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    Dalla Magia delle ATP Finals di Torino alla Passione della Coppa Davis a Malaga. Domani si parte con i quarti di finale. Italia in campo giovedì alle ore 10

    La squadra italiana di Davis Cup

    Dopo le emozioni vissute a Torino, con la finale tra Jannik Sinner e Novak Djokovic al Pala Alpitour, il mondo del tennis si sposta ora in Spagna, per la Final 8 dell’edizione numero 111 della Coppa Davis. La prestigiosa competizione si svolgerà dal 21 al 26 novembre e sarà trasmessa in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW oltre che su SuperTennis e Rai.Tutti gli occhi saranno puntati sull’Italia, guidata da Filippo Volandri, che cercherà di ripetere l’impresa del 1976, anno in cui conquistò per la prima e unica volta l’ambita insalatiera. Gli azzurri affronteranno la sfida contro l’Olanda di Van De Zandschulp e Griekspoor, giovedì alle ore 10. Sullo sfondo, si profila la possibilità di una semifinale contro la Serbia di Djokovic.
    Dall’altro lato del tabellone, i campioni in carica del Canada si confronteranno con la Finlandia. L’ultimo quarto di finale vedrà sfidarsi la Repubblica Ceca contro l’Australia.
    Calendario delle Finals della Coppa Davis
    QUARTI DI FINALE– Canada 🇨🇦 – Finlandia 🇫🇮Martedì 21 novembre, ore 16
    – Repubblica Ceca 🇨🇿 – Australia 🇦🇺Mercoledì 22 novembre, ore 16
    – ITALIA 🇮🇹 – Olanda 🇳🇱Giovedì 23 novembre, ore 10
    – Serbia 🇷🇸 – Gran Bretagna 🇬🇧Giovedì 23 novembre, ore 16
    SEMIFINALI– Canada o Finlandia 🇨🇦🇫🇮 vs Repubblica Ceca o Australia 🇨🇿🇦🇺Venerdì 24 novembre, ore 16
    – ITALIA o Olanda 🇮🇹🇳🇱 vs Serbia o Gran Bretagna 🇷🇸🇬🇧Sabato 25 novembre, ore 16
    FINALE– Vincitore Semifinale 1 vs Vincitore Semifinale 2Domenica 26 novembre, ore 16 LEGGI TUTTO

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    Coppa Davis, quante chance di trionfo ha l’Italia?

