nel senso di velocizzare le procedure. Ma è andata così e sinceramente, dopo tre giorni di spettacolo e una straordinaria pole di Leclerc al sabato, Monza non avrebbe meritato un finale così. LEGGI TUTTO

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    Gp Italia, la replica della Fia: “La priorità è la sicurezza”

    MONZA – Tra i protagonisti del Gran Premio d’Italia, sedicesimo appuntamento del mondiale di F1, spicca sicuramente la Fia. La gara si è infatti conclusa sotto regime di Safety Car in seguito alle decisioni prese dopo che Daniel Ricciardo aveva parcheggiato la sua McLaren a bordo pista. Tra ritardi, decisioni controverse e svariati errori, alla fine il pubblico di Monza è stato privato di una conclusione regolare ed ha assistito il trionfo di Verstappen davanti a Leclerc senza che quest’ultimo potesse far nulla. Ciò ha ovviamente sollevato molte critiche, che la Fia ha subito allontanato.
    La Fia contro le critiche
    Attraverso un portavoce, la Fia ha spiegato: “La gara si è conclusa sotto Safety Car, come previsto dalle procedure concordate tra Fia e tutti i team per due motivi: innanzitutto, la nostra priorità è che l’operazione di recupero si svolga in totale sicurezza; inoltre, l’incidente non era sufficientemente significativo da richiedere la bandiera rossa. La durata della Safety Car non c’entra nulla con la procedura. Sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per riprendere la gara, ma i commissari non sono riusciti a spingere la vettura nella strada di fuga” si legge ancora. LEGGI TUTTO