    La squadra italiana di Davis Cup

    Dopo il 6-4 6-3 rifilato a Leo Borg da Matteo Arnaldi e grazie al concomitante successo di Sonego su Ymer, le possibilità dell’Italia di arrivare in fondo alla massima competizione mondiale per nazionali di tennis maschile passano innanzitutto per la sfida contro l’Olanda. Appuntamento all’indoor del Martin Carpena, a Malaga, dal 23 al 26 novembre 2023. Gli azzurri arrivano alle Finals con determinazione, grazie anche al rientro di Sinner e alle nuove leve come Arnaldi. In forse Matteo Berrettini. L’Italia spera di proseguire l’ottimo cammino verso la finalissima, come confermato anche dai pronostici tennis sulla Coppa Davis, che puntano sul successo azzurro.
    Nel girone all’italiana gli azzurri si sono inchinati al Canada (totale 3-0), recuperando nei match contro Cile (3-0) e Svezia (2-1). Fondamentale il match contro gli scandinavi che è valso la qualificazione ai quarti. Ininfluente la sconfitta nel doppio di Musetti – Bolelli (6-4 6-7 8-10), prezioso invece il doppio successo nei singoli di Arnaldi (6-4 6-3) e Sonego (6-4 6-4). “Non cambierei nulla, abbiamo fatto più che il massimo” ha dichiarato Volandri subito dopo la qualificazione di settembre alle Finals. “Il click mentale è arrivato dopo il doppio perso con i canadesi, quel 3-0 ci è servito. Ci stiamo abituando a passare dalle difficoltà, a riacciuffare i match dai capelli. Il merito è della disponibilità dei ragazzi. Sono contento al 99%, il 100% lo raggiungeremo nelle prossime sfide”.
    Adesso testa a Malaga contro gli Orange. Volandri ha scelto chi giocherà i quarti: confermati Musetti, Arnaldi, Sonego e Bolelli. Out Berrettini e Fognini. Ma nulla è escluso. “Matteo? Monitoreremo i progressi nelle prossime settimane” ha dichiarato il CT della nazionale. “Sta lavorando duramente per recuperare al 100%: per lui, come per tutti gli altri, vale appunto il criterio generale di selezione, basato sulle garanzie fisiche e tecniche che si possono fornire”. Rientra ovviamente anche Sinner, che aveva saltato la fase a gironi a Bologna. Gli azzurri si presentano in Andalusia con quattro “singolaristi” e un doppista (Bolelli). “Questa è la squadra che al momento dà maggiori certezze”, ha detto Volandri.
    Occhi puntati su Jannik Sinner, in crescita esponenziale negli ultimi mesi e fresco vincitore dell’ATP 500 di Vienna “Non abbiamo mai avuto nella storia un giocatore che a 22 anni è stato n° 4 della Race. L’obiettivo di Jannik è quello di arrivare nel medio termine tra i primi tre del mondo, e il nostro obiettivo è di avere un giocatore che possa vincere tutti i tornei più importanti del mondo”, ha dichiarato il presidente della Federazione Tennis italiana, Angelo Binaghi. Parole di elogio per l’altoatesino anche dal CT azzurro. “Chi è superiore a Sinner in questo momento? Solo Novak Djokovic. Perché lui ha un’esperienza talmente grande che sa gestire qualsiasi tipo di situazione. Jannik però si sta costruendo delle certezze, frutto dei risultati e di un fisico diverso dall’anno scorso. Un progresso in tutti i fondamentali”. Adesso, dopo la seconda vittoria consecutiva contro Medvedev, Sinner punta al Masters 1000 di Parigi-Bercy, alle ATP Finals e alla Coppa Davis, confermando il suo momento d’oro.
    Adesso in Coppa Davis tutto dipende dai tre match contro gli olandesi, che nel girone all’italiana hanno battuto Finlandia (2-1) e Stati Uniti (2-1); unica sconfitta quella con la Croazia (2-1). Per gli azzurri sarebbe fondamentale vincere i due singoli in apertura per evitare una pericolosissima sfida decisiva nel doppio contro Koolhof e Middelkoop. Insomma, meglio farlo subito con gli Orange, perchè se c’è un punto di forza nella nazionale di Paul Haarhuis, quello è proprio il doppio, con il numero 4 al mondo, campione quest’anno a Wimbledon, Wesley Koolhof, e un compagno affidabile come Matwé Middelkoop, 40enne e 34° del ranking. La via più sicura è battere i singolaristi Tallon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp. L’operazione è alla portata dei nostri. Ma è meglio non sottovalutare gli Orange.
    Dopo le eliminazioni della Spagna e degli Stati Uniti, orfane di Carlos Alcaraz e di Taylor Fritz, a completare il tabellone delle Finals ci sono altre sei formazioni concentrate in tre gare: Canada – Finlandia, Repubblica Ceca – Australia e Serbia- Gran Bretagna. Il successo contro l’Olanda consentirebbe agli azzurri di affrontare, nell’eventuale semifinale, proprio una tra la Gran Bretagna di Andy Murray e la Serbia di Novak Djokovic, una sfida che si annuncia tra le più attese dei quarti. “Finita la stagione dei tornei del Grande Slam, la Coppa Davis è una mia priorità”, ha dichiarato Nole alla stampa internazionale. “Per me è un onore giocare in rappresentanza del mio Paese e quindi per me le motivazioni sono molto alte”. Novak fa sul serio e la Serbia resta un pericolo per tutte le nazionali che giocheranno le Finals. Le possibilità che gli azzurri possano giocarsela proprio contro l’ex detentore di Wimbledon sono altissime. Per i bookie Italia e Serbia sono le favorite: entrambe a 4.00, assieme anche all’Australia. Gran Bretagna a 6.00, Australia a 33.00. LEGGI TUTTO

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    Billie Jean King: “Il tennis ha bisogno di un campionato del mondo a squadre, una Davis con uomini e donne”

    Billie Jean King

    Davis Cup, Billie Jean King Cup, ora la United Cup… il tennis e le competizioni nazionali a squadre da molto tempo vivono in acque agitate. Se da un lato il pubblico ama e segue con passione la propria nazionale tennistica, dall’altro la stagione dei due tour Pro è così ingolfata e ingarbugliata in un susseguirsi continuo di tornei – con spostamenti tra continenti davvero poco logici – che rendono la convivenza tra le due entità alquanto problematica. Ovviamente il tennis resta la disciplina individuale per eccellenza, quindi sono le competizioni a squadre a “soffrire”, con spazi in calendario ristrettì, tanti problemi e assenze pesanti. Soluzione? Difficile, molto difficile. ATP e WTA hanno firmato un protocollo per aiutare Davis e BJK Cup, ma solo intervenendo pesantemente sul calendario stagionale, in modo da consentire spazi adeguati ai due eventi, le cose potrebbero davvero migliorare.
    Il dibattito è continuo, spesso piuttosto animato, con pareri contrastanti da parte di giocatori, tecnici, ex campioni, sponsor e via dicendo. Autorevole e interessante l’idea di Billie Jean King, monumento del tennis femminile, vera anima e motore delle lotte per l’uguaglianza di diritti e compensi tra uomini e donne. Secondo l’ex campionessa Slam (ne ha vinti ben 39 in tutte le varie competizioni!), la via maestra sarebbe quella di creare un vero e proprio campionato del mondo, magari sotto il nome più storico – Davis Cup – che unisca le nazionali maschili e femminili. Un periodo di tempo nel calendario che renda possibile una competizione nazionale globale, con uomini e donne paritari per spazi e visibilità. L’ha dichiarato parlando alla BBC.
    “Penso che sia davvero importante organizzare una Coppa del Mondo per il tennis”, afferma BJ King. “Il mondo intero capisce il significato di una Coppa del Mondo. Sanno che è una nazione contro una nazione. Un evento che sia svolto insieme, sempre uomini e donne insieme. Penso che possiamo migliorare quest’aspetto e concentrarci maggiormente su di noi. Penso che alla gente piaccia quando siamo tutti felici insieme”.
    Quest’anno le finali della Billie Jean King Cup si svolgeranno a Siviglia dal 7 al 12 novembre, mentre la final 8 di Coppa Davis dal 21 al 26 novembre. Alla kermesse femminile è già sicura l’assenza delle prime quattro giocatrici nel ranking. Aryna Sabalenka mancherà perché la Bielorussia è stata bandita dalle competizioni a squadre dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre Iga Swiatek, Coco Gauff e Jessica Pegula hanno già annunciato il proprio “no” a causa di un programma troppo compresso, con le WTA Finals che finiranno appena prima della coppa per nazioni. Il caos è stato generato dalla decisione a dir poco tardiva sulla sede – e data -delle WTA Finals. Infatti le finali WTA si svolgeranno a Cancun la settimana prima delle finali della Billie Jean King Cup, a sette ore di fuso orario dalla Spagna. Tardiva è stata la decisione della WTA, che ha scelto la sede del proprio “Masters” solo a settembre, mesi dopo che Siviglia era stata scelta per ospitare la finale della competizione a squadre.
    “Abbiamo quest’appuntamento da molto tempo, se ci sono problemi per le giocatrici dovete chiedere alla WTA” così ha commentato King sull’assenza delle stelle alle finali a squadre. “Sono loro che hanno fissato la data qualche settimana prima di giocare. Penso che sia necessario riunirci tutti e trovare un calendario migliore per giocatori e giocatici, non puoi iniziare a prendere queste decisioni sulle finali a settembre”.
    Una considerazione amare e corretta quella di Billie Jean, che riporta a quanto scritto in apertura. Il nodo gordiano è e resta il calendario. Sembra evidente l’assoluta incomunicabilità tra gli attori in causa, o la mancanza di una vera volontà di sedersi al tavolo, valutare le esigenze di tutti e trovare delle soluzioni reali e condivise per accontentare gli interessi delle parti in causa. L’idea di Billie Jean King è sensata, ma con gli attuali rapporti di forza sembra assolutamente impraticabile. Il tennis è governato dai 4 Slam, ATP, WTA e ITF, in ordine di “peso” politico ed economico. Le competizioni a squadre nazionali sono gestiste dall’ITF, quella che è diventata ormai la “gamba debole” della disciplina. Solo con il concreto intervento delle altre entità, qualcosa potrebbe cambiare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner, il più presente in Davis negli ultimi 3 anni

    Jannik Sinner in Coppa Davis

    L’assenza di Jannik Sinner alla fase a gironi di Coppa Davis a Bologna ha scatenato molte reazioni nel mondo della racchetta, con severe critiche piovute sull’altoatesino e alimentate dal “classico” tam tam social. Senza voler entrare nel merito delle polemiche, ci limitiamo a riportare un fatto statistico che banalmente è possibile rilevare andando a vedere quante volte Jannik ha giocato con la maglia azzurra dal suo esordio (2021) ad oggi. I numeri dicono che Sinner è il giocatore italiano che ha disputato più incontri in Coppa Davis, 10 tra singolo e doppio, quindi è stato di fatto il più presente negli ultimi 3 anni.
    Infatti Jannik dalla sua prima convocazione ha disputato 7 match in singolare (6 vittorie e 1 sconfitta) e 3 in doppio (sempre sconfitto, due volte in coppia con Fognini, una con Bolelli).
    Grazie alle partite disputate a Bologna a metà settembre, anche Lorenzo Sonego è salito a quota 10 incontri giocati (sempre conteggiando dal 2021, l’anno di esordio di Sinner in Davis), con nove presenze in singolare (bilancio 6 vittorie e tre sconfitte) e una in doppio.
    Lorenzo Musetti è a quota 8 match: 5 singolari (bilancio due vittorie e tre sconfitte) e 3 doppi; Matteo Berrettini ha giocato 4 partite (3 singolari, tutti vinti, e un doppio, perso), Matteo Arnaldi 3 match (fresco d’esordio a Bologna), con 2 vittorie in singolare e una sconfitta in doppio. Il veterano Fabio Fognini dal 2021 ha disputato 7 incontri, tutti in doppio, come Simone Bolelli impiegato in Davis solo in coppia con vari compagni.
    Tutti ci auguriamo che Jannik sia presente alle Final 8 di Malaga, dove un team italiano al completo, si spera anche con un Matteo Berrettini recuperato, può essere davvero competitivo e puntare alla vittoria finale.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Coppa Davis, l’Italia aspetta Sinner e punta al trofeo: in quota è sfida alla Serbia di Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    L’Italia ha ottenuto la qualificazione alle Finals di Coppa Davis, in programma a Malaga a fine novembre, nonostante la sconfitta contro il Canada nella prima sfida del girone a Bologna, dove gli Azzurri erano orfani del numero uno Jannik Sinner. Proprio contro i nordamericani si fermò il sogno azzurro lo scorso anno, in semifinale.
    Secondo gli esperti quella dell’Italia potrebbe diventare una Coppa Davis indimenticabile e addirittura valere un secondo storico titolo a 47 anni dall’unica vittoria della nostra nazionale. C’è da battere la concorrenza della Serbia di Novak Djokovic, possibile avversaria in semifinale e in cima alla lavagna dei bookmaker, proiettata verso il secondo titolo della sua storia in quota a 3,50.
    L’Italia, unica nazione ad avere tre giocatori under-25 tra i primi 50 al mondo (Sinner, Musetti, Arnaldi), vede il trionfo nella coppa del mondo del tennis a 4. L’esordio ai quarti sarà contro l’Olanda, contro cui i precedenti sorridono agli Azzurri: 7-1 i confronti contro una nazionale affrontata l’ultima volta nel 2010. Tra le altre pretendenti si fa strada l’Australia, finalista lo scorso anno e offerta tra 5 e 6, stessa quota della Gran Bretagna. Un secondo successo consecutivo del Canada, invece, oscilla tra 6 e 7,50. LEGGI TUTTO

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    L’affascinante sede della Davis in Grecia, guastata della brutta prestazione di Tsitsipas

    Stefanos nello stadio Panathinaiko

    Splendide le immagini arrivate da Atene, in occasione della sfida di Coppa Davis di World Group I. L’incontro tra i padroni di casa ellenici e la Slovacchia si è disputato all’interno dell’iconico Stadio Panathinaiko, reso celebre (e molto caro) per lo sport italiano grazie all’arrivo vincente di Stefano Baldini nella Maratona dei giochi Olimpici del 2004.
    Il Panathinaiko, noto anche come Kallimarmaro, è una bellissima e antica struttura costruita interamente con marmo pentelico (proveniente dal monte omonimo). Nell’antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena, protettrice della capitale greca. Inizialmente lo stadio aveva i posti a sedere in legno, venne poi rinnovato con il marmo del monte Pentelico nel 329 a.C. e quindi notevolmente ampliato, arrivando a contenere ben 50 000 posti. Rimasto sepolto per diversi secoli, venne riscoperto nel 1870 e restaurato inizialmente per i Giochi olimpici di Zappas, primo tentativo di rinascita delle antiche Olimpiadi svolto nel 1870 e nel 1875. Quando fu decisa l’organizzazione dei nuovi giochi Olimpici, lo stadio venne nuovamente ristrutturato e preparato per il 1895. L’arena era stata costruita molto tempo prima che le dimensioni delle strutture sportive di atletica leggera fossero state standardizzate, da qua la caratteristica forma della pista che segue l’antica traccia e non l’anello omologato successivamente, e che non consente pertanto il suo utilizzo per le gare moderne di atletica. Infatti nel 2004 oltre all’arrivo della Maratona, lì si sono svolte le gare di tiro con l’arco.

    Proprio all’interno di quest’affascinante struttura il team ellenico di Davis ha affrontato lo scorso weekend quello della Slovacchia, con un bel campo preparato per l’occasione, ma la delusione degli appassionati locali purtroppo il momento “no” di Stefanos Tsitsipas è continuato anche con la maglia della sua nazionale. Infatti Stefanos ha portato a casa con tantissima fatica il secondo match della sfida contro Lukas Klein, grazie al ritiro di quest’ultimo quando lo score era sul 4-0 per Stefanos, ma il greco era stato a 3 punti della sconfitta nel secondo set. Peggio ancora la prestazione nella giornata decisiva, quando Tsitsipas ha ceduto in tre set ad Alex Molcan, condannando così la Grecia alla sconfitta, visto che gli slovacchi avevano vinto nettamente secondo singolare e poi anche il doppio sconfiggendo la coppia dei fratelli Tsitsipas. 3-1 per la Slovacchia il risultato finale.
    In patria hanno apprezzato l’impegno del proprio miglior tennista, ma le sue prestazioni sono lontane anni luce rispetto a quelle ammirate ad inizio stagione, quando raggiunse la finale degli Australian Open. Una crisi profonda, condita da troppi cambiamenti di coach con l’andirivieni di Mark Philippoussis e del padre, per una situazione negativa che si trascina ormai da parecchio tempo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Hewitt tuona contro i vertici dell’ITF in difesa della Davis: “Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”

    Lleyton Hewitt in Davis a Manchester

    “Ho detto da sempre che le due cose più belle della Coppa Davis erano i set al meglio dei cinque e il formato casa e trasferta, perché era l’apice del nostro sport. Tutto questo non c’è più, è ridicolo. Dobbiamo sbarazzarci di chi comanda”. Così ha tuonato alla stampa a Manchester Lleyton Hewitt, capitano del team australiano di Davis ed ex n.1 del mondo, da sempre paladino – fin da quando era giocatore – della più antica competizione nazionale sportiva a squadre, nata nel 1900.
    Fin dall’approvazione della tanto contestata riforma della Davis targata Kosmos-ITF, Hewitt è diventato uno dei più duri oppositori della nuova formula, tanto che subito dopo aver passato la fase a gironi in Inghilterra lo scorso weekend Lleyton è tornato con veemenza a sostenere la necessità di cancellare prima possibile lo status quo, che ritene “ridicolo”, per riavere i pilastri di un torneo a suo dire unico e amatissimo dal pubblico.
    “Giocare davanti a 500 o 1000 persone è inaccettabile, non è la stessa cosa del passato. Ma come ho sempre detto alla mia squadra, l’orgoglio che viene nel vestire la maglia “green and gold” resta immutato, quindi per noi, qualunque sia il formato, resta immutato l’impegno di andare comunque là fuori e lasciare in campo tutto quello che abbiamo per il nostro paese” continua Hewitt. “Ma sono d’accordo che questo formato sia buono? No, neanche per un minuto. Dobbiamo sbarazzarci delle persone che oggi sono al vertice… abbiamo visto cosa è successo. Questo disastro doveva durare 25 anni e si è trasformato in un disastro di quattro anni. Sono già troppi. È inaccettabile. Finché non verranno apportate modifiche, affronteremo esattamente le stesse cose ogni anno, ma non resteremo certo qua fermi ad aspettare”.
    Hewitt dichiara battaglia, ma molto dipenderà dalle elezioni del nuovo Presidente dell’ITF che si svolgeranno il prossimo 24 settembre a Cancun (Messico). Oltre all’attuale presidente Haggerty, che ha deciso di ricandidarsi, il suo principale rivale sarà Dietloff Von Armin, della federazione tedesca. Proprio il nodo-Davis potrebbe essere decisivo: l’attuale presidente ha scommesso sulla riforma della Davis come principale obiettivo del suo mandato, e tutti abbiamo visto com’è andata a finire; il tedesco al contrario si è sempre detto assai perplesso su questo tipo di rinnovamento.
    Haggerty nei giorni scorsi ha confermato che a suo dire il cambiamento è stato positivo da molti punti di vista e quindi la sua idea è di proseguire su questa strada. Pure l’attuale direttore dell’evento, Feliciano Lopez, he confermato che una novità così grossa necessita di anni per esser digerita ed assorbita da giocatori e pubblico. In realtà, proprio la scarsissima affluenza del pubblico negli incontri della fase a gironi nei quali non è presente la nazione ospitante è uno dei più visibili problemi di questa formula. Ma non è l’unico. Uno dei capisaldi della riforma doveva essere la maggior presenza dei big, attirati da match meno duri (due su tre). Lo scorso weekend nella fase a gironi l’unico top10 a giocare è stato Djokovic, una toccata e fuga di una sola partita.
    Dall’altro lato Von Armin ha criticato la situazione attuale della Davis e promesso cambiamenti, ma non ha pubblicamente proposto niente in particolare. Ci saranno sicuramente altri aspetti che peseranno tanto a livello elettorale – ITF gestisce tutto il tennis di base, giovanile, i Future e tanto altro ancora – e sicure “convenienze politiche” che potrebbero spostare voti decisivi da una delle due parti, ma è certo che la questione Davis è sul tavolo e avrà un peso non indifferente. Vedremo anche quanto peseranno le parole di Hewitt e altri duri oppositori della “nuova” Davis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Woodforde: “Assegnare punti ATP in Davis è un’opzione per il futuro”

    Mark Woodforde (foto Getty Images)

    Mark Woodforde, storico tennista australiano e formidabile doppista in coppia con Todd Woodbridge, è stato intervistato da Alessandro Mastroluca per SuperTennis in quel di Bologna in merito all’attualità della Coppa Davis e al suo futuro. Oggi il 57enne nativo di Adelaide è presidente del Davis Cup Committee e membro del Consiglio direttivo dell’ITF, un ruolo quindi un certo peso nell’ambito della politica tennistica. Secondo l’australiano, il fascino della Coppa Davis è ancora assai vivo, ma i tempi sono cambiati con tantissimi tornei ATP in calendario. L’idea di assegnare punti per il ranking individuale con le presenze in nazionale è un’ipotesi sul tavolo, da non scartare nel prossimo futuro. Riportiamo alcuni estratti dell’interessante intervista.
    “Quando giocavo io, il tennis non aveva così tanti tornei in calendario come adesso. Penso che il rapporto con la nazionale e la Davis sia cambiato, perché il tennis si è evoluto. L’ATP Tour prospera, ci sono tanti tornei a vari livelli. Ci sono giocatori per i quali giocare per la loro nazione non è una priorità perché il circuito sta facendo tanto anche in termini di prize money. E consideriamo che la Coppa Davis non coinvolge soltanto le squadre presenti nella fase a gironi, ma oltre 150 nazioni. Quella di non venire a giocare la Coppa Davis è una decisione personale. Noi abbiamo un canale di comunicazione con i giocatori, ma siamo un’organizzazione di nazioni. Cerchiamo di raccogliere tutte le informazioni e i feedback, dobbiamo considerare anche il calendario e la presenza di altre competizioni a squadre che mettono in palio prize money alti. La Coppa Davis è sempre stata la competizione più grande, più prestigiosa nel nostro sport. Oggi, però, per i giocatori ci sono molte più opzioni”.
    “Per arrivare a questo formato, c’era stata un’ampia consultazione con i giocatori. Poi quando si è andati al voto, quasi il 75% delle nazioni si è espresso a favore del nuovo format. Tutti erano consapevoli che eliminare il modello precedente, in cui per ogni partita di ogni turno una squadra giocava in casa, e passare a questa versione simile a un Mondiale del tennis, avrebbe portato a giornate più difficili quando la nazione ospitante non fosse stata in campo. Ma anche nei tornei del circuito ATP ci sono giornate con meno pubblico, spesso le prime, in cui i tifosi non riempiono lo stadio. Abbiamo discusso la questione nel Committee, nel board dell’ITF, all’epoca con Kosmos. Quel che è certo è che nel vecchio format la Coppa Davis stava morendo. C’erano nazioni che non volevano organizzare i tie, anche nelle categorie più alte della manifestazione, perché economicamente non sarebbero rientrate dei costi. Stiamo comunque raccogliendo feedback in tutte le città sedi dei gironi per capire come migliorare. La Coppa Davis resta un valore, e secondo me non celebriamo abbastanza i giorni di successo, come quelli in cui abbiamo riempito gli stadi a Bologna o a Manchester questa settimana”.
    “La partnership con l’ATP è iniziata quando c’era ancora Kosmos e va avanti. Per noi è importante lavorare con il massimo della coesione. L’ITF è una delle sette organizzazioni che governano il tennis, per noi è importante avere questo rapporto con ATP per il futuro di questa competizione. Né l’ITF né il Davis Cup Committee hanno scelto la settimana in cui giocare la fase a gironi, ad esempio. Riuscire a lavorare insieme con ATP permetterà non sono di ragionare insieme del calendario, ma anche di darci aiuto reciproco nel promuovere gli Slam, i Masters 1000 e la Coppa Davis, uno dei pilastri del nostro sport”.
    “Punti ATP con i match in Davis? Abbiamo discusso questa opzione, ed è ancora sul tavolo. C’è un’altra competizione a squadre a inizio stagione, la United Cup, che li assegna. Come ho detto, i giocatori oggi hanno tante opzioni. La Coppa Davis si gioca dopo gli slam, noi speriamo che i giocatori si impegnino a disputarla, perché far parte della Coppa Davis rimane un grande onore, ma non possiamo poggiare soltanto su questo concetto. Assegnare punti rimane un’opzione, ne abbiamo parlato e vale la pena continuare a farlo con ATP”. LEGGI TUTTO